Considerazioni sparse post Juventus-Verona (1-0)
La zampata di Cambiaso rompe le difese del Verona e regala alla Juventus una notte in testa alla classifica.
- Serviva una vittoria per passare almeno una notte a riassaporare il sapore della vetta e, nel modo più faticoso, grottesco, rocambolesco, alla fine vittoria è stata e, proprio a Torino, tanti insegnano che, tutto sommato, a contare è quello. Tuttavia, poche occasioni come questa partita sembrano evidenziare il contrasto paradossale tra la posizione in classifica della Juventus e la qualità che i bianconeri dimostrano di avere a disposizione. Torino, Milan e stasera Verona sono 3 vittorie ottenute schierando una formazione che, almeno all'apparenza, non sembra avere bocche da fuoco in grado di risolvere partite, nessuna variabile in grado di rompere la legge dell'ordine: quando l'epilogo sembra scritto, è il più romantico dei mischioni di provincia a risolvere l'ennesima battaglia e beffare un Verona che assaporava l'impresa. E a Torino arrivano altri 3 punti;
- A preoccupare, su tutti, è ancora Dusan Vlahovic, già entrato in vesti cadaveriche nella vittoria di San Siro. Il serbo sembra molto lontano dalla condizione ottimale e ancora una volta finisce in pasto alla difesa avversaria, dove un aggressivo Dawidowicz non fa nemmeno troppa fatica a sovrastarlo. Poche risorse anche da un centrocampo (ridotto al lumicino dalle ben note vicende extra campo) di cui Rabiot dovrebbe farsi stella polare per spessore, ma il francese sembra aver fatica a stabilirsi sui livelli dello scorso anno. Sono la carica ruspante di un Gatti un po' grezzo, la personalità di un Miretti sempre un po' troppo impreciso, le scorribande di un Cambiaso magari a volte disordinato a cercare di cambiare le carte in tavola: sono queste le armi di un'aspirante capolista?
- In un XI iniziale piatto dal punto di vista tecnico ed emotivo, il giocatore più pericoloso tra i bianconeri, come già dimostrato dalla partita di San Siro, è senza dubbio Moise Kean ma l'attaccante della Juve vive la classica serata da nuvoletta fantozziana, specchio del momento personale particolarmente sciagurato (almeno dal punto di vista realizzativo) che sta vivendo in campo. Ancora in cerca della prima rete stagionale, gli strappi di Kean sono l'unica fonte di sussulti di una squadra disarmata e monocorde, ma due interventi del VAR cancellano insensibilmente il nome del vercellese dal tabellino, che per la verità i presupposti per segnare se li era abilmente costruiti. Un comprensibile nervosismo costringe anche Allegri ad interrompere anzitempo la sua gara, nonostante una prestazione sopra la sufficienza;
- Il Verona non sembra una squadra in crisi, almeno non a vederla stasera per la prima volta. Dopo 20 minuti di sofferenza la squadra di Baroni reagisce al gol annullato con orgoglio e, per metà del primo tempo, è in grado di imporre i propri ritmi sul campo della Juventus. Nella ripresa, anche legittimamente, i gialloblu assaporano il risultato di lusso ed ergono il fortino a difesa del punticino, cavalcando un 5-3-2 un po' più solido del solito, con le due punte di mestiere a cercare di far respirare la squadra e con il prezioso lavoro delle mezze ali a limitare i palloni tra le linee della Juve. Alla fine Baroni torna a casa con niente, ma onestamente ha poco da rimproverare ai suoi;
- Realisticamente, non si può uscire da una vittoria che porta (momentaneamente) in testa alla classifica con delle sensazioni negative, e questo è anche il caso di una Juventus che, seppur vicinissima ad uno stop deludente, trova il classico risultato che aumenta l'entusiasmo, subito dopo la prestigiosa vittoria sul Milan. Se ad oggi le prestazioni di quelli che dovrebbero essere gli elementi di qualità sono limitate da condizioni fisiche non ottimali (su tutti Chiesa, Vlahovic e Rabiot), la capacità di portare comunque a casa risultati con costanza non può soltanto essere riconducibile alla fortuna (che, per la verità, non ha sempre sorriso alla squadra di Allegri durante la gara). Trarre il meglio dalle gare un po' opache è una caratteristica importante e, se a gennaio Giuntoli potrà intervenire a colmare alcune evidenti carenze di rosa, non è detta che alla lunga non risulti davvero preziosa. Per ora però continuiamo a credere genuinamente ad Allegri quando dice di puntare al quarto posto.
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