Monza-Roma (1-4) - Considerazioni Sparse
A Monza la Roma di De Rossi continua a correre, confermando la sua straordinaria crescita.
In una prestazione che sa tanto di prova di forza, la Roma schianta con una nonchalance impressionante un Monza reduce da un ottimo periodo di forma. Il palo in avvio di Djuric sembrava volere lanciare le speranze dei brianzoli, che si sono però rapidamente perse nella maglie della ragnatela avversaria; dopo lo scampato pericolo, Ndicka ha preso bene le misure al centravanti serbo, privando il Monza della sua scorciatoia per risalire il campo e acuendone le difficoltà in uscita. La Roma ha preso abbastanza presto il controllo delle operazioni, gestendo pallone e tempi di gioco con pazienza in attesa dell'1-2 micidiale firmato Pellegrini e Lukaku che ha portato a ipotecare la pratica dopo appena 45'.
Forte di una posizione in classifica tranquilla, molto più vicina alla zona Europa che a quella salvezza, Palladino sta lavorando per cambiare pelle al suo Monza, con la volontà di aumentare il ventaglio di soluzioni offensive. Dopo l'esperimento (non esaltante) di Gagliardini al centro della difesa per aumentare la qualità della costruzione bassa, nelle ultime giornate la squadra è stabilmente passata a 4. Se da un lato la ricerca delle catene di fascia -soprattutto quella destra dove un Colpani à la Dybala si accentrava per lasciare spazio alle galoppate di Birindelli- ha funzionato e a sprazzi ha creato difficoltà alla difesa avversaria, dall'altra parte la minore densità nella zona centrale ha consentito alla Roma di esaltarsi nelle combinazioni strette tra i suoi giocatori di maggiore qualità.
Non a caso nella ripresa il Monza torna a 3 e prova a riaprire i giochi contro una Roma maggiormente guardinga. De Rossi fiuta il pericolo e replica il cambio tattico del collega con l'ingresso di Smalling. Da quel momento i giallorossi ritrovano equilibri e distanze vanno in scioltezza, trovando prima la gemma di Dybala e poi il suggello di un Paredes galvanizzato dalla ritrovata centralità. Impressionante, ancora una volta, la prova del capitano Lorenzo Pellegrini; non è certo sorprendente notare che, da quando è stato riportato in un contesto che esalta le sue qualità con il pallone, ha messo in fila 5 gol e 3 assist nelle ultime 9 partite.
De Rossi ha schierato probabilmente l'11 migliore a disposizione in questo Monza-Roma, senza pensare già al Brighton, e la scelta lo ha ripagato. In una squadra che sembra avere già meccanismi ben oleati, oggi si è vista anche una decisa crescita nella costruzione dal basso, impreziosita dalle avanzate progressive di Mancini e dalle qualità da regista occulto di Angeliño. Se la prestazione di Lukaku, preziosissimo nel lavoro spalle alla porta per aprire spazi ai compagni, è stata finalmente positiva, merita una menzione speciale la prova del subentrato Celik: finito quasi ai margini, la prestazione impeccabile che ha fornito oggi pomeriggio nel momento del bisogno è la testimonianza più lampante che in questo momento tutti i giocatori si sentono coinvolti e partecipi ai destini della squadra.
Il 16 gennaio la Roma era una squadra sull'orlo della crisi di nervi, con una media punti imbarazzante (29 in 20 partite), piena di giocatori sfiduciati e apparentemente non in grado di giocare un calcio propositivo. Impressionante come Daniele De Rossi sia riuscito a stravolgere questo quadro in appena un mese e mezzo, nel quale sono arrivate 6 vittorie su 7 match di campionato, il rilancio della per un posto in zona Champions che sembrava un miraggio, il passaggio del turno in Europa League e in generale tante prove convincenti. Quello che colpisce di più è che squadra gioca un calcio radicalmente diverso dal passato, con tanti giocatori ritrovati (Pellegrini e Paredes su tutti); non possono non saltare all'occhio sia la rapidità con cui sono stati assorbiti i nuovi principi che la fiducia con cui vengono messi in pratica. La Roma oggi sembra un caso da manuale per infastidire i sostenitori della teoria che l'allenatore e le idee incidano poco sui destini di una squadra.
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