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La Fiorentina esulta dopo un gol
, 29 Maggio 2024

La Fiorentina può battere l'Olympiacos?


Ecco cosa aspettarsi dalla seconda finale europea consecutiva dei viola.

Seconda finale europea consecutiva per la Fiorentina di Italiano, prima assoluta per la squadra più titolata di Grecia, l'Olympiacos guidato da Mendilibar, predecessore di Gian Piero Gasperini nel ruolo di vincitore dell'Europa League. Atene farà da quinta teatrale alla finale di Conference League, a pochi chilometri dal Pireo casa degli Erithrolefki, ma per contrappasso nel più ostile degli stadi: l'OPAP Arena, meglio noto come Stadio Agia Sophia, roccaforte dei rivali dell'AEK Atene.

Un impianto nuovissimo, completato nel 2022 nel luogo dove sorgeva il vecchio Nikos Goumas abbandonato da anni, e inaugurato con tanto di benedizione del metropolita ortodosso di Nea Filadelfia, storico sobborgo di Atene sorto dopo la I guerra mondiale per ospitare i profughi della "Catastrofe dell'Asia Minore".

"Chiesa e AEK sono una cosa sola" ebbe a dichiarare quest'ultimo, tanto per ricordare quanto sia pervasiva la dimensione identitaria dell'AEK, che nel nome (Athlītikī Enōsis Kōnstantinoupoleōs, Unione sportiva di Costantinopoli) e nei simboli porta l'eredità della comunità greca di Istanbul. E quanto quindi questa possa essere l'ennesimo tassello di una situazione ambientale già estremamente complicata, che ha visto il campionato greco svolgersi a porte chiuse per due mesi durante lo scorso inverno a causa degli scontri tra gruppi ultras.

Scontri il cui ultimo atto è andato in scena a Berlino sabato scorso tra la tifoseria dell'Olympiacos e gli acerrimi nemici del Panathinaikos, durante le Final 4 di Eurolega. Motivo per cui, tenendo ben presente la nomea delle frange ultras del paese, per questa finale di Conference è stato allestito un dispositivo di sicurezza eccezionale.

Come arriva la Fiorentina alla finale?

Lo stato di salute tecnica ed emotiva della Fiorentina è qualcosa di indecifrabile in questa seconda parte di 2023/24. I viola hanno alternato disastrose cadute (Verona, Bergamo, Lecce) a momenti dove ha mostrato una capacità di reazione, nonché una forza nell'attingere a ogni risorsa mentale residua, persino inaspettata. Il percorso lineare nelle coppe, coerente con le potenzialità tecniche della Fiorentina, ha fatto da contraltare a uno sgretolamento delle certezze in campionato: dal quarto posto di gennaio, i gigliati sono scivolati all'ottavo, confermando solo la terza qualificazione consecutiva alla Conference League.

La squadra di Italiano è oggi, al crepuscolo di un percorso triennale che potrebbe al contempo diventarne lo zenith, rappresentanti un contesto tecnico-tattico estremamente definito tanto nei suoi pregi quanto nei suoi difetti oramai congeniti, insormontabili da limare. Probabilmente non arriva nelle migliori condizioni di forma possibili, guardando le ultime uscite di campionato; ma d'altronde è da settimane focalizzata sulla Conference e su Atene, conquistata con merito pur non senza patemi.

Per la prima volta, in questo trittico di finali giocate negli ultimi due anni, la Fiorentina arriva con il crisma della (leggermente) favorita, almeno secondo i bookmakers. I viola già ai nastri di partenza erano dei forti candidati quantomeno per l'accesso alle semifinali, e gli incroci del tabellone hanno aiutato a tener loro alla larga le più temibili fra le rivali, come l'Aston Villa e il Lille. Fra tutte, l'Olympiacos arriva da underdog a questa finale.

Come gioca l'Olympiacos?

L’Olympiacos, dopo una serie di cambi di panchina nel corso della stagione, ha trovato la propria stabilità tecnica con l’arrivo di Jose Mendilibar al Pireo. Una situazione molto simile a quella che ha portato il tecnico basco sulla panchina del Siviglia la scorsa stagione, culminata con il successo nella finale di Europa League contro la Roma.

Anche l’identità tattica costruita dall’ex tecnico dell’Eibar è simile a quella dello scorso anno in Andalusia, e rappresenta un elemento distintivo del suo gioco. L’Olympiacos si schiera con un 4-2-3-1 in cui il focus in entrambe le fasi ha un elemento imprescindibile: l’aggressività.

Quando si parla di aggressività nel calcio, spesso si tratta di un concetto utilizzato a sproposito ed in maniera anche alquanto vuota di contenuto. Invece nel calcio di Mendilibar quel contenuto è perfettamente riempito da una strategia molto semplice e chiara: pressione alta, baricentro medio-alto in fase di non possesso, gioco verticale e vittoria delle seconde palle in fase di possesso.

Pochi concetti ma molto chiari, questo ha permesso all’ex tecnico del Siviglia di trasmettere rapidamente un’identità di gioco all’Olympiacos, che ha permesso ai biancorossi l’accesso a questa finale. 

Sostanzialmente il 4-2-3-1 della formazione greca prevede l’utilizzo della punta centrale El Kaabi come riferimento centrale per il gioco verticale della squadra, mentre i tre trequartisti (tre tra Fourtounis, Chiquinho, Podence ed Andre Horta) stringono in zona palla per poter arrivare per primi sulle seconde palle e da lì sfruttare lo schieramento disordinato degli avversari.

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Un esempio di attacco alla seconda palla dell’Olympiacos: rinvio di Tsolakis con la squadra che collassa nella zona dove andrà a cadere la seconda palla, da lì immediata palla in verticale per la punta.

Pur non seguendo pedissequamente questa trama, le due reti che hanno permesso all’Olympiacos di creare il primo doppio vantaggio nella semifinale contro l’Aston Villa nascono proprio da due palloni recuperati sulla trequarti avversaria da cui attivare il passaggio filtrante alle spalle della difesa. Sicuramente, la capacità dei trequartisti dell’Olympiacos di bucare con immediate verticalizzazioni linee difensive non perfettamente allineate, rappresenta il maggior punto di forza di questa squadra sul quale la Fiorentina dovrà porre la massima attenzione.

In fase difensiva, invece, la punta e i tre trequartisti si muovono in maniera organica per impedire la costruzione dal basso agli avversari con un atteggiamento che può essere più o meno aggressivo a seconda delle circostanze. L’obiettivo principale è quello di forzare l’avversario al lancio lungo e recuperare quindi il pallone in maniera comoda. E questo pressing ha raccolto molti dividendi nel corso del cammino europeo della squadra. 

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Ovviamente il lato opposto della medaglia è quello che in presenza di un avversario in grado di disporsi bene alle spalle delle linee di pressione e di muovere il pallone al meglio, magari usando il meccanismo del terzo uomo o rapide triangolazioni con palla giocata fuori per poi tornare dentro, questa pressione possa essere superata esponendo molto la linea difensiva. La coppia Iborra-Hezze a protezione della linea difensiva non sempre ha le letture giuste se accorciare o coprire lo spazio alle spalle, permettendo, quindi una dilatazione della zona di rifinitura centrale esponendo, quindi, la linea difensiva.

Le possibili chiavi tattiche

Due squadre intense e aggressive, perfino speculari nell'atteggiamento senza palla, ma con diversi princìpi una volta riconquistata la sfera. Se è probabile che la bilancia del possesso palla penderà comunque a favore della Fiorentina, senza che l'Olympiacos si conceda molti momenti di gestione conservativa della sfera, tutto comunque starà nella rispettiva capacità di toscani e greci di uscire dalla pressione altrui e di vincere i duelli sulle palle contese.

Per entrambe, il superamento delle linee di pressing avversario potrebbe creare grosse possibilità per verticalizzazioni immediate. In questo, sponda Fiorentina saranno probabilmente decisivi i movimenti del centravanti ad allungare gli avversari e soprattutto l'occupazione dei mezzi spazi da parte dei trequarti. Fattori chiave capaci di spostare l'inerzia della gara, e qualcosa che la squadra gigliata era riuscita a metter magistralmente in pratica nella prima parte di annata, ma rispetto al quale ha perso brillantezza nell'ultimo periodo.

La variabile insidiosa per la Fiorentina potrebbe esser data dalla differenza capacità di adattamento e di lettura della situazione. L'Olympiacos, nelle due partite contro l'Aston Villa (due exploit da non sottovalutare), pur senza venir meno alla propria intensità in non possesso ha saputo dosare i propri ritmi, cercando di limare le criticità del proprio impianto tattico e saturando bene gli spazi soprattutto nella gara di ritorno, forte del risultato dalla sua parte. Una capacità di regolare l'acceleratore e di adeguarsi al contesto che la Fiorentina di Italiano raramente ha mostrato in questi anni. Per i viola, una situazione di svantaggio anche episodico potrebbe rivelarsi una panic zone difficile da oltrepassare, vista anche le difficoltà mostrate nello scardinare avversari che si rifugiano nel blocco basso per difendere un punteggio a favore.

Ma proprio la semifinale di ritorno di Bruges, pur con il brivido finale e il salvataggio decisivo di Terracciano a tempo scaduto, ha anche mostrato come l'emotività della squadra le consenta di rimediare ai propri errori, arrivando a imporre il proprio gioco con reazioni perfino furibonde. A Atene, se è difficile aspettarsi una Fiorentina lucida, fredda e precisa in ogni frangente, sarà probabile assistere a una partita aperta, caratterizzata da un costante duello rusticano in campo e ricca di ribaltamenti di fronte. Ordine pubblico permettendo.

  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

  • Nicola Lozupone è cresciuto con l'amore per la Samp di Vialli e Mancini e della curva Nord dello stadio San Nicola. Da grande trasforma il suo tifo in passione per lo sport, la tattica e la performance analysis. Giochista convinto.

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