L'unicità del Girona
Potenzialità e limiti nel lungo periodo di una grande sorpresa della Liga.
Siamo abituati a vedere e discutere ogni inizio di stagione di sorprese e potenziali outsider da ogni campionato, con allenatori alla ribalta e che si mostrano al mondo calcistico. La stragrande maggioranza di queste non vincono mai, si sciolgono man mano che la stagione va avanti oppure si "accontentano" di piazzamenti di lusso. Abbiamo vissuto l’impresa del Leicester, certo, quella del Lille di Galtier e quest’anno stiamo assistendo ai campionati grandiosi di Aston Villa, Nizza e Bayer Leverkusen. Mai, in questi anni, abbiamo però assistito a un'impresa di questa portata nella Liga.
In Spagna si è creata da anni una sorta di aristocrazia calcistica inscalfibile, i primi tre posti sono costantemente prenotati da Real Madrid, Barcellona ed Atletico, con il quarto spesso presidiato dal Siviglia e in passato dal Valencia, comunque due club con una certa storia e blasone. L’ultimo anno ha visto la Real Sociedad mettersi in mostra e soffiare il posto in Champions ad altre avversarie più accreditate, ma quella della squadra di Imanol non è stata l’unica sorpresa del campionato precedente. Anche il neopromosso Girona aveva spiccato, piazzandosi a fine anno in una dignitosissima decima posizione. In estate però sono giocatori importanti come Oriol Romeu, Bueno, Castellanos e Riquelme. Alla fine, però, il club anche quest’anno è ripartito dall’allenatore Michel, fattore non solo della scorsa ottima annata ma anche della promozione che ha portato il Girona in Liga.
Il tecnico non ha battuto ciglio e, grazie ai nuovi acquisti e alla valorizzazione dei giocatori rimasti, ha subito alzato l’asticella: adesso (16esima giornata) si gioca il campionato ed è in testa, insieme al Real Madrid e sopra il Barcellona. Ma come ci sta riuscendo? Lo scopriremo nel dettaglio, analizzando i principi di gioco in tutte le fasi, pregi e difetti.
Michel ha messo in campo una squadra molto fluida e con tanti principi di gioco classici del calcio di posizione: tutti i giocatori in campo hanno un ottimo feeling col pallone, sanno giocare in spazi stretti ed hanno grandi abilità di palleggio e conduzione peccando però in fisicità.
Chi sono i giocatori cardine? Partendo dalla difesa, sicuramente Eric Garcia e Daley Blind sono le certezze, a chiudere il terzetto in fase di possesso c’è sempre uno tra David Lopez (sì, l’ex Napoli) al centro della difesa e Arnau Martinez (già una rivelazione della scorsa Liga) a fare da esterno bloccato. Questi due non hanno mai giocato insieme da quando è approdato in squadra Eric Garcia. A centrocampo, invece gli imprescindibili Aleix Garcia, Herrera e Martin, con il primo che è il metronomo e capitano.
Il reparto offensivo, infine, è formato da Savio ed uno tra l'ucraino Tsygankov e il brasiliano Yan Couto (che può giocare anche nei 4 dietro al posto di Martinez), con la sorpresa Dovbyk come terminale offensivo ed il leggendario Stuani a contendergli il posto.
Il vero uomo chiave per gli spagnoli è però Miguel Gutierrez. Il terzino sinistro (uno dei nostri giocatori da seguire) è l’uomo ovunque del Girona: rifinitore ed invasore, grazie a lui il Girona è imprevedibile. Ma andiamo nel dettaglio.
La fase di possesso
La costruzione è un classico 4+1, Gutierrez si sgancia da subito dalla linea e spesso viene esonerato dai compiti di costruzione.
Aleix è il pivote e si limita a scambiare corto coi difensori e finalizzare passaggi a muro per trovare i braccetti, la sua regia è molto semplice nella prima costruzione (sono più i difensori i responsabili della risalita del campo), è in fase di sviluppo che comincia ad essere molto meno conservativo.
Il Girona è una squadra in costante movimento senza palla, con la sola eccezione delle ali, che rimangono sempre larghe in ampiezza, e della punta, che funge da terminale offensivo. Come da manuale del calcio di posizione ogni corridoio è sempre occupato, in particolare i mezzi spazi, spesso quello sinistro da Gutierrez e quello destro da Martin.
In fase di sviluppo la squadra si dispone con un 3-2-5/3-1-5-1, le linee di passaggio tra braccetti ed ali è sempre sgombra per favorirne gli 1v1.
Quando gli avversari si chiudono e fanno una pressione passiva la zona di rifinitura è molto affollata: oltre a Gutierrez e Martin si aggiunge Herrera, micidiale negli inserimenti. In questo sistema di gioco è fondamentale l’abilità di ricezione tra le linee e l’orientamento del corpo; soprattutto Martin è fenomenale nel muoversi in spazi stretti e sbloccare situazioni che rischiano di farsi stagnanti.
Inoltre, la folta linea offensiva permette ottime combinazioni sia con la palla che senza. La cosa che però impressiona di più degli spagnoli è la loro capacità nel costringere gli avversari a difendere in inferiorità numerica in più porzioni di campo, stressando il più possibile la linea di difesa per poi decidere con facilità dove attaccare meglio.
A favorire la grande fluidità, tipica del Girona, sono le numerose rotazioni, come si può vedere nell'immagine seguente.
L’obiettivo è sempre quello di trovare le ali con continui cambi di gioco. Quindi torniamo al discorso di Aleix Garcia che, come detto, ha una regia molto poco conservativa in fase di sviluppo: è lui l’uomo che capovolge l’orientamento dell’azione con lanci precisissimi.
Il Girona, però, sa avere una manovra anche più verticale proprio grazie agli uomini in zona di rifinitura, che si muovono tantissimo alle spalle del centrocampo trovando spesso il punto cieco dei propri marcatori.
A proposito di questo merita un discorso a sé stante proprio Gutierrez, fortissimo nel farsi trovare nel mezzo spazio e con una dimensione offensiva senza palla molto importante per fare le fortune dei compagni prima delle sue.
Vediamo qualche esempio.
Una volta arrivati sulle fasce l’obiettivo è l’uno-contro-uno delle ali, che poi cercano il cross verso i tanti uomini che attaccano l’area. La punta non è molto coinvolta nel gioco ma è sempre pericolosa nel gioco aereo grazie alla grande abilità nei cross dei compagni.
Il Girona è infatti quinto in campionato per cross effettuati per 90’ (21.07) e quinto per cutbacks (0.93). La bravura nel trovare gli spazi giusti per attaccare è dimostrata anche dalla bassa necessità di dribbling per attaccare la linea, sono sedicesimi per dribbling tentati per 90' (14.20) e i giocatori hanno valori altissimi di expected Threat tramite i passaggi, ma bassi tramite conduzioni (Savio è quello con il dato più alto). Tuttavia, la loro completezza in fase offensiva gli permette di essere terzi in Liga per xG costruiti su azione per 90’ (1.90).
La fase di non possesso
Per iniziare a parlare della fase di non possesso bisogna necessariamente e paradossalmente iniziare da quella di possesso. Agli spagnoli piace tenere palla e controllare il possesso; questo è a tutti gli effetti la loro miglior difesa, come si può vedere dal grafico di TheAnalyst.
Quando manca il pallone, però, si vede qualche crepa nell'impianto di Michel: il Girona ha infatti uno stile difensivo rischioso a partire dalla pressione. Il pressing è alto, con un trigger appena la palla finisce sulla fascia (numericamente parlando sono quarti in PPDA in campionato con 10.65) e portato sempre in inferiorità numerica, non ci sono riferimenti sull’uomo e cerca sempre di indirizzare il giro palla avversario per poi muoversi di conseguenza.
Questo tipo di pressione è molto remunerativa se funziona (permette di difendere in zone più arretrate in superiorità numerica) ma, dovendo lasciare il lato debole libero, si porta il rischio di dare la possibilità all’avversario di cambiare gioco ed avere campo libero da risalire. Quando l’aggressione alta non riesce, i giocatori del Girona si chiudono in blocco medio-basso con un 4-1-4-1 o 4-4-2 nel caso un centrocampista si alzasse; chiaramente, però, non c’è però grande filtro tra le linee e infatti il Girona concede molti passaggi nella propria trequarti.
La squadra di Michel soffre non solo per automatismi ma proprio per una mancanza di talento difensivo nella maggior parte degli interpreti. I centrali, per esempio, non sono particolarmente atletici, hanno buone letture ma peccano anche in marcatura e quando c’è da fare difesa posizionale.
L’impegno comunque sicuramente non manca: la linea difensiva è soggetta a diagonali lunghe attaccabili dagli inserimenti avversari che però vengono assorbiti dall’ala o dai centrocampisti.
La fase di non possesso non eccelsa è dimostrata dai numeri anche in questo caso: il Girona è tredicesimo in Liga per npxG concessi per 90’ (1.40), non un dato che può appartenere ad una squadra di vertice, quantomeno non sul lungo periodo.
Peggio della fase di non possesso però c’è quella di transizione difensiva. Per questo ci sono varie ragioni: la prima è la mancanza di atletismo e fisicità; la seconda è, paradossalmente, la grande fluidità che hanno in fase di possesso, che a volte non gli permette di sistemarsi quando c’è da correre all’indietro; la terza è la totale mancanza di marcature preventive.
I giocatori del Girona tentano spesso la riaggressione (sono secondi in campionato per GPI, ossia le volte in percentuale in cui una squadra tenta il gegenpressing) con una media del 55.12%, ma non sempre funziona. In termini numerici, il Girona è infatti quartultimo in Liga per xG concessi da transizione difensiva.
Il Girona è chiaramente una squadra che non accetta compromessi. Michel potrebbe sacrificare, ad esempio, Blind per avere più solidità dietro ma sicuramente non vuole rinunciare alla sua abilità da passatore e conduttore (l'olandese è secondo in Liga per expected Threat), oltre alla fluidità posizionale che può garantire.
In ogni caso, per ora i risultati danno ampiamente ragione a Michel: il tecnico spagnolo ha creato una macchina perfetta, in cui ogni giocatore ha acquisito consapevolezza e si è calato perfettamente nella parte. L'unica eccezione è forse proprio Savio che, pur riuscendo a performare bene anche partendo da sinistra (ossia sul suo piede forte), sembra avere più margini facendolo da destra.
I giocatori del Girona giocano ormai a memoria e hanno grande facilità nel trovare gli spazi giusti per attaccare la porta clamorosa; sono sfacciati e divertenti da vedere, con un approccio che dovrebbe fare invidia anche molte big nel panorama europeo.
Verosimilmente, al Girona servirà crescere in termini di solidità difensiva per preservare quella zona di classifica, specie per reagire a eventuali momenti in cui davanti la squadra non riuscirà a essere altrettanto prolifica.
Contro il Real Madrid, per esempio, hanno perso lo scontro diretto concedendo troppe occasioni (2.38xG), con la squadra di Ancelotti che sembrava poter segnare ogni volta che voleva, e non riuscendo a concretizzare le palle gol create. Quel che è certo è che a questa squadra non si chiede di vincere il campionato; già quello che stanno facendo, con la loro filosofia, merita di essere raccontato ed è giusto goderselo senza farsi troppe aspettative. Poi quel che sarà, sarà.
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