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, 28 Maggio 2024

Bundesliga 2023/24, la squadra della stagione


La prima senza il Bayern campione.

La stagione 2023/24 di Bundesliga ci ha regalato tantissime sorprese: il Bayer Leverkusen, capace di vincere il primo titolo della sua storia senza perdere nemmeno una partita, ha ovviamente catturato gran parte dei riflettori, ma non è l’unica storia degna di essere raccontata con un certo stupore.

Ha fatto altrettanto bene lo Stoccarda, che dal playout dello scorso anno è arrivato fino al secondo posto con annessa qualificazione in Champions. C’è l’Hoffenheim, settimo e in attesa di sapere quale coppa avrà l’opportunità di giocare, e l’Heidenheim, raccolto in preghiera per un accesso storico alla Conference League dopo uno stupefacente 8° posto da novizio della massima serie. Entrambe dipendono dal Bayer Leverkusen, impegnato in finale di DFB Pokal contro il Kaiserslautern, squadra di seconda divisione. In caso di vittoria per gli uomini di Xabi Alonso, giocheranno rispettivamente in Europa e Conference League.

Ci sono anche le storie di disperazione o quantomeno paura. Il fanalino di coda Darmstadt retrocesso in grado di guadagnarsi soltanto 17 punti. Il Colonia retrocesso nell’anno in cui i vicini un po’ bistrattati del Leverkusen svestono finalmente i panni degli eterni secondi; la salvezza in extremis dell'Union Berlino, partita con tutt’altre ambizioni e il limbo preoccupante in cui bazzicano società di successo anche molto recente come Wolfsburg, Borussia Mönchengladbach e Werder Brema.

Comunque, a prescindere dalla classifica, la Bundesliga si dimostra sempre campionato estremamente divertente. Lo è per gli stadi sempre pieni, per il gioco rapido e le idee propositive - seppur talvolta disordinate - e per la disponibilità nel far crescere calciatori in cerca di affermazione. Nel tentativo di definire l’undici migliore del campionato appena terminato, per evitare di mettere in blocco l’undici del Bayer Leverkusen, abbiamo deciso di limitare a tre i suoi rappresentanti e a due quelli di tutte le altre squadre. Il risultato finale è un intrigante mix di talenti dal potenziale immenso, sorprese inaspettate e sì, pure qualche grosso colpo di mercato, esattamente quello cui tutti state pensando.

Portiere: Gregor Kobel (Borussia Dortmund)

Nella stagione 2022/2023 Kicker lo ha eletto miglior portiere del campionato, e lo stesso ha fatto la Players’ Union tedesca. Un’investitura riconosciutagli insomma sia dalla stampa che dai colleghi. In questa annata Gregor Kobel ha rilanciato, affermandosi come protagonista assoluto nel cammino del Borussia Dortmund fino alla finale di Champions League. L’impegno infrasettimanale non gli ha comunque impedito di lasciare il segno anche durante i weekend.

In questa stagione, il portiere svizzero ha tenuto la porta inviolata per 7 volte, con una media di 3.1 parate a partita e 4.71 gol evitati (meno solo di Zetterer del Werder Brema). Con 43 reti subite, il Borussia Dortmund, che ha terminato la stagione in quinta posizione, può vantare la terza miglior difesa del campionato, a sole 4 lunghezze dallo Stoccarda secondo. Sarebbe ingiusto dare tutto il merito a Kobel, ma è indubbiamente un dato almeno in parte figlio della sua reattività tra i pali e della sua capacità nel comandare la difesa. Quest’ultimo è un aspetto che l’ex Stoccarda, arrivato in giallonero nel 2021 per 15 milioni di euro, ha affinato con il tempo.

Dal canto suo il BVB, che in tempi non sospetti ha individuato in lui un estremo difensore in grado di dare stabilità a una posizione un po’ traballante negli anni precedenti, non ha esitato la scorsa estate a renderlo vicecapitano, dietro a Emre Can; una decisione che di fatto ne certifica il ruolo all’interno dello spogliatoio.

Terzino Destro: Jeremie Frimpong (Bayer Leverkusen)

Non si può parlare della stagione del Bayer Leverkusen senza menzionare i suoi esterni, e francamente non credo di essere io dotata del coraggio tale per provarci. Questa è in realtà la prima, per fortuna di poche, parziale violenza tattica perpetrata nel pezzo. Jeremie Frimpong è infatti, per vocazione e limiti difensivi, un calciatore complesso da incastrare all’interno di una difesa a 4: anche i principali contendenti alla palma di miglio esterno di fascia destra, Franck Honorat del Borussia Mönchengladbach e Mitchell Weiser del Werder Brema, sarebbero andati incontro allo stesso problema.

Della stagione di Frimpong balzano all’occhio innanzitutto le statistiche offensive di base: 9 gol e 7 assist sono numeri impressionanti per un esterno di centrocampo davanti a una difesa a 3, a prescindere da quanto propositiva possa essere la sua squadra. Se si considera che, già lo scorso anno, l’olandese aveva chiuso con 8 gol e 7 assist, è evidente che all’interno dello scacchiere di Xabi Alonso abbia trovato una collocazione capace di renderlo semplicemente dominante.

Talvolta il tecnico, lo abbiamo visto anche in semifinale e in finale di Europa League, ne ha addirittura avanzato la posizione fino a schierarlo nei tre davanti, con movimenti che in alcuni tratti di partita lo portavano a essere il principale terminale offensivo. La principale caratteristica di Frimpong è in ogni caso racchiusa nella sua facilità di corsa, associata a un’incredibile rapidità nel primo passo. L’ex-Celtic ha in campo un solo pensiero, probabilmente per lui quasi ossessivo, ossia puntare e saltare l’uomo. In Bundesliga è stato dodicesimo per dribbling tentati, 96 in totale, e decimo per quelli riusciti, 48. In entrambe le classifiche, tra i laterali risulta terzo, dietro soltanto a Weiser e Alphonso Davis.

Difensore Centrale: Waldemar Anton (Stoccarda)

In estate lo Stoccarda ha ceduto Konstantinos Mavropanos al West Ham, decidendo sostanzialmente di non sostituirlo. Una mossa che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, ma che nelle idee dell’area tecnica ha significato soprattutto rafforzare la posizione di Waldemar Anton, nel frattempo diventato anche capitano per via della partenza di Wataru Endo.

Anton ha i crismi del profilo poco appariscente; uno, insomma, che in articoli come questi finisce difficilmente. Succede però che a volte a grandi responsabilità corrispondano grandi poteri, e quindi il ragazzone di Olmaliq, Uzbekistan, ha colto al volo l’occasione di innalzarsi a baluardo della linea difensiva di Hoeneß.

Il tedesco è un difensore molto alto e fisico, con una buona solidità nel gioco aereo (66% di duelli vinti) ed è dotato anche di un’ottima tecnica con il pallone tra i piedi, come dimostrano l’89% di passaggi riusciti e i 5.36 passaggi progressivi per 90 minuti. La sua duttilità gli ha permesso di destreggiarsi in maniera abbastanza camaleontica principalmente da centrale destro in una difesa a 4, ma talvolta anche da terzo di destra o nel mezzo in uno schieramento a 3. Affiancato a Zagadou o a Ito, Anton si è sempre adattato perfettamente al compagno di reparto, guadagnandosi lo status di insostituibile in una retroguardia da 39 gol subiti in 34 partite.

Il rendimento di Anton è stato premiato con la prima convocazione in nazionale a marzo e con la chiamata per gli Europei casalinghi poco più di due mesi dopo. Qualcosa di difficile da immaginare anche solo un anno fa.

Difensore Centrale: Nico Schlotterbeck (Borussia Dortmund)

Dei numeri difensivi del Borussia Dortmund si è già parlato, quindi non sarà una sorpresa per voi vedere comparire uno dei loro centrali in questa formazione. In passato, in particolare con la maglia del Friburgo, Nico Schlotterbeck aveva già vissuto una celebratissima annata a sul piano del rendimento, la cui conseguenza è stata proprio l’acquisto da parte del Dortmund per circa 20 milioni.

Anche nella stagione passata, in realtà, il tedesco aveva fatto tutto sommato bene, ma negli occhi di molti è rimasta la disastrosa partita contro il Giappone durante il mondiale qatariota. Una débâcle che comunque gli è servita per alzare ulteriormente il livello di attenzione nel corso dei 90 minuti. Così è nato un 2023/2024 ai limiti della perfezione.

Tra i difensori della Bundesliga, Schlotterbeck è nel 98esimo percentile per palle recuperate (7.71 per 90 minuti) e nel 91esimo per contrasti vinti. Un’aggressività in non possesso che associa a un’incredibile pulizia e qualità quando ha il pallone tra i piedi. Statisticamente è infatti tra i migliori in quasi tutte le voci legate all’impostazione: passaggi riusciti (75 per 90', 89%), il 71% di riuscita nei lanci lunghi, i passaggi progressivi (5.86 per 90') e la distanza percorsa palla al piede (97esimo percentile). E poco importa se sono mancati i gol e gli assist dell’anno scorso.

Terzino sinistro: Alejandro Grimaldo (Bayer Leverkusen)

In un ruolo dominato altrimenti dalla verve teutonica di David Raum e del sorprendente Maximilian Mittelstädt, è in realtà uno spagnolo a prendersi il posto da titolare in questo undici. La stagione di Alex Grimaldo non è, di per sé, definibile come una sorpresa. Il 28enne aveva fatto bene nei suoi anni al Benfica, tanto che l’acquisizione a parametro zero (ma con lauta commissione all’agente, come da prassi contemporanea) da parte del Leverkusen aveva fatto indispettire più di qualche tifoso di squadre sulla carta superiori.

Difficile però era prevedere una stagione da 10 gol (con una differenza positiva di +4.36 tra gol e xG) e 13 assist (primato assoluto in questa Bundesliga) in campionato, con numeri praticamente da attaccante e anche di alto livello. Del resto, nel corso della sua carriera portoghese, Grimaldo ha sempre inciso offensivamente ma mai con questa frequenza. Nella struttura messa in piedi da Xabi Alonso il suo ruolo, speculare a quello di Frimpong solo sulla muta lavagna dello schieramento iniziale, differisce per compiti rispetto all’olandese.

Grimaldo ha una fisicità e un’attenzione maggiore in fase difensiva, è meno propenso al tentare l’uno contro uno con il diretto avversario e sprintare senza il pallone, ma è molto più coinvolto in fase di impostazione e consolidamento del possesso, come dimostrano i 70 passaggi tentati per 90 minuti contro i 40 del compagno, e i 77 tocchi a partita contro 38, più del doppio. Nell’assegnargli più compiti, dal supporto alla regia dei centrocampisti alla finalizzazione, l’impressione è che Xabi Alonso abbia regalato a Grimaldo la realizzazione di un potenziale che nemmeno lui credeva di possedere.

https://youtu.be/2wpVKMOVeyk?si=bfu1dIFn0Pb1fPqJ

Centrocampista destro: Anton Stach (Hoffenheim)

Nella campagna per l’Europa dell’Hoffenheim a rubare la scena sono stati soprattutto gli attaccanti, in particolare la stella emergente Maximilian Beier e l’ormai bandiera Andrej Kramaric. In una squadra che, però, ha chiuso la stagione con differenza reti pari a zero, una menzione la merita pure chi fa il lavoro sporco. Quello di Anton Stach è forse un nome poco noto per chi non segue il calcio tedesco, ma per prenderlo dal Mainz i biancoblù hanno dovuto investire comunque 11 milioni.

Con un ruolo un po’ da Atlante nel centrocampo a composizione molto variabile di Matarazzo, Stach si è distinto soprattutto per i suoi numeri difensivi. Il tedesco è un giocatore straordinariamente fisico (forte anche dei suoi 193 centimetri di altezza) e dinamico, miglior giocatore di questa Bundesliga per intercetti; secondo per duelli vinti e tra i primi anche per azioni difensive, duelli aerei e palle recuperate (più di 8 ogni 90 minuti). A queste spiccate doti di interditore, Stach ha aggiunto anche 2 gol e 3 assist, quasi tutti decisivi per il risultato finale dei suoi.

Palla al piede, il tedesco ha dei limiti soprattutto per ciò che concerne la pulizia del tocco e si vede quando deve dialogare in spazi stretti o rifinire per i compagni. La sua utilità offensiva si riversa però nei ribaltamenti e nelle transizioni veloci, situazioni in cui sa essere la perfetta valvola di sfogo per i compagni.

Centrocampista sinistro: Angelo Stiller (Stoccarda)

Inizio con il chiedere scusa per il sacrificio di Xhaka e Palacios in nome della varietà. Dal canto suo, comunque, Angelo Stiller ha abbastanza argomentazioni per perorare la propria causa con efficacia. Il prodotto del settore giovanile del Bayern Monaco è arrivato allo Stoccarda in estate dopo un ottimo Europeo Under 21, ma con un peso sulle spalle non indifferente: non far rimpiangere Wataru Endo.

In realtà Stiller è andato oltre, e si può dire rappresenti una delle principali ragioni del cambio di marcia del VfB. In mezzo al campo, il classe 2001 ha dimostrato continuamente di avere il totale controllo del gioco. In questa stagione è stato primo dei suoi per passaggi riusciti (73.5% con il 91%) e per chilometri percorsi (settimo in assoluto in Bundesliga), secondo per passaggi chiave (1.7) e terzo per assist e tackle. Numeri che delineano un profilo decisamente completo.

Stiller è un centrocampista con visione verticale, predisposizione alla conduzione del pallone e abilità nel decidere il ritmo delle giocate; il tutto senza disdegnare affatto la fase difensiva, tanto da venire persino schierato da centrale in un paio di situazioni d’emergenza. Hoeneß gli ha costruito attorno la rete perfetta, con tanti giocatori mobili pronti a offrirgli una linea di passaggio e un mastino del centrocampo come Karazor, ma l’ex Hoffenheim rappresenta il cuore pulsante della squadra e il metronomo di ogni trama offensiva.

Esterno destro: Xavi Simons (Lipsia)

La speranza è che possiate perdonare questo secondo oltraggio tattico, giustificato dalla necessità di non lasciare fuori troppi nomi meritevoli. Del Lipsia in questa stagione si è parlato poco, sicuramente perché oscurato da altri contesti, ma anche per l’ormai maturata abitudine a vedere la Red Bull nei vertici della Bundesliga.

Xavi Simons ha costruito un ottima impresa sia con Lois Openda, uno dei grandi esclusi di questa lista (spoiler), che con Benjamin Sesko. Ciò gli ha permesso di sprigionare tutte le sue doti di rifinitura, come dimostrato dagli 11 assist stagionali e dai 2.5 passaggi chiave a partita. L’apporto di Simons non si è però limitato al servizio per i compagni. Ai passaggi vincenti, ha infatti aggiunto anche 8 gol.

Il sistema di Marco Rose prevede uno sviluppo rapido e verticale dell’azione, con Simons e Dani Olmo ad agire rispettivamente da trequartista di sinistra e di destra mentre i terzini si alzano, il tutto davanti a due centrocampisti dal gioco tutto sommato ordinato e lineare come Schlager e Haidara. In questo scacchiere, il ragazzo di Amsterdam è molto coinvolto sia in termini di progressioni palla al piede (2.6 dribbling riusciti a partita, terzo in Bundesliga) che di regia offensiva, tanto da avere numeri molto elevati in quasi tutte le voci statistiche di possesso rispetto ai pari ruolo, si pensi ad esempio alle quasi 6 azioni da tiro create per 90 minuti.

Per un ragazzo così giovane, non è usuale accentrare così tanto gioco e attenzioni in una squadra che compete per le prime posizioni, ma il talento e la fiducia nei propri mezzi di Simons superano la logica della cautela.

https://youtu.be/Wbwy_lWJlOA?si=8iTz9v-ky2cuhxBg

Trequartista: Florian Wirtz (Bayer Leverkusen)

A proposito di giovani accentratori, è impossibile non citare il fresco MVP della Bundesliga 2023/2024. In questa stagione Florian Wirtz si è consacrato agli occhi dell’Europa, che già lo considerava un potenziale fuoriclasse. Di lui stupiscono soprattutto la velocità di pensiero con cui prende decisioni in campo e la tranquillità con cui affronta i momenti decisivi nel corso della gara. La simmetria statistica della sua stagione in campionato, 11 gol e 11 assist, è appagante quasi quanto il vederlo muoversi sul campo.

Wirtz galleggia tra centrocampo e attacco con comodità, assumendo il compito di dare le necessarie accelerate nella zona nevralgica del campo. Per essere un trequartista tocca molto il pallone, tanto da essere il primo giocatore offensivo della Bundesliga per passaggi riusciti e il quarto assoluto per dribbling (2.5 riusciti, 51%). La sua è una visione di calcio profondamente verticale, l’innesco perfetto per il gioco avvolgente di Xabi Alonso, coadiuvata dalla facilità nell’usare entrambi i piedi.

Ad aprile, nella partita contro il Werder Brema che ha dato il titolo al Leverkusen, ha segnato una tripletta che è quasi un compendio delle sue numerose capacità. Sul primo gol riceve centralmente sulla trequarti, si gira in un fazzoletto fiutando l’assenza di marcatura e scarica in porta un destro da molto lontano, potente abbastanza da beffare il portiere. Successivamente buca Zetterer con freddezza dopo un attacco alla profondità su palla scoperta. Infine, riceve sull’estremità destra dell’area di rigore e incrocia un diagonale da posizione defilata dopo aver resistito alla carica di un difensore. Florian Wirtz rappresenta l’efficienza tedesca al servizio di una classe mondiale.

Esterno sinistro: Jan-Niklas Beste (Heidenheim)

In un tempo in cui il concetto di ala è ormai entrato nella sua fase post-moderna, Jan-Niklas Beste rivendica la sua appartenenza alla versione originaria della specie. Stabilmente con i piedi sulla fascia sinistra, questo ragazzone barbuto classe ’99 è diventato il simbolo della gloriosa epoca del piccolo Heidenehim. Protagonista già della promozione con 12 gol e 12 assist, l’esordio in Bundesliga non lo ha affatto intimorito.

Il suo è un gioco fatto di grande corsa: è secondo per sprint nell’intero campionato e ha una notevole vocazione al sacrificio difensivo, associata a un mancino morbidissimo che gli permette di assumere de facto il ruolo di regista della squadra, colui che muove i fili da posizione defilata.

Gli 8 gol e 11 assist di questa stagione, già di per sé un notevole contributo offensivo, fanno ancor più impressione se rapportati ai 50 gol segnati in totale dall’Heidenheim. Per fedeltà al suo cognome, Beste è forse il miglior battitore di piazzati in questo momento in Bundesliga, forse persino uno dei migliori in Europa. Tra i calciatori offensivi è il leader per occasioni create, ed è andato anche per due volte in gol da punizione diretta. A dicembre contro il Darmstadt, nella vittoria per 3-2 dei suoi, ha addirittura messo a segno 3 assist tutti e 3 da calcio da fermo. Chiamatelo fattore.

Punta: Harry Kane (Bayern Monaco)

Nell’attesa che il paradosso di Harry Kane venga riconosciuto dalla scienza, sarebbe ingiusto porre la sua stagione soltanto in relazione con i trofei non vinti dal Bayern. Quella del centravanti è una posizione in cui quest’anno si sono distinti in molti, da Openda a Guirassy fino a Boniface e Demirovic, ma l’annata di Kane statisticamente sfonda il muro dell’indiscutibile.

L’attaccante inglese ha realizzato 36 reti - appena 5 su rigore - con 4 triplette, di cui 2 consecutive, e 8 assist, contribuendo in tutto a 44 dei 94 gol stagionali del Bayern Monaco, una percentuale vicina al 50%. Tra l’altro, per rispondere a qualche possibile rimostranza, 9 delle 36 reti sono arrivate contro le squadre qualificatesi per la prossima Champions League. Numeri che hanno trasformato la sua nella stagione più prolifica di un esordiente nella storia della Bundesliga.

Nonostante il clamore di queste statistiche, l’impressione è che il Bayern non sempre sia riuscito a coinvolgerlo come avveniva al Tottenham, scadendo di tanto in tanto in forzature che rendevano le trame più farraginose. Del resto, nell’annata passata i bavaresi facevano affidamento su uno schieramento molto più fluido, senza necessariamente un riferimento unico al centro dell’attacco. Se il rendimento del 9 britannico rimarrà questo, in ogni caso, è difficile immaginare che la sua personale bacheca continuerà a piangere troppo a lungo.

  • Romanista e autista del Carro Lorenzo Pellegrini. Bevitrice di Peroni in offerta. Fondamentalista lucana. Noel è il Gallagher superiore.

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