Chi prendere e chi evitare al FantaNBA 2023/24
Consigli non richiesti che potrete rinfacciare in futuro.
La stagione NBA 2023-2024 è alle porte, con il Tip-off fissato per il 24 Ottobre. Nel mare magnum di Power Ranking, previsioni, Over/Under e chi più ne ha più ne metta, ovviamente non possono mancare le considerazioni relative alla controparte Fantasy della Lega più importante al mondo. Abbiamo quindi pensato di poter contribuire anche noi a tutto questo, provando a ipotizzare 4 quintetti dividendoli tra "Consigliati" e "Da evitare".
DISCLAIMER: pur essendo soltanto un gioco, abbiamo stilato i quintetti basandoci sulle regole e il listone di Dunkest, probabilmente il principale hud di Fantabasket in Italia. Ogni format ha proprie regole specifiche, che occorre approfondire bene per non sbagliare la composizione del roster, soprattutto per chi viene dal "banale" mondo del Fantacalcio, dove la semplice introduzione dello "switch" ha generato tumulti simil Parigi 1848. In alcune proposte è ulteriormente premiata l'efficienza, in altre ha un peso specifico maggiore il volume di gioco o i risultati di squadra.
Altra precisazione d'obbligo: non abbiamo la pretesa di consegnarvi quintetti "fatti e finiti", quanto proporre situazioni convenienti nel rapporto resa/aspettativa, senza considerare troppo la disponibilità fantaeconomica complessiva.
Ogni quintetto è composto da 2 guardie, 2 ali e 1 centro con un coach a gestire virtualmente tutto dalla panchina. Tra i giocatori occorre scegliere il Capitano, che vedrà raddoppiati i suoi fantapunti della settimana. Dato che però questa scelta sarà da rivedere settimana per settimana e che dipenderà molto dalle partite di quel periodo, non ci addentreremo cosi tanto nei meandri della valutazione.
Consigliati
Guardie
Luca: Tyrese Maxey (Philadelphia 76ers) è atteso dalla stagione della definitiva consacrazione. L'affaire Harden potrebbe rivelarsi il momento in cui finalmente gli verranno date le chiavi del backcourt: più minuti in campo, più palla in mano, ritmo più alto e congeniale al suo gioco. Chiaramente i 76ers saranno sempre e comunque la squadra di Joel Embiid, ma Maxey è uno dei nomi più interessanti del lotto. Nella scorsa stagione la True Shooting è stata del 60,5% con un Usg% del 24%, 4 in più del precedente. Il ragazzo è pronto per diventare una stella.
Massimiliano: LaMelo Ball (Charlotte Hornets) è l'unico motivo d'interesse - per chiunque non tifi la franchigia del North Carolina - per seguire lo sviluppo della squadra posseduta sino a quest'estate da Michael Jordan. Due stagioni fa, col fratellino di Lonzo a pieno regime, le vittorie in Regular Season sono state 43 e, al netto delle vicende giudiziarie di Miles Bridges, 4/5 della lineup titolare fa ancora parte del roster dei Calabroni. Il dubbio è nelle condizioni fisiche di LaMelo, che l'anno scorso lo hanno limitato a 36 gare in stagione, ma se dovesse superare la barriera delle 65 gare posto dalle nuove regole del contratto collettivo per poter essere eletti nei quintetti stagionali, tra una tripla doppia e l'altra il play più swag dell'NBA è una fonte sicura di bonus e fantapunti.
Luca: Jalen Brunson (New York Knicks) è stato il classico caso di chi ha voluto la bicicletta e si è messo a pedalare. Dopo il passaggio ai Knicks ha zittito tutti quelli che vedevano nel suo contratto (104x4) la classica sparata di New York, mai troppo restia a strapagare giocatori. L'ex Villanova ha risposto passando da 16 a 24 punti a partita, col 41,6% da 3 con 6,2 assist di media (rispetto ai 4,8 precedenti). Ha dimostrato di essere in grado di gestire un attacco eliocentrico, beneficiando del talento offensivo di Julius Randle. Un Doncic in miniatura, insomma.
Massimiliano: Cade Cunningham (Detroit Pistons), dopo l'annata in crescendo da rookie, aveva iniziato la stagione 2022/23 come meglio non avrebbe potuto: nelle prime 12 gare ha girato a 19.9 PPG - 6.2 RPG - 6.0 AST e un onestissimo, considerando il 28.7% di Usg%, 49.2% di True Shooting. L'infortunio e la conseguente operazione alla tibia sinistra ha consegnato ai Pistons di questa stagione un'ulteriore iniezione di talento offensivo, per un roster che necessita di un direttore d'orchestra. Cade potrà non essere il miglior realizzatore della squadra ma, avendo visto lo sviluppo di Devin Booker, è probabile che Monty Williams ne sviluppi le qualità a tutto tondo di leader della squadra. Buon per le triple doppie e i minuti sul parquet.
ALI
Luca: Evan Mobley (Cleveland Cavaliers), al suo secondo anno nella Lega, non ha avuto i miglioramenti che era lecito attendersi. Il consensus lo definisce il nuovo Garnett: se a livello difensivo i numeri sono stati molto buoni (1,5 stoppate e 9 rimbalzi a gara, 9° e 20° nella Lega), in attacco la crescita non è stata cosi netta. Da 15 a 16,2 punti con una % da 3 addirittura calata (da 25% a 21%). Proprio per questo però, complice anche i negativi playoff dei Cavs del 2023, le aspettative sono calate sensibilmente. Quale miglior momento per approfittarne?
Massimiliano: Paolo Banchero (Orlando Magic) è passato nel giro di un'estate dalla più grande speranza della pallacanestro italiana per le competizioni internazionali al traditore, al reietto, a un giovane sopravvalutato data l'esperienza della FIBA WC con Team USA. Banchero è pur sempre il ROY 2023 e ha mandato lampi di creazione non solo per sé ma anche per i compagni che per una Fantasy Team sono manna dal cielo. Soprattutto se si opta per la modalità Draft, magari qualche compatriota scottato dalle vicende estive preferirà affidarsi a giocatori più amati e "simpatici". Ma il FantaNBA non guarda in faccia a nessuno, è spietato, così come Banchero in campo aperto e in penetrazione.
Luca: Mikal Bridges (Brooklyn Nets), alla Trade Deadline del febbraio 2023, si è trovato da pezzo fondamentale di una contender a primo violino di una squadra in completa ricostruzione. L'ex Suns si è calato perfettamente nella parte: i 17,2 punti sono diventati 26,1, con una True Shooting addirittura migliorata (a Phoenix 57%, a Brooklyn 60%). Ci si chiedeva se i Suns avessero scambiato un giocatore che nel contesto giusto da terzo violino avrebbe potuto tramutarsi in All-Star: al momento la risposta è sì.
Massimiliano: Jaime Jaquez Jr. (Miami Heat) è una chiamata estremamente azzardata, utile per pescare risorse inaspettate a basso costo dalla panchina. Così come nel vostro fantabasket, così potrà essere il rookie da UCLA degli Heat: in nativo di Camarillo si candida a essere "quello a caso degli Heat che spunta all'improvviso e gioca minuti fondamentali in rotazione", grazie a una minuziosa conoscenza di ogni centimetro e ogni kilo del proprio corpo che lo rende un profilo versatile e adattabile a vari contesti tattici. Costruito in laboratorio per il basket di Erik Spoelstra, costruito in laboratorio per essere il "Non ci credeva nessuno" della vostra rosa al FantaNBA.
Centro
Luca - Jakob Poeltl (Toronto Raptors), abbastanza inspiegabilmente, ha ricevuto dai Raptors un'offerta da 78 milioni in 4 anni. Poco senso con la timeline della franchigia, alla ricerca di una nuova identità dopo il grande ciclo culminato con l'anello 2019. Sembra anche che il destino dell'austriaco sia quello di accumulare cifre in squadre ben lontane dall'obiettivo playoff. Nel fantabasket i risultati di squadra hanno relativa importanza, e allora portarsi a casa un centro capace di girare a 13 punti e 9 rimbalzi di media a partita nella scorsa porzione di stagione trascorsa in Canada, conditi da 1,3 stoppate e una True Shooting del 65,2% è molto più che interessante.
Massimiliano: "Alperen Şengün (Houston Rockets) non difende" è una sentenza più o meno opinabile, ma al fantallenatore la difesa è un aspetto di risibile influenza. L'arrivo di Ime Udoka sulla panchina dei Rockets e il rinnovamento del roster dei texani dovrebbe garantire una dose di atletismo e dinamismo attorno al centro turco in grado di coprire i suoi buchi nella protezione del ferro e massimizzare le sue doti creative da point center. Non la classica "doppia doppia che cammina" (14.8 PPG e 9.0 RPG nel 2022/23, 59.9% TS%), ma molto di più. E un'estetica vintage che a livello numerico conta relativamente, ma pure l'occhio vuole la sua parte
Coach
Luca: Mark Daigneault (Oklahoma City Thunder), perché i risultati di squadra hanno poco impatto sui punteggi dei giocatori, mentre sono la variabile chiave per gli allenatori. Ecco perché Mark Daigneault potrebbe rivelarsi una buona scelta. Puntiamo sulla crescita di SGA, Giddey, i due Williams e sul debutto di Chet Holmgren - Wembanyama ante litteram pur non avendo esordito prima del francese -. Oggettivamente OKC ha tutte le carte in regola per fare molto meglio dello scorso anno, e il coach proveniente dal laboratorio della G League è destinato a raccoglierne i fantadividendi.
Massimiliano: Quin Snyder (Atlanta Hawks) lo si può leggere, come d'altronde lo è l'impostazione del suo sistema offensivo, attraverso i numeri. 38 - 40 - 51 - 48 - 50 - 44 - 52 - 49, come le sue vittorie in Regular Season nelle 8 stagioni a Utah: per la scelta di un coach conta esclusivamente quel dato, a prescindere dalle cifre e dalla qualità del gioco dei singoli. Con già una serie playoff di esperienza sulla panchina di Atlanta e un Trae Young apparentemente più coinvolto nel progetto rispetto al termine del rapporto con McMillan, che non siano proprio gli Hawks la sorpresa dell'Est, anche grazie a una SouthEast Division non certo irreprensibile (Charlotte, Washington, Orlando e Miami)?
DA EVITARE
Guardie
Luca: James Harden (Philadelphia 76ers) è stato protagonista dell'ennesima estate torrida con la propria dirigenza: la mancata presenza al Media Day, un fisico che va gestito per arrivare in condizioni decenti ai playoff... No, neanche sotto tortura consiglierei di occupare il primo slot in guardia con James Harden. Un giocatore che ha contribuito a cambiare il basket, che ci ha fatto innamorare e che per anni è stato un rebus per le difese avversarie. Tuttavia, life is now ed oggettivamente il gioco non vale la candela.
Massimiliano: Jaylen Brown (Boston Celtics) sarà, per la speranza dei tifosi del Leprecauno, un giocatore migliore e più funzionale nel reparto guardie di Mazzulla. Per esserlo sarà probabilmente affiancato stabilmente da uno tra Holiday e White nel gestire i possessi, a scapito delle cifre e del volume offensivo di JB. Un giocatore migliore non coincide necessariamente con cifre più "grasse", ma all'algoritmo del FantaNBA non interessa.
Luca: Jordan Poole (Washington Wizards) è l'altra faccia della trade per Chris Paul. Gli Warriors dovevano decidere tra lui e Green e onestamente in pochi avrebbe preferito Poole a uno dei pilastri di una delle più grandi dinastie della storia NBA. Nell'ultima stagione Poole ha dimostrato di avere problemi di gestione della palla (1,61 di AST/TO: Brunson, per dire, ha avuto 2,96...) e quest'anno sarà proprio lui a gestire l'attacco dei derelitti Wizards. Pochi dubbi che metterà insieme cifre notevoli come volume, ma con una efficienza a fortissimo rischio. Classico caso di giocatore da non prendere in considerazione.
Massimiliano: Fred VanVleet (Houston Rockets) è il principale candidato a conoscere un cambiamento di ruolo e di ridimensionamento statistico nel sistema di Udoka. Il talento giovane e da affinare a Houston è vastissimo, con almeno 5 profili da attenzionare maggiormente rispetto all'ex Raptors. Con alle spalle la cavalcata del 2019, VanVleet è chiamato a contribuire a livello di esperienza, di esempio e di leadership più dei punti e delle cifre messe a tabellone. Immaginarsi un minutaggio e uno Usg% ondivago nella stagione non è utopia, con tutte le incertezze che ne conseguono a livello di FantaNBA.
Ali
Luca: Lebron James (Los Angeles Lakers) non deve suscitare riverenza. Nessuna mancanza di rispetto, nessuna lesa maestà, anzi. Tutt'altro. Lebron, se sano e con un Davis altrettanto in salute, è un serio candidato all'Anello con i suoi Lakers, usciti rinforzatissimi dalla Trade Deadline 2023, con gli ultimi playoff a dimostrarlo. Quale sarebbe allora il senso di superare le 60 partite, spingendo più del 70/80% delle proprio potenzialità? Le vere cartucce le dovrà riservare per i playoff, quando proverà forse l'ultimo credibile assalto alle Finals. Davvero spendere così tanto per un giocatore che comincerà a girare le chiavi della macchina intorno a metà marzo? Attendiamolo insieme da aprile in avanti, senza disturbarlo nel nostro quintetto.
Massimiliano: Victor Wembanyama (San Antonio Spurs) è il prospetto con più potenziale della storia della pallacanestro mondiale, e su questo non c'è alcun dubbio. Tra la realizzazione piena di tutto ciò che il francese ha già fatto intuire e l'ottobre 2023, tuttavia, passerà inevitabilmente del tempo. Gli Spurs e Pop costituiscono il contesto ideale per il rookie per provare molto e sbagliare altrettanto senza il rischio di entrare in un circolo vizioso di pressioni e dubbi. Avere una discontinuità in attacco e, in vista di una calibratura fisica per il breve (Parigi 2024) e il lungo periodo (carriera NBA coi neroargento) su un fisico senza precedenti, la combinazioni tra notti inefficienti in attacco e riposi programmati potrebbero remare contro a qualsiasi fantasquadra.
Luca: Khris Middleton (Milwaukee Bucks) è colui che potrebbe subire, dal punto di vista individuale, l'arrivo di Lillard ai Bucks. L'arrivo di Dame inevitabilmente abbasserà il suo Usage, con prevedibili conseguenze sui punti che potrà produrre. Non è escluso che il suo gioco possa rasentare quello di un "banale" catch&shooter, con ruolo di creator relegato ai minuti senza Lillard in campo. Se a tutto questo ci aggiungiamo la necessità di gestire un fisico che comincia a subire i segni del tempo, con chiaro orizzonte post-season, investire troppo budget e speranze in Middleton potrebbe rivelarsi controproducente.
Massimiliano: Julius Randle (New York Knicks) è il proverbiale "zozzone" del Fantasy NBA. Non il più bel giocatore da vedere ma che, notte dopo notte, mette a referto punti e rimbalzi in quantità. L'efficienza non è del pianeta dell'ex Lakers e Pelicans, tuttavia (mai sopra al 60% di TS% in carriera) e in una New York sempre più nelle mani di Brunson anche i fantapunti potrebbero calare vertiginosamente. La squadra di Thibodeau rischia di vivere il peggior limbo dell'NBA, senza scendere né salire da un First o Second Round ai Playoff: che sia proprio Randle il sacrificato per un cambio di rotta alla Trade Deadline, con tutti i dubbi in sede di FantaNBA che ne conseguirebbero?
Centro
Luca: Al Horford (Boston Celtics) è un professore del Gioco, ma gli stessi concetti che mi fanno allontanare dai consigli Middleton sono validi anche per il centro di Boston. L'estate dei Celtics ha asciugato a soli 3 elementi il frontcourt (Al, Porzingis e Kornet): visti i ranghi ridotti - il roster di Boston è corto praticamente in ogni ruolo -, è possibile che coach Mazzulla si convinca a giocare con un solo interno, che nel caso sarebbe Porzingis. Le 37 primavere del figlio di Tito meritano una attenzione particolare in termini di load management, per poterlo avere il più fresco possibile da aprile in poi. Horford non è mai stato un profilo adattissimo alle logiche del Fantabasket, ora più che mai si può pensare di rinunciarvisi senza troppi rimpianti.
Massimiliano: DeAndre Ayton (Portland Trail Blazers) è stata probabilmente la scelta numero 1 al Draft scambiata in cambio del peggior ritorno nel minimo tempo che la storia NBA ricordi. Phoenix ha sostanzialmente fatto carte false per non averlo più in Arizona, e una franchigia in pieno rebuilding come Portland si è prestata per cercare di recuperare mentalmente e agonisticamente un corpo e dei polpastrelli dalle potenzialità incredibili. Lo scenario di un Ayton che tira qualsiasi pallone riceva nel pitturato, contribuendo alle sconfitte di una squadra gestita da guardie alle prime esperienze a livello NBA, non farà bene all'efficienza del reparto lunghi del vostro FantaNBA.
Coach
Luca: Joe Mazzulla (Boston Celtics) sarà la guida di una squadra che, non utopicamente, non farà carte false per avere il miglior record della Lega. Gli ingredienti per avere una stagione a cavallo delle 50 vittorie ci sono tutte: roster corto e rivoluzionato che potrebbe richiedere tempo per amalgamarsi e grandi ambizioni playoff. Joe Mazzulla è nel gruppo degli allenatori più attenzionati: il pedigree dei Celtics "chiama" queste aspettative, ma i motivi di cui sopra ci spingerebbero a dare la nostra fiducia ad altri profili sul pino.
Massimiliano: Mike Brown (Sacramento Kings) ha riportato la franchigia californiana ai Playoff dopo 17 anni, l'assenza più lunga della storia degli sport professionistici americani, con una pallacanestro bellissima ed efficace. Ripetere il 48-34 della scorsa stagione è complicato: la cosiddetta injury luck potrebbe presto presentare il conto, la Pacific Division in cui Sacramento è inserita comprende almeno 3 contender (Lakers, Clippers e Warriors) che, nel miglior scenario possibile, sono un passo avanti a Sacramento in termini di talento e profondità: che la qualità della pallacanestro di Brown si mantenga ma che a calare sia il numero di vittorie?
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