Manuela Giugliano è un dieci perfetto
Nella Roma, la centrocampista della nazionale sta mostrando al mondo la sua classe e il suo carisma.
È metà novembre e a Monaco la Roma fa il suo esordio stagionale nei gironi di Champions League. Il clima è freddo, rigido, non il tipico romano insomma. L’esordio non è certo morbido contro il Bayern Monaco, campione di Germania in carica, che negli ultimi cinque anni ha giocato due volte le semifinali di e tre volte i quarti di finale di Champions. Manuela Giugliano è la numero 10 della Roma.
La Roma, sulla carta, parte svantaggiata, anche solo per esperienza in questa competizione, visto che la prima partecipazione al torneo per le giallorosse è avvenuta solo la scorsa stagione, raggiungendo i quarti di finale. Già dai primi minuti il Bayern prende in mano la partita, la Roma accetta il possesso del Bayern e aspetta arroccata in difesa. Dopo 20 minuti, da una punizione sulla trequarti giallorossa, il Bayern passa in vantaggio con un guizzo di Damnjanović che, forse in fuorigioco ma nei gironi di Champions femminile non c’è il VAR, anticipa di quel mezzo secondo Ceasar infilando il gol del vantaggio. La partita non cambia e il Bayern continua a controllare il gioco. La Roma rimane a osservare il possesso delle bavaresi aspettando l’attimo per ripartire. Le occasioni per pareggiare, alla Roma, non mancano, ma non sembrano così pericolose come quelle delle bavaresi e infatti negli ultimi secondi del primo tempo un tiro a limite dell’area di Naschenweng colpisce Linari e porta il risultato sul 2-0: la partita sembra ormai indirizzata.
Nel secondo tempo la Roma reagisce e si impone di giocare come sa fare, cerca di più il controllo della palla e ha meno paura di subire dal Bayern. Le giallorosse iniziano a premere. Verso il 57’ Minami intercettando un passaggio in verticale di Stanway, pressata da Giugliano, serve subito Kumagai che, di prima, passa la palla alla numero dieci anticipando di un tempo di gioco il rientro delle bavaresi, mal posizionate ed esposte al contropiede giallorosso. Giugliano, mentre Kumagai riceve la palla, gira la testa e osserva rapidamente come sono disposte le compagne davanti: questa sua caratteristica le permette di essere avanti nel gioco quel lasso di tempo sufficiente a cogliere le avversarie impreparate.
Infatti, non appena Giugliano riceve palla la fa scorrere leggermente e, di prima, serve Viens con un filtrante perfetto. La canadese è sola al limite dell’area, ha a disposizione un tiro pulito e segna, accorciando le distanze. La Roma ci crede e cerca il pareggio, infatti al novantesimo Viens dalla fascia destra effettua un cross rasoterra trovando all’altezza del dischetto del rigore Giugliano, inseritasi perfettamente e pronta a tirare. La portiera Grohs respinge il piattone della numero dieci, ma la palla rimane nell’area piccola e al secondo colpo Giugliano trova l’angolo giusto tra il piede di Grohs e il palo: la palla è in rete, 2-2. L’istantanea di Giugliano a braccia aperte sotto il settore ospiti è iconica.
Per la sedicesima giornata di regular season la Roma va in trasferta a Napoli. La crisi di inizio 2024 sembra essere rientrata e anche i risultati non fanno che confermarlo. Nonostante l’uscita dal girone di Champions, le giallorosse vincono nettamente lo scontro diretto contro la Juve portandosi a più otto dalle bianconere e, senza troppi problemi, ribaltano, con un secco 3-0, la partita di andata dei quarti di finale di Coppa Italia, persa per 2-0 proprio contro le partenopee. Il Napoli in campionato non ha ancora vinto e la Roma ha perso solo contro l’Inter, vincendo poi tutte le altre partite. Dopo poco più di un minuto arriva il primo segnale che per la squadra di Spugna sarà un pomeriggio tutt’altro che agevole.
Dopo una triangolazione molto bella da parte del duo d’attacco Lázaro-del Estal, quest’ultima si ritrova da sola davanti a Ceasar. La portiera giallorossa esce in maniera goffa e tenta una scivolata disperata e impacciata, addirittura con la gamba alzata, commette fallo ed è calcio di punizione per il Napoli. Per sua fortuna Di Guglielmo è andata in diagonale dietro di lei e quindi verrà solo ammonita. La Roma prova a chiudere la partita in fretta. La prima occasione è sui piedi di Giacinti, servita da un passaggio illuminante di Giugliano che taglia in due le linee di centrocampo e difesa del Napoli, arroccate al limite dell’area di rigore, ma Giacinti arriva troppo debolmente sul pallone e non si rende pericolosa. Un paio di minuti più tardi è la stessa Giugliano a ricevere palla a circa 25 metri dalla porta del Napoli e tenta la conclusione: la palla prende una strana traiettoria a palombella – forse viziata dal forte vento – scende all’improvviso ma senza sorprendere Bačić che devia la palla in calcio d’angolo.
Più passano i minuti e più la pioggia cade giù quasi a riempire lo stadio, creando i presupposti più per una partita di pallanuoto che di calcio. Il gioco molto tecnico e basato su fraseggi veloci della Roma va così in difficoltà, sembra arrugginito e non gira fluidamente come sempre. Il Napoli va anche vicino al gol del vantaggio con un tiro molto ravvicinato di Lázaro, che però trova una grande risposta da parte di Ceasar. Il timore per le giallorosse è che possa verificarsi lo stesso scenario della Coppa Italia in cui, nonostante le molte azioni create, non appena al Napoli si presenterà l’opportunità non se la lascerà sfuggire.
Allo scadere del primo tempo, con le gambe pesanti e la rassegnazione di chi non riesce a trovare lo spazio giusto per colpire, Viens serve, con un pigro passaggio orizzontale che taglia tutto il campo, Bartoli, la quale non può arrivare sul pallone che viene raccolto da Haavi sulla fascia. A quel punto la norvegese fa la cosa che le riesce meglio, si gira e punta Kobayashi, bruciandola nei primi passi, riuscendo a servire un cross spiovente in area di rigore. Di Marino e Pellinghelli guardano soltanto la palla e Giacinti, lasciando così lo spazio necessario affinché Giugliano, con i tempi perfetti d’inserimento, arrivi perfettamente sull’esatta zolla dove finirà la palla: si coordina con dei brevi passettini, cerca l’equilibrio giusto, salta e colpisce al volo la palla di collo destro, segnando il gol del vantaggio.
Posizione
La stagione 2023/24, al momento, sta confermando Manuela Giugliano come la miglior calciatrice del campionato. Basta citare qualche dato per capire il tipo di giocatrice: in 17 partite di campionato ha segnato 6 gol e fornito 4 assist, in Champions ha realizzato 4 gol e 4 assist in 6 partite, seconda per assist forniti durante la fase a gironi, con uno in meno di Hansen del Barcellona. Inoltre, Giugliano è la calciatrice che in campionato crea più occasioni da gol: 3,31 passaggi chiave per 90 minuti, 6,38 SCA – Shot-Creating Action – per 90 minuti, ossia azioni che portano direttamente a un tiro e 0,85 GCA – Goal Creating Action – per 90 minuti, cioè azioni che portano direttamente ad un gol.
Questi numeri sono anche frutto del cambio di ruolo per Giugliano che, fino alla scorsa stagione, giocava davanti alla difesa. Quest’anno la Roma ha inserito diverse nuove giocatrici, una su tutte Saki Kumagai, vincitrice dei mondiali con il Giappone nel 2011, ha giocato al Lione e al Bayern Monaco. Kumagai è una mediana che può giocare anche centrale di difesa, è brava sia in fase di costruzione di gioco sia in fase di interdizione, per fare filtro davanti alla difesa. Giugliano quest’anno quindi gioca più avanzata rispetto allo scorso anno, parte da posizione di mezzala nel 4-3-3 di Spugna, con Kumagai davanti alla difesa e con Greggi – o Feiersinger – come altra mezzala di centrocampo.
Spugna ha messo Giugliano nella sua posizione migliore, dove può essere più determinante. È una mezzala con grande libertà di movimento, spazia da destra a sinistra a seconda di come sia più congeniale posizionarsi. Si muove molto alle spalle della punta e dialoga frequentemente con l’ala di turno, Viens, Glionna o Haavi. In questo centrocampo molto fluido della Roma, le giocatrici applicano le loro qualità laddove è più richiesto.
Quando c’è da pressare il dinamismo di Greggi è irrinunciabile, quindi, a prescindere da dove la squadra avversaria decida di sviluppare l’azione – a destra, a sinistra o centralmente –, lei in fase di pressing c’è sempre, e la Roma riesce a costringere la manovra avversaria sulle fasce rendendo più facile il recupero palla e più difficile per le avversarie trovare delle soluzioni nello sviluppo dell’azione. Ovviamente la Roma in questo caso accetta il rischio di lasciare le centrali di difesa da sole con le attaccanti avversarie, e questo perché punta a recuperare palla il prima possibile, cercando di giocare – e far giocare – nella propria metà campo il meno possibile. Questa impostazione di gioco è molto funzionale per una giocatrice come Giugliano, permettendole di essere centrale in fase offensiva e contemporaneamente lasciandole la libertà di impostare, rifinire il gioco e inserirsi, dettando i ritmi della partita; allo stesso tempo, le consente di non essere vittima della fisicità delle avversarie, dato che la Roma difende nella metà campo avversaria e cerca sempre di portare maggiore densità dove c’è la palla. In fase difensiva, Giugliano è più protetta dalla difesa corale della Roma, che la alleggerisce di qualche responsabilità dal punto di vista difensivo, così da essere più lucida in fase offensiva.
Inoltre, quest’anno, anche per il particolare gioco propositivo della Roma, Manuela Giugliano è più incisiva in fase realizzativa, infatti ha già raggiunto il numero di gol dello scorso anno. Questo perché la Roma porta più calciatrici possibili sulla trequarti avversaria, facendo girare la palla orizzontalmente, con degli scambi rapidi e precisi, per poi cercare un varco dentro l’area di rigore avversaria. Infatti, la Roma è la squadra che ha tirato più volte in porta – 375 volte, 22,06 per 90 minuti – da una distanza media di 16,8 metri.
Dalle corsie laterali la Roma riesce ad essere molto pericolosa quando attacca e riesce a farlo sempre in maniera organica, portando almeno quattro giocatrici in area di rigore con le due mezzali che attaccano. Questi inserimenti creano sempre problemi alle difese perché non sanno da dove e quando attaccheranno: la Roma riesce a essere sempre imprevedibile ed efficace nel creare molte occasioni nitide dentro l’area di rigore. Giugliano quest’anno ha segnato diversi gol in questo modo perché sa quando attaccare lo spazio e la sua tecnica le permette di segnare anche ricevendo palloni scomodi, facendolo sembrare abbastanza facile.
Come raccontato sopra, il gol contro il Napoli arriva proprio su un inserimento di questo tipo, ma non solo: il gol in casa contro il Bayern in Champions, nella partita finita 2-2, nasce da uno scambio tra Bartoli e Glionna sulla fascia, con la capitana giallorossa che mette al centro la palla e Giugliano di controbalzo, con un ottimo inserimento alle spalle di Harder, segna il gol del momentaneo 2-1. Anche contro il Milan, al Tre Fontane, nella partita finita 2-1 per le giallorosse, segna un gol simile. Haavi parte poco più avanti rispetto al centrocampo sulla sinistra, supera il raddoppio delle rossonere di forza, arriva al limite dell’area e mette la palla dentro. Giacinti, verosimilmente, sente Giugliano alle spalle chiamare la palla e la lascia scorrere per la compagna che, di prima, sola, all’altezza del dischetto di rigore, incrocia con il sinistro trovando il gol del momentaneo 1-1.
Questi sono solo alcuni esempi di come la nuova posizione avanzata valorizzi il gioco di Giugliano che, unito al modo di attaccare della Roma, lo completa come un pezzo di un puzzle. Manuela Giugliano è l’olio con cui la Roma riesce a rendere più fluido e più efficace il gioco, dettando i tempi di manovra in maniera impeccabile e tenendo in mano l’orologio della squadra: accelera la manovra quando vuole e dilata il tempo quando c’è da gestire e dosare le energie. Una giocatrice così, che con 1367 minuti è la più utilizzata da parte di Spugna, è imprescindibile per una squadra di vertice in campionato e che si vuole affermare costantemente in Champions.
Giocate
Manuela Giugliano rappresenta il dieci perfetto nel calcio di oggi. È efficace ma non rinuncia alla spensieratezza che caratterizza il suo gioco. Vederla giocare è un esperienza unica, è come assistere a un’artista all’opera mentre dipinge una tela: si rimane stupiti dalla facilità di esecuzione delle sue giocate e dalla delicatezza con cui tratta la palla. I suoi lanci in profondità sono poetici, una dichiarazione d’amore per chi ama la visione di gioco e rimane di stucco quando guarda un passaggio verticale, preciso, tagliente e che pesca una giocatrice a venti, trenta metri di distanza, nemmeno presente nello schermo della tv.
Ad esempio, nella partita di Champions, Roma-St. Pölten della scorsa stagione, Giugliano riceve palla nel cerchio di centrocampo rivolta verso sinistra, controlla la palla ruotando su sé stessa, aprendo il corpo verso l’altra parte del campo. Giugliano, con la coda dell’occhio, vede Serturini sulla fascia destra a circa 25-30 metri, serve una palla tagliente in mezzo a due maglie del St. Pölten tagliando tutto il campo e mettendo Serturini davanti alla porta che controlla e segna agevolmente. Giugliano riesce a fare queste giocate perché ha sempre il polso della situazione: “il centrocampista deve essere presente in tutte le azioni e sicuramente deve avere una grandissima qualità, che è il giro testa a trecentosessanta gradi” come racconta lei stessa in un intervista, “l’alleno costantemente, in ogni allenamento, a prescindere da dov’è la palla, durante l’allenamento, bisogna sempre guardare tutte le parti del campo, cosa sta succedendo, in modo da capire cosa fare nel momento in cui ti arriva la palla”.
Vederla in azione è una continua scoperta, quando cambia gioco all’improvviso, accelera e rallenta il ritmo dell’azione o quando dà filtranti come se distribuisse le carte prima di una mano a briscola, tutto ciò dimostra quanto questo sport sia incredibile: sono giocatrici come lei a renderlo tale. Quando gioca non si sa mai cosa potrà regalare: può essere la punizione in Coppa Italia contro l’Empoli del marzo del 2022, in cui da posizione molto defilata vede l’opportunità di mettere la palla sul secondo palo e, dopo la sua classica rincorsa di “tre passi più un passino” come dice lei, calcia la palla esattamente sotto l’incrocio dei pali; oppure la volée sotto porta in occasione della partita di Champions di quest’anno Roma-Ajax, in cui riceve un cross perfetto di Haavi e dal limite dell’area piccola fa perno sulla gamba sinistra e, al volo, colpisce la palla creando una rotazione perfetta e segnando un gol appagante da vedere per quanto ogni movimento scorra liscio.
Non sono solo le giocate che portano a un gol o in cui segna a essere degne di nota, ma anche quelle che non finiscono nelle statistiche per una rete in più o un assist in più: insomma, non tutte le giocate hanno bisogno di un lieto fine per essere apprezzate. L’ennesimo esempio è il lancio a spaccare centrocampo e difesa per servire Viens in Juventus-Roma di novembre 2023: il passaggio di Giugliano è di esterno destro e la palla rimbalza un paio di volte prima di arrivare alla canadese, il dosaggio della forza è perfetto e la sfera si ferma sui piedi della canadese come una pietra del curling.
In Roma-Como del settembre 2023, dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, le gialloblù provano a far partire l’azione cercando di appoggiarsi su Sevenius, che si trova all’altezza del centrocampo, ma viene anticipata da Minami, la palla si alza a campanile e cade sul terreno in una zona dove si trovano due giocatrici del Como. Giugliano, con un decimo di secondo di anticipo, intuisce dove atterrerà precisamente la palla e sa già cosa fare per dar vita a un’altra ripartenza. Ha visto la posizione di Giacinti che, nel frattempo, è sola, senza giocatrici intorno, dato che Hilaj, mediana del Como, è andata incontro alla palla. Manuela Giugliano, con la sensibilità di uno scultore che sa con quanta forza e precisione usare il proprio scalpello, fa perno con la gamba sinistra, ruota il busto di centottanta gradi alzando la gamba destra all’altezza giusta per accarezzare con il tacco la palla, imprimendole la forza necessaria per finire proprio sui piedi di Giacinti.
A questo punto, Giugliano conclude con naturalezza la propria rotazione e si ritrova rivolta verso la porta avversaria, con Hilaj ormai alle spalle, subito distende tutt’e due le braccia per chiamare a sé ancora una volta il pallone che non ha ancora raggiunto i piedi di Giacinti. Rivuole assolutamente la palla e così Giacinti di prima serve Giugliano. Adesso, la Roma è in una situazione di tre contro tre, Giugliano con un controllo si avvicina all’area del Como con due soluzioni ai lati: ridare palla a Giacinti a sinistra oppure servire Latorre a destra. Si ritrova faccia a faccia con Rizzon, che esce dalla linea a tre e prova a fermare l’avanzata di Giugliano, ma lei guarda fissa avanti, finta di passare la palla a sinistra ma ferma il piede destro sull’erba e, con il sinistro, sposta leggermente la palla. Rizzon abbocca alla finta e allarga la gamba destra, ma perde l’equilibrio e Giugliano con una carezza alla palla di esterno destro lascia sul posto la capitana del Como. Al limite dell’area, con un ultimo tocco si coordina per il tiro, carica il destro e fa partire il tiro di collo, secco e forte, a incrociare. La palla, destinata a infilarsi nell’angolino, trova Korenciova, che si serve di ogni centimetro del suo corpo per andare a prendere questo pallone e buttarlo in calcio d’angolo.
Questo tipo di giocate sono all’ordine del giorno per Manuela Giugliano e vederle è emozionante per chi crede ancora che, in un calcio molto pragmatico, ci debba ancora essere spazio per la fantasia. Giugliano incarna questo spirito e, per questo, è un patrimonio del calcio italiano.
Carisma
Manuela Giugliano è anche una calciatrice dalla forte personalità, questo lo si vede dalla frequenza e dall’intensità con cui chiama la palla durante la partita, sa che le compagne si fidano di lei e sa di potersi assumere la responsabilità. Non a caso è vice-capitana della Roma e veste un numero significativo per questo club. Quando non c’è Bartoli in campo, fa sempre un certo effetto vedere la maglia numero dieci giallorossa in mezzo al campo con la fascia al braccio, ancora di più quando la capitana è uscita all’Olimpico, in occasione di Roma-Barcellona della scorsa stagione, e la fascia è passata a Giugliano.
Già dal riscaldamento delle giallorosse l’aura che emana è potente, le compagne sono contagiate dalla sua presenza in campo che, oltre che per elementi tecnici, è fondamentale per tenere alta la concentrazione. Per Spugna, Manuela Giugliano è irrinunciabile e, infatti, ha giocato anche in occasione di Roma-Juventus, il 4 febbraio, nonostante l’infortunio al ginocchio destro subito in Ajax-Roma che l’ha costretta ad uscire a fine primo tempo. Giugliano quel giorno non era certo al meglio, anzi, non si sapeva neanche se avrebbe giocato; tuttavia, la sua personalità era imprescindibile data l’importanza della gara e la conferma è arrivata quando, dopo che Glionna ha conquistato il calcio di rigore al ventesimo del primo tempo, è stata proprio la numero dieci a presentarsi sul dischetto e a segnare il gol del vantaggio.
Manuela Giugliano è classe, consapevolezza dei propri mezzi, capacità nel tenere sotto controllo ogni centimetro del campo durante il gioco. Pur conoscendo il suo gioco, riesce sempre a impressionare con l’imprevedibilità che la contraddistingue. I suoi passaggi, lanci, cross o calci piazzati non sono mai scontati.
Manuela Giugliano si conferma sempre un buon motivo per andare a vedere una partita di calcio.
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