Napoli-Bologna (0-2) - Considerazioni Sparse
Con lo scalpo degli ex campioni d'Italia, il Bologna ipoteca la partecipazione alla prossima Champions League.
La formazione iniziale scelta da Thiago Motta per Napoli-Bologna, con tanti giocatori inediti tra i titolari, ha suscitato parecchia sorpresa tra gli addetti ai lavori: i maligni fanno notare però che il tecnico è attento a ogni particolare, scegliendo tra gli undici di partenza ben otto calciatori ancora a secco in Serie A. Chissà se anche alle orecchie di Thiago Motta sia giunta voce della sinistra coincidenza che ha visto il Napoli concedere il primo gol in campionato a tre calciatori diversi nelle ultime tre giornate, fatto sta che dopo 12 minuti Meret ha già raccolto due palloni alle sue spalle: le firme, a sorpresa (?) sono di due debutti tra il tabellino dei marcatori come Ndoye e Posch.
Cabala o meno, le mosse del tecnico rossoblù risultano vincenti: la sua squadra prende il controllo delle operazioni sin dall'inizio, colpisce con la precisione di un chirurgo e il cinismo di un killer navigato, per poi abbassare i ritmi e tenere sotto controllo tutto ciò che accade sul rettangolo verde. Il Bologna infatti tiene confinato il Napoli nella sua metà campo per gran parte del primo tempo, con gli azzurri che riescono a varcare la linea di centrocampo praticamente solo al 20'.
Se il Joker di Joaquin Phoenix ci ha insegnato che c'è un punto di rottura in cui la tragedia diventa commedia, la stagione 2023-2024 del Napoli ha varcato quella soglia da parecchio tempo: il penalty fallito da Politano (giunto alla prima vera incursione degli azzurri in quella terra inesplorata che si trova oltre le colonne d'Ercole del centrocampo del Bologna) è solo la ciliegina indigesta su una torta pesante come un mattone che ha solo provocato una potente acidità gastrica. Non ci sono superstiti da questa stagione, se non forse chi come Ngonge è arrivato a nave già in affondamento e con le scialuppe di salvataggio ormai partite. Ngonge che, a dir la verità, si mostra persino volenteroso quando fa il suo ingresso al posto del fatal Politano: il fatto però che l'ex centravanti di un Verona impantanato nella palude della zona retrocessione risulti costantemente il migliore del Napoli fotografa più di qualunque altra parola il disastro operato dai partenopei sotto ogni punto di vista.
C'è solo un dato, numerico, che può dare ancora di più l'effetto di dito nella piaga: siamo alla 36ª giornata di campionato e il Napoli ha totalizzato la bellezza di 51 punti. Insomma, uno solo in più di quanto fatto nella passata stagione, ma nel solo girone d'andata: una squadra che, in pratica, ha giocato solo metà torneo, ma che per gran parte della stagione è stata ferma, bloccata, cristallizzata forse al maggio dell'anno scorso, incurante che nel frattempo il mondo sia andato avanti, frenetico, privo di pietà nei confronti di chi si ferma. Che, da che mondo è mondo, è perduto.
Chi invece ha continuato a correre senza sosta, attento a evitare le buche e gli ostacoli, è stato il Bologna di Thiago Motta: un Bologna autore di un'impresa con pochi eguali nella storia recente del nostro campionato, che oggi festeggia la certezza quasi aritmetica di essere tra le prime 36 partecipanti della nuova Champions League, a 60 anni esatti dall'unica comparsata in Coppa dei Campioni conseguente allo storico scudetto del 1964. Un momento forse nemmeno atteso dall'affezionata tifoseria bolognese, che magari neppure ci sperava, ma un momento che di certo vale la pena vivere sulla propria pelle.
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