Fiorentina-Roma (0-1) - Considerazioni Sparse
Al termine della Prima Fase della Serie A, fermare la Roma capolista appare troppo complicato per chiunque.
Era prevedibile che la Fiorentina avrebbe adottato un approccio molto speculativo per affrontare la Roma, lasciando il possesso alle giallorosse e pensando soprattutto a intasare gli spazi davanti alla propria porta, per poi colpire sulle transizioni. La stessa scelta di Hammarlund titolare - centravanti dalla grande fisicità ma con uno score realizzativo modesto - al posto di Janogy, e con Miriam Longo spesso dirottata sull'esterno per comporre un 4-4-2 in non possesso, diceva molto su come De La Fuente pensasse di puntare forte sulla risalita diretta del campo, senza nutrire ambizioni di trovare soluzioni con il palleggio. Tuttavia, soprattutto nel primo tempo, le viola sono rimaste soffocate dal rapido giropalla romanista, e la tendenza del blocco basso a scollarsi dalla prima linea di pressione ha portato a una serie di faticosissimi 1vs1 sugli esterni, dove Haavi soprattutto ha avuto spesso gioco facile contro Eržen. Le sfuriate della norvegese sulla sinistra sono state ingestibili, mentre il resto del pacchetto difensivo ha sofferto gli interscambi di posizione tra Viens e Giacinti, con Giugliano più che mai dominatrice dei mezzi spazi nella sua veste di mezzala creativa;
Difficile dare a Cesare quel che è di Cesare quando in campo ci sono più giocatrici meritevoli di elogi rispetto alla prestazione (anche se magari il CT norvegese potrebbe non vederla in questo modo).
Da Giugliano a Haavi, passando per Viens e il subentro sempre molto frizzante di Pilgrim, ancora una volta va sottolineata la partita maiuscola di Elena Linari. Attribuire al singolo i meriti di un’intera squadra non è mai un fatto elegante, eppure è impossibile ignorare l’esistenza di una Roma con e senza la numero 32. Contro la Fiorentina, è bene dirlo, i dati sono ancora una volta importanti per supportare la nostra tesi: 100% di duelli vinti, 4 intercetti, 86 palloni giocati e 71 passaggi completati con un’accuratezza del 91%. Nessuna giocatrice in campo ha giocato così tanti palloni e completato così tanti passaggi;
Contro la fluidità posizionale e la superiorità tecnica e anche numerica a centrocampo della squadra di Spugna, De La Fuente ha avuto poco da offrire per correggere la rotta una volta in svantaggio. La mossa migliore, quasi scontata, è stata l'inserimento di Janogy in avanti - peraltro subito pericolosa, in uno dei rari squilli delle gigliate - e di Jóhannsdóttir in mezzo al campo, cercando più qualità e più gamba per provare a risalire il campo. Se nella ripresa la Fiorentina ha effettivamente alzato il baricentro, l'ordinato pressing della Roma ha sempre disinnescato ogni tentativo delle viola di provare ad accendere Boquete e Catena. Anzi, gli spazi più ampi concessi dalle Viola sulle transizioni hanno dato ulteriori opportunità alla Roma di cogliere il 2-0;
Alla fine, il risultato è rimasto in bilico solo per la discreta quota di imprecisione delle giallorosse alla conclusione, oltre che per la prova maiuscola di Schroffeneger stratosferica tra i pali. Eppure, l'episodicità tipica del calcio rischiava di creare un grosso imbarazzo alla Roma, ritrovatasi nel finale a subire un po' di forcing da parte della Fiorentina, squadra che rispetto al passato sembra aver fatto lo step in avanti proprio per la capacità di restare aggrappata al flusso della partita. Infatti al 93' Ceasar, inoperosa per tutta la gara, ha dovuto mettere al sicuro il risultato con un grande intervento sulla zampata ravvicinata di Jóhannsdóttir;
Senza nulla togliere all’incredibile stagione di Katja Schroffenegger, oggi è più che mai necessario parlare dell’intervento provvidenziale di Camelia Ceasar allo scadere del recupero. Con una difesa come quella della Roma, che in campionato difficilmente concede alle avversarie il brivido del gol, diventa più che mai essenziale farsi trovare pronte nei momenti cruciali. Ed è quello che Ceasar, chiamata poche volte in causa durante il match contro la Fiorentina, ha fatto con quell’intervento-ninja su Jóhannsdóttir. Un gol del genere è più facile farlo che sbagliarlo, anche se in questo caso va detto che la giocatrice viola ha fatto tutto ciò che poteva fare e il merito dell’occasione bruciata è solamente di Camelia Ceasar: una parata che oggi non significa solo tre punti, ma significa anche (alla luce della sconfitta dell’Inter nel Derby) qualificazione in Champions con otto turni d’anticipo.
Queste considerazioni sparse sono realizzate in collaborazione con Ceretta, pagina sul calcio femminile curata da Valentina Forlin.
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