Atalanta-Napoli (1-2) - Considerazioni Sparse
I vecchi rimedi avranno guarito il Napoli, o si tratta di un semplice placebo?
Curiosità alle stelle per lo stupefacente ritorno di Walter Mazzarri, scelto per risciacquare i panni in Arno dopo la controversa gestione di Garcia. Un nome, quello del tecnico di San Vincenzo, che sembra riportare indietro il tempo di 10 anni: la paura è che anche il gioco del Napoli possa fare lo stesso;
Scetticismo che, perlomeno dalle prime battute, è sembrato eccessivo: il Napoli resta una squadra diversa da quella dello scorso anno, sia chiaro, ma forse per la prima volta in stagione scende in campo consapevole del suo stato di evidente convalescenza, e si regola di conseguenza: ranghi stretti, nessuna fretta di forzare il risultato, pallone lasciato anche agli avversari, risalita affidata al gioco sulle fasce;
Gasperini, dal canto suo, non resta a guardare e affronta a viso aperto gli avversari, proponendo il suo classico gioco fatto di uno vs uno lungo tutto il campo. Una tattica che, se durante la prima frazione non paga vista l'unica vera occasione creata nel finale di tempo con Koopmeiners, nella ripresa ha consentito ai bergamaschi di prendere in mano le operazioni, costringendo il Napoli a lunghe fasi di difesa passiva;
Una vittoria che, nonostante sia arrivata grazie all'intelligenza di Osimhen (oggi rientrato dall'infortunio), bravo a sfruttare un errore in uscita di Carnesecchi, è tuttavia meritata alla luce del carattere mostrato dagli azzurri: una partita ordinata, precisa, senza fronzoli. La cura Mazzarri, per ora, funziona: durerà o è solo il classico effetto placebo?;
Kvaratskhelia, in particolare, beneficia tanto del nuovo tecnico: Mazzarri, con le dovute proporzioni, gli concede libertà tattiche simili a quelle concesse a suo tempo al pocho Lavezzi. Il georgiano è apparso parecchio a suo agio in questa sua nuova versione, non più confinato in fascia ma libero di incidere in più zone di campo. Non solo davanti, ma anche con un prezioso lavoro in fase di non possesso.
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