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PSG Luis Mbappé
, 24 Maggio 2024

Il PSG si sta trasformando


L'anno prossimo Luis Enrique continuerà a plasmare i parigini.

Il 7 maggio 2024 il Paris Saint-Germain, è nuovamente uscito dalla Champions League prima del previsto. Molti potrebbero rispondere, facendo spallucce, che non c'è niente di nuovo sotto il sole. Effettivamente, il rapporto tra i parigini e la massima competizione europea è ormai diventato un meme, anche e soprattutto per le enormi quantità di denaro spese dalla proprietà qatarina. Infatti, come tutti sanno, da quando Al-Khelaïfi è diventato il presidente del PSG, gli equilibri del calciomercato sono stati stravolti definitivamente, apparentemente senza possibilità di invertirne la tendenza. Spendendo diverse centinaia di milioni in ogni sessione, il Paris Saint-Germain ha gonfiato a dismisura i prezzi dei giocatori, creando quella che alcuni hanno definito - forse sbagliando - una bolla speculativa.

Ovviamente questo processo non può essere ridotto a un unico responsabile, ma è certo che la squadra di Parigi ha avuto un ruolo determinante dal 2012 in poi. Basti pensare che i due acquisti più onerosi della storia del calcio - Neymar (222 milioni di euro) e Mbappe (180 milioni) - sono stati messi a segno entrambi dal PSG, senza considerare gli ingaggi a sette cifre che Al-Khelaïfi ha garantito ai campioni che si sono avvicendati durante il corso degli anni, Messi in primis.

Tornando a parlare di Champions League, però, né gli acquisti di Neymar e Mbappé, né tantomeno gli arrivi di Donnarumma, Hakimi, Dembelé, neppure l'arrivo di Messi, sono serviti a vincere il trofeo per club più ambito al mondo. Le ragioni che si possono trovare per questo prolungato fallimento sono svariati e discussi da anni. Certamente i vari allenatori che si sono susseguiti durante questi anni hanno avuto difficoltà a gestire uno spogliatoio zeppo di star, non riuscendo l’alchimia necessaria alle grandi vittorie.

Ciò che ha accomunato questa ricca sfilza di tecnici (formata, ad esempio, da Galtier, Pochettino ed Emery) è il fatto di aver avuto a disposizione poco tempo per il loro progetto, venendo esonerati dopo una o due stagioni. Un unicum è rappresentato da Tuchel, durato sulla panchina del PSG addirittura due anni e mezzo. Non a caso, il tedesco è quello che è andato più vicino al trionfo in Champions League, arrivando in finale. A trionfare, però, è stato il Bayern Monaco di Nagelsmann. Ironia della sorte, esonerato dal PSG a dicembre 2020, Tuchel vince la Champions con il Chelsea meno di sei mesi più tardi.

Gli ultimi anni, dunque, hanno raccontato un Paris spendaccione ma incapace di espandere il proprio dominio al di fuori della Francia (e persino di renderlo davvero inscalfibile in quel contesto: le vittorie di Lille e Monaco nel '16-'17 e nel '20-'21 non hanno permesso nemmeno di avvicinarsi al record del Lione 2001-2008). La superiorità all’interno dell’Hexagone, infatti, non è stata abbastanza in Europa. Da un anno a questa parte, però, le cose sembra stiano davvero cambiando. Da quando è arrivato a Parigi, Luis Enrique - ha dichiarato lo stesso Al-Khelaïfi proprio dopo l’eliminazione con il Borussia Dortmund, “sta costruendo un progetto a lungo termine e il futuro sarà luminoso”. La rivoluzione del PSG è iniziata nell'ultima finestra di calciomercato estivo, ma l'inaspettata permanenza di Mbappé ha in parte scombussolato i piani dell’allenatore spagnolo. Riavvolgiamo il nastro.

- "Luis Enrique resterà allenatore del PSG la prossima stagione?"
- "Ma che domanda è questa? Ne capisci di calcio?"

Dicevamo, il mercato estivo del PSG dell'estate 2023 è stato diverso rispetto ai precedenti, pur non discostandosi completamente dal passato. Se negli anni scorsi la società aveva investito investito in giocatori già pronti e, quando possibile, già a proprio agio nei palcoscenici più importanti (ai nomi citati possiamo aggiungere Sergio Ramos, Icardi e Wijnaldum), il progetto avviato da Luis Enrique, vero e proprio centro nevralgico di tutta la "rivoluzione", punta deciso su giocatori in rampa di lancio e sui giovanissimi, cercando di dare anche un’impronta più francese alla squadra. Tra gli acquisti troviamo diversi nomi di tutt'altro spessore rispetto ai Neymar, agli Mbappé, ai Messi degli anni passati. L'acquisto più scintillante è stato Kolo Muani, punta fisica ed esplosiva ex Eintracht Francoforte; poi Gonçalo Ramos, altro attaccante di prospettiva prelevato dal Benfica; Manuel Ugarte, mediano di qualità adatto al gioco che propone Luis Enrique, arrivato dallo Sporting; Ousmane Dembelé, nome già più altisonante ma reduce da un'esperienza - a essere gentili - altalenante al Barcellona.

Il tentativo di invertire la rotta intrapresa nelle passate stagioni è palese. Puntando su un progetto giovane e acquistando giocatori funzionali a un determinato contesto tattico, preferendoli ai grandi nomi, il PSG e Luis Enrique sembrano avere capito che investire cifre enormi per accaparrarsi superstar spesso ultratrentenni non era profittevole né in campo, né economicamente. Certo, Al-Khelaïfi ha investito moltissimo anche quest'anno (in totale più di 450 milioni per dieci giocatori, di cui 95 soltanto per Muani, parzialmente compensati dalle cessioni saudite di Neymar, 90 milioni, e Verratti, 45) classificandosi quarta nella classifica delle squadre che hanno speso di più nella sessione di calciomercato estiva del 2023. In questo caso, però, gli acquisti sono stati fatti secondo una logica ben definita: ringiovanire la squadra, creando uno zoccolo francese sul quale fare affidamento e sbarazzarsi dei senatori per avere controllo sullo spogliatoio.

Il PSG di Luis Enrique, infatti, è quello con l'età media più bassa dal 2012, precipitata dai 26,1 anni dell'anno scorso a 24,6. Nel ritorno contro il BVB, l'allenatore asturiano ha schierato addirittura la formazione più giovane a disputare una semifinale di Champions League degli ultimi quindici anni. Basti pensare che, nelle rotazioni, è entrato stabilmente solo un calciatore over 30, Danilo Pereira. Come dicevamo, però, al ringiovanimento della squadra ha contribuito in gran parte la volontà di liberarsi dei pezzi grossi, delle personalità più ingombranti: Messi, Neymar, Verratti, Sergio Ramos, Draxler, Wijnaldum e Bernat: tutti gli ultratrentenni sono stati lasciati partire, ceduti o a parametro zero, e non è un caso se tutti gli ultratrentenni ceduti erano stranieri: puntando su come Dembelé, Barcola, Lucas Hernandez, Ekitité e Kolo Muani, il PSG ha deciso di dotarsi di un core francese, forse per ovviare ai problemi di relazioni tra compagni e staff tecnico che si sono visti nelle ultime stagioni. La direzione, dunque, è chiara e ben avviata: creare un nuovo ciclo basato sulla visione di Luis Enrique, in campo come fuori. 

Tra tutti i big dello scorso ciclo, però, uno è rimasto anche quest'anno: Kylian Mbappé. Il fenomeno nato nella periferia di Parigi ha passato un’estate travagliata, costellata dalle voci che lo vedevano già in questa stagione al Real Madrid. Per una mancanza di incastri, però, Mbappé è rimasto alla corte di Luis Enrique per una last dance con il PSG. Probabilmente, il più importante tra i fattori che hanno determinato la permanenza del francese sono state le richieste salariali del francese e il prezzo richiesto da Al-Khelaïfi per cederne le prestazioni. Il PSG lo aveva persino messo fuori rosa, per attirare offerte e cercare di monetizzare il più possibile, ma le cifre pretese dal campione del mondo 2018 (240 milioni in cinque anni, pare) sarebbe stata un esborso troppo grande da sommare ai circa 250 chiesti dal PSG per il cartellino. Il Real Madrid, dunque, ha deciso di attendere il 2024/2025, quando avrà la possibilità di metterlo sotto contratto da svincolato.

Nonostante nei trofei nazionali la squadra non abbia deluso le aspettative (finale di Coppa di Francia raggiunta e Ligue 1 vinta con tre giornate d’anticipo), il rapporto tra Mbappé e Luis Enrique sembra essere stato uno dei motivi dell’ennesimo fallimento in Champions League. Tra i due, pare che la scintilla non sia mai scattata. Ciò è stato chiaro sino dalla fase a gironi: l’ultimo match prima della fase a eliminazione è stato quello con il Borussia e - grazie alla vittoria del Milan a Newcastle - al PSG sarebbe bastato un pareggio per passare il turno. Il tabellino recitava 1-1 nei minuti di recupero. Luis Enrique, dalla panchina, fa cenno ai suoi di ritirarsi in difesa e cercare di mantenere il risultato. Mbappé, al contrario, gesticola platealmente dall’altra parte del campo indicando la porta avversaria, per incitare il suo allenatore a non abbassarsi e continuare a cercare la via del gol. Il tecnico spagnolo termine della partita dirà: “quando un giocatore è frustrato, il mio ruolo è gestire questa situazione per evitare i rischi derivanti da questa tensione.”

I mesi successivi si consumano con la stampa che continua a porre a Luis Enrique domande inerenti a Mbappé. L’allenatore, però, non è contento della sua stagione, e conscio del fatto che non potrà più contare su di lui nella stagione 2024/2025, con l'inizio dell’anno nuovo comincia a fare dei test senza il suo campione in campo. Proprio in una partita disputata il 27 febbraio, contro il Rennes, Mbappé viene sostituito al 65’ nonostante la situazione di svantaggio. Il PSG riesce comunque a strappare un pareggio (siglato da Gonçalo Ramos su rigore), ma la sostituzione ha stupito tutti. Luis Enrique, ai microfoni, sentenzierà: “Prima o poi accadrà che non ci sarà e dovremo abituarci a giocare senza di lui". Partita dopo partita questi episodi si ripetono, il giocatore non gradisce questo trattamento e non riesce a nascondere la sua frustrazione in merito. 

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Lo stadio ha rumoreggiato quando lo speaker ha nominato il numero 7 nella lettura delle formazioni titolari.

Arriva la semifinale di Champions e un misto tra imprecisione e sfortuna condanna il PSG all’ennesima eliminazione. Nelle due partite Mbappé ha colpito un palo e una traversa, ma è stato tendenzialmente escluso dalla manovra parigina e protagonista di due prestazioni opache. Si può dire che, al netto della stagione complicata per le motivazioni precedentemente esposte, questa è la prima macchia della carriera del fuoriclasse francese: non essere stato in grado, insieme agli squadroni nei quali ha giocato e ai tecnici che lo hanno allenato, di vincere la Champions con il PSG. Luis Enrique però non sembra disperato all’idea di veder partire il suo calciatore più forte in direzione Madrid. Pochi giorni dopo l'eliminazione ha sostenuto che il prossimo anno sarebbero stati una squadra più forte, archiviando di fatto la questione. Finisce così l’esperienza dell’ex Monaco nel PSG: i tifosi, dopo anni di trattative e speculazioni su possibili addii del proprio beniamino, hanno espresso il loro disappunto riguardo il suo futuro approdo al Real Madrid fischiandolo nella sua ultima partita al Parco dei Principi.

Nella stagione 2024/2025 sarà importante e interessante osservare come il Paris Saint Germain si muoverà sia fuori che dentro il campo. Come si muoveranno sul mercato? Quali saranno le scelte tattiche di Luis Enrique, finalmente senza Mbappé? Al-Khelaïfi manterrà la parola data e continuerà a dare retta ad allenatore e direttore sportivo, puntando su un progetto incentrato sui giovani? Probabilmente il vizio di strappare assegni plurimilionari sarà una costante, d'altra parte se lo può permettere, ma il PSG sarà sicuramente un tema del futuro prossimo del calcio europeo.


  • Nato a Venezia nel 2003, studia Scienze della Comunicazione a Verona. Si è avvicinato al mondo del calcio grazie alle repliche delle partite di Serie A su Rai Sport e a quelle del PSG su Sportitalia.

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