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Copertina Chloe Kelly
, 5 Gennaio 2024

Chloe Kelly non sente la pressione


L'attaccante del Manchester City ha deciso la finale degli Europei ma sta continuando a migliorare.

È il 6 aprile 2023, davanti a più di 80.000 persone si gioca la Finalissima a Wembley tra le campionesse d’Europa, l’Inghilterra e la vincitrice della Copa America, il Brasile. I 90' e i tempi supplementari non bastano a decretare il risultato, servono i rigori. A calciare l’ultimo rigore è Chloe Kelly, attaccante classe ‘98 del Manchester City. Prende il pallone e, con un mix di freddezza e spavalderia, cammina accarezzando il pallone verso il dischetto.

Lo posiziona a terra, fa sei passi indietro, si sistema la coda, guarda la porta e poi il pallone; fa un respiro profondo prima di iniziare la sua danza: alza la gamba sinistra e parte; tre passi cadenzati come un metronomo portano il piede d’appoggio – il sinistro – perfettamente accanto alla palla, la gamba destra è carica e pronta a colpire il pallone. Il ritmo della rincorsa più bella ed elegante al mondo dà un tale slancio alla gamba che, al momento dell’impatto tra il collo del destro di Kelly e la palla, la portiera, Letícia Izidoro, pur indovinando la traiettoria, non riesce a evitare il gol. Le Lionesses vincono la prima edizione della Finalissima.

Chloe Kelly maneggia con maestria palloni pesanti, trattandoli con una sicurezza quasi disumana: “Penso che la pressione sia un privilegio e che si debba godere di tale pressione. Non la considero un aspetto negativo, ma solo la capacità di vivere al meglio quel momento." Lei sa come si rimane a galla nelle situazioni più spaventose, quelle in cui tutto è in bilico. Nigeria-Inghilterra, ottavi di finale di coppa del mondo in Australia al Suncorp Stadium di Brisbane, non si risolve entro i 90' e si arriva ai calci di rigore. Il tiro più pesante, ovviamente, è sui piedi di Kelly.

Come sempre ai rigori, prende la sua rincorsa verso il pallone con il solito ritmo cadenzato, la portiera Nnadoize ci arriva – e si sente dal tonfo dell’impatto tra guanti e pallone – ma le mani si piegano: l’Inghilterra è ai quarti di finale. Kelly apre le mani e cammina, quasi non esulta. Sembra aver appena calciato un rigore in allenamento: non solo ha segnato un gol che ha tolto la paura di tornare a casa, ma l'ha fatto facendo registrare il tiro più veloce della storia della coppa del mondo femminile, a 110,79 km/h; una velocità superiore anche al tiro più potente di tutta la Premier League (maschile) 2022/23, i 107,2 km/h di Saïd Benrahma.

Il 31 luglio 2022, durante la finale dell’europeo a Wembley, Kelly ha segnato il gol più importante degli ultimi cinquantasei anni di calcio inglese, facendo vivere l’emozione dell’Inghilterra campione a intere generazioni vissute solo di racconti sul 1966 e a chi, pur avendole vissute in passato, quelle sensazioni le aveva ormai riposte da tempo in un cassetto polveroso. Insomma, il gol che ha “riportato il calcio a casa”. Al 110°, Hemp batte un calcio d’angolo; la palla, però, cade a peso morto all’interno dall’area piccola, sembra innocua e non particolarmente pericolosa; la partita ormai è sulla via del tramonto. Le giocatrici sono stanche e quella palla sembra destinata a essere spedita il più lontano possibile. Kelly, però, intuisce prima di tutte dove si adagerà la sfera, fa scudo con il suo corpo per proteggerla: allunga la gamba destra, blocca il potenziale rinvio di Rauch e accoglie il pallone a sé pronta per tirare, mancando però il primo tentativo di tiro.

La palla, incredibilmente, rimane lì e, con una zampata tanto disperata quanto eroica, riesce a toccarla segnando e mandando in estasi ogni spettatore inglese. L’esultanza è iconica, una di quelle immagini destinate alla storia. Kelly si leva la maglia e inizia a sventolarla, fotografia che richiama l’esultanza storica di Brandi Chastain del 1999, giocatrice statunitense che, dopo il rigore segnato contro la Cina, esultò levandosi la maglia.

È un’esultanza liberatoria per tutti, per chi aspetta quel momento da oltre 50 anni e per chi, non avendolo mai vissuto, scopre il gusto dolce e inedito della vittoria: finalmente possono godersi l’Inghilterra campione. È stato il momento di Kelly, quello che ha definito nell’intervista postpartita il “momento Bobby Zamora”, riferendosi al gol segnato da Zamora per il QPR, squadra di cui Kelly è tifosa, a Wembley nel playoff di Championship del 2014.

Il gol decisivo lo ha segnato proprio lei, che tornava dalla rottura del legamento crociato e dal periodo più complicato della sua carriera: “La parte più dura è stata doverlo accettare, ma non avevo altra scelta” dice Kelly in un’intervista, “non potevo rimuginarci. Ho pensato, ‘Se resto qui a piangere, non andrò da nessuna parte. Devo essere brava ad andare avanti e poi sta a me’. In quei momenti, ci si sente impotenti. Non pensavo di poter superare la cosa, ma sta tutto nell’avere le giuste persone accanto”.

Ha avuto la rivincita, segnando un solo gol in tutto l’europeo ma nel momento più importante, mettendo da parte le paure e i fantasmi di tutti quei momenti in cui l’Inghilterra vorrebbe e potrebbe ma, alla fine, non riesce. Kelly, che il punto più basso l’ha già toccato, ha preso per mano la sua nazionale trascinandola fuori da quelle ombre che lei stessa ha già affrontato e superato, segnando la via d’uscita da un tunnel in cui l’Inghilterra sembrava destinata a rimanere in eterno. Kelly non solo ha dimostrato a tutti che l’Inghilterra può e sa vincere, ma ha cambiato la storia del calcio femminile inglese, legittimando agli occhi dei tifosi – specialmente inglesi – l’esistenza del calcio femminile.

Il dribbling

Chloe Kelly è elegante nei movimenti e geniale nelle intuizioni, grazie a cui regala gesti tecnici esteticamente appaganti. I suoi dribbling non sono industriali, di quelli che si provano in allenamento migliaia di volte fino a diventare un movimento meccanico, da catena di montaggio del Fordismo. L’allenamento è fondamentale per sviluppare certe caratteristiche, ovvio; i suoi movimenti non sarebbero così fluidi se non ci fosse un grande lavoro quotidiano dietro. In fin dei conti, la tecnica nel calcio non si può definire “innata”: va allenata, con dedizione, scolpendo giornalmente i propri talenti per levigarli al meglio. La caratteristica che rende Kelly così affascinante mentre sgattaiola tra le maglie delle avversarie, però, è la spontaneità dei movimenti, la naturalezza dei gesti tecnici così raffinati, la reattività con cui affronta le avversarie evitandole una alla volta con maestria, facendo sembrare semplice tutto quello che fa: attraversa le difese come una sciatrice che passa tra le bandierine della discesa, in picchiata, come se non ci fossero ostacoli nel percorso. Tutto questo, invece, è tutt’altro che semplice.

https://twitter.com/bethmeado/status/1495799753254318080?s=20

La caratteristica non è solo la bellezza, inutile solo per chi ama un calcio ottimizzato tanto quanto le spedizioni in giornata di Amazon, non certo per chi si lascia sedurre dalla semplicità dell’illusione del dribbling. La tecnica di Kelly non è mai fine a sé stessa; ha una missione costante di ritagliarsi lo spazio necessario per creare un’opportunità. Nell’uno contro uno diventa un veleno che si diffonde per le difese, che conoscono bene il pericolo. Sanno che Kelly, prima o poi, riuscirà ad arrivare al tiro o al cross se non viene marcata con l’attenzione necessaria. Infatti, secondo i dati di FBref, crossa 11,83 volte e tira 4,25 volte in porta per novanta minuti. È una macchina che produce occasioni a profusione e fa sembrare scontato tirare o crossare così tante volte all’interno di una partita, talvolta al costo di sembrare una scialacquatrice di occasioni da gol e, in effetti, per certi versi lo è, ma per la legge dei grandi numeri le azioni del Manchester City che coinvolgono Kelly convergeranno, con probabilità uno, al gol.

Chloe Kelly è il volto della pericolosità per le difese. Le contromisure puntano ad attanagliarla in più maglie possibili della difesa, cercando di rinchiuderla in un recinto nella speranza di spegnerne la miccia. Viene raddoppiata e triplicata sistematicamente e questo la costringe a sperimentare sempre nuovi movimenti e nuovi modi di rendere il suo lavoro ancora una volta armonioso, ritmato ed efficace, conservando l’imprevedibilità che la contraddistingue. Kelly si fa quasi beffa delle difese, illudendole di aver fatto bene i compiti a casa mentre, puntualmente, le coglie impreparate al pari di uno studente fuori corso che si alza a mezzogiorno e non sa nemmeno che libro aprire.

Il ventaglio di soluzioni che ha a disposizione Kelly le permette di vincere – quasi sempre – i duelli che affronta ogni settimana, arricchendo il suo gioco e migliorando di volta in volta la qualità delle sue giocate. Più passano le partite e più il suo livello aumenta, come un’intelligenza artificiale che più input riceve, più impara, se oggi è imperfetta domani lo sarà un po’ meno. Alza l’asticella sempre più in alto e, ogni volta che la supera, dà l’impressione che si possa spostarla ancora un altro pochino più in alto.

La sua posizione in campo

Kelly porta il 9 sulle spalle ma al Manchester City gioca come ala. Parte dalla fascia destra, ma spesso si scambia durante la partita con Lauren Hemp, giocando anche a sinistra.

Heatmap di Chloe Kelly (Dati: Sofascore)

Dalla heatmap si evince che, spesso e volentieri, riesce a entrare in area di rigore, specialmente partendo da destra. Che sia perché salta l’avversaria o perché riceve un cross dalla sinistra, la sua presenza in area di rigore è rilevante e pesa nella produzione offensiva del City. Quest’anno ha già segnato 3 gol e fornito 3 assist in campionato, a cui bisogna aggiungere la doppietta segnata, da subentrata, contro il Liverpool in FA Women’s League Cup, in cui ha realizzato un gol di rara bellezza che nasce da due imperfezioni, lo stop e il dribbling. Lo stop è sporco, la palla le scivola via e le fa perdere un paio di tempi di gioco, ma l’avversaria – forse intimorita dal trovarsi da sola – non azzarda l’anticipo e rimane su una posizione più conservativa, dando il tempo a Kelly di fermare la palla, girarsi e puntarla. Kelly a questo punto tenta il dribbling ma si allunga troppo la palla e Hinds sembra riuscire a raggiungerla ma, con un tocco sotto, Kelly alza la palla e la supera.

La giocata non è pulitissima ma è efficace affinché possa calciare. Hinds si ritrova sopra al piede destro della numero 9 del City, che le fa da saponetta, facendola scivolare per terra. Kelly continua la sua corsa verso la palla, ha appena subito un pestone ma sembra insensibile al dolore, carica il tiro appena in tempo per il secondo rimbalzo, Taylor tenta una chiusura disperata ma è troppo tardi, ormai il tiro è partito e la palla scavalca la portiera Laws per finire sotto l’incrocio dei pali.

https://twitter.com/AlexisMonteith/status/1722624494500712882?s=20

Kelly è costantemente cercata dalle compagne, che la riconoscono come un punto di forza della squadra: è la calciatrice del City ad aver ricevuto più passaggi progressivi, ben 152. “Forza motrice” è la definizione che l’allenatore Gareth Taylor riserva per lei: è dai suoi spunti che nasce la maggior parte delle azioni pericolose. I cross che serve all’interno dell’area sono taglienti e complicati da respingere per le difese avversarie; quando poi arrivano dalla giocatrice che ha effettuato più cross del campionato – 99, per ora – alla lunga, le difese faticano a respingere la mole di palloni porta dentro l’area di rigore e anche una situazione di confusione può portare a un gol. Provando tante giocate è normale che molte non riescano, ma durante la partita le difese vengono sfiancate e usurate, anche psicologicamente, dai tentativi di Kelly, finendo inevitabilmente per concedere qualcosa.

Il City è una squadra capace di portare tante giocatrici all’interno dell’area di rigore, aumentando la probabilità di fare gol. Insomma, Kelly un varco o un modo per far male alle difese avversarie lo trova quasi sempre: in questa stagione tiene una media di 3,73 passaggi chiave per 90 minuti; quasi 4 volte a partita il City ha un’occasione grazie a lei; in totale ne ha prodotte 26, meglio di lei solo due centrocampiste: Zelem – del Manchester United – con 29 e Höbinger – del Liverpool – con 27. Per come interpreta il suo ruolo e per il contesto che la circonda, Kelly riesce sempre a creare pericoli, prendendo a pallonate le difese avversarie, che sia tramite un cross, un dribbling, o un tiro: quando ha la palla tra i piedi è sempre una minaccia.

Le corsie laterali nel City sono fondamentali per lo sviluppo della manovra offensiva, di cui protagoniste indiscusse sono Lauren Hemp e, appunto, la stessa Kelly. Insieme hanno già contribuito, segnando o facendo assist, a 13 dei 26 gol del Manchester City in questa stagione. Il contesto di gioco creato dall’allenatore Taylor punta molto sulla qualità delle ali, preferendo sempre formazioni che hanno nell'occupazione delle catene laterali il loro mezzo primario in fase di produzione. Infatti, i moduli di partenza usati in queste prime 10 partite di campionato sono il 4-3-3 e il 4-2-3-1.

L’intento è quello di portare il maggior numero possibile di calciatrici in area di rigore per saturarla e aumentare così la probabilità di segnare. Per fare questo tipo di gioco è necessario creare le condizioni affinché le ali creino più pericoli possibili. Questo riesce bene quando, con la palla sulla trequarti avversaria, la squadra riesce ad avere quattro o cinque calciatrici in zona pronte a ricevere. In questo modo si creano zone nevralgiche, non ben difese, dove almeno una calciatrice ha lo spazio necessario per ricevere palla e creare un’opportunità. Spesso è proprio la corsia laterale a essere più esposta, perché si tende a difendere la zona centrale quando la palla si trova molto vicina alla porta.

Il primo gol del Manchester City contro l’Aston Villa, infatti, arriva proprio da un cross di Kelly, che attraversa tutta l’area di rigore, per Hemp, sola sul secondo palo perché la terzina dell’Aston Villa, Mayling, è stata attratta dall’inserimento di Coombs e ha lasciato la numero 11 libera di appoggiare in rete la palla. Questa filosofia di gioco porta con sé inevitabili rischi, quali accettare l’1vs1 dietro rimanendo con solo due – o tre, dipende dallo sviluppo della manovra – giocatrici in difesa, esponendosi a rischi in transizione.

Leader nel City

Kelly ha già segnato gol importanti, basti pensare ai gol contro Chelsea e Arsenal in campionato e alla già citata doppietta contro il Liverpool, nella partita finita 4-3 per il City in League Cup ma il suo peso cresce di partita in partita all’interno di una squadra che può ambire ai posti importanti della WSL proprio grazie alla presenza di giocatrici del suo talento, in grado di creare tante occasioni e di farlo con grande qualità.

Insomma, Kelly si sta dimostrando la calciatrice da big match, confermandosi tale anche nel club. Come viene detto in un articolo di The Athletic dopo la vittoria dell’Europeo, Kelly è la miscela perfetta di fuoco e ghiaccio che contraddistingue chi sa direzione bene il proprio talento da chi si rivela un fuoco di paglia. "Non mi innervosisco più come prima, perché penso: 'Cosa può succedere di brutto?' Ho già affrontato il peggio. Devo godermi ogni momento e giocare senza paura”. La maturità che ha acquisito negli anni, insieme alla classe che contraddistingue il suo gioco, la rende una delle colonne portanti del City, imprescindibile per un progetto vincente. Lei è già nella storia della nazionale inglese e ora non aspetta altro che mettere la sua firma su un trofeo importante con il club, magari con un altro “momento Kelly”.

  • Romano, classe 1999, a tempo perso studia ingegneria e si diletta su Excel, utile difensore mancino per il calciotto

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