Dove era nascosto Alex Grimaldo
E come è diventato tra i migliori esterni sinistri in Europa.
In Lessico Famigliare, il romanzo-autobiografia di Natalia Ginzburg, pubblicato nel 1963 da Einaudi, c'è un passo in cui la scrittrice descrive l'avvento della poesia nella sua esistenza di bambina, attraverso le conversazioni dei fratelli Mario e Paola. «Le poesie erano dunque così» scrive Ginzburg con un impeto di nostalgia metaletteraria e poi con dolcezza: «semplici, ma fatte di niente; fatte delle cose che si guardavano.» Il sinistro di Alejandro Grimaldo mi ricorda quella specifica giustapposizione di parole, unite come se fossero connesse da una corda sulla tela di un quadro astratto: il modo in cui colpisce il pallone è semplice, fatto di niente. Eppure ha un piede profondo, dolce, di una dolcezza sensuale.
Grimaldo calcia aprendo l'alettone in una postura innaturale; si piega così tanto sul pallone da finire con il busto all'indietro; colpisce con il piatto come se stappasse una bottiglia, con un suono secco e penetrante.
Nell'ultima partita di Europa League, contro il Qarabag, ha fornito due assist: una parabola dalle proporzioni così armoniche e definite da sembrare opera di Piero della Francesca, per il piattone di Jeremie Frimpong; e un cross eseguito col bisturi, a tagliare l'area piccola per il gol del pareggio di Patrik Schick.
A settembre il suo gol su punizione contro il Mainz era diventato iconico: la firma di uno stilista che modellava le sue idee e le trasformava in un vestito iper-realistico. Grimaldo aveva segnato il gol del vantaggio per il Bayer da una posizione assurda, da cui non vediamo quasi mai i mancini cercare la porta. C'è un motivo che ha a che fare con la coordinazione: calciare dal lato del piede forte è una stortura nella dinamica dei corpi, e riduce l'effetto che anche i più grandi tiratori sanno imprimere alla palla.
Anche se è prevedibile la soluzione che sta per attuare, è difficile contrastare la precisione di calcio di Alejandro Grimaldo. Ed è anche per questo che i guantoni dello sventurato Robin Zentner sono andati a qualche spanna dal piegarsi contro il palo; e così la sua faccia. Nel frattempo, la punizione di Grimaldo si era già infilata alle sue spalle, carica di veleno come un serpente biblico.
Il replay successivo, schiacciato dall'alto e con il punto di vista della curva del Mainz, è agghiacciante: Grimaldo spara un mancino dritto per dritto che ruota all'ultimo, come se avesse calciato un Super Santos e non un pallone professionistico. (Non vorrei essere blasfemo, ma l'ultimo gol su punizione da quella zolla che io ricordi, anche se era più distante dalla porta, lo ha segnato Lionel Messi contro il Liverpool nel 2019.)
Su Youtube uno dei primi video associati al suo nome si intitola "Weird effects" ed è una specie di bestiario del rapporto tra il mancino di Grimaldo e la palla.
È curioso che a 28 anni, dopo otto anni da titolare al Benfica, Grimaldo si sia rivelato come uno dei migliori esterni in Europa. Nel 2015 era stato scaricato dal Barcellona, che lo aveva venduto al Benfica per 1.5 milioni di euro, e quest'estate è stato acquistato dal Bayer Leverkusen da svincolato: chi avrebbe puntato su Grimaldo?
Ha raccontato che è stato Xabi Alonso in persona a chiamarlo, bypassando il direttore sportivo, Simon Rolfes, per rendergli chiaro il suo interesse. Fino a quest'estate in Italia il nome di Grimaldo era stato accostato a Roma e Juventus, due squadre che hanno una carenza perenne di terzini creativi; eppure non se n'è fatto niente: forse per l'ingente cifra di commissione che gli agenti chiedevano – Kicker ha parlato di dodici milioni di euro di bonus alla firma.
O forse perché Grimaldo sembrava uno di quei giocatori finiti in un limbo di grandezza: troppo adulti per crescere ancora, per raggiungere picchi inesplorati del proprio talento, e però contemporaneamente non ancora consacrati.
Quando parla di sé e dei gol su punizione – quest'anno diventati il suo marchio di fabbrica – Grimaldo cita sempre il duro lavoro. Il Bayer Leverkusen ha postato un video delle esercitazioni in cui calcia in porta da fermo, mentre Xabi Alonso lo richiama. Non sentiamo cosa gli dice, ma è piuttosto evidente gli suggerisca come tirare con più effetto. Dopo di ché Grimaldo ferma la palla e le imprime dei giri incomprensibili.
È un'immagine fedele della stagione eccezionale del Bayer Leverkusen, in cui Xabi Alonso ha il ruolo del consigliere, cavaliere Jedi di questo vespaio di ragazzini che vogliono mangiarsi anche i fili d'erba.
Wait for it...
— Bayer 04 Leverkusen (@bayer04_en) March 28, 2024
The @XabiAlonso effect 😎@grimaldo35 | #Bayer04 #Werkself pic.twitter.com/rmEjACCbmS
Al Bayer serviva un esterno con le caratteristiche di Grimaldo, un architetto su cui costruire un telaio di gioco arioso e posizionale. Sulla carta sono lui e Jeremie Frimpong a coprire l'ampiezza nel 3-4-2-1 delle aspirine, ma poi quando il Bayer scende in campo è difficile associare un ruolo statico a ogni giocatore.
Grimaldo oscilla su più altezze diverse nel corso della stessa partita; contro difese chiuse può stazionare a ridosso della linea laterale e bombardare l'area di cross come una vecchia ala degli anni Settanta; oppure affiancarsi, di rado, al mediano che resta basso – Xhaka o Palacios – in prima costruzione.
Xabi Alonso ha lavorato su una squadra fluida quando ha la palla, con poche pattern fissi intorno a cui i giocatori più tecnici possono connettersi. Prendiamo un esempio dallo scontro diretto contro il Bayern Monaco di inizio febbraio, dominato e vinto 3-0. Alle squadre che giocano con un solo centravanti le aspirine si oppongono costruendo con una linea di due difensori centrali.
In questo caso era Piero Hincapie a scivolare verso sinistra, nella zona di terzino, mentre Grimaldo occupava il corridoio intermedio alle spalle del centrocampo del Bayern, per rendere meno leggibili i suoi tagli in profondità.
Per tutta la partita il Bayern ha faticato ad assorbire gli smarcamenti intelligenti di Grimaldo, che sembra citare la celebre clip di Xavi Hernandez che guarda in ogni direzione per ispezionare il campo. Non vorrei sembrare esagerato, ma Grimaldo è uno di quei giocatori per cui userei volentieri la frase un po' abusata: ha gli occhi anche dietro la testa.
E infatti, nell'occasione del secondo gol, è ancora Hincapie a occupare l'ampiezza, con Grimaldo più stretto verso il centro, che chiama l'uno due a Nathan Tella.
E l'inglese quindi deve solo sfruttare il movimento illuminante di Grimaldo dietro Kim e Musiala.
Con un solo passaggio l'esterno spagnolo ha creato un vantaggio di posizioni al Bayer, pur partendo da una condizione di inferiorità numerica.
È interessante notare come Grimaldo, intervistato da The Athletic, rifletta sulle scelte che lo hanno portato a quel gol. «Ho aspettato che Hincapie si sovrapponesse,» ha raccontato, «sapevo che ci sarebbe stato spazio in un sentiero centrale. Si tratta di leggere gli spazi: sono bravo in questo.» Dopo il filtrante di Tella gli è bastato calciare forte sotto la traversa per battere Neuer. Era il secondo gol stagionale contro il Bayern, dopo un bel calcio di punizione segnato all'andata.
«Mi ci sono voluti anni, ma ora sto vivendo il momento migliore della mia carriera» ha detto qualche giorno fa Grimaldo. Nella Bundesliga 2023/24 ha segnato 9 gol e fornito 12 assist; nessun terzino o esterno a tutta fascia in Europa ha statistiche paragonabili a lui. L'azione in cui scappa alle spalle della difesa avversaria e falcia l'area piccola con un cross rasoterra per Boniface o Frimpong è diventata un grande classico della stagione del Bayer.
La tecnica di calcio che contraddistingue i suoi tiri, così come i suoi cross, è mutuata dal modo in cui i lanciatori di baseball piegano le dita dietro la pallina e si chiama knuckleball. A novembre un altro bellissimo gol, stavolta all'Union Berlin, che spiega bene questo effetto imprevisto con cui Grimaldo avvita la palla – tanto che alcuni, nei commenti del video, parlano del top spin, anche se non c'è una racchetta da tennis.
Grimaldo qui raccatta una respinta della difesa dell'Union e si coordina come al solito, inclinando il busto all'indietro: si piega come un arco e infatti il tiro più che calciato in porta appare scoccato. Per il portiere è impossibile riconoscerne l'effetto prima dell'ultimo secondo, quando la palla sta per scavalcarlo. Una perfida illusione che ha mietuto diverse vittime, e che per poco non batteva anche Neuer direttamente da calcio d'angolo. Sarebbe stato forse troppo, il gol olimpico: la cosa che mi atterrisce, però, è che anche stavolta il tentativo di Grimaldo è avvenuto dal lato "sbagliato". Il corner, per intenderci, era a uscire e non a rientrare.
Nel sistema ibrido tra funzionalità e relazionismo di Xabi Alonso, le sfumature che Grimaldo dà alla manovra sono a volte impercettibili. Parte esterno sinistro ma in realtà è uno dei registi nascosti del Bayer – una squadra che ama sviluppare cambiando posizioni di volta in volta, per beccare nei corridoi intermedi e diagonali i due trequartisti, Wirtz e Hofmann. Nel contesto della Bundesliga, poi, la sua intelligenza nelle letture dello spazio è un'arma bianca per la manovra delle aspirine, che aggirano il pressing avversario cullandosi tra i suoi piedi.
È bene ricordare che nelle giovanili del Barcellona è stato lavorato da terzino, ma Grimaldo nasce come centrocampista centrale. Ai tempi della Masìa era «un calciatore di carattere, anche un po' sfrontato» ha detto Gerard Lopez, il suo ultimo allenatore al Barcellona B. «Questo a volte lo faceva sembrare arrogante, ed è una cosa che gli ha fatto male all'interno del club.»
E in effetti non siamo abituati a un giocatore della selezione che noi chiameremo primavera parlare dell'allenatore della prima squadra come Grimaldo parlava di Luis Enrique nel 2015. «Lui non mi ha mai contattato,» aveva detto in un'intervista a RAC1, da capitano del Barça B. «Né io ho qualcosa da dirgli,» aveva poi aggiunto. Qualche settimana fa Grimaldo, ora adulto, è tornato sui tempi del Barcellona, ringraziando il club per la formazione. E poi, con quello che sembra dall'esterno un pizzico di sarcasmo, ha concluso: «Il Real Madrid è un club grande e vincente, chiunque vorrebbe giocarci.»
In pochi mesi a contatto con il campionato tedesco ha fugato i dubbi che alcuni nutrivano in lui. Giocando come esterno di centrocampo sinistro le sue lacune fisiche sono piuttosto mascherate, aiutato dal fatto che il Bayer Leverkusen è spesso la squadra in campo che ha più possesso palla. Essendo il centrale di sinistra alle sue spalle un centrale de iure come Piero Hincapie, che si alza spesso in fase offensiva arrivando a occupare il corridoio di terzino come nell'azione vista prima contro il Bayern, è un altro elemento che ha asciugato il gioco di Grimaldo fino a renderlo libero di pensare solo a scandire gli attacchi della squadra.
Hincapie, non va trascurato, è un difensore possente e capace di coprire tanto campo all'indietro, e spesso difende anche per Grimaldo. In aera il terzino spagnolo ha sempre sofferto un fisico smilzo sulla copertura delle palle alte: si trova più a suo agio in questa posizione di esterno creativo costruita ad hoc per permettere al suo mancino di esprimersi senza particolari sovrastrutture in marcatura. La seconda vita di Grimaldo, che nelle interviste non fa che citare Xabi Alonso come «l'allenatore che avrei voluto avere a vent'anni,» ci racconta bene il successo metodologico del Bayer Leverkusen 23/24. Una squadra che intesse le proprie trame, e sfrutta la diagonalità in uscita e l'impatto verticale dei suoi attaccanti, mettendo al centro la sottigliezza tecnica di alcuni dei suoi giocatori – Grimaldo, Wirtz, e Xhaka su tutti –, cullati in un nido intorno a cui vengono protetti.
Contro il RB Lipsia un altro esempio di come Grimaldo accentri su di sé il peso creativo della squadra anche rimanendo largo. Per accentuare la superiorità numerica contro i due attaccanti del Lipsia, in questo caso, il Bayer costruisce con un 3-2-5 piuttosto scolastico, dove l'ampiezza è garantita dai terzini: Grimaldo a sinistra e Frimpong a destra.
Dopo un laborioso scambio centrale, con il pallone che viaggia da Tah a Stanisic fino a Xhaka...
...Grimaldo viene isolato a sinistra e servito sulla corsa.
Il cross è piuttosto intuibile e il mediano del Lipsia lo intercetta, ma il Bayer Leverkusen quest'anno sembra attrarre la palla con canali di comunicazione sovrannaturale: e allora Gulacsi deve comunque fare gli straordinari sul tiro di Wirtz.
In Bundesliga il Bayer tiene un possesso medio del 66% e difende in alto con spericolatezza: quale habitat migliore per un terzino tecnico e che soffre a stare rintanato nella propria area di rigore?
Grimaldo è alto 170 cm e se guardate le sue statistiche difensive e le paragonate agli altri terzini in Europa uscirete pazzi. È, per esempio, nel 17% degli esterni che vincono meno contrasti, nel 4% di quelli che effettuano meno salvataggi, nel 21% di quelli con meno intercetti. Sono dati che sembrano burlarsi di noi. Eppure rispetto ai pari del ruolo Grimaldo si trova al posto numero uno, secondo Fbref, per:
- Gol non su rigore;
- Assist;
- Tiri totali (2.17 a partita);
- Azioni da tiro create (4.06 a partita);
- Tocchi nell'area avversaria (3.55 a partita).
Non è balzano inserirlo nel casting dei migliori nel suo ruolo oggi, sebbene Grimaldo interpreti il ruolo di esterno con oggettive peculiarità.
Di certo oggi Grimaldo è il terzino più in forma d'Europa, oltre ad essere il più incisivo dell'espressione di gioco della sua squadra. Grimaldo che fa la mezzala, riempiendo lo spazio tra le linee svuotato da Boniface; Grimaldo rifornitore di palloni sempre puliti dalla fascia; Grimaldo che tocca palloni in ogni zona di campo e lo rende così facile da sembrare oltraggioso.
Quando è successo? E perché i grandi club avevano riposto Grimaldo nell'armadio delle cose dimenticate, a cui un po' sei affezionato e che non ti va fino in fondo di buttare? Nessuno aveva bisogno di un terzino fragile nei duelli, ma tecnico come un trequartista?
Che Grimaldo fosse un accentratore di gioco era riconosciuto. Dal 2016 al 2023 ha collezionato, con la maglia del Benfica, 66 assist: il quarto miglior bottino nella storia (!) della Liga Portugal. Si dava per assodata la pulizia del suo mancino ma forse veniva considerato troppo rischioso farlo giocare a quattro in un calcio sempre più atletico, dove anche lo scontro tra laterali è diventata un match di boxe da cui uscire quantomeno vivi.
Forse la realtà è che nessuno aveva l'esigenza o la voglia di costruire dei pattern di gioco che esaltassero le qualità di Grimaldo, riuscendo nello stesso contesto a limitarne i difetti. In poco meno di un decennio vissuto in Portogallo si era fatto degli estimatori, ma non abbastanza: dove sarebbe andato senza l'offerta di Xabi Alonso? È strano pensarci, visto che Grimaldo sta per vincere un altro campionato – il primo nella storia del Bayer – firmandolo con i suoi quadri migliori: e cioè invadendo l'area avversaria con cross avvitati, difficili da leggere per qualsiasi difensore.
Xabi Alonso ha ironizzato sul suo stato di forma, riconducendo la facilità con cui Grimaldo calcia con effetti impronosticabili alla piccolezza dei suoi piedi – porta le scarpe numero 40. La verità è che nessuno si aspettava una stagione così piena dal Bayer e da Grimaldo: a novembre de La Fuente lo ha convocato con la Spagna per la prima volta, e lui ci ha messo pochi minuti per effettuare il primo passaggio chiave.
Ci sono quasi dieci anni di continuità – ha ancora l'aria del ragazzino ma parliamo di un giocatore con 40 partite in Champions League – per arrivare a questo livello: Alejandro Grimaldo è un terzino dal talento artigianale. Anche se ormai la definizione di terzino gli sta stretta.
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