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John McGinn con la maglia della Scozia
, 14 Giugno 2024

Come si fa a non amare John McGinn?


Dalla Premiership scozzese alla Champions League, McGinn ha sempre il sorriso in volto.

L’Aston Villa è una di quelle squadre di cui è molto facile innamorarsi. Una storia gloriosa, colori sociali affascinanti - soprattutto se messi uno vicino all’altro - e uno stadio dall’atmosfera magica. Oltre alla sua fanbase autoctona, legata alla città di Birmingham e più in generale alla regione delle West Midlands, il Villa può vantare tifosi in giro per tutto il mondo. Oggi poi, che dal punto di vista sportivo le cose vanno alla grande, sul carro vincente sono stati fatti (ri)salire sostenitori illustri che solo fino ad un paio d'anni fa vivevano la loro passione in santa pace. È il caso ad esempio del principe William, tifoso claret and blue sin dai tempi in cui frequentava il college ad Eton. Di recente sono riemerse alcune sue interviste storiche, in cui raccontava di essere diventato tifoso dei Villans dopo aver vissuto dal vivo l'esperienza mistica del Villa Park, in occasione di un match di Fa Cup tra Aston Villa e Bolton.

Un altro tifoso celebre, ma questo lo abbiamo scoperto solo poco tempo fa, è l’attore americano Tom Hanks, che ha invece ammesso di essersi affezionato al Villa per un aspetto molto meno romantico: gli piaceva il nome del club. Hanks è stato per la prima volta al Villa Park nel febbraio 2023 per assistere alla sfida tra Aston Villa e Arsenal, concedendosi anche il privilegio di scendere negli spogliatoi per conoscere personalmente i suoi idoli. Di quel giorno, e di quel particolare momento, una foto scovata sui social mi aveva colpito un po’ più delle altre. La foto ritrae Hanks insieme al capitano John McGinn, entrambi sorridenti, forse anche emozionati, sicuramente un po’ impacciati. È un'immagine che, se non avessi avuto chiaro luogo e contesto, mai avrei associato al calcio, o comunque al mondo dello sport di alto livello. Se mi trovassi a dover scegliere un attore di Hollywood per interpretare il protagonista di un biopic sportivo, Tom Hanks probabilmente non sarebbe neanche tra i primi cinquanta della mia lista. Poi, c'è John McGinn, che, fisicamente, almeno a prima vista, incarna tutto tranne che l'ideale del calciatore moderno.

Lo stesso McGinn, che sembra un uomo dal carattere burbero e schivo, ha postato quella foto sul suo profilo Instagram con la caption “Sid and Woody”. Hanks è stato il doppiatore dello sceriffo Woody nel film d’animazione Toy Story, mentre Sid era il bambino cattivo che nello stesso cartone si divertiva a torturare, smontare e distruggere i giocattoli del suo antagonista Andy. Sid è in realtà un soprannome che perseguita da tempo McGinn, almeno da quando è diventato famoso al grande pubblico. Sid è infatti anche uno dei protagonisti de "L'era glaciale", e, bisogna ammetterlo, i contorni del viso di questo megalonice, più comunemente conosciuto come "bradipo gigante", sono molto simili a quelli del calciatore scozzese. Tra i tanti nomignoli affibbiati a McGinn, il mio preferito è però Meatball, "Polpetta". È stato lo stesso capitano dei Villans a rivelare che da ragazzo, per la forma tonda della sua testa, i compagni di squadra avevano cominciato a chiamarlo così. È il soprannome che preferisco perché è anche il meno crudele. Seguendolo da anni dentro e fuori dal campo, ho infatti imparato che per Meatball McGinn è impossibile provare sentimenti negativi.

McGinn con Tom Hanks

Nato a Glasgow ormai quasi trent'anni fa, McGinn ha debuttato da professionista con la maglia del St. Mirren prima di trasferirsi nella capitale Edimburgo per vestire i gloriosi colori biancoverdi dell'Hibernian. Grande tifoso del Celtic, è cresciuto con il mito di Henrik Larsson, leggendario attaccante svedese che proprio con i The Bhoys ha vissuto i migliori anni della sua carriera. L'attuale numero di maglia di McGinn all'Aston Villa, il 7, è dedicato proprio al campione che ha ispirato la sua adolescenza. Anche i due fratelli maggiori di John, Paul e Stephen, entrambi calciatori professionisti, hanno rappresentato un grande esempio per la sua vita e per la sua carriera, e i tre sono rimasti molto legati anche quando il più piccolo - ma molto più forte - si è trasferito in Inghilterra per giocare in Premier League. L'ormai iconica esultanza di John, che mima degli occhiali con le mani capovolte, è un omaggio al nipotino Jack, costretto da un problema alla vista ad indossare lenti speciali per coltivare - anche lui, nel solco della famiglia - la sua passione per il calcio.

Sin dagli esordi McGinn ha dovuto fare i conti con una struttura fisica che lo rende tuttora quasi unico nel panorama calcistico internazionale. Al di là della fisionomia da cartone animato - non abbiamo parlato delle labbra, quasi inesistenti, altra caratteristica su cui lo stesso McGinn dimostra una rara autoironia - la motoria dello scozzese, con e senza palla, non è mai stata un feticcio per gli esteti più puri di questo sport. McGinn non è altissimo, ha un corpo minuto e gambe fin troppo massicce. Spesso appare sgraziato, in particolare quando col pallone tra i piedi si curva su se stesso quasi a sembrare ingobbito. Farsi strada nel calcio professionistico, soprattutto all’inizio quando quadricipiti e fianchi non erano ancora forti come lo sono ora, non è stato semplice.

Nell'ultimo anno al St. Mirren, la sua carriera ha poi rischiato di finire molto prima del previsto. Durante una sessione di allenamento, il capitano Steven Thompson gli conficcò un palo chiodato nella coscia sinistra, provocandogli una ferita di circa sette centimetri che sfiorò di pochissimo l'arteria femorale. L'episodio fu etichettato come un brutto scherzo finito male, per quanto i contorni della vicenda rimangano ancora oggi molto opachi. Pensare ad uno scherzo quando c'è di mezzo un palo appuntito e una gamba squarciata è francamente difficile. La stagione finì poi con la retrocessione del club e il suo contratto, troppo oneroso per la serie cadetta scozzese, non poté essere rinnovato. Poco più che ventenne McGinn si ritrovò così senza squadra, con un fisico che tardava a completarsi e con gli strascichi di un orrendo infortunio da dover gestire.

Quasi come ultima spiaggia quell'estate volò negli USA per sottoporsi a un provino per gli Houston Dynamo, ma l'operazione non andò a buon fine a causa delle regole restrittive della MLS relative ai giocatori stranieri. Fu Alan Stubbs, dimenticato e dimenticabile ex giocatore e allenatore inglese, a salvarlo ad un passo dal baratro. Il tecnico dell'Hibernian offrì a McGinn un contratto quadriennale, facendolo ripartire dalla Championship scozzese ma garantendogli massima fiducia e pieno supporto verso il totale recupero fisico. In due stagioni McGinn aiutò l'Hibernian a risalire in prima divisione e a qualificarsi addirittura per i preliminari di Europa League, grazie al fantastico quarto posto raggiunto nel primo anno dopo la promozione. La carriera di Meatball John era finalmente cominciata su serio.

Alla fine della stagione 2016-2017, dopo un totale di oltre 230 presenze e 50 tra gol e assist in Premiership, e dopo aver anche esordito con la maglia della sua nazionale, il suo trasferimento in Inghilterra diventò quasi naturale. Se lo prese l'Aston Villa in Championship, in quella che Steve Bruce, allora manager del Villa, definì la migliore operazione di mercato della sua esperienza a Birmingham. Già nella stagione di debutto McGinn diventò un idolo dei suoi nuovi tifosi, grazie anche ad una serie di gol pesanti che aiutarono il club a tornare in Premier League. Quello al Derby County, nella finale dei playoff a Wembley, è ricordato dallo stesso John come uno dei momenti più emozionanti della sua carriera calcistica. Sei anni dopo quella rete McGinn è il capitano e il simbolo dell'Aston Villa che ha stupito l'Europa e che tornerà in Champions League quattro decenni dopo l'ultima volta, oltre ad essere uno dei leader della Scozia nella fase finale di Euro 2024.

https://twitter.com/AVFCOfficial/status/1211712539513556993

Se McGinn è oggi considerato uno dei centrocampisti più performanti d'Europa il merito è in gran parte di Unai Emery. Nell'autunno 2022 il basco ha preso il posto di Steven Gerrard sulla panchina del Villa, e per lo scozzese, così come per parecchi suoi compagni, è davvero cambiato il mondo. Watkins e Konsa, ad esempio, sono entrati stabilmente nel giro della loro nazionale e vestiranno la maglia dei Tre Leoni anche ai prossimi campionati europei. Bailey sembra un giocatore nuovo rispetto a quanto fatto vedere in passato, Douglas Luiz sarà uno dei pezzi più pregiati del prossimo mercato estivo. Il primo giocatore che l'ex tecnico di Siviglia e Arsenal ha voluto incontrare fu proprio McGinn: "Quale è la tua posizione preferita in campo?" "Ovunque, ma non in panchina". Il basco sembra lo abbia poi davvero preso in parola.

Oltre al suo spirito tenace e alle sue innate doti di leadership, lo scozzese quest'anno è risultato indispensabile anche per la sua estrema duttilità. Esterno offensivo, mezz'ala, nei due di centrocampo e in emergenza, come è capitato contro l'Everton in League Cup, anche terzino sinistro. “John McGinn è fantastico, so che lo amate più di me”, ha detto Emery in una recente conferenza stampa. “Quando finisce una partita gli dico che non corriamo più perché lui vuole sempre correre ed essere competitivo. Siamo molto contenti di lui, non solo come giocatore ma anche come persona. Il suo impegno è molto alto ed è sempre positivo, sorride nei momenti brutti e in quelli belli. Mantiene la stessa mentalità: è fantastico”.

All'opposto, per descrivere l'impatto del nuovo tecnico sulla squadra, McGinn ha usato un paragone significativo: "Per noi ogni giorno è come essere a scuola, impariamo sempre qualcosa di nuovo". Nelle 38 partite di gestione Gerrard lo scozzese aveva messo insieme solamente 1 gol e 3 assist, mentre con lo spagnolo in 75 partite le reti sono salite a 10, così come gli assist. Il nostro Federico Sborchia in un articolo dello scorso anno aveva messo in evidenza la crescita di McGinn nel nuovo contesto tattico: "pur non essendo un fuoriclasse tecnico, lo scozzese ha una pulizia di gioco sulla media e lunga distanza non banale, abbinata a una grande lettura degli spazi e a un uso del fisico molto raffinato che lo rende molto difficile da spostare quando vuole proteggere il pallone".

L'Aston Villa di Emery ha parecchi modi diversi per attaccare la difesa avversaria. Quando si schiera con un blocco basso, sono le qualità nel gioco lungo di Douglas Luiz o di Tielemans a fornire la soluzione ideale per trovare gli attaccanti alle spalle della linea avversaria. Quando invece il Villa si alza per giocare con il baricentro nell'altra metà campo, McGinn svolge un lavoro fondamentale andando ad occupare gli spazi giusti nell'ultimo terzo di campo, trovando con frequenza l'ultimo passaggio - o quello immediatamente precedente, spesso ancora più importante - per favorire la conclusione dei suoi compagni. Queste doti da facilitatore apparivano impensabili nei suoi primi anni di esperienza al Villa Park. La forza di Emery in questi diciotto mesi è stata soprattutto questa, portare i suoi uomini ad esprimere al massimo il loro potenziale.

Mc Ginn guiderà da vice-capitano la Scozia ai prossimi campionati europei. La nazionale di Steve Clark sbarcherà in Germania dopo aver superato, insieme alla Spagna, un girone insidioso che comprendeva anche la Norvegia di Haaland e Ødegaard. Proprio contro la Spagna la Scozia ha ottenuto uno dei risultati più prestigiosi della sua storia, riuscendo ad imporsi 2-0 ad Hampden Park nel marzo 2023, grazie alla doppietta di Scott McTominay. McGinn e McTominay, insieme al capitano Robertson, sono i simboli della nuova generazione del calcio scozzese, che già nel 2021 riuscì nell’impresa di riportare la propria nazionale in una grande competizione venticinque anni dopo l’ultima volta.

Euro 2020 fu però un torneo molto deludente per i blues. Ricordate la cannonata di Patrick Schick da metà campo, votata poi dalla UEFA anche come Best Goal della competizione? Ecco, quella rete arrivò proprio nella prima partita contro la Scozia, e fu decisiva per la vittoria finale della sua Repubblica Ceca. Un segnale inequivocabile che quelle sarebbero state settimane complicate. Nonostante un buon pareggio nella sfida contro l’Inghilterra, la Scozia infatti crollò poi definitivamente nell'ultima partita perdendo 3-1 contro la Croazia di Perisic e Modric e classificandosi ultima nel girone.

Se si esclude l'aggiunta di un paio di giovani interessanti, la Scozia che vedremo in Germania sarà molto simile a quella di tre anni fa, almeno negli uomini. Nell'ultimo biennio però Steve Clark è ricorso ad una interessante ed efficace novità tattica. Sulla scia di altri manager europei, Clark ha deciso schierare i suoi centrocampisti con quella che oggi viene definita “box” di metà campo. I vertici alti di questa scatola dalla forma quadrata, McTominay e McGinn, sono così diventati le principali armi offensive della squadra, grazie alla loro intelligenza nel muoversi senza palla e alle loro doti in fase realizzativa.

Erik ten Hag ha preso spunto dal lavoro di Clark per sfruttare le caratteristiche di McTominay anche con la maglia dello United, mentre per McGinn è accaduto sostanzialmente il contrario. Con l'arrivo di Unai Emery al Villa Park, come abbiamo raccontato prima, lo scozzese ha imparato a giocare molto di più nel terzo avversario, accentrandosi dal lato destro per creare superiorità - e garantire qualità - nel mezzo spazio tra centrocampo e attacco. Clark ha fatto copia e incolla, la Scozia ha trovato il suo equilibrio, e grazie anche alla crescita generale della rosa ora i blues andranno in Germania con ritrovata fiducia, pronti per essere la sorpresa del torneo.

A John McGinn è dedicato uno dei cori più belli e iconici del calcio britannico. Nella versione dei tifosi scozzesi, diversa da quella dei loro colleghi Villans solo per il nome dell'allenatore, il testo recita così: "We've got McGinn / Super John McGinn / I just don't think you understand / He's Steve Clarke's man / He's better than Zidane / We've got super John McGinn". Nonostante la nuova posizione in campo, il paragone con Zidane rimane comunque ancora eccessivo. Come si può intuire però, Meatball John, il piccolo e sgraziato ragazzo di Glasgow, è diventato ormai il preferito della Tartan Army, il fedelissimo gruppo di tifosi che segue ovunque la nazionale scozzese. D'altronde, è anche comprensibile: come si fa a non amare Super John McGinn?


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  • Milano. Iscritto all’albo dei Match Analyst LongoMatch. Diplomato al Liceo Scientifico, nonostante l’orale della maturità sostenuto il giorno dopo la finale di Berlino. Laureato in Scienze Politiche. Malato di calcio. Al primo appuntamento ho portato la mia ragazza a vedere il derby della Mole, quello dell’eurogol di Bruno Peres. Stiamo ancora insieme.

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