Inter-Lazio (1-1) - Considerazioni Sparse
Inter e Lazio si spartiscono la posta in gioco nel giorno della grande festa nerazzurra.
A Kamada risponde Dumfries. L'Inter non si fa rovinare la festa Scudetto dalla Lazio e riesce ottenere un risultato indifferente per una parte ma fondamentale per l'altra, in questo strano Euroderby capitolino a distanza per il sesto posto. Inter-Lazio pone fine, forse, all'era Zhang, la terza più vincente della storia del club, con una giornata memorabile ma forse con un risultato che non rende onore al contributo di Suning alla storia nerazzurra. Che dirà addio alla proprietà cinese con due scudetti, svariati trofei e una stella sul petto in più.
Pronti via e il primo tempo di Inter-Lazio si apre con il botto, grazie alla palla deliziosa che Lautaro serve a un Thuram troppo sprecone davanti a Provedel e al colpo di biliardo di Castellanos che s’insacca alle spalle di Provedel ma che è viziato dal fuorigioco. L’Inter fa un’enorme fatica ad imporre il palleggio e a superare la pressione degli attaccanti laziali e la densità del centrocampo ben ordinato di Tudor. I nerazzurri si trovano così costretta a fare ampio ricorso all’arma del lancio in profondità per la velocità di Thuram che, seppur non riuscendo a rimediare al suo errore grossolano in avvio, gioca comunque dei buoni 45’ minuti. Dopo il vantaggio biancoceleste l’Inter cerca di alzare i ritmi ma senza troppa convinzione, più per evitare di macchiare il vestito buono della festa che per cercare di riagguantare davvero la partita. La sfida decisiva della partita, nel primo tempo, si gioca sulla linea mediana e il terzetto interista soffre terribilmente la mancanza di linee e di spazi mentre Lautaro sembra girare a vuoto inghiottito dall’attenta difesa ospite.
Dal canto suo, la Lazio scende in campo senza troppa cura di rovinare la festa nerazzurra. L'esordio dal primo minuto nella nuova formazione di Tudor è buono nella prima frazione sia per Casale che per Rovella, con il secondo che non solo serve l'assist per la rete del vantaggio ma comanda il centrocampo e detta i tempi del possesso laziale con l'autorevolezza del veterano. Importante è anche la prestazione di Provedel al ritorno dall'infortunio: prima ipnotizza Thuram e poi salva due volte la rete dalle cannonate di Dimarco, offrendo segnali positivi a tutto il reparto. Ma il migliore in campo dei primi 45' è sicuramente Kamada, e non solo per la rete: il giapponese è preziosissimo in fase di costruzione abbassandosi sulla linea dei mediani per offrire più opzioni al palleggio ma anche in quella difensiva, grazie ad un'onnipresenza sul lato sinistro che infastidisce enormemente i movimenti e le trame della catena mancina dell'Inter.
Nel secondo tempo lo spartito cambia solo in parte. L'Inter cerca prima di trovare l'ampiezza e colpire sulla destra, come avviene in occasione del palo di Lautaro e poi opta per la soluzione estrema e si sbilancia portando molti uomini in area con Sanchez a cercare d'ispirare le trame offensive. A pareggiare i conti, non a caso, è Denzel Dumfries, forse il peggior in campo nella sconfitta col Sassuolo ma che si fa perdonare evitando una sconfitta che sarebbe stata comunque simbolicamente amara. Nel complesso, pur nell'irrilevanza matematica della partita, la prestazione dei ragazzi d'Inzaghi mostra ancora una volta l'importanza della precisione tattica e della concentrazione mentale nello sviluppo del gioco bello e vincente del tecnico piacentino.
La Lazio invece viene meno nella seconda frazione, pagando l'inevitabile calo fisico e d'intensità dopo un primo tempo eccezionale e la voglia dell'Inter di riprendere la partita. Provedel salva ancora il risultato e Pavard impedisce agli uomini di Tudor di rimettere il muso avanti con una chiusura in scivolata nel finale. Al di là della rimonta e dell'esito della corsa a distanza con la Roma, la partita di oggi non può che mandare enormi segnali positivi in vista della prossima stagione: la Lazio è già la squadra di Tudor e le prestazioni di elementi come Kamada e Rovella sarà fondamentale per permettere al tecnico croato di costruire sulle basi più solide possibili.
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