Carlos Alcaraz dà la scossa
L'impatto immediato e le prospettive future per il giovane argentino alla Juventus.
Shock. Terremoto. Electricidad. Conmociòn. Il vocabolario spagnolo regala sempre una sfumatura in più per dipingere realtà uguali e realtà diverse, anche solo per un termine come scossa. Tre prospetti ventenni partoriti dalla stessa Academia e giunti alla stessa età nel calcio europeo, realtà uguale. Un attaccante centrale, un trequartista laterale con capacità aerobiche fuori scala e una mezzala offensiva dalle fine letture senza palla. Uno ha passato l'oceano andando all'Inter, l'altro al Valencia e l'ultimo al Southampton. Realtà diverse. Uno è ancora in nerazzurro coi gradi di capitano, l'altro ha maturato il suo status a Udine prima di andare a Madrid e l'ultimo è appena acquistato dalla Juventus. Lautaro Martínez, Rodrigo de Paul e Carlos Alcaraz: tre impulsi della stessa scossa, con l'ultima propulsione appena emersa in maglia Juve.
Dalla Championship alla Serie A, così come dalla Superliga argentina alla Premier League: è scritto nel destino della carriera di Carlos Alcaraz - alcaràs, con l'accento sull'ultima sillaba - cambiare universo calcistico a stagione in corso. La speranza per la Juve, e per la competitività del campionato italiano, è che Alcaraz ripeta la parabola tracciata nell'Hampshire. Coi Saints, Alcaraz ha disputato 47 delle 54 partite ufficiali del Southampton, assumendo nel corso di meno di un anno solare due forme tanto diverse ma dalla stessa influenza. Nel ritorno della Premier 2022/23, in un Southampton allenato da Ruben Selles e già virtualmente condannato a retrocedere, Alcaraz si è spesso trovato a fare un ruolo di raccordo, producendo 3 gol e 2 assist. In questa stagione, con Russell Martin, il raggio di azione si è circoscritto notevolmente in maniera inversamente proporzionale alla qualità della singola giocata, rendendolo una mezzala più tradizionale, in grado di offrire appoggi sulla prima costruzione ma anche di accompagnare l’azione nelle zone decisive.
Cosa è stato Carlos Alcaraz al Southampton
L’evoluzione tattica di Alcaraz è stata possibile soprattutto grazie alla sua completezza: l’argentino è un giocatore con una pulizia tecnica eccezionale ma è anche incredibilmente intenso e bravo a leggere gli spazi e a muoversi senza palla. Se nella sua esperienza in Premier League, complice il gioco estremamente diretto del Southampton, si è trovato più spesso a giocare il pallone in modo essenziale, con tocchi esiziali ad alternare combinazioni veloci a movimenti senza palla, in Championship ha aumentato sensibilmente il suo coinvolgimento, raddoppiando quasi immediatamente il volume di passaggi (da 25 a 50 per 90’, via FBref) e quasi facendo altrettanto con i palloni toccati in generale (da 37 a 65). Quello che non è cambiato nel suo passaggio in Europa e nei cambi di allenatore a Southampton è l’apporto di Alcaraz in fase di non possesso: l’argentino è un pressatore feroce e incredibilmente intenso.
Nella scorsa stagione questa qualità si è vista poco in termini di volume - anche se lo ha posto sotto i riflettori più luminosi grazie al recupero alto che ha portato al gol più importante segnato finora in Europa, all'Emirates contro l’Arsenal. Da una delle tante indecisioni di Ramsdale si è innescata l’abilità di Alcaraz nella pronta reazione nel leggere la situazione e lasciare subito il riferimento primario in pressione, Thomas Partey, per intercettare il passaggio del portiere inglese verso Zinchenko. Sul recupero, con Ramsdale lontano dai pali, Alcaraz deve solo aggiustarsi il pallone sul destro per poi calciare, morbido, a scavalcarlo.
Se nella scorsa Premier le difficoltà del Southampton hanno ristretto l’efficacia di Alcaraz in pressione, diverso il discorso nell'attuale Championship: complice una squadra più funzionale e un contesto di squadre generalmente meno abili a giocare contro il pressing, Alcaraz ha visto crescere il suo impatto anche in termini quantitativi, diventando uno dei centrocampisti dell’intera Championship più vincente nei contrasti nel terzo offensivo.
La completezza del gioco di Alcaraz si vede anche nei brani di conduzione palla al piede. L’argentino possiede la giusta combinazione di frequenza di passo e sensibilità tecnica di base per tenere il controllo del pallone anche quando viene aggredito ad alta velocità, facendo anche leva su un fisico discretamente sviluppato – Transfermarkt riporta 183 cm, FBref 176 cm – ma non particolarmente ipertrofico e, soprattutto, su una capacità straordinaria di reagire prontamente a ogni imprevisto. Alcaraz non dotato di innata tecnica, non gioca con la palla aderente allo scarpino destro ma sa sempre come toccarla e spostarla velocemente. I suoi dribbling possono incasellarsi nella categoria del "falso lento", in cui illude l’avversario di avere un intervento comodo salvo poi compiere il trick, sostituendo il pallone con la sua gamba e prendendo fallo.
La reattività di Alcaraz è qualcosa che si nota anche nei suoi tiri. L’esecuzione è forse la dote che più impatta con gli occhi del pubblico, e che potrà essere apprezzata dai tifosi della Juve anche nel riscaldamento pre gara all'Allianz. Quando è arrivato in Europa, i video di due punizioni straordinarie segnate con il Racing, entrambe da distanze importanti, hanno accompagnato le proverbiali "Skills and Goals Compilation" su Youtube. Quelle immagini sono stati seguite da altri gol incredibili segnato in Inghilterra.
Nel suo primo gol in Europa, segnato a febbraio 2023 contro il Wolverhamtpon si vede chiaramente la sua rapidità di pensiero. Su un pallone che gli rimpalla vicino, infatti, Alcaraz, che di fatto è quasi spalle alla porta, prova subito una specie di piatto destro al volo; il tiro, che non aveva già grosse probabilità di successo vista la sua complessità, esce abbastanza debole e, verosimilmente, senza il difensore sulla linea a rimpallarlo sarebbe finito malamente fuori. Il rimpallo, però, fa il gioco dell’argentino, che nel frattempo si è girato e si trova fronte alla porta, e gli finisce sul destro, già caricato per tirare una seconda volta, più o meno dalla stessa posizione. La seconda esecuzione, sicuramente più semplice ma comunque tutt’altro che banale, è praticamente perfetta: il tiro esce quasi in linea retta, tocca il palo interno ed entra.
Per essere un giocatore arrivato in Europa appena ventenne, Alcaraz si è trovato subito a suo agio: questo gol contro il Wolverhampton è arrivato alla sua terza da titolare coi Saints – e la prima in Premier League – e nel giro di tre settimane è stato seguito dal secondo, in uno scontro-salvezza fondamentale contro il Leicester. Stavolta la rete è costruita con un taglio che, considerando l’avversaria, sembra un carbon copy di una marcatura del prototipico Jamie Vardy: scatto veloce alle spalle del centrale di parte, controllo col piede debole, leggero defilamento sul lato destro, tiro incrociato. L’esecuzione dei tiri è forse la dote di Alcaraz che più impatta con gli occhi del pubblico.
In questa stagione, dei 4 gol segnati tra Championship e coppe nazionali, due sono arrivati con tiri da fuori. Il primo, contro il Gillingham, è un destro incrociato rasoterra appena oltre i 16 metri; il secondo, contro il Plymouth, con un tiro dall'estetica appagante - sempre rimanendo al gusto artistico del gesto, sullo 0-0 ha fatto brillare gli occhi di St Mary's Stadium.
Cosa potrà essere Carlos Alcaraz alla Juve
Nella Juve, Alcaraz andrebbe a trovare un contesto diverso dal Southampton di Russell Martin ma più simile a quello di Selles, non necessariamente un male per lui. Allegri è un maestro nel lavorare con incursori – la crescita di Rabiot nell’ultimo biennio e, in parte, di McKennie negli ultimi mesi ne sono la prova – e questo potrebbe giocare molto a favore dell’argentino. Nel 3-5-2 di Allegri, verosimilmente, l’argentino sarebbe il sostituto numerico di Fagioli come mezzala di destra ma l’incredibile ampiezza del suo ventaglio di Alcaraz lo può rendere un fattore anche nel ruolo di Rabiot se non, in casi più estremi, come giocatore di supporto ai due attaccanti, facendogli recuperare il ruolo da trequartista-incursore a-la-Perrotta avuto nella scorsa stagione e garantire l'assenza di gare dove la Juve non vincerebbe un tackle. Il fatto che Alcaraz abbia anche impattato subito bene con un campionato difficile come la Premier League fa ipotizzare che anche in Serie A non dovrebbe trovare particolari difficoltà ad adattarsi e garantire un'ulteriore scintilla, una scossa alla metà campo offensiva della Juve.
Per essere, con e senza palla, nel terzo offensivo quello che Adrien Rabiot è, con e senza palla, nei primi due terzi di campo. Per essere quello che McKennie non si è rivelato essere ma col quale bene si potrebbe integrare. Per essere una tessera che, anche a ranghi completi, con Pogba e Fagioli a disposizione, alla Juve manca nel domino di centrocampo e trequarti, innalzando istantaneamente il livello rispetto al rendimento di Miretti o Nicolussi Caviglia, e rispondere all'identikit tracciato con tutte le altre piste percorse nella sessione (Tucu Pereyra, Koopmeiners, Éderson stesso). Per essere shock, terremoto, electricidad, conmociòn, o comunque la si voglia chiamare. Carlos Alcaraz, scossa?
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