Inter-Salernitana (4-0) - Considerazioni Sparse
A San Siro va in scena un'esibizione d'altri tempi: l'Inter passeggia sulle rovine di una nuova vecchia Salernitana.
Più che una partita di campionato, Inter-Salernitana è sembrata una di quelle esibizioni che andavano tanto di moda negli anni '50, quando le squadre brasiliane di Pelé e Garrincha venivano in tournée per deliziare il pubblico europeo contro le squadre di dopolavoristi. Troppo netto il divario tecnico, tattico e mentale tra due squadre che appartengono evidentemente a due categorie diverse. Nei fatti per l'Inter è stato un allenamento, una buona sgambata in vista dell'impegno europeo di martedì sera, l'occasione per divertire un San Siro immancabilmente gremito. La Salernitana torna a casa senza neanche l'onore delle armi, deludendo aspettative già basse in partenza ma atterrate comunque da una squadra molle e senz'anima.
Francamente c'è davvero poco da dire sulla prestazione dell'Inter. Ormai la manifesta superiorità della squadra d'Inzaghi tende a non fare più notizia e il basso livello degli avversari ha ulteriormente facilitato la pratica alla capolista. L'Inter, contro la Salernitana, si è limitata a timbrare il cartellino, ma a modo suo, ovvero proponendo il solito calcio offensivo e spettacolare. Tra le note più liete della serata sono comunque da segnalare le buone prestazioni di Dumfries e Carlos Augusto, chiamati entrambi a smentire critiche e dubbi sulla loro effettiva funzionalità. Al netto della scarsa resistenza incontrata, hanno entrambi risposto presente, soprattutto l'olandese. E se sul tabellino dei marcatori compare anche Arnautovic si capisce che davvero tutto è andato per il verso giusto.
In particolare, Inzaghi dimostra di aver fatto la scelta giusta nel non optare per un turnover massiccio come invece parte del tifo nerazzurro chiedeva a gran voce. L'Inter scende in campo contro la Salernitana con i titolari, chiude la pratica nei primi 15 minuti, non rischia brutte sorprese e scivoloni e si permette di gestire in scioltezza energie e risultato. Inzaghi ha in pugno la sua squadra e forse il pubblico interista dovrebbe concedergli più fiducia anche in merito a scelte di questo genere. Del resto, il campionato non è ancora finito e i nerazzurri non possono concedersi cali di tensione.
Dall'altra parte, la speranza è che nelle prossime settimane potremo vedere in campo la Salernitana, una qualsiasi Salernitana. Il piano con cui Liverani ha deciso di ripresentarsi alla Serie A dopo quasi 4 anni è stato messo in crisi rapidamente dal mancato turnover dell'Inter e dalla semplice e irresistibile volontà dei padroni di casa di vincere la gara nel primo quarto d'ora. Va bene, nessuno si aspettava molto di più dalla Salernitana in una partita del genere, ma a colpire è soprattutto la completa mancanza di carattere, d'intensità, di spirito, per poi stendere un velo pietoso su ogni qualsivoglia idea su come provare a far male agli avversari.
I granata hanno fatto vedere poco, davvero troppo poco per pensare di poter fondare una nuova salvezza su questi elementi. Anche le scelte di mercato di Sabatini questa sera si sono rivelate disastrose, con Pellegrino che ha fatto attivamente rimpiangere Lovato e una mediana sempre più in balia di sé stessa. Liverani ha tanto lavoro davanti a sé e sempre meno tempo per provare a fare il miracolo, ma questa sera non ha avuto neanche il modo o il tempo di mostrare qualche novità interessante o incoraggiante. Il consiglio che ci sentiamo di dare, a lui come a tanti membri della società e della dirigenza, è quella di smetterla di affidarsi al misticismo e alla cabala, per cercare di essere più concreti e pragmatici e meno retorici. Testa bassa e lavorare.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.