Éderson è dappertutto
Nel centrocampo dell'Atalanta di Gasperini e, ora, anche in quello della Seleção
L'annata appena conclusasi è stata la migliore dell’Atalanta targata Gian Piero Gasperini (e di sempre). Qualificazione in Champions con relativa tranquillità e senza patemi d’animo avendo la meglio su Roma e Lazio. Basterebbe questo per rendere merito al Gasp, farci considerare normale una qualificazione europea dell'Atalanta. Lo ha fatto, anche e soprattutto, grazie a un elemento imprescindibile per equilibrio e dinamismo, che ha portato l'acqua con le orecchie per tutta la squadra durante l'anno: al secolo, Éderson José dos Santos Lourenço da Silva.
La Dea si è giocata la vittoria della Coppa Italia, perdendo solo di misura contro la Juventus dopo un buon percorso (Sassuolo, vittoria a San Siro col Milan e Fiorentina). Risultati comunque sufficienti a rendere la stagione 2023/2024 un'ottima stagione, almeno sino allo scorso 22 maggio.
Proprio la partita di Dublino del 22 maggio, il primo trofeo europeo della storia nerazzurra, è il culmine del cammino percorso da Éderson per e con l'Atalanta. Se l'eliminazione di tre formazioni da Champions League - e che faranno compagnia alla Dea stessa nella prossima corsa alla coppa dalle grandi orecchie - come Sporting, Liverpool e Bayer Leverkusen non basta, è come la Dea ha approcciato e gestito questi incontri ad aggiungere significato.
La grande capacità di valorizzazione dei giocatori a disposizione, scelti con grande oculatezza prima da Sartori poi da D'Amico, ha trovato in Éderson il connubio tra il talento in rampa di lancio e investimenti man mano più ingenti, possibili grazie ai risultati ottenuti in precedenza sui campi d'Italia ed Europa.
Tra i giocatori più determinanti e continui hanno rubato l'occhio e attratto gli elogi del pubblico innanzitutto Gianluca Scamacca e Charles De Ketelaere. Il primo è sembrato, finalmente, trovare la sua dimensione e una discreta continuità in Serie A dopo una stagione sottotono al West Ham; il belga, invece, si è rilanciato alla grande dopo l’esperienza anemica al Milan. Impossibile poi non citare Teun Koopmeiners, arma (non troppo) segreta offensiva di quest'anno; Marco Carnesecchi e Juan Musso, il primo con una titolarità guadagnata in Serie A e il secondo rinvigorito dai galloni di portiere di Coppa; Ademola Lookman, autore di 24 gol - di cui tre nella finale di Dublino.
L'instancabile Éderson, in linea con predecessori e commilitoni nerazzurri poco celebrati in rapporto al lavoro svolto (De Roon, Freuler, Kurtic, Pasalic), ha corso il rischio di trovare posto nella categoria Sottovalutati. Il palcoscenico calcato dall'Atalanta 2023/24 è illuminato da troppi riflettori per passare inosservato: per i pochi che ancora non si sono innamorati del brasiliano, quale migliore opportunità per redimersi?
La carriera di Éderson
L’ex Salernitana ha cominciato la sua carriera alle giovanili del Desportivo Brasil, dove non ha mai esordito in prima squadra. Ha giocato da pro' in Brasile fino al 2021/2022, passando per Cruzeiro, Corinthians e - in prestito - al Fortaleza. Un arco di cinque stagioni e mezza, più o meno sempre in crescita, nel campionato brasiliano: a 23 anni viene notato dalla Salernitana, che lo acquista per 6,5 milioni di euro.
L'intuizione di Sabatini paga sia in termini di campo che di portafogli: sei mesi ottimi in granata, quindici partite e una salvezza totalmente insperata per la squadra di Nicola. L'esperienza alla Salernitana rimane nel cuore di Éderson, che ha raccontato a più riprese quanto sia legato al club e a Walter Sabatini, che ha creduto in lui aiutandolo e proteggendolo in questo cambio di vita.
L'ex DS di Roma e Palermo ha più volte raccontato il perché abbia deciso di investire su Éderson, innamorandosi del brasiliano per un suo stop con il quale ha saltato, nonostante il precario equilibrio, due avversari.
Nel giugno 2022, però, l'Atalanta raddoppia la cifra investita dalla Bersagliera a gennaio e lo porta a Bergamo. Gasperini lo ha utilizzato in più di un ruolo, come spesso accade ai suoi nuovi innesti, cercando la quadra: impostato come trequartista centrale alle spalle di una coppia di attaccanti, poi sempre più centrocampista e mediano. Ciò che aveva fatto vedere nei sei mesi salernitani - inserimenti e capacità nel gioco verticale - sono state le prime caratteristiche che Gasperini ha cercato di esaltare all'inizio del 2022/23, in una struttura con Koopmeiners lanciatore e un Muriel ancora in discrete condizioni atletiche per allungare le difese q.b.
A metà stagione, l'intuizione: arretrare Éderson sulla linea dei centrocampisti, o addirittura con compiti da primo costruttore. Ecco che emerge la sua caratteristica finora più determinante: la capacità recupero palla davanti alla difesa.
Proprio in questa nuova collocazione nel campo Éderson è esploso definitivamente e si è affermato come uno dei migliori del ruolo in Italia e in Europa. Proprio questo nuovo ruolo gli è valso la convocazione nella Seleçao - la prima, coronata al momento con gli 83' nell'amichevole col Messico - per la Copa America di quest'estate.
I numeri di Éderson
Lo schieramento stabile davanti alla difesa gasperiniana consente al nativo di Campo Grande di sfruttare la sua fisicità nei duelli con gli avversari e di recuperare un’infinità di palloni. I numeri difensivi sono mostruosi: per FBref, in Serie A è secondo per contrasti effettuati (80), quinto per contrasti vinti (46, con il 65% dei dribblatori che non riesce a superarlo) ed effettua 1,43 intercetti a partita. Ciononostante, l'apporto concreto e oscuro nella manovra offensiva non viene a mancare: nell'ultima Serie A è nono per passaggi nell’ultimo terzo di campo (180) e i suoi recuperi generano moltissime occasioni pulite per sé e per i compagni (0,19 a partita, uno dei migliori in Europa).
Oltre ai numeri, all'apparenza pure complicati e astratti, la sua efficacia in zone avanzate del campo è esplicitata dalla statistica più banale ma più efficace: 7 gol tra campionato (6, più un assist) ed Europa League (1). Non pochi, per un centrocampista "difensivo". Non si può giudicare un giocatore solo dalla somma dei gol, ma questo valore, insieme a quelli già citati, dimostra chiaramente l'importanza di Éderson in ogni fase di gioco.
La quantità e la gamba permettono all’Atalanta di potersi sbilanciare, creando un equilibrio tanto fondamentale quanto difficile e faticoso da mantenere. Éderson non è solo fiato e muscoli, chiaramente, ma è un giocatore dalla grande intelligenza tattica. I suoi recuperi sono sì figli del grande atletismo, ma è il posizionamento in campo che da la sensazione che il centrocampista dell'Atalanta si trovi sempre al posto giusto, al momento giusto.
Un esempio recente sono le prestazioni delle finali della Dea nel maggio appena passato. In Coppa Italia - soprattutto nel primo tempo - Éderson è stato a dir poco essenziale nel recuperare i possessi evitando sanguinose ripartenze della Juventus. 76 passaggi completati (89% di precisione), 38 passaggi nel terzo finale e 95 palloni giocati - in cima a entrambe le relative classifiche - non dovrebbero coincidere, specie in una finale, a 9 recuperi e 11.705 km percorsi in 95': una finale di cui, a causa del punteggio e della coda da performance teatrale, ci si è dimenticati troppo in fretta del controllo di Éderson su tempi e spazi dell'Olimpico.
Per tutti i 90' di Dublino, invece, la notevole prestazione concomitante nel correre all'indietro e irretire la rete di triangoli del Leverkusen di Koopmeiners e del brasiliano ha permesso all'Atalanta di esasperare l'altezza della prima pressione e mantenere un'intensità senza palla fuori scala, anche per l'unica squadra al momento imbattuta in stagione in Europa grandissime. Queste due serate sono la summa dell'influenza di Éderson in fase di non possesso: al grande senso della posizione aggiunge un incredibile tempismo nello scegliere il momento in cui affondare i contrasti; copre tutto il campo, come una diga sulla quale gli avversari non fanno altro che sbattere.
Tutti questi fattori hanno fatto diventare Éderson imprescindibile per Gasperini. In stagione è stato il secondo giocatore più impiegato della rosa, dietro soltanto a Djimsiti. Il brasiliano e l’albanese, per l'altro, sono gli unici che hanno sforato i 4000 minuti in stagione disputando rispettivamente 53 e 54 partite. Un’infinità, per la quale gli operatori di mercato atalantini stanno iniziando ad adeguarsi in vista del 2024/25.
Le sirene provenienti dalle altre squadre non hanno tardato ad arrivare. Le big lo monitorano e lo stesso Gasperini ha ammesso che “trattenerlo a Bergamo significherebbe mantenere un giocatore di livello internazionale” Evidente che, per esempio, eventuali ricche chiamate dalla Premier League sarebbero difficilmente rifiutabili sia per Éderson che per l'Atalanta. Altrettanto evidente, però, che a Bergamo sanno di avere in rosa un centrocampista di livello assoluto e che lo status europeo della Dea, dallo scorso 22 maggio, è salito definitivamente di livello.
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