Scudetto Inter - Considerazioni Sparse
L'Inter di Simone Inzaghi batte il Milan e conquista il 20° Scudetto nel modo più bello possibile.
Alla fine è davvero arrivata, scontata come una Serie A vinta a fine aprile, inaspettata come solo una vittoria della Pazza sa essere. L’Inter batte il Milan nella stracittadina probabilmente più importante di sempre e si aggiudica la Serie A 2023/2024 e con essa il diritto a cucire sul suo stemma un piccolo corpo celeste in più, la Seconda Stella del 20° Scudetto, uno dei più meritati e indiscutibili degli anni recenti. Il fatto che questa vittoria arrivi nel giorno di un Derby fa passare in secondo piano ogni considerazione tecnico-tattica sulla partita in sé. L’Inter si è dimostrata cannibale anche nel privare i suoi cugini rossoneri dell’ultima possibile soddisfazione e portando a compimento una vendetta spietata contro chi, due anni fa, aveva privato i tifosi nerazzurri di un’impresa incredibile che oggi possono festeggiare meritatamente. Al di là di sfottò e rivalse tra concittadini, il Derby della Madonnina che si tinge di tricolore è solo la ciliegina sulla torta di una stagione straordinaria e indimenticabile, almeno per una metà di Milano.
Il merito di questa vittoria va prima di tutto all’uomo che ha saputo portare una squadra sull’orlo del disfacimento a una finale di Champions League prima e a uno Scudetto da record poi. Simone Inzaghi merita tutti gli onori e le prime pagine dei quotidiani, di domani e dei prossimi mesi. Il trionfo nerazzurro è prima di tutto dovuto alla costanza e alla qualità del lavoro suo e del suo staff tecnico: l’allenatore piacentino si è trovato in questi anni costantemente alle prese con una rosa spesso non funzionale e frenata dai limiti economici di una società in difficoltà, che ha chiesto al tecnico prima di tutto di doversi adattare con resilienza nonostante cessioni, acquisti incauti e problemi di spogliatoio. Inzaghi riesce finalmente a scrollarsi di dosso le "accuse" legate allo Scudetto perso nel 2022 e si afferma, finalmente e meritatamente, come tecnico vincente, il migliore in Italia e uno dei migliori d’Europa.
Inzaghi è stato capace di valorizzare al meglio la rosa a sua disposizione, trovare in maniera costante soluzioni tattiche originali ed efficaci, dare all’Inter un gioco e un’identità immediatamente riconoscibili. Ma tra i suoi grandi meriti c’è anche quello di aver mantenuto calma e fiducia in un ambiente che, nonostante il percorso quasi netto in campionato, ha dovuto affrontare tanti momenti difficili e potenziali scossoni. Gli infortuni in serie di dicembre; i continui assalti alla diligenza da parte di Max Allegri e i giochi retorici da mentalista; l’eliminazione per mano dell’Atletico Madrid negli ottavi di finale di Champions League. L’Inter è riuscita a essere costante, fedele a sé stessa nonostante una lunga serie di shock endogeni. L’enorme distacco che la separa da Juventus, Milan e tutte le altre inseguitrici è la miglior prova di quanto l’Inter sia stata l’unica squadra davvero matura e consapevole dei propri mezzi e dei propri limiti fra tutte le pretendenti allo Scudetto, l’unica in grado di portare a compimento un processo di crescita non ancora concluso.
A sua disposizione Inzaghi ha avuto un gruppo rinnovato per quasi la metà rispetto alla scorsa stagione, quella conclusasi con la finale di Istanbul col City. Ma anche se priva di tanti senatori e indispensabili punti di riferimento, questa rosa ha dimostrato di essere più intelligente, adattabile e pronta a lavorare con un allenatore in cui ha sempre riposto il massimo livello di fiducia. Dall’entusiasmo di Pavard alla mentalità di Frattesi, dal record di reti di Lautaro alle incredibili stagioni di Mkhitaryan e Darmian, dall’esplosione di Dimarco e Thuram alla definitiva consacrazione di Calhanoglu e Bastoni, ogni giocatore nerazzurro ha saputo ritagliarsi il proprio spazio in questo ingranaggio perfetto. La coesione del gruppo e la sua comunione d’intenti hanno permesso alla squadra di entrare in simbiosi con le idee del suo mister e di andare probabilmente anche oltre le proprie possibilità, ancora una volta.
A coronare una stagione indimenticabile, come detto, è arrivato il finale perfetto. La vittoria nel Derby tricolore contro il Milan però sarà solo l’ultima immagine di un’annata fatta di lavoro e costanza ma anche di fiammate ed emozioni incredibili. Il 5-1 nella stracittadina d’andata, le vittorie in casa di Atalanta, Napoli e Lazio, gli straordinari minuti finali di Inter-Verona, la conquista al cardiopalma della Supercoppa, il successo nella sfida scudetto contro la Juventus, le reti allo scadere di Davide Frattesi. Ai tifosi interisti non mancheranno le occasioni per vivere e rivivere di nuovo le tappe di una corsa inarrestabile. Nel frattempo, una volta che si saranno spente le luci della vittoria a San Siro, ci sarà da immaginare l’Inter del futuro, un'Inter che dovrà continuare a vincere, che dovrà confermarsi in Italia e in Europa. Ma comunque vada, sarà un Inter con due stelle sul petto.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.