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Copertina Nikola Krstovic
, 15 Novembre 2023

La passione di Krstovic


Il centravanti del Lecce è una delle rivelazioni di questa Serie A.

Per il Lecce quello del centravanti è sempre un affare complicato. Alcune delle stelle più luminose, e benvolute, della storia giallorossa si sono distinte nel ruolo, da Vucinic a Pasculli passando per Chevanton e un giovanissimo Bojinov. Lo scorso anno, i prescelti per alternarsi come numero 9, Assan Ceesay e Lorenzo Colombo, hanno dato un contributo tangibile per la salvezza ma senza mai essere pienamente convincenti. Anche per questo motivo, il duo Corvino-Trinchera ha deciso di non confermarli, fiondandosi sul centravanti montenegrino del Dunajska Streda, Nikola Krstovic, in piena coerenza con la sua profonda passione e conoscenza del calcio balcanico.

La scelta ha destato più di qualche dubbio iniziale, soprattutto perché, seppur più giovane, quello di Krstovic è un profilo che presenta più di qualche similitudine con quello del già citato Ceesay. Entrambi si sono affermati segnando tanto in squadre competitive, ma in campionati minori (Ceesay aveva appena vinto campionato e classifica marcatori con lo Zurigo). Dopo due investimenti tutto sommato fallimentari, sembrava lecito aspettarsi un acquisto nel ruolo di maggior peso, meno fantasioso. Allo stesso tempo, anche senza conoscerlo troppo bene, il feeling con la porta di Krstovic è apparso sin da subito difficile da non riconoscere, come anche dimostrano i 26 gol in 35 partite segnate nell'ultimo anno in Slovacchia.

I numeri non sempre restituiscono un’immagine completa ma, specialmente nell’annata della sua esplosione, l’attaccante montenegrino ha messo in mostra alcune caratteristiche che ne rendevano possibile, se non probabile, l’adattamento anche a un livello più alto. In particolare, la facilità balistica, la fluidità nei movimenti e la varietà nelle conclusioni sono tutti elementi distintivi del suo gioco.

Krstovic è in grado di alternare reti da rapace d’area a gol più ricercati tecnicamente, come ad esempio la rovesciata segnata contro il Vikingur nei preliminari di Conference. Il fisico ben piazzato, ma con un baricentro equilibrato e una gran forza nelle gambe, gli permettono anche di affrontare in dribbling difensori più legnosi. Ciò che maggiormente spicca è però la sua abilità nel colpo di testa: anche in Serie A abbiamo già avuto un assaggio di questa sua qualità. Nella passata stagione le reti di testa sono state ben 4, risultato di un ottimo tempismo nello stacco misto a una grande efficacia nella torsione.

Per Krstovic, la transizione verso la Serie A è stata sorprendentemente naturale. Il primo gol è arrivato dopo una manciata di minuti, seguito da un paio di altri in sequenza. Rispetto ai colleghi di ruolo che l’hanno preceduto, l’ex Dunajska Streda si è potuto confrontare con una squadra dal baricentro più alto rispetto al passato. D’Aversa, che quest’estate ha rimpiazzato Marco Baroni, inoltre favorisce un gioco fatto di transizioni rapide, insistendo molto sull’estro e la capacità di risalire il campo in poco tempo delle ali (Banda e Almqvist in particolare), che si distinguono per le doti offensive.

Dal canto suo, Krstovic si è calato con l’atteggiamento giusto nella parte, venendo a cercare il pallone in zone diverse del campo e accettando la lotta costante con i marcatori avversari. Il classe 2000 è al 30° posto in Serie A per duelli aerei tentati (con una percentuale di vittoria del 39.3%), segno di una predisposizione naturale alla battaglia, ma anche di richieste molto precise del suo tecnico. Ancor più interessante è il dato dei falli subiti, 20 (2.27 per 90'), che lo pone dietro a soli 13 calciatori nel nostro campionato. Il più semplice dei modi di rendersi utile per un centravanti. In altri aspetti, però, il montenegrino è decisamente migliorabile: in questo inizio di stagione il ragazzo mette in saccoccia soltanto 0.11 contrasti vinti per 90', e 4.43 possessi persi.

I 4 gol segnati in Italia fino ad ora sono solo un assaggio del repertorio dell’attaccante. Il rigore realizzato contro il Monza è indicativo soprattutto della fiducia nei suoi confronti da parte di tutto l’ambiente Lecce. Krstovic è stato immediatamente riconosciuto come primo rigorista da D’Aversa, complice anche la retrocessione in panchina di Gabriel Strefezza. Contro il Sassuolo, invece, il numero 9 ha mostrato freddezza e istinto da rapace avventandosi col mancino su una palla vagante dopo una mischia.

Sono però i 2 gol contro Fiorentina e Salernitana a stuzzicare maggiormente la fantasia. Entrato da pochi minuti e al suo esordio in Serie A, Krstovic ha approfittato di una lettura sbagliata della difesa viola, in particolare di Martinez Quarta e Parisi con la collaborazione di Terracciano, per spizzare il pallone di testa e bucare la rete senza nemmeno guardare. Osservando meglio però, si può vedere come a trarre in inganno un comunque distratto Martinez Quarta sia proprio il movimento di Krstovic, che furbescamente finge fino all’ultimo di voler andare incontro al cross di Banda, per poi sgusciare alle spalle dell’argentino e sbilanciarlo lievemente con le braccia per rendergli impossibile il recupero.

Di fattura ancor più pregevole è quello realizzato una settimana dopo contro la Salernitana. Un cross dalla destra di Gendrey, abbastanza teso e potente, ma non troppo alto e leggermente corto, è stato trasformato in oro dal montenegrino, che con una frustata è riuscito ad anticipare Gyomber e piazzare il pallone sul secondo palo, colpendo quasi dal vertice opposto dell’area piccola.

Nelle ultime settimane, però, Krstovic ha trovato maggiori difficoltà, con la parziale giustificazione di una stagione iniziata prima degli altri (il Dunajska Streda ha iniziato i preliminari di Conference League il 13 luglio) e di qualche problemino fisico sofferto in nazionale. Il calo di prestazioni, che in ogni caso ha colpito la squadra in generale, e il concomitante buon momento di forma di un altro centravanti giovane e interessante, Roberto Piccoli, ha suscitato più di qualche brusio tra i tifosi del Lecce, oltre che il panico di parecchi fantallenatori. Contro il Milan, in quella che probabilmente è stata la sua peggior prestazione in maglia giallorossa, l’attaccante è stato sostituito al 63’ con soltanto 5 passaggi completati.

Se dopo l’esaltazione iniziale un ribaltamento del giudizio così repentino appare ingeneroso, la mini-crisi di questo periodo è comunque utile per evidenziare alcuni degli aspetti in cui Krstovic deve migliorare. Il 23enne spesso mostra doti notevoli nel preparare la conclusione, ma risulta fin troppo ostinato o frettoloso quando si tratta di trovare effettivamente la porta. Nella sua gestione del pallone c’è ancora la tendenza ad agire di puro istinto quando maggiore calma e razionalità potrebbero mettere i suoi compagni in condizione di calciare con buona libertà.

Krstovic, inoltre, ha l’attitudine del centravanti moderno a svariare e venire incontro per giocare con gli altri. Una generosità ideale che però non sempre si riflette in un’esecuzione precisa: completa il 67% dei suoi passaggi e non ha mai avuto numeri da grande assistman; non ne ha offerti in questa stagione, e il suo record in carriera sono i 4 della scorsa annata. Va comunque sottolineato che, rispetto alla squadra del 2022/2023, il Lecce ha cambiato 5 dei 6 titolari dal centrocampo in su, e in generale si tratta di una squadra piuttosto giovane la cui intesa non può che migliorare con il tempo.

La carriera di Krstovic fino a questo punto rappresenta uno strano paradosso. A soli 23 anni ha già segnato quasi 100 gol (considerando anche le selezioni nazionali) e giocato più di 200 partite. Ha esordito nel campionato montenegrino a 16 anni appena compiuti con lo Zeta Golubovac, una delle squadre più rappresentative del paese (nonché la prima vincitrice del campionato successivo all’indipendenza dalla Serbia). Ha segnato la sua prima rete prima ancora del suo 17esimo compleanno e ha raggiunto per la prima volta la doppia cifra stagionale da poco più che maggiorenne.

La facilità ad andare in rete e dominare le partite nel campionato montenegrino hanno destato l’interesse di un colosso dei Balcani come la Stella Rossa. La maggiore competitività del calcio serbo, così come le aspettative rispetto a un club il cui unico obiettivo è la vittoria, hanno complicato il suo percorso, e neanche il breve prestito al Graficar ha modificato la situazione. In maglia biancorossa un Krstovic giovane e inesperto si è trovato davanti prima Milan Pavkov e il journeyman portoghese Tomanè, poi due vecchie conoscenze del nostro calcio come Diego Falcinelli e Richmond Boakye. L’affluenza nel ruolo di centravanti, per di più in una squadra costruita per giocare con una sola punta, ha ridotto all’osso le opportunità del ragazzo, che nel 2021 ha quindi scelto di ripartire dalla Slovacchia.

Al Dunajska Streda, Krstovic si è ritrovato investito del ruolo di titolare inamovibile e terminale di ogni azione offensiva, ripagando la figucia con 10 gol nella prima stagione e come detto, 26 della seconda, in cui il montenegrino ha mostrato la stessa capacità di imporre la propria forza dominatrice sulle partite che aveva sfoderato a casa sua ma con una consapevolezza maggiore e una struttura fisica meglio definita. Nello stesso periodo è diventato anche il titolare della sua nazionale.

Eppure, guardandolo giocare con la maglia del Lecce, l’impressione è di avere a che fare con un calciatore ancora acerbo. La normalità per un centravanti così giovane, un ruolo in cui spesso i giocatori sembrano trovare più tardi di altri la loro stabilità, ma una normalità a primo impatto in contrasto con gli 8 anni di carriera che ha sulle spalle. La chiave di questo paradosso, banalmente, sta nel potenziale che Krstovic possiede.

Già ora, nella sua forma attuale, Krstovic è un attaccante più che discreto. Un buon compromesso tra classico e moderno, capace probabilmente di raggiungere la doppia cifra in un campionato come il nostro o di una carriera scintillante in luoghi che lo sono meno. Se negli ultimi mesi abbiamo sentito il suo nome accostato a squadre come Inter e Manchester United, però, è perché doti fisiche e tecniche delineano i contorni di un profilo particolarmente intrigante in cui Krstovic potrebbe evolversi. Non è detto che accada, ma di certo quando Corvino scommette su un montenegrino c’è da tenere occhi e orecchie ben aperti, e godersi il viaggio.


  • Romanista e autista del Carro Lorenzo Pellegrini. Bevitrice di Peroni in offerta. Fondamentalista lucana. Noel è il Gallagher superiore.

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