La supercoppa di Turchia non trova pace
Tutto quello che c’è da sapere sulla notte che ha scosso, ancora una volta, il mondo del calcio turco.
Ancora una volta, il calcio turco torna a far parlare di sé. Ancora una volta, lo fa grazie - o per colpa - della Supercoppa di Turchia.
Questa volta la faccenda si fa ancora più incredibile, perché il Fenerbahçe si è ritirato dal campo durante la finale di Supercoppa di Turchia, per di più nel derby Intercontinentale contro il Galatasaray, che ha festeggiato un trofeo “regalato” dai cugini acerrimi rivali.
Le premesse
A seguito dei fatti di Trabzon, relativi alla rissa giocatori-tifosi avvenuta nel post partita della sentitissima partita tra Trabzonspor e Fenerbahce, la dirigenza dei canarini di Kadikoy hanno reclamato nei confronti dei mavi-blu punizioni esemplari. Ebbene, dopo diversi comunicati, ha annunciato che il club della città del Mar Nero subirà una minima ammenda economica, più l’obbligo di giocare a porte chiuse per quattro gare, contro le sei inizialmente previste. Ma non solo, si erano venuti a creare inizialmente dei profondi dissapori, in quanto la data “partorita” dalla Federazione mal si addiceva agli impegni europei delle squadre turche.
In questo modo, domenica 7 aprile il Fener avrebbe dovuto giocare un derby incredibilmente impegnativo e giovedì 11 sarebbe dovuto andare al Pireo per affrontare un match politicamente non banale contro l’Olympiakos, valevole per i quarti di Conference League. Tenendo bene a mente le vecchie ruggini tra greci e turchi, viene facile capire perché questa sarebbe stata una settimana di calcio molto problematica e forse anche per questo la dirigenza del Fenerbahçe aveva contato sul supporto della Federazione per tutelare gli interessi di una squadra turca in Europa, tra l’altro l’unica rimasta.
L’assemblea generale
Il 2 aprile il Fener avrebbe dovuto prendere al vaglio l’ipotesi di abbandonare la lega – una possibilità minacciata dalla dirigenza nelle scorse settimane – durante l’assemblea dei soci, alla quale hanno partecipato 25 mila persone presso l’Ulker Stadyumu. L’unica ipotesi che si è invece discussa è stata l’idea di far giocare all’Under 19 la finale di Supercoppa, come forma di protesta contro la Federazione. D’altronde, mai come in questa stagione il Fener sembra finalmente tornato a competere per un titolo – attualmente è secondo a due punti dal Galatasaray, con il derby di ritorno alla penultima – e non avrebbe avuto nessun vantaggio a ritirarsi. Insomma, alla fine la scelta è ricaduta su questa protesta inedita. Inoltre, è bene ricordare che il Fener esigesse per la finale, oltre ad un cambio di data, anche un arbitro straniero, forse anche memore dell’ultimo derby giocato, quello dello scorso Natale, finito con una serie di decisioni controverse e una rissa finale che ha coinvolto anche Icardi e Dzeko.
Dal punto di vista strettamente mediatico, questa scelta è stata un trionfo mediatico di Ali Koç, presidente del Fenerbahçe che abbiamo già conosciuto per le proteste che hanno riguardato il primo tentativo di giocare in Arabia Saudita questa stessa Supercoppa.
Dopo l’assemblea, però, le cose non vanno benissimo, anzi. Per tutta la settimana, l’ipotesi di voler giocare con l’Under 19 la finale di Supercoppa genera reazioni divisive: dal più convinto appoggio per la scelta all’idea che il Fenerbahçe, con tutto il suo status, non voglia giocare il derby intercontinentale, regalando, oltre che una vittoria, anche un trofeo ai rivali di sempre del Galatasaray: pura follia. Eppure si arriva a sabato con la convinzione netta che il Fener, effettivamente, questa finale non la giocherà, come anche dimostrato dalle dichiarazioni e dai post su instagram dell’account ufficiale del Fener, che mostra allenamenti con didascalia: “Lavoriamo per la gara con l’Olympiakos di giovedì”, dunque, non si pensa minimamente alla sfida di Supercoppa di Turchia.
L’ennesima Supercoppa problematica
La mattina di domenica 7 aprile, l’Under 19 del Fenerbahçe è impegnata nella gara contro il Giresunspor, valevole per il campionato di categoria. Sempre la mattina, la prima squadra si allena, con Dzeko, Szymanski, e altri ancora che condividono storie sui social intenti nell’allenarsi in vista dell’Olympiakos. Nel pomeriggio inizia a trapelare il fatto che la squadra, con Ali Koç in testa, abbia in serbo qualcosa di sconvolgente, ma con modalità che verranno poi smentite.
L’Under 19 parte per Sanliurfa nel pomeriggio: appare quindi chiaro che giocherà la partita con il Galatasaray. Nel pre-gara Ali Koç non manca di scagliarsi contro i vertici della Federazione – i quali, forse a furia di diverbi, cambieranno il prossimo luglio – e quindi si arriva alla gara con un forte pregiudizio riguardo la valenza effettiva della stessa. Il Gala intanto fa passare un messaggio chiaro: siamo venuti, i nostri tifosi sono qui, vogliamo giocare. Inizia la partita e, dopo neanche un minuto, un lancio in verticale verso Baris Alper Yilmaz viene appoggiato di testa verso Mauro Icardi che incrocia e fa subito l’1-0.
L’argentino non fa in tempo a esultare che i ragazzi del Fenerbahçe vengono richiamati negli spogliatoi, con l’arbitro Bayranslan che prende nota della decisione (controversa ma legittima: si può abbandonare il campo, pena la sconfitta a tavolino, ma senza sanzioni per il campionato), fa terminare la partita e assegna la Supercoppa di Turchia al Galatasaray, che fa partire dei festeggiamenti goliardici e improvvisa una partita titolari contro riserve, per dare un motivo al viaggio compiuto dai tifosi giallorossi.
Che periodo è per il calcio turco?
La Turchia sta vivendo un vero paradosso per quanto riguarda il suo movimento calcistico. Strutture di ultima generazione, impianti favolosi, un’abbondanza di talenti che mancava da anni, ma a livello mediatico e organizzativo sta vivendo un periodo veramente poco felice. Il tentativo di modernizzare un campionato comunque migliorato qualitativamente, che supera molti campionati in Europa (ovviamente non i top 5, pur continuandosi ad avvicinare), deve fare i conti con dei club che vivono di campagne mediatiche contro arbitri, contro altri club e contro nemici immaginari, che fomentano e aizzano frange di tifoserie, che vivono il calcio con una passione incontenibile e per la propria squadra del cuore sarebbero pronti a fare di tutto.
Ci vuole chiarezza da parte dei presidenti, ben vengano investitori stranieri per non vedere scene inquietanti come quelle di Trabzon, che però, tengo a sottolineare, non rispettano per primi i tifosi turchi, che amano il calcio, amano vedere giocare le loro squadre e che ogni volta si devono vergognare per episodi del genere.
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