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, 21 Ottobre 2023

Considerazioni sparse post Hellas Verona-Napoli (1-3)


Il Napoli torna a vincere grazie soprattutto alle giocate del suo tridente. Il Verona crea tanto ma non concretizza.

- Al Bentegodi si affrontano due squadre in momenti diversi, ma entrambi difficili: se le difficoltà del Napoli e del suo condottiero Garcia (secondo le cronache ancora al timone solo per il rifiuto da parte del sostituto designato) sono note, non passa un momento migliore il Verona di Baroni, che non conquista i tre punti addirittura dalla sfida di fine agosto contro la Roma. Un digiuno che si spiega con i soli 5 gol segnati in campionato prima di questa partita;

- È dunque l'attacco a sentire la pressione delle difficoltà del Verona, e fin da subito i padroni di casa fanno sentire la loro pressione specialmente da piazzato, impegnando più volte Meret e superando finalmente il numero uno friulano con Lazovic. Peccato che questo arrivi soltanto quando il Napoli è sopra di 3-0;

- I tiri in porta del Verona, a fine gara, sono comunque 9, solo uno in meno dei partenopei: un campanello d'allarme per Garcia, che deve tenere comunque la guardia alta. Gli azzurri, infatti, peccano ancora quando devono gestire il risultato, rischiando troppo specialmente dopo lo 0-3. Difficoltà che si manifestano quando la squadra è costretta a lunghe fasi di difesa posizionale con baricentro basso, lavoro non propriamente nelle corde degli azzurri, abituati a un recupero aggressivo in zone molto avanzate di campo;

- Persino i numeri suggeriscono quanto sia stata la qualità del tridente offensivo, capace di giocate importanti e precise, a far pendere l'ago della bilancia da parte degli ospiti. Cruciale è stata la prova di Raspadori, scelto come sostituto dell'infortunato Osimhen: un calciatore nuovo rispetto a quello spaesato, nel ruolo di mezzala, visto contro la Fiorentina. Non a caso anche Einstein sosteneva che "Se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, passerà tutta la vita a credersi stupido";

- In generale un buon Napoli, che quando riesce a muovere pallone e uomini con semplicità, privando gli avversari dei punti di riferimento, è ancora una delle squadre più divertenti e concrete del campionato. Un Napoli che riceve buone risposte non solo dai soliti Zielinski e Kvaratskhelia, ma anche da Cajuste, oggi ottimo nel sostituire Anguissa, e da Meret, oggi sempre attento quando sollecitato, lasciandosi alle spalle le scorie dell'errore sul gol di Brekalo. Il Verona deve cambiare marcia e farlo il prima possibile.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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