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Italia-Albania
, 15 Giugno 2024

L'Italia rischia e diverte contro l'Albania


Buona la prima per gli Azzurri.

L'Italia vince 2-1 all'esordio dell'Europeo, superando un'Albania brava a spaventarla in avvio ma troppo carente a livello tecnico per competere con gli Azzurri. Italia-Albania è una prova rassicurante (ma non priva di brividi) per la Nazionale di Spalletti, che forse sì, è mancata di continuità nei novanta minuti visto il calo dei ritmi nella ripresa, ma ha mostrato di avere risorse importanti in termini di qualità e di aver ben assorbito i dettami tattici del CT. Primo scoglio superato per mettere gli ottavi nel mirino.

L'inizio traumatico tradisce quelle che potevano essere le insicurezze, le tensioni del gruppo azzurro. Bajrami sfrutta l'errore banale dell'asse interista Dimarco-Bastoni e segna dopo 24 secondi il gol più veloce della storia dell'Europeo, nonché il più prematuro mai subito dalla Nazionale. Ma la reazione immediata (con il risultato ribaltato già al ventesimo) ci racconta una squadra in salute, capace di uscire dal breakdown mentale e con grande semplicità di riuscire a imporre la sua partita.

Spalletti sembra aver trovato nella formazione annunciata la quadra tanto agognata. Un 4-2-3-1 che in possesso scivola facilmente in un 3-2-4-1, dove Chiesa è libero di sfogare la sua esuberanza agonistica in ampiezza, e dove la qualità nel palleggio del terzetto difensivo permette una grande fluidità posizionale nel possesso. Da limare forse il triangolo d'attacco Scamacca-Pellegrini-Frattesi, ma più che altro perché i due trequarti - specialmente l'interista, pur autore di un palo - hanno sofferto un po' l'intenso traffico creato dall'Albania nella zona centrale. D'altronde, Pellegrini oltre a recapitare sulla testa di Bastoni la palla dell'1-1 si è fatto sentire nelle giocatore in rifinitura, mentre il centravanti dell'Atalanta se da un lato è stato spesso ben assorbito da Djimsiti nella profondità, dall'altro è stato ingestibile per gli avversari nei suoi movimenti incontro, riuscendo sempre a trovare giocate di prima in grado di mandare i compagni in porta.

L'Albania si è vista risolvere il suo problema maggiore - ovvero segnare - da uno svarione iniziale dell'Italia, quasi replicato nei minuti finali (decisivo un attento Donnarumma). Ma non è riuscita a mantenere il risultato, pur mostrando una grande attenzione e organizzazione nella fase difensiva. Le Aquile in particolare hanno faticato a respirare nella rete di passaggi azzurra, a recuperare il pallone per trovare quell'uscita pulita per provare a colpire in ripartenza. Brava l'Italia nella riaggressione immediata, carente l'Albania nel trovare soluzioni alternative: la scelta insistita di Sylvinho su Broja centravanti lascia perplessi, anche visto l'apporto quasi nullo nell'aiutare la risalita.

Che altro dire degli azzurri? Parlare della prestazione totale di Barella o dell'impatto di Calafiori pare quasi superfluo. Spendiamo allora giusto due parole per Dimarco, stordito dallo svarione iniziale e lentamente riportato in partita tra un urlo e l'altro di Spalletti. Non certo la sua miglior gara stagionale, ma altri giocatori in altre situazioni sarebbero finiti k.o. definitivamente dopo un errore del genere. Invece l'interista ha recuperato, è cresciuto, ha dato il suo apporto - tatticamente fondamentale - agli sviluppi in ampiezza da sinistra. Una buona risposta, nel contesto di una squadra che forse sta persino meglio di quanto ci si aspettasse.


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