Un altro gol bello di Xherdan Shaqiri
Chi si aspettava uno Scozia-Svizzera in stile ultime giornate di Serie A è rimasto deluso.
"O flower of Scotland / When will we see / Your like again / That fought and died for / Your wee bit hill and glen". La Scozia, per la sua storia, per i suoi personaggi calcistici (Ferguson) o cinematografici (Connery), per il suo tifo - la meravigliosa marea blu chiamata "Tartan Army" - per la sua fierezza di squadra è simbolo di volontà, di cazzimma, di determinazione spinta fino all'ultimo decimo di secondo. La grandissima prova di orgoglio e, a sprazzi, di tecnica fa uscire la squadra di Clarke dal campo - e forse dalla competizione - con davvero la testa altissima. Si sono dannati l'anima pur di agguantare i tre punti in Scozia-Svizzera. Hanno colpito un palo, pressato, giocato a tutto campo con in testa unicamente la vittoria che, però, è sfuggita anche per un pizzico di sfortuna.
La Svizzera, dal canto suo, ha portato classe e compattezza. Non si sono mai sorrentinamente disuniti, anzi. L'orda tartan gli si è abbattuta contro nei primi 15/20 minuti non permettendogli quasi di respirare. Sono andati in svantaggio in Scozia-Svizzera, meritatamente, ma non per questo hanno rinunciato al modo di giocare che Yakin gli ha trasmesso da tempo. Come recitava una vecchia reclame "La potenza è nulla senza controllo", ebbene Shaqiri, come da diverse competizioni internazionali a questa parte, l'ha resa fatto compiuto realizzando un gol dei suoi: potente e preciso. Pura tecnica e stile.
Si diceva nell'incipit che in molti e molte, visto il blasone che avvolge queste due selezioni, si sarebbero attesi uno Scozia-Svizzera tutto sommato noioso o comunque statico, senza particolari emozioni. Vendendola, invece, ha restituito quel senso di libertà da schemi e tattiche, da rigidità e ingessature dando ai novanta minuti puro agonismo e costante volontà di prendersi i tre punti. Tutto è rimasto in bilico fino alla fine. Il fato poteva volgere favorevole da un momento all'altro per l'una o per l'altra formazione. La Svizzera ha ripetutamente sfiorato il gol vittoria non, però, inquadrando lo specchio della porta pur in condizioni favorevoli, forse anche per l'assenza di un "nove" come si deve, visto che Embolo è ancora in fase di pieno recupero.
Quel palo scozzese grida vendetta. E lo fa in maniera brutale, munchiana, non permettendo di poter coltivare la speranza di portarsi a casa tre punti utili soprattutto per sognare. Parrebbe che Clarke si sia lasciato andare al vecchio vizietto di votarsi maggiormente alla tenuta fisica, alla superiorità muscolare e alla possanza contando su possibili ripartenze. Ma nel lungo periodo il maggiore tasso tecnico svizzero ha avuto decisamente la meglio costringendo, spesso, ripiegamenti repentini e dispendi di energie troppo impattanti per poter costruire azioni offensive lucide. Unica reale chance di modificare l'1-1 di Scozia-Svizzera sono i calci piazzati che, in effetti, hanno creato non pochi grattacapi ad Akanji e Sommer.
Nel girone A di Euro 2024, letteralmente stritolato dalla corazzata teutonica, la Svizzera si regala un prezioso che, salvo cataclismi nell'ultima giornata, gli consentirebbe di passare il turno e giocarsela fino in fondo, come ha già dimostrato negli anni passati. Come si diceva, la qualità tecnica e tattica rende gli svizzeri molto insidiosi per chi li affronta, specie se lo si fa con l'idea di considerarli vittime sacrificali. Lato scozzese, vincere contro l'Ungheria potrebbe tenere in vita quell'ultimo barlume di speranza di passare come terza, benché la disfatta contro la Germania abbia compromesso gravemente questa opportunità. Proprio i padroni di casa saranno artefici e arbitri delle sorti del passaggio del turno lì dove decidessero di polverizzare la Svizzera o di riposarsi in vista del prossimo turno.
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