Lecce-Bologna (1-1) - Considerazioni Sparse
Il Bologna fallisce il suo esame di maturità mentre il Lecce si conferma squadra solida e difficile da affrontare.
Nel complesso, il pareggio è davvero il risultato più giusto. Nella sfida dell'ora di pranzo tra Lecce e Bologna a farla da padrone sono le difese di due squadre che hanno dimostrato sempre e prima di tutto grande attenzione a cercare di scoprirsi il meno possibile. La sensazione è che però la partita di oggi sia un'occasione sprecata per i rossoblù, che non riescono a sviluppare il loro calcio con la solita efficacia e lucidità. Non aver conquistato i tre punti oggi è la dimostrazione del fatto che il Bologna deve ancora compiere l'ultimo salto di qualità, in termini di maturità e consapevolezza, se vuole davvero coronare il sogno europeo.
Il sale della partita è rappresentato dalla presenza in campo di tanti giocatori con qualcosa da dimostrare, soprattutto tra i felsinei. Lucumì doveva rimettere in discussione le gerarchie in difesa, Fabbian confermarsi dopo il gol al Torino, mentre davanti il trio Van Hooijdonk e Ndoye avevano l'infelice compito di sostituire senza rimpainti due giocatori come Orsolini e Zirkzee. La mancata vittoria dei rossoblù è complice anche delle troppe defezioni fra i titolari. La mancanza del centrale olandese rende la costruzione dal basso molto più lenta e farraginosa, mentre l'assenza della regia dell'ex Bayern e della capacità di rendere bene in isolamento dell'esterno italiano hanno troncato la pericolistà offensiva della squadra. E infatti, per 60 minuti, il Bologna è sterile, statico e fin troppo prevedibile per una difesa organizzata come quella del Lecce.
Tra i giallorossi l'osservato speciale è Gabriel Strefezza. Al ritorno da titolare, il capitano del Lecce era chiamato a fare la differenza sul centrodestra, sfruttando le sbavature difensive di Kristiansen. Invece l'italobrasiliano gioca 77 minuti incolori, senza essere mai pericoloso o riuscire a colpire negli spazi lasciati aperti dalle avanzate di Calafiori. L'involuzione di uno dei protagonisti della salvezza della passata stagione è preoccupante e rende ancora più indispensabile l'impiego di Almqvist, anche a mezzo servizio. Il Lecce ha profondità, ma Strefezza è sempre di più un caso.
Il migliore in campo fra i padroni di casa è Lameck Banda, che sembra trovare sempre di più la sua dimensione ideale sotto la guida di D'Aversa. L'esterno gioca per tre: è utilissimo in copertura nel pressing e nel recupero palla davanti la difesa, s'incarica di essere la fonte primaria di gioco e cerca sempre l'uno contro uno sulla sinistra, limitando anche le proiezioni offensive di Posch. Krstovic, invece, si sbatte tanto e delizia con quale controllo difficile ma ben eseguito, ma è troppo spesso lasciato solo. Senza palloni giocabili e senza nessuno con cui dialogare, anche il suo potenziale rischia di andare perduto.
Motta dovrà riuscire a scacciare immediatamente i dubbi e le incertezze che questa partita ha portato con sé. Il cattivo rendimento di Ndoye (assieme a quello di Karlsson) comincia ad essere una questione sempre più rilevante, man mano che aumentano le ambizioni di classifica della squadra. La trasferta di Lecce è stata la dimostrazione che duellare contro le big del campionato senza dei sostituti all'altezza per Orsolini e Zirkzee è un'impresa poco meno che impossibile. Per fortuna il mercato è alle porte.
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