Napoli-Inter (0-3) - Considerazioni sparse
Una sconfitta meritata ma forse troppo pesante per il Napoli, che sa di passaggio di consegne.
L'Inter vince dando una clamorosa prova di forza: se in una prima fase di gara l'Inter non ha fatto di certo strizzare gli occhi, senza però subire mai le sfuriate dei padroni di casa, dalla mezz'ora la mediana nerazzurra ha alzato i giri del motore e, come se fosse un oggetto lanciato su un piano inclinato, la partita ha preso definitivamente la via di Milano. Il gol di Calhanoglu è uno schiaffo che tramortisce gli avversari, quello di Barella il colpo del definitivo KO, la firma di Thuram è buona solo per le statistica;
Una sconfitta, netta, che sa di passaggio di consegne: la squadra campione in carica cede le armi a una rivale fortissima, che si candida fortemente a prendersi il titolo. Una squadra campione che, suo malgrado, non può che leccarsi le ferite, dolorose, arrivate dopo una disfatta a momenti epocale: una squadra che, rispetto allo scorso anno, ha perso certezze e consapevolezze e ora vaga smarrita, alla ricerca di sé stessa;
Una ricerca che, a essere onesti, sta procedendo a piccoli passi: a dispetto di quanto dica il risultato infatti il Napoli non ha nemmeno giocato così male come suggerirebbe il tabellino. Per la prima mezz'ora infatti gli azzurri hanno retto, pur se costretti dagli infortuni a catena a schierare un'inedita difesa "a tre e mezzo", con Natan spostato terzino sinistro ma che in pratica ha agito in posizione molto più stretta vicino ad Ostigard e Rrahmani;
Il Napoli, insomma, ci ha provato con tutte le sue forze: proprio per questo, c'è davvero poco da recriminare ai ragazzi di Mazzarri, quantomeno nell'atteggiamento, tanto che le prime occasioni da gol della partita portano la firma di Elmas e Politano, e anche nel secondo tempo solo un provvidenziale Sommer ha negato a Kvaratskhelia il gol del pareggio, che probabilmente avrebbe cambiato l'inerzia del match;
Alla luce di quanto detto prima, c'è ovviamente un però: il però è una rosa che, se l'anno scorso ha giocato ben oltre i suoi limiti, in questa partita non ha fatto altro che palesarli in tutta la loro gravità. Certamente Natan non è Kim, e i limiti in marcatura soprattutto sono evidenti, così come Ostigard non ha la qualità sufficiente per essere un titolare di una squadra d'alta classifica, ma sul banco degli imputati finisce anche un centrocampo che nulla ha fatto per far filtro e aiutare la retroguardia, come si vede soprattutto in occasione del secondo gol. Non esente da colpe Kvaratskhelia, che è andato sì a un miracolo di Sommer dal pareggio, ma che nel resto della partita ha giocato con una leziosità francamente superflua. A Mazzarri tocca una patata bollente che nessuno gli invidia: trovare coraggio per apportare soluzioni, anche drastiche se necessario, per proteggere una squadra che, se attaccata, appare troppo fragile.
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