Juventus-Udinese (0-1) - Considerazioni Sparse
Il gol del Lautaro meno atteso potrebbe segnare, in casa contro l'Udinese, la fine della corsa scudetto della Juventus.
La Juventus si ritrova improvvisamente senza la terra sotto i piedi, perde la sfida casalinga con l'Udinese e le coordinate del suo campionato. 1 punto in tre partite, la fine dell’illusione, il kaput dell’Allegrata. Laddove l’Allegri-I iniziava a ingranare la marcia in zona febbraio, l’Allegri-II inizia a perdere i pezzi i Da qui a maggio la squadra è di fatto senza obiettivi (se non la Coppa Italia) e sarà difficile tenere alta l’attenzione.
Dopo due anni di esperimenti disastrosi, Allegri sembrava effettivamente aver davvero trovato la formula per ricostruire una Juventus all’altezza del suo passato, quanto meno nella sorniona e spietata sicumera mostrata davanti alle avversarie. Sono bastati 20 giorni per accertare che era una ben costruita illusione, alimentata da una condizione fisica eccezionale (che sembra in discesa) e almeno un paio di episodi da ruota della fortuna. Di certo nessuna squadra degna di questo nome si squaglia in tal modo dopo un pareggino casalingo con l’Empoli, serata che già dalle facce dei giocatori nel post partita lasciava presagire un futuro cenereo. La Juve si reggeva su palafitte, di nuovo, troppo fragili, come avvenuto già negli anni passati.
La Juventus si è mostrata per l’ennesima volta totalmente incapace di reagire all’imprevisto. È una triste caratteristica di tutte le Juve dell’Allegri bis. Ogni episodio che non fluttua dalle parti della Continassa, taglia le gambe ad un gruppo incapace di improvvisare. Anche dopo un inizio promettente, la buccia di banana e il buio. Giannetti raccoglie il regalo di Alex Sandro (continuare a schiararlo in campo si chiama accanimento terapeutico agonistico) e la Juve perde totalmente la bussola, mettendo in mostra tutti i suoi difetti strutturali, spesso nascosti dall’episodio fortunato. I bianconeri si producono in secondo tempo tragico, di un’inconsistenza inquietante. La sconfitta è meritata.
I difetti d’altronde sono numerosi. Uno su tutti, la regia, da parte bassa della classifica. La domanda da farsi è solo una. Manuel Locatelli potrebbe fare di meglio con un altro allenatore o un altro sistema di gioco? Difficile rispondere. Ad oggi, questo giocatore, al terzo anno di titolarità juventina, è assolutamente insufficiente in quel ruolo e con quei compiti. Malissimo anche Chiesa, mai visto tanto nevrotico e indisposto. La sua partita è sembrata quasi una solitaria polemica, a tratti inaccettabile per l’atteggiamento sbuffante. Non è mancata la voglia, ma è mancata la sensazione di vedere un giocatore serenamente coinvolto dentro una squadra di calcio. Questo Chiesa non serve alla Juventus e stavolta non si parla di modulo o condizione fisica, ma di tenuta mentale.
Alla fine quindi passa l’Udinese di mister collo alto Cioffi, solo alla terza vittoria in campionato. Il fatto che siano arrivate contro Milan, Bologna e Juventus è sufficiente per spiegare il potenziale inespresso di questa rosa, ingarbugliata da troppi strani tarli. Allegri ha visto crollare il castello che aveva minuziosamente costruito con una rapidità che non avrebbe mai immaginato e, peggio per lui, vede di fatto finire i suoi tanto decantati meriti. Al netto di tutto, e considerando il solo impegno settimanale, oggi la Juventus ha i punti che la rosa merita e vale. Il peso dell’allenatore è azzerato.
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