Roma-Atalanta (1-1) - Considerazioni Sparse
La Roma esce dall'Olimpico con una partita convincente ma con un pari che va stretto.
Negli ultimi anni le partite tra Roma e Atalanta hanno sempre prodotto spettacoli abbastanza peculiari: dal folle 1-4 di Bergamo che svoltò la stagione 2021/22 della Roma, allo 0-1 dell'Olimpico di settembre 2022 in cui la Roma cadde vittima di Scalvini in una partita in cui sbagliò qualsiasi cosa in area, al 3-1 dell'ultimo precedente, in cui Duvan Zapata trovò forse la miglior partita degli ultimi due anni, bullizzando per 90' il povero Llorente. La formazione con cui la Roma si presenta a questa partita è un prodotto delle sue assenze: la difesa è, naturalmente, stroncata dalla combo infortunio di Smalling-Ndicka in Coppa d'Africa ma anche, indirettamente, dalle pessime condizioni di Paredes, che costringono Mourinho a riportare Cristante a centrocampo e Kristensen come terzo di difesa, lasciando in panchina Huijsen, inevitabilmente non pronto dopo appena 48 ore a Roma, e portando Mancini nell'inedito ruolo di centro della difesa a tre. La cattiva notizia per l'Atalanta – e buona, almeno in parte, per Llorente – e che stavolta non c'è più un nove classico da mettere al centro dell'area; Gasperini, infatti, decide di puntare su una coppia d'attacco leggera con Miranchuk e De Ketelaere, entrambi reduci da una partita eccezionale in Coppa Italia contro il Sassuolo. Partita che sembra aver dato credito anche a Emil Holm, rimesso in campo per la prima volta in campionato dopo tre mesi.
Proprio l'ultimo precedente dell'Olimpico sembra dettare il decorso del primo tempo: l'Atalanta in campo non sembra trovarsi al meglio, con una pressione molto intensa con le prime due linee ma con i difensori che non accompagnano, lasciando una voragine tra le linee che la Roma riesce a occupare con grande semplicità grazie agli appoggi di Lukaku e al supporto di Dybala e Pellegrini, sempre molto bravi a farsi trovare in luce quando il belga viene cercato direttamente. Nel primo tempo la Roma ha quasi l'esclusiva delle occasioni da gol e, naturalmente, dopo 8 minuti si trova sotto per una transizione gestita male, con Karsdorp che segue pigramente il taglio di Koopmeiners e Miranchuk che deve solo mettergli la palla sulla testa. Sotto per 1-0, però, l'Atalanta sembra applicarsi solo un po' di più nella prima pressione, senza minimamente curarsi del campo alle sue spalle; il risultato è che, col passare dei minuti la Roma comincia a trovare facilmente occasioni e ricezioni utili, salvo poi sprecarle a ripetizione fino al pasticcio collettivo tra Ruggeri e Carnesecchi, che regalano il rigore dell'1-1 a Dybala, fin lì molto attivo ma anche poco preciso in finalizzazione.
Il secondo tempo si presenta sostanzialmente come una prosecuzione più stanca e tesa del primo: nella Roma la nota più interessante la porta l'ingresso di Huijsen, che da terzo di destra si fa subito vedere molto ambizioso con il pallone e molto attento ad aggredire sul suo lato. Dalla parte opposta, invece, l'ingresso di Scamacca porta solo più caos e, nei fatti, esalta solo di più la grandissima partita di Gianluca Mancini che, dopo aver tolto dal campo De Ketelaere nel primo tempo, replica anche con il suo connazionale nel secondo. Col passare dei minuti, poi, la partita inizia a indurirsi, con l'Atalanta che, forse, pensa che un punto sia comunque buono, abbassandosi e compattandosi verso la propria area. Questo, paradossalmente, non aiuta la Roma, che comincia a stagnare di più con il pallone e, di fatto, produce solo due occasioni significative: con Dybala, da posizione defilata, e con Lukaku che, all'altezza del dischetto, manda in curva un cross di Spinazzola che sembrava fatto precisamente per farlo calciare male. A condire il finale, poi, c'è l'ennesimo rosso a Mourinho, dovuto alle proteste per un fallo non fischiato su Lukaku da Aureliano – il quale, va detto, ha dato l'impressione di aver diretto la gara fischiando senza un vero criterio.
Roma-Atalanta, alla fine, produce un pari che rispecchia poco il predominio avuto dalla Roma nei 90'. La squadra di Mourinho avrebbe meritato ampiamente un altro gol e, come spesso capita, ha finito per mangiarsi le mani per le occasioni avute e non convertite. Se è vero che la sfortuna è stata una grossa componente nelle occasioni avute da Dybala e Bove nel primo tempo, è anche vero che la Joya, nonostante il rigore, ha mostrato di non avere la lucidità dei suoi giorni migliori negli ultimi metri. Secondariamente, i cambi di Mourinho sono sembrati un po' troppo rigidi anche in una fase di partita in cui la Roma avrebbe potuto esporsi di più – l'Atalanta nel finale ha trovato solo raramente qualche appoggio per risalire il campo, grazie all'ottima partita del terzetto difensivo. La nota più negativa, viene da dire naturalmente, non può che toccare ai due esterni sinistri: Zalewski, infatti, offre un'ora di caos totale e Spinazzola una mezz'ora ai limiti dell'umiliante per le sue qualità, rendendo il loro dualismo una sorta di pendolo di Schopenauer in cui l'intermezzo fugace di gioia è rappresentato dai rari momenti in cui nessuno dei due è in campo.
Della partita dell'Atalanta c'è poco di positivo da salvare se non qualche prestazione individuale di spessore, come quella di Miranchuk che, oltre all'assist dell'1-0, è senza dubbio il più creativo davanti, cercando costantemente i duelli con Zalewski e Llorente e uscendone sempre in grande stile - anche solo basandoci sul fatto che lo spagnolo dal campo ci è uscito infortunato. Poi rimane discretamente positivo il primo tempo di De Ketelaere, che nell'infernale duello con Mancini riesce comunque a tirare fuori alcune giocate molto appaganti. Scamacca, al contrario, entra più con voglia di fare casino che altro nonostante il gol in cui, per la prima volta. I 4 punti che separato il quarto posto della Fiorentina e l'ottavo della Roma, con in mezzo Lazio, Bologna e Atalanta, spiegano bene l'equilibrio che c'è in quella zona di classifica. Roma-Atalanta, si può dire tranquillamente, ha spiegato bene la ragione di questo equilibrio.
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