L'avvento della Costa d'Avorio
Coppa d'Africa 2023: attesa infinitamente, Costa d'Avorio gigioneggiante, Guinea Bissau romanticamente.
"Erasmus" è la rubrica del lunedì in cui vi raccontiamo una partita dal weekend di calcio internazionale. La Coppa d'Africa 2023 è finalmente iniziata, per l'attesa di molti e il fastidio di qualcuno. Lo ha fatto all'Alassane Ouattara Olympic Stadium of Ebimpé con Costa d'Avorio-Guinea Bissau, tra esperimenti tattici di Jean-Louis Gasset e storie di calcio meravigliose di molti guineensi. Per non perdersi nessun episodio di "Erasmus", questo è il link che fa per voi.
Nessuno aveva messo in conto di essere proprio qui, proprio ora. Il tempo dell'attesa è stato rinviato, prolungato, esorcizzato a seconda dei punti di vista. In quello che sembra ormai uno stordimento sistematico, quello di mantenere la datazione originaria di un evento che non si svolge in quel momento, la Coppa d'Africa non si è fatalmente tirata indietro. Si dovrà chiamare AFCON 2023 anche se inizia il 13 gennaio 2024, per il piacere di dilatare l'avvento dei popoli africani e il fastidioso disturbo percepito da chi sperava di essersi tolto la scocciatura di vedere un proprio dipendente orgoglioso di omaggiare le proprie origini e non a far fruttare il capitale umano su cui si è investito solo nel proprio giardino. I diamanti del calcio africano tornano a brillare di una luce meno sfaccettata e rifinita dalle raffinerie europee. Lo fanno in un contesto pieno di storture, fatiche e illusioni, ma per questo ancora più indissolubilmente legato alla natura grezza e cruda delle riserve minerarie di storie e talenti.
L'adventus della Costa d'Avorio è durato 10 anni meno 10 giorni. Un'attesa imparagonabile alle settimane dicembrine del Cristianesimo, che rende bene l'idea dell'eccitazione per il ritorno dei propri messia a giocare un torneo a 40 anni esatti dalla prima e unica volta. Il comitato esecutivo della CAF del 24 gennaio 2014 annuncia tre candidature ufficiali per la nazione ospitante della Coppa D'Africa 2021: Algeria, Gambia e Costa d'Avorio. Il comitato successivo, quello del 20 settembre 2014, annuncia le assegnazioni per le edizioni 2019-2021-2023 del torneo: al Camerun la prima, alla Costa d'Avorio la seconda e alla Guinea la terza. Il 30 novembre 2018, il primo cambio di scenario: la CAF non può più tollerare le inadempienze del Camerun di diverse clausole contrattuali e scadenze, la Coppa d'Africa 2019 si giocherà in Egitto, con le tre assegnazioni slittate così di un'edizione. Al Camerun l'AFCON 2021, alla Costa d'Avorio la Coppa d'Africa 2023, alla Guinea l'AFCON 2025. Tra il 23 giugno e il 23 luglio 2023 Les Éléphants torneranno a giocare in casa dopo l'AFCON 1984, chiusa con una vittoria nella gara inaugurale col Togo e due sconfitte nelle successive gare con Egitto e il Camerun di Roger Milla. Un retrogusto amarissimo, destinato a non abbandonare il palato ivoriano in estate: la preoccupazione della stagione piovosa di inizio estate, tipica del clima subequatoriale dell'Africa occidentale, suggerisce il rinvio del torneo all'inverno successivo. Quel profumo gradevole e fragrante annusato per un decennio si trasforma in gusto pieno, denso, deciso. Vero e vivo. Di cosa sa? Di Costa d'Avorio-Guinea Bissau.
Nel marzo 1984, l'Alassane Ouattara Olympic Stadium of Ebimpé non esisteva ancora. Alassane Ouattara, attuale Presidente della Repubblica della Costa d'Avorio, era all'epoca Consigliere Speciale del Governatore e Direttore della Ricerca della Banca Centrale dell'Africa Occidentale. Durante il secondo mandato di presidenza viene assegnata l'AFCON 2021 e la Costa d'Avorio deve provvedere a rimodernare le proprie infrastrutture calcistiche, stadio ospitanti in primis. Ad Abidjan, città più popolosa e capitale economica della République de Côte d'Ivoire, c'è un solo stadio pronto ad accogliere il torneo, lo storico Félix Houphouët-Boigny - così rinominato, guarda caso, in onore del precedente presidente ivoriano -, teatro dell'amarezza del marzo 1984. Occorre erigerne un altro, e quale miglior occasione per il governo cinese per ampliare in tutta l'estensione possibile la longa manus sul territorio africano? A Ebimpé, periferia nord di Abidjan, il Beijing and Constructor Group e il Beijing Institute Architectural Design finanziano e supervisionano la nascita dell'impianto da 60.012, spettatori, $257 milioni di costo, 1381 giorni tra la posa della prima pietra e l'inaugurale ASEC Mimosas-Africa Sports d'Abidjan 2-0. Tutto questo, anche sottostare a una stadium diplomacy certamente non gratificante agli occhi della credibilità internazionale, per sentire il fischio d'inizio dell'egiziano Amin Mohamed Omar una sera di metà gennaio, quando Costa d'Avorio e Guinea Bissau dovevano essere in altre faccende affaccendate.
Con 8 convocati per la Coppa d'Africa 2023 nati in Francia, 7 dei quali con diverse chiamate con le selezioni giovanili transalpine alle spalle, e un CT nativo di Montpellier, immaginarsi un impatto sulla gara diverso da quello dominante dal punto di vista atletico della Costa d'Avorio sarebbe pretenzioso. La pressione esercitata sui difensori dei Licaoni si trasforma in una tortura asfissiante, con Sangaré e Fofana a tenere premuto il cuscino attorno al collo della manovra guineense. Il capitano degli Elefanti conferma dopo 3' la volubile percezione che sia ha dell'8 e della sua impronosticabile parabola calcistica. A chi tributare il controllo al limite dell'area e il destro in diagonale che sblocca l'incontro, un gol tanto potente quanto grezzo? All'acquisto da Udinese, non filtrato dal setaccio del settore giovanile di una big europea (Manchester City)? Al giocatore da Udinese delle prime 2 stagioni in Friuli? Al giocatore da ben più di Udinese? Al centrocampista da Top 11 di Ligue 1? Al professionista discutibile, fonte di rimpianto eterno per le emozioni di un intero stadio che festeggia il rinnovo del proprio capitano e di una tifoseria che lo vede passare all'incasso ma a un incasso più ingiustamente ingente?
In competizioni dai tempi così ristretti e compressi, dove la possibilità di allenarsi è ridotta all'osso e la conoscenza reciproca tra i giocatori è molto più emotiva che tecnica, un 1-0 dopo meno di 200" è il meglio che uno staff tecnico può augurarsi per dare il via libera a esperimenti altrimenti inattuabili. L'Alassane Ouattara Olympic Stadium of Ebimpé suonerebbe, canterebbe e ballerebbe lo stesso, tanto vale rischiare. Boga esterno destro a tutta fascia quando al Nizza è ala sinistra; Bamba prima punta quando al Celta Vigo è esterno sinistro; Fofana trequartista quando all'Udinese e al Lens (teoricamente anche all'Al Nassr, ma quanto dare peso a questa Saudi Pro League lo lasciamo all'intelligenza del lettore) è centrocampista centrale; Diomande difensore centrale quando allo Sporting è prima scelta come terzo di destra.
Non solo in partenza, ma la Costa d'Avorio continua a mescolare le carte anche a gara in corso. Tempo 10' e Boga trasloca a sinistra, Krasso presidia il centro dell'attacco con Bamba alle sue spalle; l'azione dopo Krasso è largo a destra, Bamba prima punta e Fofana a collegare Kessié alla trequarti avversaria. Al 17' Boga ritorna a destra, Bamba-Krasso coppia d'attacco dalla disposizione opposta rispetto a prima. Al 24' Singo - sino al momento terzo di destra così come ha iniziato a essere impiegato da inizio stagione dal Monaco di Adi Hütter - si alza per la prima volta in costruzione, lasciando libero lo spazio in prima linea per l'arretramento di Kessié e traslando Boga nel mezzo spazio di destra, dove può ricevere fronte alla porta e mostrarsi con arroganza di un'altra fattura rispetto a qualsiasi difensore della Guinea Bissau. Al 30' si rivede l'ex Sassuolo e Atalanta a sinistra, stavolta nel corridoio intermedio, con Konan a pestare la linea laterale e Bamba ad allargare le maglie dei Licaoni al vertice opposto.
Gli strumenti per chiudere la contesa in tempi relativamente brevi ci sarebbero tutti, non solo per meriti della Costa d'Avorio. Jefferson Anilson Silva Encada - giovanili Sporting, ora al Pharco FC, attualmente ultimo in Serie A egiziana, con due egizio-italiani in rosa come Fares El-Sayed (giovanili del Cuneo) e Salah Basha (nato a Verona, cresciuto tra Udinese e Giugliano) - è un terzino dall'atletismo incredibile, sembra costruito in laboratorio per difendere in 1vs1 contro gli esterni dribblomani di qualsiasi livello, ma lo è in uno sport dove non sia contemplata la sensibilità nel gestire una sfera con le strutture anatomiche all'estremità distali delle gambe.
il capitano Alfa Semedo ha leve tendenti a infinito ma pare obbligato a impostare solo con l'esterno del destro, non potendo sporcare il piatto del piede forte e dovendo mantenere immacolato lo scarpino sinistro, con tutti i barocchismi rischiosi del caso. L'unico della Guinea Bissau in pieno controllo delle proprie risorse è Moreto Moro Cassamá, centrocampista dell'Omonia Nicosia e compagno di reparto di Charalampos Charalampous - non significa nulla, ma è un nome troppo bello per non essere menzionato.
È la magnanima Costa d'Avorio, allora, a voler prolungare la tensione positiva che ammanta una partita di calcio, come se volesse dare un motivo ai 60.012 dello stadio di continuare a suonare, cantare e ballare per farlo e non in sé e per sé. Il primo è un errore in uscita di Singo: Rodrigues anticipa Ndicka e consegna il peso di un'intera nazione calcistica sulle spalle di Mama Baldé. Il centravanti del Lione per ora ha sbucciato una goffa rovesciata su un cross dalla sinistra e null'altro, nella trequarti degli Elefanti è stato un rabdomante in cerca d'acqua. Diomande recupera, o almeno ci prova.
Il destro a rimorchio di Fofana chiama al miracolo Djoco, ma l'impressione è che la traversa del capitano ivoriano sarebbe potuto rimanere più radente e letale. Krasso si dimentica come si gioca a calcio solo davanti al portiere attualmente al Francs Borains (Serie B belga, compagno di squadra di Alessio Curci, nessun refuso ma solo unintentional comedy). Tra doni e grazie, la Costa d'Avorio continua a dare un senso a un esordio di Coppa d'Africa 2023 che un senso non ce l'avrebbe.
Quando le speranze dei Licaoni dipendono unicamente dalle briciole lasciate dagli avversari, però, la coperta è troppo corta: l'ingresso di Aurier fa saltare qualsiasi pressione alta della Guinea Bissau, con la linea diretta tra portiere e terzino destro a permettere una superiorità costante nella metà campo avversaria. I guineensi hanno sì leve infinite per coprire grandi porzioni di campo ma, come secondo i princìpi della fisica, a braccio maggiore corrisponde controllo sulla forza minore: Sangante perde la propriocezione in area di rigore, stavolta Krasso si ricorda come si calcia e raddoppia. L'Alassane Ouattara Olympic Stadium of Ebimpé balla, suona e canta, anche più di prima.
La mezz'ora finale si apprezza per tutto quello che si manifesta attraverso e non sul campo di Abidjan: entrano Franculino Gluda Djú e José Correia "Zé Turbo" - Bignami di una carriera psichedelica: Sporting Primavera - Inter Primavera (41 presenze) - Tondela - Marbella-Catania (2017/18, compagno di Ciccio Lodi, Curiale, Mazzarani, Biagianti e Marchese, allenato da Cristiano Lucarelli) - Olhanense - Newell's - Nacional (Paraguay) - Schaffhausen (Svizzera) - Grassophers - Zhiyun (Cina) - Al-Markhiya SC (Qatar) - Pari Nizhniy Novgorod (Russia) - insieme alle loro storie, motivo per cui si gode della Coppa d'Africa 2023 e di manifestazioni di questo genere. La Guinea Bissau effettua negli ultimi 10 minuti il quintuplo dei tiri dei precedenti 80, un paio anche lontanamente pericolosi, ma la concentrazione di tutti è ormai scemata. Amin Mohamed Omar fischia tre volte. Festa sugli spalti. L'avvento della Costa d'Avorio è finito.
Extra time
(Tutto quello che non si è visto ma che non è passato inosservato)
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