Test F1 Bahrein - Considerazioni Sparse
Si è conclusa in Bahrein la prima e ultima sessione di test prestagionali di F1: Red Bull ancora più inavvicinabile?
Nella 3 giorni di test F1 pre-stagionali nel deserto arabico, dove si disputerà il primo Gran Premio della lunga serie di quest’anno, nonostante gli evidenti progressi della Ferrari, è, ancora una volta, la Red Bull a prendersi la scena. Il trend tecnico assolutamente devastante sembra essere confermato, soprattutto quando a guidare c'è il campione del mondo Max Verstappen. La nuova RB20 è l'ennesimo capolavoro progettuale di Adrian Newey, riuscito a migliorare e affinare quella macchina che sembrava già aver raggiunto una perfezione e consistenza difficilmente superabili. Già dalla presentazione, le sue linee hanno reso obsolete e superate tutte le altre anche all'occhio meno tecnico. La conferma poi, è arrivata già dai primi km dei test F1 sulla pista di Al-Sakhir, sia sul passo gara, regolare e costante, quanto sul giro secco. L’attesa protagonista ha sì dimostrato di possedere un potenziale enorme, ma ha, in alcune occasioni, dimostrato una certa difficoltà di adattamento. Se la nuova astronave di Newey sembra cucita addosso a Verstappen, Checo Perez è sempre apparso più in affanno nel trovare il limite della propria auto.
Tutti attendevano il responso dalla nuova Ferrari, chiamata a correggere gli errori di base del progetto 2023. Vedendo la nuova Sf24 alla presentazione, non pochi hanno storto il naso. Sarebbe stato lecito aspettarsi una macchina diversa, forse più simile alla Red Bull, di sicuro non allineata al concetto progenitore. Dall’esterno, definire carichi di carburante e piani di gestione gomme, rendono difficile un giudizio tecnico esaustivo, ma, dalle immagini televisive, la Sf24 ha dato l’impressione dai primi giri dei test F1 di essere una monoposto relativamente semplice da mettere a punto, dimostrando un comportamento neutro che piace ai due piloti. Entrambi, infatti, hanno avuto un buon feeling da subito, esattamente il contrario di quello che succedeva con la SF23, bocciata sin dai primi giri di pista e capace di recuperare una certa competitività solo nella seconda parte di campionato. La sensazione iniziale, dati alla mano, non può che essere positiva: si parte dal fatto che sostanzialmente le figure chiave del reparto tecnico sono rimaste invariate rispetto agli anni precedenti, dimostrando che la gestione Vasseur ha trovato nelle procedure e nelle metodologie interne le due condizioni da correggere per poter ricostruire successivamente la squadra corse. Un segnale estremamente positivo arrivato dai tecnici, messi sul banco degli imputati come responsabili dei progetti fallati degli anni passati ma, a loro discolpa, gravati da una costante pressione generata dalla continua ricerca di nuove nuove figure chiave. Estremamente importante, se non essenziale, sarà il corso degli sviluppi che saranno proposti durante la stagione dopo i risultati dei test F1.
Note positive sono arrivate anche da McLaren, confermando il trend della seconda da parte di stagione scorsa. A formare la squadra ci sono Lando Norris, sempre di più il pilastro del team e all'ardente ricerca della prima vittoria in carriera, e Oscar Piastri con ormai un anno di rodaggio più che soddisfacente. Fattore determinante sarà Andrea Stella, orgoglio per il motorsport italiano, a conferma di avere intrapreso una linea guida assai concreta. In casa Mercedes, pur non essendo entusiasmante, l'inizio è stato discreto. Sarà curioso vedere che apporto allo sviluppo potrà dare Hamilton, mentre Russell avrà il gravoso compito di acquisire le redini di futura prima guida del team. La nuova W15 appare una logica evoluzione di un concetto aerodinamico molto complesso e ardito ,che non sembra, però , poter rinverdire i fasti delle prime turbo ibride tedesche. Sorrisi, invece, in casa Visa Cash, la vecchia Alpha Tauri: la vettura, beneficiando di un pacchetto in buona parte donato dalla sorella maggiore RB, ha dimostrato un buon ritmo e solidità, con un ritrovato Ricciardo, apparso in ripresa fisica, e con uno Tsunoda consolidato. Il team si presenta gestionalmente rinnovato, con Mekies a prendere il controllo da team principal dopo l’esperienza maturata in Ferrari.
Chi appare in difficoltà è l’Aston Martin, che partiva con aspettative sicuramente molto alte dopo la strabiliante prima parte di stagione scorsa con Alonso. Probabilmente, il calo avuto nelle ultime gare si è protratto anche nel nuovo progetto, sul cui giudizio pesano, e non poco, le parole poco gratificanti del campione spagnolo, sempre diretto nella valutazioni. Sarà intrigante valutare la stagione di Stroll, più volte dato per partente dal team di famiglia e ormai evidentemente stufo di mettersi tuta e casco da pilota. Con Williams si ha una situazione in linea di massima stazionaria: il vero obiettivo del team inglese è arrivare stabilmente nelle zone a ridosso il decimo posto per sfruttare le occasioni da punti, optando, come ormai da anni, per una collaborazione tecnologia con Mercedes, che le cede il retrotreno intero e il gruppo PU. Albon, corteggiato anche da grandi team, rimane caposaldo del team, mentre Sargeant deve mostrare segnali di crescita. Aria nuova in casa Sauber, che, persa la titolazione Alfa Romeo, apre una fase transitoria verso l’ingresso dell’ Audi nel 2026, riconfermando in toto la lineup di piloti, Bottas e Zhou, ma soprattutto, di Alessandro Alunni Bravi come team principal. La vettura par estremamente basilare, si punta più sull’affidabilità di utilizzo che sulle prestazioni. Note dolenti arrivano da Alpine e Haas: i francesi pagano un’instabilità di management, con il siluramento di Szafnauer che sicuramente ha influenzato l’ultimo progetto, apparentemente plafonato e poco competitivo. Il futuro di Ocon che di Gasly sembra essere seriamente a rischio, due piloti senza apparenti prospettive diverse da quelle dalla compagine transalpina. Stessa sorte sembra aleggiare sul team americano, che, sostituito Steiner, è rimasto arenato sulle ultime posizioni. È sicuramente un’occasione persa per tutto il circus la bocciatura del team Andretti all'iscrizione al nuovo campionato, specialmente se paragoniamo il bagaglio tecnico sportivo che avrebbe potuto offrire rispetto al team di Kannapolis.
In sintesi, la nuova stagione parte da una certezza: la Red Bull, come sempre, è al top. In seconda fila, insieme a Mercedes e McLaren, le Ferrari sembrano avere trovato molte risposte e rimedi ai difetti congeniti di gestione gomme. Un po’ più indietro Aston e tutti gli altri. In linea di massima, quindi, un tendenziale proseguimento del finale di stagione scorso. C’è da dire, come sottolineato, che le prove vanno prese tenendo conto delle variabili e delle simulazioni seguite da ogni team. La sensazione, comunque, è di aver assistito ad un evidente passo avanti Ferrari, così come sembra doveroso evidenziare le difficoltà Alpine, soprattutto in proporzione agli investimenti fatti dal Ceo italiano, Luca De Meo. Il fattore discriminante, ancora una volta, sembra essere sempre quello del genio Newey, il quale dimostra sempre di più una capacità di sviluppo eccezionale, stabilendo lo stato dell’arte per tutti. L'unico, apparente, problema per il team austriaco, è la questione legata a Christian Horner, che potrebbe portare a un clamoroso ribaltone interno alla squadra. Con tutte le conseguenze del caso, anche qualche possibile clamorosa uscita dei fedelissimi.
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