Udinese-Napoli (1-1) - Considerazioni Sparse
Il Napoli continua il tour degli orrori, l'Udinese raccoglie un punticino che fa morale in vista dei tre scontri diretti.
Udinese-Napoli, nottata infrasettimanale, 6 maggio che sembra tanto 4 maggio: la scenografia è esattamente identica a quella dello scorso anno, ma è come se in scena si fosse passati dalla compagnia teatrale di Eduardo a una sgangherata messa insieme alla bell'e meglio. Al Napoli, ormai svuotato di ogni obiettivo sportivo (ci sarebbe sempre una qualificazione europea, ma risulta evidente quanto la Conference faccia fatica a scaldare i cuori di chi l'anno scorso guardava tutti dall'alto verso il basso), resta solo il ricordo di sé stessa per salvare quantomeno la faccia come unico, simbolico obiettivo da raggiungere.
Ben più concrete sono le ambizioni dei padroni di casa, alla ricerca di punti preziosi per risollevare una classifica che vede l'Udinese al penultimo posto (in coabitazione col Sassuolo), a tre punti dall'Empoli e con una voragine che si sta velocemente aprendosi sotto i piedi. Per salvarsi Cannavaro cerca di addormentare la partita, assecondando il tono dell'umore ormai depresso dei suoi avversari, e per una frazione di gioco ci riesce: per 45' infatti non si sono visti tiri in porta da nessuna delle due parti in causa, in stallo come durante una lunga partita a scacchi in cui, più che la brillantezza delle difese dei giocatori, predomina l'assenza di acume da parte di entrambi i contendenti.
Una partita senza obiettivi tangibili, unita alle assenze che hanno messo fuori gioco le stelle Kvaratskhelia, Raspadori e Zielinski, spinge Calzona a mescolare le carte, rispolverando calciatori che lentamente sono usciti fuori dai radar come Østigård, Cajuste e l'oggetto misterioso per eccellenza Lindstrøm. La curiosità di vederli all'azione con un minutaggio corposo, come quasi mai è avvenuto quest'anno, è tanta: per loro tanta buona volontà e poco altro. Chissà, magari in altri momenti sarebbe stata magari non sufficiente, ma avrebbe potuto dare una scossa quando l'elettroencefalogramma è stato completamente piatto.
Bisogna attendere il secondo tempo per riscuotere dal torpore il pubblico del Bluenergy Stadium, quando già i primi sbadigli iniziavano a far capolino sugli spalti: è Osimhen, il match winner della storica gara del terzo scudetto, a indirizzare il primo tiro nello specchio di tutta la gara, trovando contestualmente il gol che sblocca il risultato. È proprio Osimhen, quando coinvolto dal resto della squadra, ad animare i suoi, trovando anche una seconda marcatura, pur se annullata per fuorigioco, prima di lasciare il campo per infortunio: un vero peccato, visto che il Napoli non aveva ancora elargito il jolly del redivivo del gol. E così, dopo Cerri e Abraham, stavolta è Success ad approfittare di questa singolare usanza degli azzurri e a trovare la rete. Una rete però arrivata dopo che per due volte Meret si era prodotto in due parate non propriamente facili: un gol, insomma, che l'Udinese ha meritato.
Udinese-Napoli muove poco la classifica: resta sostanzialmente ferma quella degli azzurri, che adesso sono a -5 dalla Lazio attualmente all'ultimo posto buono per la Conference League, anch'essa diventata ormai una chimera. Il passettino in avanti non cambia certo la storia dell'Udinese, né la sua missione: tuttavia, questo pareggio in extremis può donare maggiore consapevolezza nei propri mezzi agli uomini di Cannavaro, alla vigilia di tre scontri diretti decisivi per la A. Una squadra che dunque resta nel baratro, ma che stasera forse trova una radice sporgente a cui momentaneamente aggrapparsi per tentare la risalita, prima che anch'essa si stacchi.
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