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Wembanyama
, 27 Febbraio 2024

Il futuro di Victor Wembanyama è adesso


La stagione da rookie di Wembanyama a San Antonio è già storia.

L’NBA è strana se guardata da fuori. Il peggior risultato per una franchigia è l’essere mediocre: se la tua classifica, supponiamo, è tra il 10° e il 12° posto nella Conference, può significare che stai risalendo dal fondo oppure che a quel fondo ti stai avvicinando pericolosamente. In entrambi i casi, però, non vuol dire che il tuo futuro a breve termine sia compromesso. È compromesso, invece, se quella classifica la conosci da 2-3-4 anni di fila: hai spremuto il massimo dal nucleo a tua disposizione, non sei riuscito a costruire nulla che ti permette di uscire da quel limbo di mediocrità. E allora puoi solo smantellare tutto e ricominciare da capo. È quello che stanno facendo i Toronto Raptors, quello che faranno in questa off-season i Chicago Bulls e che hanno fatto qualche anno fa i San Antonio Spurs. In realtà, gli Speroni sono anche stati costretti ad agire così dai ritiri di Parker, Ginobili e Duncan e dal voltafaccia di Leonard, che ha disertato il suo commitment all’ombra dell’Alamo. Siamo arrivati allo scorso Draft, alla prima scelta ottenuta tramite tanking sfrenato, e alla venuta di Victor Wembanyama.

Venuta. Chiunque si sia imbattuto anche solamente in alcune delle sue centinaia di highlights può dire di essere stato testimone della storia NBA: un bipede così non si è mai visto. L’anno scorso potevamo già apprezzare le sue qualità direttamente dal League Pass NBA: la lega ha acquistato i diritti per trasmettere le partite dei Metropolitans 92, consapevole del talento di questo ragazzo, la “next big-thing” dopo Lebron James. Proprio James ha definito Wembanyama “non un unicorno, bensì qualcosa di più simile ad un alieno”: un ragazzo di 20 anni con queste dimensioni fisiche non è comune.

224cm di altezza, 243cm di apertura delle braccia, una quantità di superficie coperta indescrivibile: si dice “spegnersi la luce” per descrivere una situazione oscurata, un’azione che poteva essere ma che non sarà, ecco questo è Victor Wembanyama. Non deve sorprendere che conduca la lega per stoppate di media a partita (3.3, 0.6 in più di Brook Lopez), e che abbia già messo a referto una tripla doppia con le stoppate contro i Raptors. Wemby è stato solo il quinto nella storia a farlo. I 4 prima di lui? Kareem Abdul-Jabbar, Hakeem Olajuwon, Ralph Sampson e David Robinson.

Concede una percentuale di 54.2% nelle conclusioni al ferro - 9° in NBA tra i giocatori con almeno 25' di media a partita, dietro a protettori d’élite come Rudy Gobert o Evan Mobley ma davanti a Brook Lopez, in una filosofia come quella di Milwaukee che invita gli avversari a tirare da tre punti o, appunto, ad andare a segnare da sotto. Non è da pensare che le sue misure abbiano come diretta conseguenza un tiro stoppato o ben difeso al ferro: segugi del parquet come Luka Doncic o Nikola Jokic stanno costruendo una carriera sullo sfruttare questi istinti negli avversari, attaccandoli con finte e uso del perno che causano nei malcapitati parecchia frustrazione e labirintiti difficilmente risolvibili.

I soli 95kg non gli permettono di difendere fisicamente contro centri più strutturati, maggiormente abili a usare il proprio corpo per guadagnare spazio e avvicinarsi così di prepotenza al ferro. Nella recente partita giocata dagli Spurs contro i Lakers, il coach di L.A. Darvin Ham ha cavalcato frequentemente l’attacco 1 contro 1 lontano dal canestro da parte di Anthony Davis, costringendo Wembanyama a commettere falli e a consegnare il pitturato al campione NBA 2020.

Sempre nella partita con i Lakers, Wemby ha avuto la rivincita in attacco, mettendo a referto la prima gara da 5x5 (almeno 5 in punti, assist, rimbalzi, palle rubate e stoppate) dal 2019 e diventando il giocatore, con 30 minuti e 55 secondi giocati, a completare il tabellino nel minor tempo.

È nella fase offensiva, non a caso, dove ha registrato i più importanti miglioramenti. Anche solo a livello statistico – togliendo le sole quattro partite giocate nel mese di ottobre – da novembre a febbraio è migliorato in qualsiasi categoria, a cominciare dalle percentuali dal campo e da tre punti.

Quando si parla della stagione 2023-2024 degli Spurs bisogna fare una distinzione: pre e post esperimento Jeremy Sochan come playmaker. Coach Popovich, sia per testare sia le capacità del #10 come distributore di palloni che per evitare di dare in pasto Wemby ai lupi da 210+ cm che popolano i pitturati della lega, ha iniziato le prime 19 partite della stagione con Sochan playmaker, Wembanyama da ala grande e Collins da centro, con quest’ultimo incaricato a lottare a centro area e a prendersi le spallate/gomitate al posto del neo arrivato.

Il risultato è stato un fragoroso disastro: spaziature inesistenti, Sochan e Collins senza un tiro da tre affidabile, area congestionata, ricerca di spazi per il resto del quintetto dove questi mancavano. In questo lasso di partite, Wembanyama ha tirato con il 42% dal campo e il 26% da 3 punti; il rapporto assist-palle perse è stato 0.872; gli Spurs concedevano agli avversari il 39% da 3 punti, il 54% da 2, 121,5 punti di media a partita, -13,1 di differenziale medio a notte. Riassumendo, un colabrodo.

Con il passare delle partite e la consapevolezza che perseverare è diabolico, l’esperimento Sochan playmaker è stato definitivamente accantonato. Tre Jones è stato inserito nel ruolo di gestore del pallone, Sochan stesso è stato spostato ad ala grande, Wembanyama a centro e Collins panchinato. Il cielo si è improvvisamente schiarito.

Per dare un’idea:

  • quintetti con Collins-Sochan-Wembanyama: 270' in stagione, 99 di OffRtg, 115.1 di DefRtg;
  • quintetti con Jones-Sochan-Wembanyama: 482', 110.5 di OffRtg, 109.2 di DefRtg.

Con questi aggiustamenti, le possibilità si sono di colpo ampliate, la squadra ne ha beneficiato nel suo insieme e le percentuali della prima scelta allo scorso draft ne sono prova. Se a novembre viaggiava con il 43.3% dal campo, a febbraio è passato al 47.5%. Se a novembre tirava con il 27.3% da tre punti, a febbraio ha convertito le triple con il 38.8%.

A inizio stagione, se Wembanyama si accontentava del tiro pesante o si prendeva una conclusione fuori equilibrio dalla media distanza, puntualmente faceva andare a sud le sue prestazioni. Con lo spostamento a centro, invece, il terreno che calpesta è differente: ha più margine di manovra, i pericoli che in potenza può creare sono più alti e più dannosi, sia in orizzontale - spaziandosi - che in verticale - ricevendo e schiacciando lob - costringendo il difensore ad ammirare le movenze di un corpo così lungo e allo stesso tempo stranamente fluido.

Paradossalmente, anche i compagni hanno dovuto prendergli le misure a inizio stagione: un giocatore così alto e atletico non si era mai visto. Spesso non riconoscevano le possibilità di alzata, non vedevano una linea di passaggio che veniva creata unicamente dalla presenza dell'alieno in maglia #1.

La varietà con cui Wembanyama riesce ad assemblare gli attuali 21.0 punti di media è clamorosa per un giocatore al primo anno nella lega: coach Popovich ha ribadito come il francese “ha un quoziente intellettivo molto alto, capisce il gioco in modo intuitivo, gli spieghi qualcosa e subito lo capisce.”

L’area forse più sbalorditiva del suo gioco, quella in cui è migliorato primariamente e più in fretta, contro ogni aspettativa, sono gli assist. Ha avuto una crescita mensile in questa categoria difficilmente descrivibile se non si guardano le sue prestazioni: il passaggio dai 1.5 di media ad ottobre ai 4.2 di media a febbraio mostrano solamente parte della sua intelligenza cestistica, ovviamente sopra la media. L’abilità di portare palla e iniziare l’azione dopo aver catturato un rimbalzo difensivo è quantomai peculiare visti i 224cm che si porta in giro. L’utilizzo degli inverted pick&roll sfruttando le skills contro un lungo meno performante è decisamente singolare da vedere. I no-look per il playmaker con una semplicità e un tocco sublimi sono onestamente inspiegabili.

Con il passare dei mesi sembra che il gioco gli stia arrivando sempre più: Wembanyama non forza per mettersi in partita, si avvale solamente delle sue capacità, potenzialmente uniche. Il contesto attuale dei San Antonio Spurs non permette di puntare ai Playoffs già in questa stagione, tuttavia consente a Wemby di giocare regolarmente mettendo fieno in cascina per gli anni a venire.

Perché gli Spurs sanno che la grandezza si costruisce passo dopo passo, partita dopo partita, minuto dopo minuto. E riconoscono che hanno tra le mani una pepita d’oro. Victor Wembanyama, la prima scelta allo scorso draft, è pronto a prendersi l’NBA. Non oggi, non domani, ma se la prenderà. Statene certi.

  • Classe '96, cresciuto con la Mamba Mentality e molte aspettative, troppe. Scandisce la giornata tra una partita di NBA e una di NFL.

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