Fiorentina-Lazio (2-1) - Considerazioni Sparse
Contro la Lazio di Sarri e la sua Aquila, la Fiorentina risorge come l'araba fenice.
Partita da cuori forti e dal risultato bugiardo quella del Franchi. E non perché la Lazio meritasse qualcosa di più sul campo (nonostante l'occasione con brivido al 94'), quanto piuttosto perché la Fiorentina sembra giocare una gara prima di tutto contro sé stessa, mostrando tutto il meglio che può offrire ma sbattendo frequentemente contro i pali (saranno quattro in totale) e il solito, mai sufficientemente apprezzato Provedel. Dopo troppi passaggi a vuoto in questo 2024, la Viola risorge e trova una vittoria pesante contro una Lazio titubante, ritrovatasi quasi per caso in vantaggio ma apparsa in balìa dei venti per tutti i 90 minuti.
La risposta di Italiano alle preoccupazioni sulla sua Fiorentina estremista e sbilanciata in avanti è fin troppo chiara: contro la Lazio si presenta con un 4-1-4-1 a trazione anteriore, dove l'"1" è Arthur rimesso in cabina di regia e i "4" sono la linea di trequartisti Sottil-Bonaventura-Gonzalez alla quale si aggiunge Beltran, sempre più chiamato a calarsi nel ruolo di collante tra centrocampo e attacco. Scelte all'apparenza insostenibili, mirate a far convivere in campo tutta la qualità possibile a disposizione, ma che la Fiorentina regge con un atteggiamento encomiabile in non possesso, per attenzione e disciplina tattica. Sarri da par suo deve gestire gli acciacchi da triplo impegno: opportunità (sprecata) per Isaksen, e si rivede Casale in mezzo alla difesa. Prova molto condizionata dagli episodi la sua, tra un gol salvato sulla linea e un rigore provocato.
La Viola in questa veste così ambiziosa macina gioco e soprattutto occasioni (due pali nei primi 20 minuti) dando l'impressione di aver risolto almeno in parte i suoi problemi di pericolosità negli ultimi 30 metri. Ma la Fiorentina non è solo spavalda in avanti, ma è organizzata tanto nella sua prima costruzione quando nella sua prima pressione. Tanti cambi di posizione e riferimento in possesso, sempre corta nel portare pressing levando alla Lazio linee di passaggio insidiose. Gli uomini di Sarri non sono lucidissimi nei movimenti corali, e soprattutto faticheranno per tutta la gara ad alzare il baricentro, per la poca precisione nel palleggio - complicato dai ritmi dei viola - e per la difficoltà a prendere i giusti riferimenti sugli avversari.
Come nel più classico dei contrappassi, dopo tante occasioni fallite dalla Fiorentina è la Lazio a portarsi in vantaggio allo scadere del 1° tempo, con un banale ma efficace duello vinto sul rilancio di Provedel che lascia la aperta la difesa gigliata. Immobile imbuca, Guendonzi rifinisce e Luis Alberto insacca. Film già andato in replica più volte al Franchi - spesso proprio contro la Lazio di Sarri - e dalla sceneggiatura che sembrava annunciata, con il contraccolpo emotivo dei viola e la bilancia emotiva della gara ora a favore dei biancocelesti. Non sarà così, ed è questo forse l'aspetto più importante per i toscani in questa vittoria.
Sarri nonostante il vantaggio lascia trasparire coi i cambi all'intervallo la poca soddisfazione per il primo tempo dei suoi, ma sarà dalla panchina che troverà risposte. Alla Fiorentina l'inerzia non sfuggirà mai, pur in una partita che sul piano psicologico è una scalata dell'Everest, considerando che sull'1-1 Gonzalez dal dischetto prende l'ennesimo palo della gara per l'ennesimo rigore fallito dai gigliati negli ultimi due mesi. Il pari arriva dall'uomo meno atteso sottoporta, il classe '04 Kayode al primo gol (ma all'ennesima prestazione maiuscola) in Serie A, la vittoria arriva dal ritorno sul tabellino dei marcatori di Jack Bonaventura (settimo gol in campionato). E se forse la corsa Champions per la Fiorentina è oramai compromessa nonostante il sorpasso proprio sulla Lazio, dopo quasi due mesi di sofferenze Italiano ritrova vittoria, sorrisi e soprattutto soluzioni e risposte giusti dai suoi uomini più preziosi, per un finale di stagione ancora tutto da scrivere.
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