Brasileirão 2023, la squadra della stagione
Nomi di nicchia ma anche qualche vecchia conoscenza.
Questa edizione del Brasileirão verrà ricordata a lungo come una delle più avvincenti e imprevedibili di sempre. Tra cambi di allenatore e sconfitte rocambolesche, il Botafogo è riuscito nell’impresa di non vincere un campionato in cui era arrivato ad avere 13 punti di vantaggio sulla seconda.
Alla fine l’ha spuntata - per il secondo anno consecutivo - il Palmeiras di Abel Ferreira, che ha consolidato il proprio status di leggenda del club già guadagnato con le due Libertadores sollevate nel 2020 e nel 2021. L’equilibrio del torneo si riflette in una formazione ideale in cui nessuna squadra schiera più di tre elementi.
Portiere: Éverson (Atlético Mineiro)
Dopo una prima parte di stagione deludente, l’intramontabile Felipão Scolari è riuscito a riportare l’Atlético Mineiro ai primi posti della classifica, totalizzando il miglior punteggio nel girone di ritorno e risultando, con soli 32 gol subiti, la miglior difesa del campionato al pari dei concittadini del Cruzeiro.
La coppia d’attacco formata da Hulk e Paulinho ha meritatamente conquistato le copertine, ma vanno riconosciuti grandi meriti anche a questo esperto portiere, da anni tra i migliori interpreti del ruolo in Brasile, a tal punto da guadagnarsi un paio di convocazioni con la Seleção. Arrivato nel 2020 su richiesta di Jorge Sampaoli, che allenandolo al Santos ne aveva esaltato l’abilità nel gioco coi piedi, Éverson è stato considerato pedina insostituibile da tutti gli allenatori che si sono susseguiti in questi anni sulla panchina del Galo, contribuendo in modo decisivo anche alla vittoria del Brasileirão nel 2021.
Nel 2023 la squadra si è appoggiata molto alla sua precisione nel gioco lungo, e secondo i dati forniti da Opta, tra i pali è stato il terzo miglior portiere della competizione dietro a Cleiton del Bragantino e Lucas Perri del Botafogo, con una media 0.31 gol evitati ogni 90'. Tra le sue parate, questa su John Kennedy del Fluminense è stata tra le più difficili e spettacolari dell'intero campionato:
Terzino sinistro: Juninho Capixaba (RB Bragantino)
Arrivato un anno fa dal Grêmio per una cifra irrisoria, la stagione di Juninho Capixaba dimostra quanto sia importante fornire ai calciatori un contesto tattico idoneo per valorizzarne le caratteristiche.
Se nelle ultime stagioni era stato utilizzato spesso come laterale a tutta fascia, quest’anno Pedro Caixinha ne ha sfruttato maggiormente le doti in costruzione, dove grazie alla pulizia tecnica del suo mancino è stato di spingersi anche in zone più centrali, agendo all’occorrenza da centrocampista aggiunto di una squadra che ha quasi sempre cercato di dominare il possesso palla. In un sistema più ordinato dal punto di vista posizionale, inoltre, Capixaba è stato meno esposto negli uno contro uno difensivi, dove normalmente paga capacità atletiche non proprio eccezionali. Nonostante abbia concluso il campionato con un solo assist effettivo, è stato tra i migliori terzini per occasioni create con oltre 4 expected assist a partita, a dimostrazione che anche in una nuova funzione è riuscito a mantenere una certa pericolosità nell’ultimo terzo di campo.
Negli ultimi giorni si è parlato di un forte interessamento del Flamengo, che - considerando eccessiva la cifra richiesta dalla Roma per Matías Viña - sarebbe disposto a pagare circa 12 milioni per acquistarlo insieme al compagno Léo Ortiz.
Difensore centrale: Murilo (Palmeiras)
Rientrato in Brasile all’inizio del 2022 dopo un paio di stagioni con il Lokomotiv Mosca, Murilo si è da subito conquistato una maglia da titolare al fianco del capitano Gustavo Gómez. La coppia di centrali ha contribuito in modo importante ai due titoli consecutivi del Verdão, anche grazie a caratteristiche per certi aspetti complementari: l’aggressività del paraguaiano è ben compensata dal gioco di letture del brasiliano, che ingaggia meno duelli del compagno ed è molto attento sia nelle marcature in area, sia nella copertura della profondità, facendo valere le sue lunghe leve.
L’altezza è un fattore anche sulle palle inattive a favore, da cui ha realizzato 3 gol dopo i 5 della passata stagione. È stata sua la rete del 3-4 nei minuti di recupero che, ha deciso l’incredibile partita vinta in rimonta sul Botafogo, in vantaggio di tre gol alla fine del primo tempo: una vittoria col senno di poi decisiva non solo per i tre punti, ma anche per aver alimentato la spirale autodistruttiva che ha affossato le speranze di titolo degli avversari.
Per lui si parla di offerte in arrivo dal Betis e dall’Arabia Saudita, ma pare sia vicino a rinnovare il suo contratto fino al 2027. Per una grande squadra brasiliana, Murilo rappresenta un archetipo di giocatore ideale per costruire (in questo caso proseguire) un ciclo vincente: non essendo più giovanissimo, è meno ambito sul mercato internazionale nonostante un rendimento costantemente di alto livello.
Difensore centrale: Adryelson (Botafogo)
Al termine del girone di andata, non vi erano dubbi nel definire Adryelson come il miglior difensore del campionato. Veloce, aggressivo e concentrato, Adryelson non è particolarmente alto né dotato tecnicamente, ma compensa con eccellenti capacità atletiche e tempismo; la sua intesa con Victor Cuesta è stata tra i segreti della squadra che a sorpresa stava dominando il campionato.
Insieme al portiere Lucas Perri, è stato tra i pochi giocatori del Brasileirão convocati in nazionale da Fernando Diniz, e pochi giorni fa i due si sono trasferiti all’Olympique Lione - stesso proprietario del Botafogo, John Textor - suscitando polemiche per la cifra complessiva di circa 7 milioni di €, da molti ritenuta inadeguata.
Nonostante il tragico finale di stagione dei bianconeri - su cui ha pesato anche qualche errore dello stesso Adryelson, come l’espulsione per fallo da ultimo uomo nel già citato scontro diretto col Palmeiras, sul parziale di 3-1 - non sarebbe stato giusto non inserirne alcun giocatore in questa formazione ideale anche perché, al di là di come sia maturato, il 5° posto finale rappresenta sulla carta un risultato molto positivo rispetto alle ambizioni di inizio stagione.
Terzino destro: Mayke (Palmeiras)
In un ruolo in cui nessuno si è distinto particolarmente, questo esperto laterale ha vissuto una stagione al di sopra delle aspettative, che lo vedevano partire come riserva di Marcos Rocha. In maglia verde ormai dal 2017, negli anni Mayke si era ritagliato un ruolo da tappabuchi, entrando spesso a partita in corso anche grazie alla capacità di ricoprire discretamente più ruoli sulla fascia.
Quest’anno invece ha giocato da titolare in ben 28 delle sue 33 presenze, contribuendo con 1 gol e 6 assist alla vittoria del campionato e mettendo in mostra ottime doti tecniche e atletiche che gli hanno permesso di proporsi con continuità come soluzione di gioco a varie altezze del campo.
Mezzala: Lucas Evangelista (RB Bragantino)
Forse vi ricorderete di lui come meteora dell’Udinese, con cui disputò 13 partite tra il 2014 e il 2017. Dopo quell’esperienza, Lucas Evangelista ha giocato in Portogallo e Francia prima di accasarsi al club paulista affiliato alla Red Bull, diventando un titolare indiscusso di una delle squadre più interessanti del Sudamerica.
Mentre nelle passate stagioni operava quasi sempre come mediano in un centrocampo a due, nel 2023 è stato frequentemente utilizzato in una posizione più avanzata, da trequartista in un 4-2-3-1. Se davanti alla porta non è stato sempre lucido - solo 1 gol da quasi 4 xG -, è secondo solo a Raphael Veiga per assist attesi (7.4) ed effettivi (6); grazie alla sua pulizia tecnica, inoltre, ha funto da facilitatore nelle lunghe fasi di possesso del Bragantino, oltre a svolgere un prezioso lavoro sui mediani avversari in fase di non possesso.
Mediano: Erick Pulgar (1994 - Flamengo)
A volte un’assenza fa più rumore di una presenza: si potrebbe riassumere così l’importanza di Erick Pulgar per la stagione del Flamengo. Nelle 25 partite in cui il cileno è sceso in campo, i Rubronegros hanno raccolto 55 punti; delle restanti 13 partite ne hanno vinte solo due, totalizzando la miseria di 11 punti, e il suo infortunio è pesato anche sulla clamorosa eliminazione dagli ottavi di Libertadores per mano dell’Olimpia.
Rispetto a giocatori più offensivi come Gerson e Victor Hugo, la sua presenza in mezzo al campo riusciva a fornire maggiore equilibrio nelle transizioni difensive, agevolando un recupero più rapido del pallone; inoltre, facendo quasi sempre coppia con Thiago Maia, nascondeva i limiti del compagno nella gestione del pallone, garantendo una precisione molto più alta soprattutto nel gioco lungo.
Arrivato tra pochi proclami nel luglio del 2022, durante i primi mesi della sua esperienza brasiliana Pulgar ha dovuto difendersi dalle accuse che lo vedevano coinvolto come testimone in un caso di presunto stupro occorso a casa sua, in Cile. All’inizio dell’anno scorso le accuse sono state archiviate per insufficienza di prove e il cileno ha recuperato la forma che gli mancava da qualche tempo, imponendosi tra i migliori centrocampisti del campionato.
Mezzala: Mathías Villasanti (Grêmio)
Risalito prontamente dopo la retrocessione del 2023, il Grêmio ha superato ampiamente le aspettative, chiudendo addirittura al secondo posto, a soli due punti dal Palmeiras. Benché questa versione della squadra di Renato Gaucho fosse meno orientata al possesso rispetto al passato, è la squadra che ha effettuato meno passaggi lunghi tra le venti del Brasileirão.
In questo contesto era fondamentale disporre di centrocampisti associativi e abili nel palleggio come il paraguaiano, secondo solo al compagno di reparto Pepe per passaggi completati ogni 90’. Classica mezzala di possesso, Mathías Villasanti è bravo nel resistere al pressing grazie a baricentro basso e gambe forti, che gli consentono di cambiare rapidamente direzione. Rispetto al passato, inoltre, ha elevato il suo contributo nel terzo di campo finale, mettendo a segno 7 gol e 7 assist in 39 presenze tra campionato e Copa do Brasil: tanti per un giocatore abituato a segnare molto sporadicamente, come dimostra il fatto che nelle 31 partite giocate in nazionale non ci sia mai riuscito.
Trequartista: Raphael Veiga (Palmeiras)
Da anni tra i migliori giocatori del Brasileirão, Raphael Veiga veniva da un 2022 sottotono: anche prima dell’operazione alla caviglia che lo ha costretto a interrompere la stagione ad agosto, era riuscito a esprimere il suo talento solo a sprazzi, forse anche a causa di una coesistenza tatticamente difficile con l’altro mancino Gustavo Scarpa, vero trascinatore di quella squadra con 7 gol e 12 assist. A gennaio Scarpa si è trasferito in Europa e Veiga è tornato ai suoi livelli migliori, chiudendo il campionato con 9 gol e 7 assist.
Veiga è stato una pedina fondamentale nel nuovo assetto tattico che ha propiziato la volata finale del Verdão: da trequartista in un 3-4-1-2, ha potuto limitare i ripiegamenti difensivi, godendo di maggiore lucidità per innescare le corse di Breno Lopez, Rony e in particolare Endrick, con cui ha sviluppato una grande intesa svariando sul centro-destra dell’attacco.
Pur non essendo un fantasista molto spettacolare o funambolico, Veiga riesce a fare la differenza soprattutto grazie alla qualità di calcio del suo piede sinistro, che lo rende una minaccia costante anche sui calci piazzati.
Attaccante: Luis Suárez (1987 - Grêmio)
Quando il Pistolero ha firmato con il Grêmio - dopo aver romanticamente guidato il Nacional di Montevideo alla vittoria del campionato uruguaiano - c’era più hype per il carisma e la storia del giocatore che per l’impatto che avrebbe avuto sul campo.
La prima notizia è che Luis Suárez aveva ancora fame di calcio: nonostante una forma fisica tutt’altro che ottimale, è spesso riuscito a vincere i duelli coi difensori con la sua caratteristica astuzia e aggressività, e molte volte lo si è visto sbracciare platealmente coi compagni per non avergli passato il pallone, o per averglielo passato male. L’impressione era che la presenza di Suárez riuscisse a elevare lo spirito competitivo del gruppo, ma il suo apporto non si è certo limitato agli aspetti motivazionali.
Con 17 reti (senza rigori) e 11 assist, è stato infatti il miglior giocatore del campionato per partecipazioni dirette ai gol della propria squadra, segnandone alcuni molto belli e decidendo con una tripletta la partita vinta in rimonta per 3-4 sul malcapitato Botafogo. Non potendo più garantire la continuità dei tempi migliori, Suárez è riuscito a condensare il meglio del proprio repertorio in alcuni singoli momenti eccezionali, rendendo la sua esperienza brasiliana indimenticabile per sé stesso e soprattutto per chi lo ha visto giocare.
Attaccante: Paulinho (2000 - Atlético Mineiro)
A soli 23 anni, Paulinho ha già attraversato fasi molto diverse della propria carriera: dopo gli esordi col Vasco, l’oneroso trasferimento del 2018 al Bayer Leverkusen lasciava presagire l’imminente decollo di una carriera da predestinato. E invece, dopo quattro stagioni e mezza tra alti e bassi - la terza saltata per intero a causa della rottura del crociato -, la società ha deciso di fare a meno di lui, lasciandolo tornare in Brasile prima in prestito e poi, alla scadenza del contratto, a titolo definitivo.
Ora, visto l’andamento delle Aspirine, sarebbe ardito pensare che si siano pentiti di averlo lasciato partire; è però altrettanto improbabile che Paulinho si sia pentito di aver lasciato (temporaneamente?) l’Europa, dato che ha rilanciato la sua carriera con una stagione da capocannoniere, che lo ha portato a esordire con la Seleção. Nato come ala di grande rapidità, che partiva da sinistra per rientrare sul piede forte, oggi Paulinho è un giocatore molto diverso: più robusto fisicamente, ha perso un po’ di agilità nello stretto ma riesce a sprigionare velocità e potenza in progressione.
Non a caso, lui e la squadra hanno svoltato positivamente quando - dopo l’esonero di Eduardo Coudet - il nuovo tecnico Scolari ha deciso di passare dal 4-2-3-1 (con Paulinho alto a sinistra) al 4-4-2, schierandolo in coppia con Hulk. I due hanno sviluppato un’intesa telepatica, in cui il 37enne - che ha chiuso con 15 gol e 11 assist - agiva da boa ma anche da rifinitore, innescando i movimenti nello spazio del compagno e trascinando l’Atlético Mineiro fino al terzo posto grazie a un finale di stagione straordinario.
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