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Charisteas
, 5 Giugno 2024

Angelos Charisteas, l'uomo oltre Euro 2004


Viaggio nella carriera dell'uomo che ha cambiato la storia del calcio greco

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Un istante di chiarezza in un ventennio di delirio”: così declama Francesco Stasi, in arte Kid Yugi, nella prima strofa di “Paradiso Artificiale”, colonna portante dell’ultimo album di Tedua. A differenza di molti artisti contemporanei, il rapper di Massafra non sembra essere un grande appassionato di calcio, quindi difficilmente nello scrivere tali versi avrà pensato ad Angelos Charisteas, protagonista dell’estate irripetibile della Grecia campione d’Europa, un evento talmente importante da aver oscurato il resto della sua carriera, che non possiamo che ripercorrere insieme.

Nato a Serres nel 1980, fino ai 17 anni Charisteas non è nel giro di alcun club professionistico, limitandosi a giocare con le giovanili dei dilettanti dello Strimonikos Serron, sporadicamente convocato anche in prima squadra. Nel 1997 arriva finalmente la chiamata dell’Aris Salonicco, nobile decaduta del calcio greco scivolata in seconda divisione; comunque un salto importante per Angelos, che nemmeno maggiorenne debutta tra i professionisti, contribuendo al ritorno della squadra nel massimo campionato con 2 reti in 9 presenze.

Pur partendo indietro nelle gerarchie, anche in Super League il giovane centravanti riesce a ritagliarsi il suo spazio e a incidere, segnando 4 reti in 512 minuti nel girone d’andata; tuttavia, il club ritiene abbia bisogno di andarsene in prestito per giocare di più, così nel gennaio del 1999 ritorna in Beta Ethniki, equivalente della nostra Serie B, per vestire la maglia dell’Athinaikos.

L’esperienza in quel di Vironos non è in realtà granché esaltante, anche se Charisteas si toglie lo sfizio di segnare in coppa al Panathinaikos in cui milita Julio Cesar, centrale brasiliano ex Juventus. Tornato nella vecchia Tessalonica, il nuovo tecnico Ilja Petkovic vede il lungo centravanti come un rincalzo per buona parte della stagione, iniziando ad impiegarlo con continuità soltanto da fine marzo in poi, ricavando da lui appena un gol, che vale la vittoria dell’Aris sull’Iraklis. La stagione 99/00 è anche quella che vede l’esordio di Charisteas in campo internazionale: 2 minuti nel finale della trasferta di Coppa Uefa a Vigo contro il Celta, che schiera Claude Makélélé a centrocampo e il sudafricano Benni McCarthy in attacco.

La carriera di Angelos svolta nell’estate del 2000, con la nomina di Babis Tennes quale nuovo tecnico dell’Aris Salonicco: sin dalla prima giornata Charisteas è titolare, punto di riferimento del reparto avanzato di Tennes, che non smette di avere fiducia in lui nonostante segni una sola rete nel girone d’andata. Alla fine i gol di Charisteas in stagione saranno 9 tra campionato e coppa, e si riveleranno decisivi per la tranquilla salvezza dell’Aris.

Il 2001 vede anche l’esordio in nazionale di Charisteas, col senno di poi una vera e propria profezia di ciò che il centravanti realizzerà in maglia ellenica in quell’assurda estate del 2004: titolare della maglia numero 9 nell’amichevole contro la Russia, l’attaccante dell’Aris si presenta siglando due reti in mezz’ora, prenotando un posto nell’11 titolare per le qualificazioni a quell'Europeo che cambierà la sua vita e quella di tutto il popolo greco.

Soltanto uno dei due ha vinto gli Europei (credits: Getty Images).

La stagione successiva è più complicata dal punto di vista realizzativo per l’attaccante greco, che segna solo 4 reti in campionato, più tre in coppa contro squadre di categoria inferiore come Trikala e Proodeftiki, non riuscendo nemmeno a far la differenza con la Grecia Under 21 all’Europeo di categoria, sconfitto nei gironi dalla Francia di Boumsong e dal Belgio di Gillet e subito eliminato. L’annata in chiaroscuro non spaventa però il Werder Brema, già da tempo sulle sue tracce, che il 1°luglio del 2002 lo porta nella città dei Musicanti versando 3 milioni di euro nelle casse dell’Aris Salonicco, ad oggi terza cessione più remunerativa nella storia del club tessalonicese.

Il Werder di quel periodo, con Thomas Schaaf che sottotraccia sta preparando il terreno per la vittoria dello Schale del 2004, è una squadra di alto livello che lotta per qualificarsi in Europa, ma Charisteas sembra non accusare il salto e si appropria con naturalezza di una maglia da titolare al centro dell’attacco, togliendo il posto al croato Ivan Klasnic. Angelos segna 5 reti nelle sue prime 11 gare in Bundesliga, poi nella partita col Wolfsburg, coi suoi sotto per 1-0 all’intervallo, viene punito con un rosso abbastanza severo per aver reagito alle provocazioni del difensore Franz, rimediando tre giornate di squalifica.

Pur perdonando Charisteas per il gesto, Schaaf impiega quasi due mesi per reintegrarlo in pianta stabile nel gruppo dei titolari, visti anche i buoni risultati della squadra in sua assenza. Il vero Charisteas si rivedrà ad aprile, con 4 reti, tutte decisive, nell’ultimo mese e mezzo di campionato, e tre altrettanto pesanti nelle qualificazioni a Euro 2004, doppietta all’Irlanda del Nord e rete al fotofinish contro l’Ucraina di Shevckenko e Voronin che vale tre punti preziosissimi per la Grecia. La stagione 2002/03 regala al centravanti ellenico anche i primi gol in una competizione europea per club, contro Metalurg e Vitesse, che però non bastano a portare il Werder oltre il secondo turno.

Il Werder Brema chiude al sesto posto e, pur aggiungendo in estate il portiere Reinke e il centrale Ismael al gruppo dei titolari, appare difficile considerarlo uno dei candidati alla vittoria della Bundesliga. Invece Schaaf compie il miracolo, forgiando un gruppo che sotto traccia conquista la testa della classifica a metà stagione, per poi non mollarla più, regolando i rivali del Bayern al vecchio Olympiastadion di Monaco con un 3-1 alla terzultima giornata passato alla storia del campionato tedesco.

Charisteas non è tra i protagonisti principali dell’impresa: pur partendo titolare a inizio stagione, con 3 gol e altrettanti assist nelle prime 9 gare, subisce il controsorpasso di Klasnic nella gara per la titolarità, vedendosi scavalcare anche dal paraguaiano Nelson Haedo Valdez. Il greco chiude la stagione con 7 reti e 6 assist tra campionato e coppe, e la vittoria di uno storico double, dato che il Werder conquista anche la DFB Pokal battendo in finale l’altra sorpresa di stagione, l’Alemannia Aachen. Non sarà questo, tuttavia, il punto più alto del 2004 di Angelos Charisteas.

Fussball: 1. Bundesliga 03/04, Bremen; SV Werder Bremen Deutscher Meister 2004 / Meisterfeier; Angelos CHARISTEAS / Bremen, mit der Meisterschale auf...
Charisteas con il Meisterschale in un reboot di Capitan America ambientato a Brema (credits: Getty Images)

La Grecia di Otto Rehhagel a Euro 2004 è inserita nel Gruppo A con Portogallo, Spagna e Russia, Cenerentola annunciata, con pochissime possibilità di far strada nella competizione. Già alla prima gara, però, la selezione ellenica ribalta i pronostici: 2-1 al Portogallo, con gol di un giovane Cristiano Ronaldo su rigore nei minuti finali.

Charisteas è titolare, ma da ala destra, dato che il centro dell’attacco è occupato dal fiorentino Vryzas; la posizione inedita non gli impedisce di essere decisivo nella partita successiva contro la Spagna, rispondendo al vantaggio di Morientes con un mancino incrociato che buca Iker Casillas. Pur scivolando sull’avversaria teoricamente più facile, la Russia, i greci superano il girone con 4 punti, a pari punti con la Spagna, scavalcata in virtù del maggior numero di reti effettuate.

Non vuol smettere di sognare la Grecia, non vuol smettere di sognare Charisteas che, contro una Francia che schiera tutti insieme Trezeguet, Henry, Zidane e Pires, svetta di testa in mezzo a Thuram e Gallas e spedisce all’incrocio il pallone con un colpo di testa violentissimo su assist di Zagorakis, che vale il passaggio in semifinale.

Dopo la sofferta vittoria ai supplementari contro la Repubblica Ceca, la truppa di Rehhagel trova davanti a sé ancora i padroni di casa del Portogallo, nell’ultimo atto che dovrebbe celebrarne la rivincita. Invece Figo e compagni cadono ancora, e a mettere la testa sullo storico trionfo della Grecia è come al solito Charisteas, che sul corner di Basinas prende l’ascensore, sovrasta Costinha e incorna il pallone che vale il titolo di Campione d’Europa.

Fussball: Euro 2004 in Portugal, Finale / Spiel 31, Lissabon; Portugal - Griechenland ; Angelos CHARISTEAS / GRE mit POKAL 01.07.04.
Angelos Charisteas alza la coppa Henri Delaunay in faccia a Figo e Cristiano Ronaldo. Il calcio è uno sport meraviglioso (credits: Getty Images).

Dopo aver toccato il cielo con un dito, Charisteas rientra nei ranghi e la sua carriera inizia a conoscere un lento ma inesorabile declino. Nel 2004 l’attaccante debutta in Champions League a San Siro, giocando la mezz’ora finale contro l’Inter di Mancini e Adriano (autore di una doppietta), ma l’arrivo di Miro Klose a Brema riduce drasticamente gli spazi a disposizione del greco, che nel mercato di gennaio lascia la Germania per trasferirsi, su consiglio del CT Rehhagel, all’Ajax. Il club di Amsterdam investe su Charisteas 5 milioni di euro, ma soprattutto lo incarica dell’ingrato compito di sostituire Zlatan Ibrahimovic, trasferitosi alla Juventus nell’estate precedente.

Nella prima mezza stagione in maglia ajacide, nonostante il clima teso dovuto all’eliminazione nei sedicesimi di Coppa Uefa contro l’Auxerre e al conseguente avvicendamento in panchina tra Ronald Koeman e Danny Blind, Charisteas riesce a ritagliarsi il suo spazio da titolare al cento dell’attacco, segnando 5 gol tra campionato e Coppa d’Olanda. Terminata la stagione 2004/05, il centravanti è titolare con la Grecia in Confederations Cup, ma la magia di Euro 2004 appare svanita, e la rappresentativa ellenica viene eliminata al primo turno, sconfitta da Brasile e Giappone (gol del futuro attaccante del Torino Masashi Oguro) e fermata sullo 0-0 dal Messico.

L’inizio dell’annata 05/06 conferma le buone sensazioni della mezza stagione precedente: Charisteas è ancora il titolare al centro del tridente, vince la Supercoppa d’Olanda contro il PSV Eindhoven e segna 4 gol nelle prime 6 partite in Eredivisie, bersaglio ideale dei cross degli esterni Pienaar ed Emanuelson. La sua striscia positiva si interrompe bruscamente a causa di un infortunio in Champions League: nella gara contro l’Arsenal, le teste di Charisteas e Kolo Touré cozzano violentemente l’una contro l’altra, costringendo entrambi i calciatori a uscire in barella.

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Tra i compagni accorsi ad accertarsi delle condizioni di Charisteas spicca un giovane Zdenek Grygera (credits: Getty Images).

Il centravanti greco tornerà in campo dopo oltre due mesi, segnando contro il Vitesse, ma complici altri piccoli infortuni non ritroverà più la continuità di rendimento delle prime giornate; Charisteas chiude la stagione con 10 reti in tutte le competizioni, il quarto posto in Eredivisie e la conquista della Coppa d’Olanda, strappata al PSV proprio come la Supercoppa.

A mettere una pietra tombale sull’esperienza di Charisteas ad Amsterdam è un ragazzo olandese che nella stagione precedente ha vinto il titolo di capocannoniere dell’Eredivisie, si è appena trasferito proprio all’Ajax e ha tutta l’intenzione di volersi confermare tra i migliori cannonieri del continente. Il ragazzo in questione è Klaas-Jan Huntelaar e Angelos non ci mette molto a capire che la società ha intenzione di puntare fortissimo su di lui, così chiede e ottiene la cessione, finendo nell’ultimo giorno di mercato a Rotterdam per giocare con gli odiati rivali del Feyenoord.

La stagione del Feye non è delle più positive, e si chiuderà con un settimo posto e l’uscita ai gironi di Coppa Uefa, ma Charisteas si disimpegna tutto sommato bene, confermando i 10 gol dell’ultima stagione ad Amsterdam che lo ergono a capocannoniere della squadra.

Nonostante l’apprezzamento dei tifosi del de Kuip, l’attaccante sente il bisogno di tornare a confrontarsi con un campionato più probante e torna in Bundesliga, cedendo alla corte del Norimberga, che a differenza del Feyenoord può garantirgli la vetrina europea. In Franconia, al netto dei problemi fisici, gode fin da subito di grande considerazione sia da parte del tecnico Meyer che del suo sostituto von Heesen, che non di rado lo impiega come esterno alto, sulla scia di Rehhagel ai tempi dell’Europeo.

Charisteas chiude la stagione 07/08 con 11 reti tra campionato e coppe (tre le marcature in Uefa), ultima annata della sua carriera in doppia cifra; in estate è ancora il riferimento offensivo principale della Grecia a Euro 2008, ma la spedizione ellenica si rivela fallimentare, con 3 sconfitte su 3 nel girone contro Svezia, Russia e i futuri campioni della Spagna (gol di Ruben de la Red e Dani Güiza).

Non ancora trentenne, Charisteas si avvia verso un precoce tramonto: ancora titolare col Norimberga nella prima parte della Bundesliga 08/09, il greco segna una sola rete in 14 gare, prima di finire in prestito al Bayer Leverkusen, alla ricerca di un attaccante per sostituire l’infortunato Theofanis Gekas, connazionale di Angelos. La coppia d’attacco formata da Patrick Helmes e Stefan Kiessling è impossibile da scalzare, così Charisteas, mai titolare, deve accontentarsi degli scampoli di partita concessigli dal tecnico Bruno Labbadia.

A segno all’esordio con la nuova maglia nella sconfitta di Stoccarda, Charisteas sarà protagonista soprattutto in Coppa di Germania: nei quarti contro il Bayern serve in contropiede a Kiessling l’assist che spegne le velleità di rimonta dei bavaresi e chiude la partita sul 4-2, con il Mainz in semifinale segna l’1-0 che sblocca il risultato e poi, nei supplementari, mette ancora in porta Kiessling per il definitivo 4-1. La DFB Pokal non ha purtroppo un lieto fine, né per il Bayer né per Charisteas, che nell’ultimo atto viene messo in campo solo a 5’ dalla fine e si vede strappare il trofeo dagli ex compagni del Werder Brema.

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Assieme ad Angelos c'è Simon Rolfes, attuale ds del Leverkusen campione di Germania (credits: Getty Images).

Di ritorno a Norimberga, l’arrivo in panchina di Dieter Hecking a metà stagione sembra poter giovare a Charisteas, poco in luce col precedente tecnico Oenning, ma il rapporto con il gol diventa sempre più complicato e, anche per un attaccante così generoso e utile nel gioco di sponda, non può passare inosservato.

Da marzo in avanti Hecking gli preferisce stabilmente l’allora ventunenne Eric-Maxim Choupo-Moting, una bocciatura che spingerà il greco a cambiare aria a fine stagione; la sua unica rete, nei minuti di recupero contro l’Hertha Berlino, è comunque fondamentale per le sorti del Norimberga, dato che vale la vittoria in uno scontro diretto per la salvezza, che è anche un piccolo derby per Charisteas vista la presenza di Gekas, peraltro anche lui in gol, tra le fila dei berlinesi.

Nel 2010 Charisteas prova a rilanciarsi in Ligue 1 con il neopromosso Arles-Avignon, ma la stagione è disastrosa sia per la squadra, che chiuderà all’ultimo posto, sia per il greco, appena 324’ in campo che lo spingono, a metà stagione, a tornare in Bundesliga, stavolta nello Schalke 04. L’esperienza a Gelsenkirchen di Charisteas è, se possibile, ancor più deludente a livello personale: lo Schalke centra una storica semifinale di Champions League e vince la Coppa di Germania, ma Charisteas non gioca praticamente mai, 6 presenze tutte da subentrato, in cui riesce comunque a siglare una rete da tre punti contro l’Eintracht di Francoforte, direttamente su assist di Manuel Neuer.

Angelos Charisteas von Schalke in aktion mit Arturo Vidal von Leverkusen waehrend des Bundesligaspiels zwischen Bayer Leverkusen und FC Schalke 04 in...
Arturo Vidal, frastornato dall'impatto con la Storia (credits: Getty Images).

Salutata la nazionale nel novembre del 2011, prima del ritiro Charisteas si concede un fugace ritorno in patria nel piccolo Panatolikos, che non riuscirà a salvare dalla retrocessione, e una breve esperienza in Arabia Saudita con l’Al-Nassr, debuttando con un rigore sbagliato nella lotteria finale dell’ultimo atto della Saudi Crown Prince Cup, vinta dall’Al-Hilal.

Dopo una breve parentesi nel Sydney Olympic, squadra australiana semiprofessionistica fondata da immigrati greci, Charisteas diventa prima procuratore e poi, nel 2019, direttore sportivo dell’Aris Salonicco, squadra che lo ha lanciato. Parallelamente, l’ex centravanti decide di entrare in politica, rappresentando da deputato la regione della Macedonia Centrale, dipartimento che ha per capoluogo proprio la “sua” Salonicco.


Charisteas è anche il nome del nostro podcast su Euro 2024. A breve lo troverete su Spotify e su Spreaker, oltre che su tutti i nostri canali social, e vi accompagnerà per tutta la durata del torneo. Nel frattempo, potete scoprire il mondo dei podcast di Sportellate qui.


  • Alex Campanelli, made in Senigallia, insegnante di inglese e di sostegno, scrive e parla di Juventus e di calcio (che spesso son cose diverse) in giro per il web dal 2012. Ha scritto il libro “Espiazione Juve - il quinquennio buio della Signora”.

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