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Copertina Top XI Serie A Femminile
, 31 Maggio 2024

Serie A Femminile 2023/24, la squadra della stagione


Anche qui il dominio della Roma è evidente.

La Serie A Femminile 2023/24 è finita e – ancora una volta – ha vinto la Roma. Il dominio delle giallorosse è stato così evidente da far sembrare questo scudetto non il secondo, ma uno dei tanti di un lungo ciclo vincente. La Juventus ha ceduto lo scettro di regina del campionato e, ora, fatica a ricostruire una squadra dominante come quella del passato. Le bianconere sembrano una macchina con le gomme d’asciutto su pista bagnata, non hanno dato l’impressione di aver preso le giuste contromisure a questo contesto inedito per loro.

Anche se pure quest’anno la Juventus ha vinto un trofeo, la Supercoppa Italia proprio contro la Roma, questo non è stato sufficiente a salvare la stagione, come dimostrato anche dall’esonero di Joe Montemurro. Dalla Juve ci si aspetta sempre qualcosa in più.

La Fiorentina ha svolto nel complesso una buona stagione. Nella prima parte di campionato ha tenuto testa a Roma e Juve staccando tutto il resto della classifica. Il gioco espresso dalla squadra di de la Fuente e i risultati ottenuti hanno impressionato tutti, fino al punto di pensare che le viola potessero insinuare anche la Juve al secondo posto. La poule scudetto, invece, è stata molto deludente. La Fiorentina sembrava arrivata alla fine di una maratona senza fiato: in otto partite le viola non hanno mai vinto.

Le milanesi, invece, si sono rivelate tra le più grandi delusioni del campionato: il Milan, con l’esonero di Ganz a novembre, tardivo rispetto ai problemi presenti da tempo, è come se avesse detto a tutte le altre squadre “arrivederci, ci vediamo direttamente a settembre prossimo”. L’Inter ha disatteso l’aspettativa di potersi giocare il terzo posto (da quest’anno valido per l’accesso alla Champions), non riuscendo mai a tenere il ritmo delle prime tre, specialmente durante la regular season.

L’impressione da casa nerazzurra è stata quella di vedere una macchina viaggiare sempre con la marcia sbagliata, non riuscendo mai a prendere il ritmo giusto. Nonostante qualche exploit, in cui la squadra di Guarino ha fatto vedere cose molto buone, purtroppo il livello non è stato sufficiente per essere competitive rispetto a Roma, Juventus e Fiorentina: è mancata la continuità nei risultati, specie contro avversarie sulla carta più deboli.

Questa stagione è stata invece molto positiva per il Sassuolo, che ha conquistato un quarto posto meritato per il calcio dimostrato in questa stagione. Poi c’è l’ottima stagione del Como che è riuscito a garantirsi una salvezza sicura e, per un certo periodo, dando l’impressione di poter puntare anche alla poule scudetto. Infine, la meravigliosa salvezza della Sampdoria, molto più tranquilla quest’anno rispetto alla scorsa, turbolenta, estate: una storia bellissima di un gruppo di giocatrici che, nonostante i mille problemi societari subiti, sono riuscite a mantenere ancora la categoria.

Il fondo classifica è stato animato dal derby salvezza tra Pomigliano e Napoli Femminile, combattuto fino alla fine, ma che ha visto prevalere la squadra azzurra che si è giocata il mantenimento della categoria contro la Ternana nello spareggio retrocessione, riuscendo a prevalere sulla squadra umbra grazie alla vittoria all’andata per 2-1 firmata da Pettenuzzo e Di Marino, la capitana del Napoli Femminile.

Dopo questa stagione sarebbe difficile non mettere 9 giocatrici della Roma, però abbiamo limitato la presenza delle romaniste a quattro giocatrici, quelle forse più rappresentative, in modo tale che più squadre possibili avessero la giusta rappresentazione. Questa stagione di Serie A ha rappresentato un passo nella direzione della crescita, lenta ma costante, del calcio femminile in Italia. Questa è testimoniata sia dal livello di gioco proposto dalle squadre, che migliora di stagione in stagione, sia dagli arrivi di grandi calciatrici, come Magull e Kumagai che, fino a pochi anni fa, sarebbe stato impensabile vedere nel nostro campionato.

Il modulo scelto per questa formazione è un 4-3-3, fluido e spiccatamente offensivo, quasi zemaniano potremmo dire, ma con la speranza di avere l’efficienza di una squadra di Spugna.

Portiera: Katja Schroffenegger (Fiorentina)

Nella stagione che ha visto il ritorno, dopo oltre tre anni, della Fiorentina in Champions League, Schroffenegger si è messa in mostra sfornando prestazioni di livello tra i pali che hanno permesso alle viola di conquistare il terzo posto in classifica. Pur con la costante l'alternanza con Baldi (protagonista nella sfortunata finale di Coppa Italia) - in campionato tredici partite per entrambe - è l'altoatesina ad aver spiccato per costanza e continuità di prestazioni.

Schroffenegger nel complesso ha dimostrato un’affidabilità rara e preziosa nella Serie A femminile, meritandosi il posto in questa top 11 anche rispetto a colleghe con più presenze in questa stagione. Infatti, la numero uno viola è prima tra tutte le portiere del campionato per percentuale di salvataggi 78,9%, risultando probabilmente la più decisiva fra gli estremi difensori del campionato.

In questo, forse non a caso i punti che hanno permesso alla Fiorentina di arrivare in Champions sono arrivati per lo più nella prima fase del campionato – la Regular Season – proprio dove Schroffenegger ha giocato la maggior parte delle partite disputate in stagione (11 in regular season, 2 in poule scudetto). Le sue prestazioni migliori? Sicuramente le due trasferte contro la Juventus a Biella, tanto nella gara di campionato finita 2-2 quanto nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, vinta dalle viola 1-3.

Terzina destra: Lisa Boattin (Juventus)

Lisa Boattin è, da sempre, un punto fisso della rosa juventina, e lo è stata anche in un’annata difficile come questa. Le certezze della Juventus sono giocatrici come lei che, quando la barca sta affondando, non abbandonano ma cercano con ogni mezzo possibile di salvare il salvabile. Boattin è una presenza di peso sulla fascia sinistra, e come un martello pneumatico devasta ogni cosa davanti a sé.

Nonostante la stagione complicata della Juve, tra le ambizioni di vittoria ridimensionate giornata per giornata, il cambio in panchina di Montemurro – esonerato per il suo vice Zappella – e una confusione generale che sembra aver accompagnato per tutto l’anno la stagione bianconera, Boattin è riuscita comunque a dimostrare che, sulla fascia, è tra le migliori.

La numero 13 bianconera è una pedina molto importante nello schema bianconero: affidabile in fase difensiva e capace di aiutare la squadra a risalire il campo in fase di impostazione di gioco. La sua tecnica le permette di svolgere anche il ruolo di regista sulla fascia, aiutando la costruzione della manovra juventina. Infatti, la terzina azzurra non gioca solo sull’esterno ma spesso entra dentro al campo aggiungendosi all’impostazione di gioco.

In più, è fondamentale in fase offensiva per la Juventus: tra tutte le giocatrici difensive è quella che crea più SCA (shot creating action – azioni che portano a un tiro), 4,51 ogni 90 minuti, e 0,61 GCA (gol creating action – azioni che portano a un gol) ogni 90 minuti. Inoltre, grazie al suo delizioso mancino, è una preziosa risorsa per ogni situazione da palla inattiva: basti pensare alla punizione, splendida, realizzata contro il Sassuolo, oppure, sempre nella stessa partita, a come batte il corner in occasione del secondo gol bianconero, a rientrare con una traiettoria velenosa, di quelle difficili da leggere per le difese.

Boattin è una tifosa, oltre che una bandiera, della Juve, ed è un elemento imprescindibile per ripartire con un progetto che punti a tornare al vertice della Serie A nonché competitivi in Europa, come ci si aspetta dalla Juventus.

Centrale difensiva: Elena Linari (Roma)

La Roma, in questa stagione, ha dimostrato la sua superiorità in tutti i reparti, anche in difesa, e lo dimostrano i dati che vedono la Roma come miglior difesa del campionato (24 gol subiti, di cui 11 nelle ultime quattro partite di campionato con lo scudetto già conquistato). Una delle chiavi del successo difensivo giallorosso è sicuramente Elena Linari.

Linari è una centrale di difesa completa, perfetta per il calcio proattivo e di dominio della squadra di Spugna. Infatti, è molto precisa nei passaggi, caratteristica indispensabile per una squadra che costruisce dal basso, soprattutto quando c’è da saltare la prima pressione avversaria. Non a caso, è anche la giocatrice con la più alta percentuale di passaggi completati nel campionato, 90,8%, ed è molto pulita quando recupera palla, è raro infatti vederla fare un tackle – in media ne fa 1,1 a partita - giocando spesso sugli anticipi e le letture preventive.

Ha ricevuto soltanto due ammonizioni e commesso appena 16 falli in campionato: numeri impressionanti se si considera il ruolo in campo e la quantità di partite giocate in stagione – 22 su 26 totali. Linari è molto intelligente, riesce a leggere la situazione in campo con qualche istante di anticipo, prevedendo dove andrà la palla e riuscendo anche a intercettarla – 1,66 intercetti e 7,86 recuperi palla ogni 90 minuti. La stagione pazzesca di Linari è stata impreziosita da ben 7 gol. Considerando i top campionati europei, la centrale giallorossa ha segnato più gol di tutte le giocatrici difensive ad eccezione di Marta Torrejón (Barcellona), che ha segnato 8 gol.

Linari ha giocato una stagione perfetta, adempiendo in pieno alle richieste di Spugna. È la centrale di difesa ideale per la sua squadra: è sicura palla al piede, molto precisa nei passaggi e perfetta nel recuperare palla. Se, a tutto questo, si aggiunge anche la capacità di segnare in tutti i modi, dai colpi di testa, ai tiri da lunga distanza, fino ad arrivare ai rigori (3 rigori trasformati su 3 tentativi), viene fuori l’identikit della giocatrice totale.

Centrale difensiva: Maria Filangeri (Sassuolo)

Il Sassuolo è stato protagonista di un’annata memorabile. Le neroverdi, a inizio stagione, partivano dietro a squadre come Inter e Milan ma, nonostante questo, si sono piazzate quarte in classifica, dando filo da torcere a tutte le squadre che hanno affrontato: con l’Inter, con il Milan, con la Juve, con la Fiorentina e persino con la Roma. Il Sassuolo è stato sempre un avversario tosto da affrontare e ne sono testimonianza il 5-6 contro la Roma o il 4-4 contro la Fiorentina.

Entrambe partite in cui le neroverdi non hanno mai abbandonato la partita dal punto di vista mentale, e sono state sempre capaci di giocare mettendo in difficoltà avversarie sulla carta superiori, a prescindere se la partita avesse o meno senso ai fini della classifica. Filangeri, in questo, rappresenta alla perfezione lo spirito del Sassuolo – di cui è capitana. È una giocatrice solida in difesa, come dimostrato dagli 1,99 tackle tentati per 90 minuti, vincendone 1,22 ogni 90 minuti e tecnicamente affidabile in fase di impostazione.

La squadra di Piovani ha espresso un ottimo calcio quest’anno, dimostrando allo stesso tempo di avere grande solidità difensiva. Infatti, il Sassuolo quest’anno ha mantenuto la propria porta inviolata in ben 9 occasioni, meglio hanno fatto solamente Juventus e Roma.

Filangeri, grazie a questa stagione, è stata meritatamente chiamata da Soncin in nazionale per i prossimi impegni in vista delle qualificazioni all’Europeo del 2025. La centrale di difesa classe 2000 è stata la giocatrice più usata da Piovani insieme alla compagna di reparto Pleidrup. Il Sassuolo ha conquistato un quarto posto per niente scontato a inizio stagione, superando l’Inter, con cui ha vinto 3 scontri su 4 in campionato, e ritagliandosi così uno spazio tra le big del campionato.

Terzina sinistra: Elisabetta Oliviero (Sampdoria)

Questo campionato la Sampdoria non avrebbe nemmeno dovuto giocarlo. Dopo la salvezza eroica della scorsa stagione, ottenuta nonostante tutti i problemi che la società blucerchiata ha avuto lo scorso anno, durante la scorsa estate la Samp per problemi economici aveva rinunciato al settore femminile. Le giocatrici si sono ritrovate improvvisamente senza squadra, dopo mesi di stipendio non percepito. Invece, contro ogni pronostico, le risorse economiche necessarie all’iscrizione vengono trovate e la Sampdoria prende parte alla stagione 2023/24.

Le blucerchiate arrivano alla poule salvezza con 18 punti, 12 in più del Napoli Femminile, penultimo, rendendo la pratica salvezza una formalità, come se fosse normale dopo tutto quello che è successo che la Sampdoria potesse salvarsi con tranquillità. Una giocatrice simbolo di questa storia è sicuramente Elisabetta Oliviero. La terzina blucerchiata è stata la calciatrice più utilizzata in rosa, con ben 2325 minuti in stagione, impreziosita da 3 assist.

Oliviero è stata una delle colonne difensive che ha permesso alla Sampdoria di migliorare la propria fase difensiva, riuscendo a mantenere inviolata la propria porta in 9 occasioni contro le 3 della scorsa stagione. Infatti, è una delle giocatrici che tenta più tackle in campionato (2,32 ogni 90 minuti) e ne vince di più (2,09 ogni 90 minuti), e inoltre, specie nei pressi della propria porta, riesce ad essere quasi sempre vincente quando va al contrasto (1,59 tackle vinti ogni 90 minuti). Oliviero, quest’anno, grazie alle sue prestazioni, è riuscita a convincere anche il ct della nazionale Soncin, conquistando la maglia azzurra con la quale ha esordito in occasione dell’amichevole Italia-Irlanda.

Regista: Lina Magull (Inter)

La stagione dell’Inter è stata altalenante, piena di momenti in cui la squadra sembrava sul punto di alzare il livello, salvo poi deludere le aspettative subito dopo. L’obiettivo delle neroazzurre era, almeno, quello di migliorare il quinto posto della passata stagione, dando un segnale di crescita. Sulla carta, questo non è stato fatto. La squadra di Rita Guarino ha vinto soltanto 10 partite e ne ha perse 12, ha subito 46 gol – terza peggior difesa dopo Napoli Femminile e Pomigliano – realizzando, in compenso, 45 gol e ponendosi come terzo miglior attacco dopo Roma e Juventus.

L’Inter è una squadra bipolare, capace di vincere contro la Roma e – in generale – di mettere in difficoltà le giallorosse nell’arco dei quattro scontri, di battere la Juventus a Biella e di stare sul livello della Fiorentina, ma anche di perdere 5-0, in casa, contro la Juve, di prendere 4 gol dalla Fiorentina in 45 minuti, dopo essere passata in vantaggio a inizio partita, di perdere contro il Como e contro il peggior Milan possibile, nonché di perdere 3 scontri su 4 contro il Sassuolo in stagione. In questa pazza stagione, però, sembra che si siano creati i presupposti per un futuro di crescita.

La giocatrice più importante della stagione neroazzurra, infatti, è arrivata proprio nella finestra di mercato invernale: Lina Magull. La centrocampista tedesca ex Bayern, in 14 partite, ha siglato 9 gol e fornito 4 assist, numeri impressionanti se si considera che, dato il format del campionato, ha giocato il girone di ritorno e la poule scudetto quasi sempre con le prime 4 in classifica. Magull ha avuto un impatto devastante sul campionato italiano dando l’impressione che ci giocasse da anni, trovandosi perfettamente a proprio agio in un nuovo contesto, fin dal principio. Anche se è arrivata solo a metà stagione, Magull è la seconda giocatrice del nostro campionato che crea più SCA ogni 90 minuti, 5,91, dietro solo a Manuela Giugliano.

Magull ha dato un ritmo e una stabilità che sembrava mancare all’Inter, è come se gli avesse cambiato forma, plasmando la squadra, dal centrocampo in su, a suo piacimento, come si fa con il DAS: lei si trova in ogni zona di campo, e sa sempre cosa fare e quale sia la miglior scelta da prendere. Guarino le ha dato in mano le chiavi del centrocampo neroazzurro e lei ha aperto ogni lucchetto possibile, creando opportunità che prima non erano visibili e aiutando anche le compagne a crescere. Infatti, non è un caso che le prestazioni di Polli e Bonfantini siano nettamente migliorate dall’arrivo di Magull.

Mezzala destra: Manuela Giugliano (Roma)

Il campionato è stato dominato dalla Roma che ha dato sempre l’impressione di avere tutto sotto controllo. Molto del gioco offensivo con cui la Roma si impossessa delle partite passa per i piedi di Manuela Giugliano.

L’arrivo di Saki Kumagai ha permesso a Giugliano di giocare qualche metro più avanti, in una zona di campo dove le sue qualità offensive sono state esaltate dal contesto tattico creato da Spugna. Ha segnato 10 gol e fornito 7 assist, ma non solo: la numero dieci giallorossa crea 7,83 SCA ogni 90’, e considerando che la Roma, in media, fa poco più di 20 tiri ogni 90’, vuol dire che quasi la metà arrivano da azioni in cui Manuela Giugliano è coinvolta.

Inoltre, la presenza della numero dieci in campo per la Roma vuol dire partire almeno con un gol di vantaggio, infatti Giugliano realizza 1,07 GCA ogni 90’, oltre ad aver collezionato circa 3,5 passaggi chiave a partita. I numeri di Giugliano in questa stagione sono impressionanti ed evidenziano come questa sia stata la stagione in cui ha definitivamente consacrato il suo talento, già evidente. In campo è sempre presente, non ha una posizione fissa e si muove trasversalmente alla costante ricerca della palla che chiama a sé assiduamente, come se fosse di sua proprietà.

Giugliano è una giocatrice che esalta il gioco del calcio e lo rende semplicemente bello da vedere: che sia per un filtrante in profondità, per un cambio di gioco o uno stop elegante, la numero dieci giallorossa riesce ad eseguire i fondamentali di questo sport con una pulizia tecnica fuori dall’ordinario, dando l’impressione di vivere mezzo secondo nel futuro rispetto alle altre giocatrici in campo. Dopo questa stagione, se si pensa al numero dieci si pensa a Manuela Giugliano. Anche in Europa.

Mezzala sinistra: Verónica Boquete (Fiorentina)

Se quest’anno la Fiorentina è riuscita ad arrivare in Champions, molto è dovuto a Vero Boquete. Con 9 gol e 8 assist, la spagnola classe ‘87 è stata la giocatrice che ha contribuito di più alle reti segnate dalle viola, mostrando in ogni partita la sua assoluta leadership emotiva e tecnica. Senza esagerare con la retorica, ogni gara giocata da Boquete quest’anno è stata un regalo a chi ama questo sport.

Con la sua immensa classe ha condito il campionato con giocate di cui sono capaci solo calciatrici del suo calibro. La partita contro il Sassuolo, (un drammatico 4-4 subito in rimonta dalle viola), in cui ha fornito 3 assist, è uno degli esempi con cui Boquete ha trascinato quasi a forza la Fiorentina verso punti che altrimenti avrebbe perso. Ma anche la tripletta contro l’Inter, con cui ha regalato alle viola la vittoria segnando prima con la rabbia di chi vuole solo vedere la palla finire in rete, e poi conquistandosi e segnando un rigore dopo un tosto scontro fisico contro Alborghetti, per concludere con una perla sotto l’incrocio dei pali.

Inoltre, è da menzionare l’eroica prestazione sempre contro l’Inter, con cui la Fiorentina ha raggiunto matematicamente la qualificazione in Champions. Una prova arrivata nel momento più difficile per le gigliate, che non hanno giocato una poule scudetto al livello della regular season, faticando a trovare i (pochi) punti necessari per la Champions. Questa partita contro l’Inter è stata, in un certo modo, il manifesto di questa condizione, che ha visto le viola esaurirsi nel finale di stagione, con i soli tre pareggi (e cinque sconfitte) rimediati nella Poule Scudetto.

In occasione della sfida contro l’Inter, Boquete ha portato di peso la Fiorentina in Champions, con una prestazione a dir poco eroica con un assist e un gol, su un rigore al 96’. Boquete, a 37 anni, ha fatto una stagione individuale di primissimo livello, disegnando calcio a suon di gol e assist e ribadendo, nonostante l'età non più verdissima, la sua capacità di dominare la Serie A sul piano della qualità. Nella stessa finale di Coppa Italia, Boquete ha mostrato tutta l'ampiezza del suo bagaglio tecnico, in una partita sulla carta già scritta e invece tenuta in bilico dalla Fiorentina fino all'ultimo. Speriamo di poterla ammirare ancora per tanto tempo.

Esterna destra: Evelyne Viens (Roma)

L’impatto di Viens sulla Roma è stato quantomeno inaspettato. L’attaccante canadese è riuscita a immergersi alla perfezione nel contesto giallorosso ritagliandosi un ruolo da più che protagonista. Infatti, alla sua prima stagione in Italia, ha segnato 13 gol, vincendo la classifica marcatrici della Serie A – prima giocatrice giallorossa a riuscirci –, ma è anche quella che ci è riuscita realizzando meno reti nella storia. Ma, se Viens quest’anno è stata decisiva per la Roma, non è stato tanto per la parte realizzativa, quanto per le caratteristiche che ha integrato nella rosa giallorossa e che mancavano nella scorsa stagione.

Viens è un’attaccante versatile, può giocare sia come ala – ruolo in cui l’abbiamo schierata in questo fantasioso 4-3-3 e che ha ricoperto per gran parte della stagione – ma anche come punta centrale, ruolo che lei ha detto più volte di preferire. Inoltre, è una giocatrice fisicamente forte, esplosiva nello stretto e veloce nel lungo; se a questo si aggiunge una grande padronanza dei propri mezzi tecnici, si ottiene una calciatrice di alto livello. A inizio stagione si pensava che Viens potesse essere “soltanto” una vice-Giacinti, e in parte lo è stata, ad esempio, quando Giacinti aveva bisogno di rifiatare o quando la partita richiedeva una punta fisicamente più strutturata.

Però, il ruolo di Viens non è stato di ripiego ma di assoluto protagonismo sulla fascia e al centro dell’attacco. Spugna è stato molto bravo a dividere i compiti tra le due attaccanti, evitando di sovraccaricare una delle due e amalgamando il loro potenziale in maniera funzionale al contesto della partita di turno. Così facendo, l’allenatore giallorosso ha creato una coppia offensiva da 25 gol e 13 assist in campionato.

Esterna sinistra: Emilie Haavi (Roma)

Quando si parla di ali offensive è molto difficile lasciare fuori dal discorso Emilie Haavi. L’attaccante norvegese, anche quest’anno, ha dimostrato di essere la migliore nel suo ruolo, esaltata dal contesto di gioco della Roma. Haavi gioca larga sulla fascia (destra o sinistra, non cambia molto) ed è un riferimento costante per l’attacco della Roma, che punta su di lei per creare superiorità sulla fascia e mettere la palla in area per cercare il gol.

Haavi è una minaccia costante per le difese avversarie: la sua esplosività nei primi metri e l’imprevedibilità della scelta che prenderà sono caratteristiche che la rendono molto difficile da fermare, e infatti ogni 90 minuti realizza 4,92 SCA e 0,66 GCA. Lo scopo della norvegese è sempre quello di tagliare in due le difese avversarie, come fossero dei fogli A4: ci prova crossando (4,83 cross ogni 90 minuti) e, quando riesce, lo fa da dentro l’area, almeno una volta ogni 90 minuti.

Inoltre, Haavi riesce sistematicamente a portare la palla in area di rigore e questo aumenta la probabilità della Roma di segnare e, oltre al cross, lo fa saltando l’avversaria oppure con un passaggio, che trova 2,67 volte ogni 90 minuti. La norvegese è una giocatrice fisicamente e tecnicamente fenomenale che, da quando è arrivata in Italia, sta divorando i campi della Serie A.

Punta: Cristiana Girelli (Juventus)

Se c’è una giocatrice che rappresenta al meglio la Juventus, quella è Cristiana Girelli. La numero 10 bianconera è forse l’emblema del ciclo che ha caratterizzato il calcio femminile italiano dal 2018 fino a oggi. Girelli, all’interno della Juventus, è il punto di riferimento a cui appoggiarsi quando le cose non vanno per il meglio: la pressione di chi ha vinto tanto ma a cui viene chiesto sempre di più, lei se la carica e la porta sulle sue spalle.

Nonostante le evidenti difficoltà della Juventus in questa stagione, Girelli, classe ’90 è stata protagonista tenendo, fin dove possibile, alta la tensione e la concentrazione della squadra. Girelli si conferma la miglior marcatrice stagionale della Juventus con 11 gol – mentre la nuova arrivata Echegini si è fermata a 10 – e 4 assist. La sua capacità di legare il gioco tra i reparti è una qualità rara perché richiede un mix di forza fisica, tecnica e intelligenza tattica che, raramente, si trovano combinate tutte insieme in un’unica interprete. La numero dieci bianconera, anche quest’anno, ha dimostrato di essere la migliore in area di rigore, sa sempre dove si trova la porta e come indirizzare la palla in rete.

Forse, una delle reti più belle quest’anno l’ha segnata al Tre Fontane contro la Roma con una spaccata al volo, a colpire una palla tesa e velenosa di Caruso. Girelli non cade mai, fino al triplice fischio sta in piedi e cerca di portare la nave in porto. Quest’anno era, oggettivamente, proibitivo mantenere il ritmo della Roma, e la Juventus deve ripartire dalle poche cose buone che questa stagione le lascia. Giocare nella Juventus vuol dire giocare per vincere, non per un piazzamento e queste stagioni di transizione non sono ben viste dalla società e dai tifosi, che hanno sempre l’ambizione di vincere.

Anche quest’anno la Juventus un trofeo lo ha portato a casa, la Supercoppa Italia, ma non sembra una risposta sufficiente alle ambizioni che questo club e questo nome richiedono.  

  • Romano, classe 1999, a tempo perso studia ingegneria e si diletta su Excel, utile difensore mancino per il calciotto

  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

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