L'anno del gol di Davis
Come un'annata terribile può diventare indimenticabile e l'uomo più inaspettato può diventare eroe.
"Quindi nella vita reale non ci sono molti momenti alla Micky Thomas?" "Nemmeno nel calcio"
Febbre a 90° (1997), David Evans
Il calcio riesce sempre a essere un ottimo bignami della vita. Giorno 26 del mese di maggio dell'anno 2024: il pallone ci tiene a ricordare che sia lui che la vita sono fatti soprattutto di momenti. Istanti che possono cambiare l'andamento della successiva ora, della giornata, dei mesi a venire o addirittura di un'esistenza intera. Ciò che resta, in mezzo allo scorrere delle nostre vite e dei campionati, sono i momenti. Picchi emozionali che si ergono altissimi su tutto il resto e possono essere in grado, se sufficientemente alti, di oscurare tutto ciò che gli sta attorno.
Nel calcio, il momento per eccellenza è il gol. Decimi di secondo di volo del pallone che possono cambiare le sorti di una stagione e l'umore di migliaia di persone che hanno deciso di lasciar condizionare la propria felicità ai risultati ottenuti da altre undici persone. Ruota tutto attorno ad un gol Febbre a 90°, libro di Nick Hornby imprescindibile per un appassionato di calcio. Senza il gol di Michael Thomas negli ultimi secondi dell'ultima giornata della stagione 1988/89, Febbre a 90° perderebbe l'evento che dà una svolta alla sua trama. Senza un epilogo del genere non avrebbe avuto senso raccontare l'intera stagione dei Gunners, diventata indimenticabile proprio in funzione di quel gol, di quel momento Micky Thomas.
Il loro momento Micky Thomas, i tifosi dell'Udinese lo hanno avuto al minuto 76 contro il Frosinone, scontro diretto per la salvezza. Un lancio lungo spiove preciso sul petto di Lorenzo Lucca, che sbaglia un difficile stop. La carambola si trasforma nella più ideale delle sponde per Keinan Davis, più rapido di tutti ad arrivare sul pallone e a metterlo in rete con una girata figlia della tecnica e della rabbia agonistica. 0-1. Maglia tolta. Abbraccio generale. Giubilo. Gioia. Venti minuti dopo, salvezza.
Di 38 partite, è questo che rimarrà nella memoria dei tifosi dell'Udinese quando si parlerà della stagione 2023/24. Tutto ridotto e condensato in un unico gol, un unico momento. Nove mesi, il tempo tra l'impatto del piede di Keinan Davis con il pallone e la rete che si muove alle spalle di Cerofolini. Un gol che rende indimenticabile una stagione terribile, vissuta con il fantasma della retrocessione sempre aleggiante. Rispetto a una qualsiasi delle grigie stagioni precedenti, è paradossalmente stata più bella. Perché alla fine ci nutriamo di emozioni, e cosa può dare più emozioni di una girata in area che ti dà la garanzia di restare in A un anno ancora? Si fosse salvata tre giornate fa, l'Udinese avrebbe risparmiato parecchie sofferenze ai suoi tifosi, ma non sarebbe mai esistito il momento che fa da spartiacque tra una stagione che si mescolerà con dieci altre nei ricordi e uno degli Anni con la A maiuscola. L'Anno del gol di Davis.
Il gol salvezza lo ha segnato Keinan Vincent Joseph Davis da Stevenage, Inghilterra. Il giocatore che, se questa stagione di Serie A fosse stata un film, quel gol avrebbe dovuto segnarlo così perché così era deciso dagli sceneggiatori. Il calcio, solitamente, tende però ad essere un po' stronzo. Le volte in cui una storia con il perfetto lieto fine arriva a compimento sono in minoranza rispetto a quelle in cui finisce tutto tra lacrime, delusioni e rimpianti. Questa volta, però, gli dèi del calcio hanno deciso di regalarci una bella storia - da raccontare ai bambini, a meno che non tifino Frosinone - dove succede esattamente quello che deve succedere. Un generoso regalo divino.
Keinan Davis segna il suo primo gol in Serie A, nonché il primo con la maglia dell'Udinese, nel momento in cui era più importante farlo, realizzando quella che è la rete più importante per i bianconeri dai tempi delle qualificazioni europee. L'attaccante inglese era arrivato a fine mercato estivo, una pezza last minute messa per coprire il buco lasciato dall'addio di Beto, ma senza impegnarsi troppo nella ricerca dell'uomo adatto. Come tanti suoi compagni, Davis è passato per il Watford - anche se a Udine arriva dall'Aston Villa - e avrebbe potuto essere parte del gruppone di anonimi giocatori che hanno fatto il suo stesso percorso, dopo pochi anni sostanzialmente dimenticati. In più, il destino decide che Davis si debba infortunare al suo secondo giorno in Friuli e che debba scendere in campo tra inizio settembre e fine aprile per un totale di 20 minuti spalmati in tre partite.
Poteva essere solo lui a segnare quel gol, a entrare nell'epica dell'Udinese e a consegnarsi all'eterna memoria dei tifosi friulani. Già a Bologna, nella prima partita in cui gioca più di 20 minuti tutti in una volta, poteva diventare l'uomo della provvidenza, all'ultimo secondo della partita. Lui che di nuovo poteva diventare eroe segnando di testa da due passi contro l'Empoli. Di nuovo, niente gol. Keinan Davis si sbatteva, correva, faceva a botte, ma quell'attimo che avrebbe cambiato la traiettoria dei destini suoi e dell'Udinese non arrivava. Sembrava che il calcio volesse essere ancora una volta stronzo come spesso riesce ad essere. Ma poi alla fine il gol di Davis è arrivato, mettendo tutto al suo posto.
L'intera cinquina (escludendo i 20 minuti con la Roma) di partite di Cannavaro è stata un continuo mettere a posto cose, chiudere cerchi, farsi dare indietro dall'universo vecchi debiti, partite su cui Nick Hornby avrebbe potuto spendere parecchie pagine. Esordio con pari a Bologna; pareggio con il Napoli, riacciuffato nel recupero - quando solitamente l'Udinese subiva gol - dalla prima rete di Success da un anno a quella parte; la vittoria a Lecce aperta dal gol di Lucca, a digiuno da due mesi e uomo-immagine di un attacco che fatica tantissimo; il pareggio con l'Empoli raggiunto al 104' minuto grazie a un rigore di Samardzic, che tiene a galla la squadra che lo scorso agosto aveva già abbandonato. E poi, a chiudere, il gol di Keinan Davis con la sua esultanza rabbiosa e liberatoria.
Una collezione di momenti, di cui l'ultimo è stato culmine assoluto. Un momento che è stato in grado di cambiare la percezione di un'intera stagione, di dare un senso a tutta la trama precedente, come il gol di Michael Thomas in Febbre a 90°. Dal calcio cerchiamo emozioni ed è questo che la rete di Keinan Davis al Frosinone ha saputo dare: ha fatto esultare un intero popolo, un'intera tifoseria - ovunque si trovasse - come questa non faceva ormai da anni, anestetizzata dal grigiore di annate dimenticabili e sempre uguali a sé stesse, in cui i giocatori si susseguivano senza lasciare una vera impronta sulla storia della squadra. Keinan Davis, invece, c'è riuscito.
Il gol della definitiva salvezza è stato il sigillo a un periodo in cui i tifosi dell'Udinese si sono raccolti alla loro squadra come non capitava da tempo, appassionandosi ancor di più alle sue sorti e vivendo con un trasporto che ormai sembrava irrecuperabile le sue gesta. Sembra assurdo da dire, ma una scampata retrocessione ha molte più storie da raccontare ed emozioni positive da fornire rispetto a un tranquillo campionato a metà classifica. E tutti i friulani bianconeri erano lì a farsi esplodere il cuore di gioia mentre Keinan Davis veniva sommerso dai compagni sul prato di Frosinone. Un raro momento alla Micky Thomas.
Il Paron Giampaolo Pozzo ha detto che i nomi di questa Udinese - che ha conquistato il trentesimo anno consecutivo di permanenza in Serie A - saranno scritti da qualche parte all'interno dello Stadio Friuli. Giocatori che avrebbero potuto cadere nell'anonimato o essere colpiti da damnatio memoriae in caso di retrocessione, che invece diventano protagonisti di un'annata che - volenti o nolenti - resterà nella memoria dei tifosi dell'Udinese. Tutto, alla fine, grazie a un momento, che ha sciolto e riannodato i destini di una squadra e di migliaia di persone. Un momento il cui protagonista è ormai parte dell'epica e dell'iconografia bianconera, con le foto dell'esultanza o di Keinan Davis portato in trionfo ad affiancare vittorie ad Anfield e gol che valgono la qualificazione in Champions League.
Paradossalmente, questa che si è appena conclusa è stata la peggior stagione dell'Udinese dal suo ritorno in Serie A. Per molti (sottoscritto compreso) la peggiore della propria vita. Ma, allo stesso tempo, ha saputo essere indimenticabile come le migliori in termini di risultati. E magari, fra qualche anno, ci sarà chi racconterà di quest'anno, della paura della Serie B e di Keinan Davis, un centravanti inglese uscito dal nulla, che ha fatto un gol il cui peso non è nemmeno quantificabile, diventando un eroe. E racconterà di quanto è stato bello urlare di gioia al minuto 76 di Frosinone-Udinese. Un anno terribile condensato in un momento bellissimo.
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