Ligue 1 2023/24, la squadra della stagione
Lilla, Nizza e Brest la fanno da padrone.
Il ritorno della Ligue 1 a 18 squadre è coinciso con un campionato molto equilibrato, aperto a ribaltini sono all'ultima giornata per quasi tutti gli obiettivi. Eccezione? La vittoria finale, con un equilibrio durato fino a dicembre: il PSG di Luis Enrique ha preso semplicemente il volo complice il calo del Nizza, che fino a quel momento aveva provato ad insidiare il primato della formazione parigina.
Per riassumere questa stagione abbiamo stilato una top 11, che ci racconta di giocatori e di squadre che si sono messi in luce in questa stagione. Un 4-3-3 portato, inevitabilmente, a trascorrere la maggior parte della partita nella metà campo avversaria.
Portiere: Marcin Bulka (Nizza)
Nella Ligue 1 di Gianluigi Donnarumma, sono tanti i portieri che hanno vissuto un 2023/24 positivo. L’estremo difensore del PSG e della Nazionale si è mostrato come sempre il migliore di tutti nella difesa dei pali; tuttavia, come da destino della sua carriera, il suo essere sotto la media in relazione agli altri fondamentali rende più meritocratico assegnare il premio ad un altro numero 1.
La scelta va proprio su un predecessore (seppure per pochissime partite) di Donnarumma tra i pali del PSG: Marcin Bulka, estremo difensore polacco che ha difeso la porta meno battuta dell’intera Ligue 1, quella del Nizza di Farioli e che può vantarsi di aver chiuso con un clean sheet la metà delle partite disputate questa stagione (17).
Bulka non è più quel portiere acerbo visto nel suo cameo parigino all’alba del 2020/21, quando con un suo errore in disimpegno regalò al Lens una vittoria storica ai Sang et Or. Con il lavoro svolto assieme a Farioli è diventato un portiere abile non solo nel parare ma anche nel collaborare nel gioco con i piedi, aspetto fondamentale nel tipo di calcio che l’ex assistente di De Zerbi ha portato in Costa Azzurra. A questo ha aggiunto una certa proattività nelle uscite alte che hanno contribuito non poco all’ottimo rendimento difensivo della squadra.
Terzino Destro: Tiago Santos (Lille)
L’unione tra il calcio di Paulo Fonseca e le capacità di scouting del Lille ha reso possibile un progetto che in questi due anni ha rimesso la squadra dell'Hauts-de-France ai vertici del calcio francese dopo la pessima stagione post-titolo del 2021/2022. Tiago Santos è l’esempio perfetto per sintetizzare il tutto.
Il terzino portoghese è stato acquistato dall’Estoril quest’estate e si è subito imposto nelle gerarchie di Fonseca grazie alle proprietà tecniche e la velocità in progressione. Qualità perfette per un terzino di spinta, elemento basilare del calcio proposto dall’ex allenatore della Roma. Le sue progressioni palla al piede sono un mix interessante di tecnica e di corsa, di difficile interpretazione per gli avversari, sempre in difficoltà nel contrastarlo. Non a caso Tiago Santos è il giocatore ad aver subito più falli in tutta la Ligue 1 (87, via FBref).
Il terzino del Lille aggiunge a questo anche la capacità di associarsi al meglio con i compagni. In fase di non possesso è molto aggressivo: dovendo compensare alle volte il divario fisico con i propri avversari (è alto 175 cm), cerca sempre l’anticipo sull’avversario quando è con il corpo rivolto presso la propria porta per togliere tempo di gioco. Inoltre, possiede sufficiente forza nelle gambe per vincere i duelli in velocità.
Per lasciare spazio a lui, Fonseca ha scelto di dirottare Diakité al centro della difesa, la terza meno battuta della Ligue 1. Assieme a Cancelo e Pedro Porro il calcio portoghese ha un nuovo terzino completo da mettere in mostra.
Centrale Destro: Wilfried Singo (Monaco)
Dopo una stagione molto deludente, il Monaco è ripartito da Adi Hütter in panchina e un modello che vuole replicare quello del mondo Red Bull, sia in termini di approccio tattico che in termini di gestione del club. La prima mossa del tecnico austriaco è stata quella di rendere la squadra più solida ma allo stesso tempo aggressiva. Un giocatore che ben rappresenta questa “svolta” tecnica? L’ex Torino Wilfried Singo.
Abbiamo conosciuto l'ivoriano con la maglia granata, esterno del 3-5-2 di Juric. Hütter, dopo averlo visionato in allenamento, ha capito che il modo migliore per sfruttare le sue doti fisiche fosse quello di spostarlo al centro della difesa, riportandolo alle esperienze nelle giovanili in Costa d'Avorio e nella Primavera del Toro: braccetto in una difesa a tre o centrale di destra in una difesa a quattro.
Per Singo non è stato un problema riadattarsi a queste funzioni. Nel calcio di Hütter la fase difensiva richiede parecchia proattività ai propri difensori: raramente si difende di reparto ma si prediligono letture individuali e duelli (51 intercetti, 8° in Ligue 1). Singo è stato eccellente nell’esecuzione di questi compiti e, da difensore moderno, si è rivelato parecchio utile in fase di progressione del gioco.
Centrale Sinistro: Lilian Brassier (Brest)
Non vi sono dubbi che la squadra bretone sia stata la più grande sorpresa di questa Ligue 1, questo grazie ad una strategia di gioco ben definita da Eric Roy che ha permesso di massimizzare le qualità dei giocatori in rosa. Un esempio di questo è il centrale Lilian Brassier.
Per lunghi tratti della stagione il Brest è stata la miglior difesa della Ligue 1, grazie a un atteggiamento molto aggressivo e che ha tirato fuori il meglio del centrale francese. Grazie anche al sistema di coperture dato da Lees-Melou e Chardonnet, Brassier si è potuto disimpegnare in duelli molto aggressivi ed anche molto lontani dalla sua area di rigore. Il duello fisico è senza dubbio il pane per un difensore con le sue caratteristiche ed il sistema creato da Roy lo ha perfettamente messo a suo agio.
In fase di possesso si è mostrato utile come soluzione mancina per far progredire il gioco (9.72 passaggi lunghi eseguiti per 90', 98° percentile tra i centrali di Ligue 1) mediante passaggi progressivi e cambi di gioco verso Del Castillo. Sicuramente questa è stata la stagione della rivelazione per lui, tanto che si è vociferato di un interesse del Milan su di lui.
Terzino Sinistro: Bradley Locko (Brest)
Restiamo a Brest per chiudere la quota riservata alla formazione di Roy. Il ruolo di terzino sinistro non ha avuto reali padroni in questa stagione, complice la lunga assenza per infortunio di Nuno Mendes e la stagione tra alti e bassi di Quentin Merlin, il giocatore destinato a sostituire Tavares nei meccanismi dell’Olympique Marsiglia. Per cui il giocatore che ha mostrato il rendimento più costante in ambo le fasi di gioco è stato il terzino del Brest, giunto al Francis-Le Blé dal Reims.
Locko è un terzino decisamente completo e che si è perfettamente calato nei compiti richiesti dal suo allenatore. Nello scacchiere costruito da Eric Roy aveva il compito di fornire l’ampiezza in fase di possesso, dove l’ex Reims si è ottimamente disimpegnato, risultando tra i migliori nelle metriche relative alla progressione di gioco (1.7 dribbling a partita riusciti!) ma soprattutto per la pericolosità dei cross dal fondo (26 traversoni hanno portato a un tiro in stagione, come lui solo Ito del Reims).
In fase difensiva ha perfettamente assecondato lo stile aggressivo del Brest, risultando tra i migliori del campionato per contrasti (circa il 65% di duelli difensivi vinti).
Locko è un terzino adatto se si cerca un giocatore in grado di coprire al meglio tutta la fascia sinistra. Rispetto al dirimpettaio Tiago Santos ha uno stilo di gioco meno complesso: si esprime al meglio giocando sulla corsa, ma ugualmente sa associarsi molto bene con il proprio compagno di fascia, compensandone movimenti e caratteristiche. Il Brest da quel lato era solito schierare una punta abile nel gioco aereo (Satriano o Le Douaron) poi chiamato ad affiancare l’attaccante centrale (Mouniè): le corse di Locko hanno determinato l’occupazione dell’ampiezza e un’opzione di rifinitura laterale.
Mediano: Youssouf Ndayishimiye (Nizza)
Dal Nizza di Farioli ci aspettavamo un po’ tutti una copia carbone di una squadra di Roberto De Zerbi, memori delle sue esperienze in Turchia sulle panchine di Karagümrük e Alanyaspor. Pur rivedendo all’opera determinate strutture, la squadra nizzarda si è rivelata una squadra affamata di controllo del possesso e, soprattutto, di controllo delle situazioni di transizione.
L'approccio molto rigido ha portato il Nizza a essere la miglior difesa del Ligue 1 (29 reti subite), col risvolto della medaglia di un attacco che ha realizzato 40 reti (solo cinque squadre hanno fatto peggio). Tanto è bastato ai nizzardi per ritornare in Europa dopo aver guidato anche la classifica per buona parte del girone d’andata.
In questo meccanismo compassato costruito dal tecnico italiano, il giocatore che è emerso principalmente è Youssouf Ndayishimiye, nazionale del Burundi, a cui Farioli ha affidato un ruolo molto delicato nei meccanismi della squadra. Sostanzialmente l’ex centrale del Basaksehir si sdoppiava in compiti da primo costruttore di gioco davanti alla difesa per poi allinearsi ai centrali difensivi per fornire maggiore copertura alla linea difensiva.
Questo sdoppiamento è stata la chiave tattica che ha permesso al Nizza di avere quella solidità e quel controllo che ne hanno contraddistinto le prestazioni in questa stagione. Il giocatore burundese, infatti, ha mostrato di essere un importante riferimento con la palla ai piedi (90% di passaggi completati) e nel liberare da rischi la propria area di rigore (2 spazzate di media a partita ed oltre il 60% di duelli aerei vinti).
Spostare un centrale difensivo davanti alla difesa è stata una mossa che ha influito molto sull’identità di gioco del Nizza, ma allo stesso tempo ci ha messo in mostra le qualità fisiche e di lettura del giocatore acquistato per 11 milioni di euro nell’inverno 2023.
Mezzala: Vitinha (PSG)
Entriamo nella zona calciatori tecnici di questa top 11. Il centrocampista portoghese è stato l’anima del PSG di Luis Enrique in questa stagione: che facesse da riferimento davanti alla difesa o che si affiancasse a Danilo Pereira, l’ex Porto è il giocatore da cui passano i palloni principali della manovra del PSG.
Nel calcio posizionale di Luis Enrique, inoltre, le sue capacità sono state ulteriormente esaltate. Vitinha è il giocatore che a seconda delle situazioni è incaricato a dare il via all’azione e/o farla progredire centralmente. Non a caso è il giocatore che ha contribuito al maggior numero di expected goals mediante giocate che escludono il tiro e l’ultimo passaggio (il cosiddetto xG Buildup) assieme al suo compagno di squadra Zaire-Emery (altro elemento meritevole di menzione).
Oltre al suo apporto alla fluidità del possesso, a rendere Vitinha speciale è la sensazione che lascia al palato quando gioca la palla: ogni tocco dato alla sfera non è mai conservativo, il pallone resta sempre attaccato al suo piede e l’utilizzo dell’esterno per separare il pallone dall’avversario è un marchio di fabbrica, che lo rende un giocatore non ripetibile all’interno del contesto posizionale del calcio di Luis Enrique, frettolosamente tacciato di voler irrigidire le qualità dei suoi interpreti.
Mezzala: Maxence Caqueret (Lione)
La stagione del Lione è stata un’altalena continua: una prima fase costellata dagli esoneri di Blanc e Grosso e una situazione di classifica che faceva temere seriamente per la retrocessione; una seconda fase, coincisa con l’arrivo in panchina di Pierre Sage, in cui l'OL ha iniziato una clamorosa scalata alla classifica terminata in zona europea - in un ipotetico campionato iniziato il 1 dicembre il Lione sarebbe al secondo posto in classifica.
Una delle mosse di Sage che hanno permesso la risalita, anche grazie a un intervento massiccio sul mercato di gennaio, è stata quella di aggiungere un equilibratore davanti alla difesa (Matic) lasciando libero Maxence Caqueret di muoversi con maggiore libertà in mezzo al campo. E Caqueret lo ha ricambiato con prestazioni per lunghi tratti dominanti.
Anche i numeri relativi alla qualità della progressione del gioco dimostrano quanto questo cambio di compiti abbia giovato a lui ed alla squadra: Caqueret è il giocatore con il miglior dato di expected threat (ossia la capacità di muovere il pallone in zone più pericolose di campo) mediante passaggi dell’intera Ligue 1. Ed inoltre è uno dei giocatori più attivi in fase di riconquista palla nella metà campo avversaria (solo Ugarte ha dati migliori dei suoi in questa specifica giocata). Una dimostrazione di quanto il classe 2000 sia maggiormente a proprio agio potendo agire in zone più avanzate del campo.
Tutti abbiamo negli occhi le prestazioni di Maxence Caqueret nel 2020, quando Rudi Garcia decise di buttarlo nella mischia, questo spostamento definitivo a svolgere funzioni da mezzala di possesso potrebbero rappresentare la realizzazione definitiva di questo progetto partorito dal sempre florido settore giovanile dell’Olympique.
Esterno Destro: Edon Zhegrova (Lille)
Paulo Fonseca è allenatore dai mille pregi, e uno di questi è quello di dare tanta fiducia a giocatori di grandissimo estro ma che spesso si perdono per vari motivi fagocitati dal loro stesso talento. Uno di questi è Edon Zhegrova, esterno kosovaro che, in linea con il paradigma del calciatore balcanico, ama tanto un’interpretazione barocca del gioco del calcio quanto facendo fatica nel “lineare” calcio europeo.
Fonseca ha saputo trovare il modo di incanalare il suo estro nel disegno della sua squadra, dandogli tutta la libertà di creare gioco mediante i suoi dribbling e di occupare le zone di campo preferite, usando Tiago Santos come compensatore dei suoi movimenti.
Ne è venuta fuori una stagione eccezionale, chiusa dall’ex Basilea come miglior dribblatore della Ligue 1 (2.7 dribbling a partita riusciti) dove ha partecipato ad oltre il 20% delle azioni che hanno portato al tiro il Lille. La perfetta unione tra l’inventiva individuale e la partecipazione alla rifinitura dell’azione della squadra.
Uno degli aspetti distintivi della Ligue 1 è sempre la presenza di giocatori che concedono molto allo swag. La presenza di Zhegrova in questa top undici ricopre idealmente questo identikit.
Esterno Sinistro: Désiré Doué (Rennes)
Il Rennes era una delle squadre più attese ai nastri di partenza della competizione, soprattutto per la batteria di giovani talenti a disposizione di Genesio. Alla fine, la stagione si è rivelata alquanto deludente, con un piazzamento finale fuori dalla zona europea e un’eliminazione per mano del Milan nei playoff di qualificazione alla fase ad eliminazione diretta di Europa League.
Uno dei motivi di ottimismo per la formazione bretone è arrivato dall’esplosione di alcuni elementi del sempre florido settore giovanile in prima squadra. Tra questi è emerso Désiré Doué, esterno sinistro del 2005 che si è preso la fascia sinistra del 4-4-2 di Stephan - subentrato a Genesio a stagione in corso - con grande personalità regalandoci giocate di alto livello unitamente a una copertura pressoché totale della fascia di competenza.
Si è rivelato un giocatore che fa del dribbling un punto di forza: a differenza di Zhegrova, lo utilizza non solo in fase di rifinitura dell’azione ma anche aiutando la squadra a risalire il campo. Doué non ha attitudini da trequartista ma ama partire qualche metro più indietro, cosa che gli permette di innescare al meglio la velocità di cui dispone, rendendolo un profilo più verticale.
Désiré Doué ha chiuso la stagione con una media di 2 dribbling a partita, ha contribuito a una media di 5 tiri a partita per la sua squadra. Il giocatore del Rennes non è certo una novità per chi segue i settori giovanili francesi: stiamo parlando dello stesso club che ha curato la crescita di Ousmane Dembelé (anche lui giocatore che meriterebbe una menzione per la stagione con il PSG) e di Mathys Tel.
Centravanti: Pierre-Emerick Aubameyang (Olympique Marsiglia)
Anche la stagione del Marsiglia non è stata un granché, tra continui cambi di guida tecnica e le tipiche difficoltà ambientali della città provenzale. Un minimo di stabilità è arrivato sotto la guida di Gasset, ma a far sorridere i tifosi dell’Olympique sono state le prestazioni di Aubameyang. L’ex Borussia Dortmund e Arsenal ha chiuso la Ligue 1 con 17 reti realizzate (30, se aggiungiamo coppe europee, incluso il preliminare di Champions, e la coppa nazionale), ma soprattutto restituendo l’idea di essere tornato in una condizione di forma ottimale a 34 anni.
Oltre alle realizzazioni, il centravanti gabonese ha trovato terreno fertile nello schieramento a due punte proposto da Gasset nella parte finale della stagione, dove preferiva partire leggermente defilato a sinistra per poi correre in diagonale verso la porta. Questo gli ha permesso di farsi trovare pronto sulle sponde di Moumbagna o sui filtranti di Ndiaye, costringendo le difese avversarie ad essere perennemente preoccupate dai suoi movimenti. Un rilancio a dir poco inatteso per l’ex capitano dell’Arsenal.
Menzioni aggiuntive
Difensore centrale: Leny Yoro (Lille)
Il centrale del Lille ha avuto una stagione a tratti dominante, tanto da essere il difensore con la miglior percentuale di duelli difensivi vinti. Probabilmente lo vedrete la prossima stagione vestire la maglia di un grande club. Escluso dalla top 11 causa esaurimento quota Lille.
Terzino sinistro: Christopher Operi (Le Havre)
La formazione normanna è stata per lunghi tratti la grande sorpresa di questo campionato, e le discese sulla fascia dell’esterno ivoriano hanno contribuito tanto alle fortune della formazione bluceleste. I 3 goal e 4 assist realizzati sono lì a testimoniare il suo valore.
MVP: Kylian Mbappé (PSG)
Non lo abbiamo inserito nella top 11 perché siamo di fronte a un giocatore fiori categoria per questa competizione. Lascia Parigi e la Francia dopo un campionato da 27 reti e 7 assist; con Luis Enrique non è nata proprio una liaison ma questo non ha cambiato i numeri del fuoriclasse francese. Le sue prestazioni in questi anni hanno cambiato il livello e la percezione della Ligue 1 fuori dai confini transalpini, ora vedremo cosa sarà il campionato francese senza di lui.
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