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Ngonge e Traoré si presentano ai tifosi
, 22 Gennaio 2024

Il mercato di gennaio salverà il Napoli?


Gli innesti invernali sono la grande speranza dei partenopei per salvare una stagione disastrosa.

La tempesta improvvisa, l’evento devastante e inaspettato raccontato mille volte dal cinema e dalla letteratura, è forse l’evento che più terrorizza chi inizia ad andare per mare. I bravi marinai in genere evitano il cattivo tempo con un’attenta analisi delle previsioni meteorologiche. A volte, tuttavia, può capitare che esse siano disattese o sottostimate e ci si ritrovi a dover affrontare il pericolo. Il Napoli versione 2023/24 è un vascello che da mesi imbarca acqua ed è in balia delle onde. Aurelio De Laurentiis non è stato un buon capitano ed ha creduto di poter affrontare la bufera senza l’ausilio di marinai esperti.

Navigare con il maltempo può essere un rischio inevitabile ma anche rivelarsi un "test" utile ad affinare la tecnica marinaresca, le doti e l’efficienza della barca, a formare un equipaggio affiatato e ben organizzato. L’importante è affrontare la situazione con il giusto approccio - mantenendo calma e nervi saldi - e sapere come comportarsi per ridurre al minimo i rischi. Conta molto l’esperienza personale dello skipper, lo stato dell’equipaggio e la preparazione della barca. Per esempio, nonostante la logica dell’inesperienza possa portare a pensare che la soluzione più facile sia quella di rifugiarsi in porto, sappiate che non è così: in prossimità della terra le onde diventano più grosse e frangenti. Ora, con la barca già inghiottita dalle onde, ha da riafferrare con mani salde il timone ed evitare di schiantarsi rovinosamente sugli scogli.

Rifugiarsi in Walter Mazzarri, a oggi, non sembra una scelta vincente. Le statistiche raccontano di un Napoli in netto calo rispetto alla già poco brillante versione mostrata nei mesi scorsi da Rudi Garcia. Il vascello ha dunque continuato a scuffiare nonostante il cambio del timoniere. Anche le ammissioni di colpevolezza dell’imputato numero uno non hanno avuto l’effetto sperato. Le parole di De Laurentiis sono state percepite come l’ennesima scelta mediatica errata di un uomo vittima di se stesso e totalmente incapace di ammettere le proprie colpe nonostante superficialmente possa sembrare il contrario:

«Tutto quello che è successo fino ad ora è solo colpa mia. Mi assumo qualsiasi responsabilità e devo chiedere scusa ai napoletani e ai tifosi se siamo dove siamo in classifica.»

Il mercato come scialuppa di salvataggio

In attesa della ricca cena che il presidente offrirà ai giornalisti presenti, il Napoli si è tuffato nel mercato di gennaio alla ricerca di rinforzi che aumentino la qualità e la profondità della rosa. La seconda mossa per invertire la rotta sembra quindi essere quella di arricchire il personale di bordo di figure mancanti. A Mazzarri, che - piuttosto piccato - in conferenza stampa si era discostato dall’idea di tornare ad adottare il suo vecchio sistema di gioco preferito salvo poi riproporlo nelle sfide con Torino, Salernitana e Fiorentina, sono stati regalati tre acquisti che puzzano di passaggio definitivo alla difesa a tre lontano un miglio, infrangendo il bramoso desiderio aureliano di voler continuare a percorrere la via del 4-3-3 tracciata da Sarri e Spalletti e rendendo insensato il rifiuto concettuale verso Igor Tudor nelle avvenute consultazioni post-Garcia.

Il primo innesto è stato un onesto mozzo come Pasquale Mazzocchi, uomo chiave perché schierabile sia a destra, così da permettere al pacchetto difensivo di contare su un uomo d’esperienza in più come Giovanni Di Lorenzo, sia sull’out sinistro orfano di Olivera e col solo Mário Rui arruolabile.

Per il ruolo di ufficiale di rotta, colui prepara le strategie offensive e scruta i mari alla ricerca delle navi da attaccare, la scelta è ricaduta su Hemed Junior Traorè del Bournemouth. Junior, che ha iniziato la sua carriera ad Empoli come mezzala mancina in un centrocampo a cinque, ha avanzato il suo raggio di azione con la maglia del Sassuolo dopo aver avuto la fortuna di incontrare durante il suo percorso di crescita allenatori propositivi come Dionisi e Roberto De Zerbi che hanno provato a limitarne i difetti di concentrazione ed impegno, mirando a massimizzare energie fisiche e nervose per l’ultimo terzo di campo. Nato per vivere tra le linee e sfruttare corse e spazi negli half spaces, dovrà raccogliere l’eredità di Elmas di jolly offensivo capace di disimpegnarsi sia come esterno e sia come centrocampista d’inserimento partendo dalle retrovie offensive come abitualmente ha fatto per anni il partente Zieliński.

L’ora o mai più di Junior Traorè

Nel neo-centrocampo da difesa a tre mazzarriano, con Stanislav Lobotka a orchestrare il ritmo del possesso e Anguissa o il vicino-alla-firma Orel Mangala del Nottingham Forest nel ruolo di guardiaspalle tutto corsa e muscoli, Traorè verrebbe sgravato dall’annoso compito di doversi andare a prendere il pallone, allontanarsi dall’ultimo terzo di campo e perdere la lucidità necessaria per impattare in zona gol, proprio come voleva De Zerbi. Nel primo anno a Bournemouth, Gary O'Neil però non lo ha mai visto con quel ruolo, con quelle funzioni. Sembrava poter essere più nelle sue corde il ruolo di enganche tanto amato da Iraola piuttosto che quello di cuore pulsante della manovra, ma così non è stato. I guai fisici e un approccio mentale non sempre impeccabile hanno reso praticamente impossibile per l’ivoriano mettersi in mostra e conquistare la fiducia dell’allenatore basco.

Iraola, al contrario del suo predecessore, chiede alla squadra un recupero palla molto alto, facendo dell'intensità del pressing una delle doti principali della sua squadra. Una scelta che sta pagando, ma che ha creato un contesto tattico inadatta alle caratteristiche di Traorè, che avrebbe potuto trovare posto solo come rifinitore dietro la punta. I fastidi al metatarso, l’indolenza e la scarsa capacità di incidere da assist-man, però, lo hanno fatto scendere nelle gerarchie. Ecco perché gli inglesi non hanno opposto resistenza all’offerta di prestito con eventuale diritto di riscatto arrivata da Napoli.

Nella stagione 2022/23, l'ultima al Sassuolo, Traoré era tra i migliori trequartisti del nostro campionato per expected assists – 0.27 ogni 90', nel 91° percentile secondo Fbref – e per passaggi progressivi – 3.96 a partita, nel 70° percentile. Il Napoli si affiderà a questa vocazione altruista, per cercare un rifinitore che ripulisca la creatività nell'ultimo passaggio, anche se è difficile dire se troverà gli inserimenti e i gol che stanno mancando a Zielinski e Zambo Anguissa.

Del suo ritorno in Italia ne gioverà più di tutti Khvicha Kvaratskhelia, non più libero di svariare come lo scorso anno e alla ricerca di un uomo di passo e pensiero nell’ultimo terzo di campo con cui costruire un’intesa per eludere le soffocanti trappole che gli allenatori avversari hanno imparato a preparare per depotenziarne l’estro. Dove ha parzialmente fallito Giacomo Raspadori può imporsi senza dubbio il neo numero 8 azzurro. Dovesse riuscire a garantire un buon numero di partite da qui a fine campionato non c’è dubbio che il Napoli non si farebbe problemi ad esercitare il diritto di riscatto ed inglobare definitivamente nel sistema azzurro un calciatore unico nel suo genere che abbina tecnica ed atletismo.

Prenderlo in considerazione come opzione sugli esterni, se non in caso d’emergenza, sarebbe un'opzione viabile se il Napoli non avesse così tremendamente bisogno di un calciatore associativo nella fascia centrale. Traorè sarebbe particolarmente utili per evitare al 77 di forzare così spesso la giocata e ai compagni delle retrovie di spazzare il pallone in avanti confidando nella forma di Victor Osimhen. Junior ha le capacità necessarie a rallentare i battiti della manovra offensiva evitando momenti di ingiustificata isteria.

Il terzo acquisto di gennaio è invece uno sfizio che il Napoli di De Laurentiis si è potuto permettere in virtù dell’ottima situazione finanziaria di cui gode il club. Cyril Ngonge è una mezzapunta mancina che ama partire da destra ed esplorare le zone offensive centrali grazie ad un sinistro educato, pur non disdegnando anche l’uso dell’altro piede. Si contenderà probabilmente il posto con l’oggetto misterioso Jesper Lindstrøm e con il conosciutissimo Matteo Politano, il cui rinnovo non sembra essere scontato dopo le parole al fulmicotone pronunciate dal suo agente.

Il colpo Ngonge è sembrato una mossa strategica più che tecnica, fatta battere la concorrenza sul tempo e avere un futuro sostituto dell'esterno romano già rodato e inserito nel gruppo. Ciò non toglie che potrà dare un contributo anche in questa seconda metà di stagione.

Il 3-0 alla Fiorentina in Supercoppa con uno schieramento e atteggiamento in totale contrapposizione rispetto al recente passato, insieme all’innesto di tre nuovi calciatori, hanno chiuso la parentesi scudetto e hanno scosso l’ambiente molto più dei risultati deludenti e del cambio di guida tecnica in corsa. Ora il Napoli è conscio che vincere è importante, ripartire lo è ancor di più. Chiedere consiglio ai vecchi lupi di mare: il bravo marinaio pensa a come affrontare le tempeste quando naviga in mari tranquilli.


  • Napoletano di nascita ma cittadino del mondo d' adozione. A 12 anni ha capito che il rettangolo verde non facesse al caso suo dopo aver provato una rulèta à-la-Zidane ed esser finito a gambe all' aria. Innamorato del calcio grazie alla folta chioma bionda di Emmanuel Petit.

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