Genoa-Inter (1-1) - Considerazioni Sparse
L'ultima partita dell'anno a Marassi va come da copione: brinda il Genoa, l'Inter si ferma tra vecchi e nuovi problemi.
Cala il sipario sul 2023 di Genoa e Inter e lo fa con una partita abbastanza noiosa e francamente prevedibile nel suo svolgimento e nella sua conclusione. Il Genoa fa la sua partita fatta di difesa ben organizzata e ricerca costante delle palle inattive e del contropiede, mentre l'Inter sbatte per 90' contro il muro rossoblù, dimostrando di avere ancora un paio di step da compiere per affermarsi definitivamente come assoluta favorita. Tra calci d'angolo, fumogeni e falli tattici, il migliore spettacolo lo offrono forse i tifosi del Genoa, con una coreografia calda ed emozionante e i cartonati, gli striscioni e gli sfottò per l'ex sampdoriano Audero, che strappano un sorriso a Borghi in telecronaca come a noi dal divano di casa.
Forse pochissimi tifosi nerazzurri speravano davvero di vedere l'Inter uscire vittoriosa da Marassi questa sera. Il che dice tanto sui supporter della capolista ma persino di più sui limiti strutturali della squadra di Inzaghi. L'Inter non vince a Genova da quasi tre anni e mezzo, un periodo lunghissimo in cui l'elemento costante è stata l'incapacità dell'Inter di riuscire ad imporsi su quelle squadre che esasperano il loro atteggiamento difensivo. Che sia stato il Genoa di Blessin o quello di Gilardino, il risultato non cambia: senza demonizzare il gioco difensivo del Violino, il fatto che l'Inter non sia riuscita a trovare soluzione alternative, anche estemporanee, per scardinare la retroguardia avversaria comincia ad essere preoccupante. Lo scarso momento di forma di Thuram, l'assenza di Lautaro e Dimarco, nonché l'infortunio di Cuadrado hanno sì privato i nerazzurri delle armi offensive più importanti, ma non devono comunque far dimenticare il fatto che la mancata vittoria di questa sera ha radici ben più profonde della semplice preparazione e organizzazione difensiva del Genoa.
All'Inter servono dunque giocatori in grado di saltare l'uomo, di fornire la progressione improvvisa, di fare la giocata. Oggi, a differenza dei primi mesi della stagione, è mancata la versione trascinante e inarrestabile di Thuram, ma un calo di rendimento del francese è perfettamente scusabile. Questa partita doveva essere quella di Cuadrado, ma ancora un volta la sua mancanza conferma la pessima decisione di ingaggiarlo in estate. Dovrebbe arrivare Buchanan, già dai primi giorni di gennaio e sicuramente sarà una fondamentale iniezione di qualità e dribbling ma l'Inter ha bisogno soprattutto di un giocatore in grado di dare spunto, brio, rottura sulla trequarti. Se a giugno, se non già a gennaio, dovesse partire l'impalpabile Sanchez, forse proprio un genoano potrebbe fare al caso di Marotta e Ausilio: Albert Gudmundsson, anche stasera in grandissimo spolvero.
Il Genoa, lo abbiamo già detto più volte, impressiona per l'organizzazione, quasi scientifica, del suo piano partita. Dai movimenti di Frendrup e Badelj ai raddoppi su Barella e Mkhitaryan, dalla ricerca metodica delle palle inattive agli schemi sapientemente volti ad esaltare le capacità atletiche di Dragusin. In pochi mesi il Genoa ha fatto risultato contro Napoli, Roma, Juventus, Lazio e Inter e se la classe di Gudmundsson o il contributo di Frendrup o del centrale rumeno sono stati assolutamente determinanti, il vero merito di tutto ciò va ad Alberto Gilardino. L'ex Campione del Mondo ha creato un sistema, la cosa più difficile da fare se si è alla guida di una squadra che lotta per non retrocedere. Il punto che questa sera hanno condiviso Genoa e Inter è frutto delle colpe dei nerazzurri ma anche di una vera masterclass di Gilardino, che può addirittura arrivare a recriminare di non essere riuscito ad approfittare della confusione e dello slancio offensivo finale degli avversari.
La concentrazione è stato il fattore decisivo di questa partita. Quella che il Genoa ha saputo sempre mantenere, quella che l'Inter non ha avuto per tutto il secondo tempo. L'esempio di ciò è il modo in cui le due squadre hanno gestito gli otto corner battuti dal Genoa, tra cui quello che ha portato al gol di Dragusin. Mentre la squadra di Gilardino, come detto lavorava benissimo su schemi curati al minimo dettaglio, l'Inter si è fatta sorprende più d'una volta dai movimenti dei blocchi rossoblù a liberare i saltatori, lasciando più d'una volta i calciatori genoani liberi in area di rigore. Vista la conclamata pericolosità del Genoa sui calci piazzati, viene da chiedersi come mai questa sera l'Inter abbia trascurato questo aspetto con una preoccupante approssimazione.
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