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, 25 Maggio 2024

La Roma femminile è inarrestabile


La Roma vince la Coppa Italia femminile firmando il double stagionale: superata la Fiorentina ai rigori

Al Manuzzi di Cesena va in scena Roma-Fiorentina per finale di Coppa Italia femminile, dove le campionesse d'Italia affrontano una Viola sì reduce da un terzo posto in campionato, ma anche da un finale di stagione a dir poco travagliato. Una sfida impari, almeno sulla carta. A dirlo c'erano i 28 punti di differenza in classifica, nonché il 5-0 rifilato dalle giallorosse alle gigliate solo cinque giorni prima, nell'ultima giornata di Serie A. Il campo ha restituito una partita tiratissima, dove la squadra di Alessandro Spugna ha sofferto, è finita due volte sotto, è riuscita a riacciuffare (con una doppia rimonta) il 3-3 nei minuti dei recupero, rendendo necessari i rigori per aver ragione di Boquete e compagne, tanto straordinarie nella prestazione quanto ingenue nei momenti fatali.

Tutto ci si poteva aspettare, tranne di vedere la Roma sotto dopo appena 11 minuti. Il pasticcio che provoca il vantaggio gigliato lo combina in disimpegno una Ceasar forse nella peggior veste stagionale, con Hammarlund rapace ad approfittarne. Per rimettere in pista una Roma titubante ci vuole la sfrontatezza e la genialità della solita Manuela Giugliano, con un assist di scorpione per l'inzuccata di Giacinti nove minuti più tardi. Ma è una Roma che ha accusato lo spavento, di fronte a una Fiorentina che, pur con un atteggiamento molto conservativo, per larghi tratti della gara si dimostrerà superiore alle giallorosse sul piano dei duelli e dei contrasti, facendo terra bruciata del palleggio giallorosso con un'aggressività quasi inaspettata. Un furioso Spugna, intercettato dai microfoni di bordocampo, parafrasava lo Spalletti al crepuscolo della sua prima esperienza romanista sull'importanza di fare i contrasti per vincere le partite.

Il mismatch fisico tra Hammarlund e Minami è stato una delle chiavi-tattiche della partita, almeno quanto la bravura della Fiorentina di bloccare i consolidati meccanismi di uscita bassa della Roma. La svedese ha offerto una prestazione encomiabile per quantità e qualità, reggendo il peso del reparto offensivo gigliato con tanti duelli vinti e un costante svariare su tutto il fronte avanzato, a favorire gli inneschi di Boquete per Janogy e Catena. La Roma in più di un'occasione ha faticato a tenere i riferimenti difensivi, complice la grande fluidità sulle transizioni del quartetto offensivo viola e le troppe palle perse in mezzo al campo. Proprio Hammarlund, oltre al gol, mette l'assist del provvisorio 1-2 firmato dalla connazionale Janogy, capace poi di siglare la doppietta personale per quello che sembrava essere il gol del ko, in quel momento perfino legittimato dalla prestazione.

La Fiorentina finisce per pagare carissimo i cali di tensione nel difendere nella propria area, tanto più decisivi di fronte alle infinite risorse tecniche della Roma. Proprio Minami, così in sofferenza nelle retrovie, trova il gol del 2-3 che riapre i conti a dodici minuti dalla fine, mentre una fino a quel momento opaca Viens nel finale dei tempi regolamentari pesca la zampata per il pari che vale i supplementari. Squadre che si allungano, schemi che saltano: la Roma centra una rimonta venendo fuori da una situazione di confusione e nervosismo montante, la Fiorentina regge con una Rachele Baldi tra i pali tirata a lucido per la serata di gala, capace di piazzare almeno tre interventi decisivi nell'ultima fase di gara, chiudendo la porta a Minami, Viens e a una sciupona Pilgrim.

Alla lotteria dei rigori, dopo il palo in apertura di Agard per le viola e l'ennesima parata di Baldi su Sønstevold, decide tutto l'errore di Emma Severini, con tanto di rincorsa ralenti di Zaziana memoria. Sulla classe 2003, peraltro autrice di una partita pregevole in veste di schermo davanti alla propria difesa, tutto il peso e la tensione del mondo si sono riversati in quel tentennante, fiacco rigore, episodio finale a sfavore per una Fiorentina la cui finale sa tanto più di amaro, per il suo esser uscita a testa alta mettendo alle corde le campionesse d'Italia. Sarà poi Troelsgaard a vestire i panni del boia, trasformando l'ultimo rigore che regala la vittoria alla Roma.

  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

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