Considerazioni sparse post Roma-Inter (2-0)
Il match femminile della settimana scelto per voi è la sfida tra le campionesse d'Italia e le nerazzurre di Rita Guarino.
- Al tre Fontane la Roma di Spugna schiaccia l'Inter senza problemi: il 2-0 firmato da Giada Greggi e dall'autorete di Alborghetti è figlio di una superiorità tecnica e mentale a tratti disarmante delle giallorosse, e il risultato non è stato più largo solo per quell'atavica quota di imprecisione sottoporta di Giacinti e compagne. Quinta vittoria in scioltezza su cinque gare giocate dalle campionesse d'Italia, prima sconfitta per l'Inter che mette a nudo vari problemi, rimasti nascosti sotto il tappeto dopo il pari casalingo strappato alla Fiorentina e la sudata vittoria contro il Sassuolo;
- Quasi superfluo enumerare i pregi e le qualità della Roma, soprattutto nella capacità di gestione del possesso e nel presentarsi con frequenza e pericolosità in area avversaria. Ci sono però piccole difficoltà da limare, colpevolmente non messe in evidenza da una brutta Inter: le giallorosse, pur abituate a prendersi rischi in difesa con una linea molto alta, hanno commesso tanti piccoli errori tecnici in zone critiche del campo. Anche la gestione dei ritmi del finale non è stata eccezionale: la Roma ha perso un po' di compattezza tra reparti per le difficoltà della difesa a risalire, scollandosi tra centrocampo e difesa e finendo per facilitare alcune fiammate delle ragazze di Guarino. Quisquilie nell'economia della gara; ma in altre situazioni le piccole mancanze dietro, unite alla poca precisione in avanti rapportata alla mole di gioco prodotta, potrebbero costare ben più caro;
- Rita Guarino dalla panchina ha platealmente rimproverato le sue in più occasioni. L'Inter, specie nel primo tempo, ha faticato tantissimo dello sviluppo del gioco, con molti errori individuali e molta frenesia. Le nerazzurre, facendosi tentare dagli spazi alle spalle concessi dalla difesa alta della Roma, hanno spesso cercato soluzioni dirette per evitare il forte pressing giallorosso. Ma la precisione dei passaggi lunghi della retroguardia interista è stata mediocre, e Cambiaghi, peraltro troppo isolata in avanti, ha mostrato tutti i suoi limiti nella gestione della palla. Non a caso l'Inter ha prodotto qualcosa solo nel momento in cui ha provato a cercare di sviluppare in maniera più pulita sulle corsie verticali. Troppo poco, troppo tardi;
- Ci sono giocatrici della Roma che meriterebbero una singola menzione a parte, a partire da Giada Greggi, protagonista dell’ennesima prestazione ad altissimo livello. Oggi però ci concentreremo sulla triade Giugliano-Giacinti-Haavi, protagoniste di una connessione in campo sempre più forte.
Le tre si trovano sempre con grande naturalezza, facilitate sicuramente dalle caratteristiche peculiari di ciascuna: i movimenti di Giacinti stuzzicano l’inventiva di Giugliano, sempre molto brava a pescarla con imbucate che sorprendono la difesa avversarie; la stessa Giacinti, quando non sceglie la profondità dialoga quasi sistematicamente con Giugliano per poi allargare in direzione Haavi e tornare in area a raccogliere il cross della compagna. Una sinergia, questa, destinata a darci grandi soddisfazioni nel corso della stagione.
- Non smetteremo di dirlo fino a quando non assisteremo ad un qualsivoglia cambiamento: con queste premesse il reparto offensivo dell’Inter non può replicare i risultati dell’anno scorso.
Nell’arco della scorsa stagione le nerazzurre potevano pensare di risolvere la partita optando per un lancio in profondità a Chawinga e archiviare il capitolo, quest’anno devono trovare la quadra per sfruttare la caratteristiche che il nuovo repertorio offre. Bugeja tocca pochi palloni e non si rende mai pericolosa, Cambiaghi divora occasioni importanti in una partita dove per natura le poche azioni concesse sono vitali, Njoya sembra vivere lo stesso blocco dell’anno scorso, Bonfantini spenta e impalpabile.
A completare il quadro un dato sconfortate: due tiri in porta in tutta la partita. L’Inter deve fare di più.
- Bonus track: la panchina della Roma. Potersi permettere di lasciare in panchina Serturini, Viens, Latorre e Feiersinger non è cosa da poco. É vero, la Roma quest’anno sarà la squadra con più impegni da gestire e Spugna dovrà governare al meglio le risorse a disposizione ma attualmente in Serie A non c’è una squadra con lo stesso livello di rosa. Ogni cambio effettuato ieri non è stato di semplice rimpiazzo ma ha contribuito a portare qualcosa in più nel match.
Queste considerazioni sparse sono realizzate in collaborazione con Ceretta, pagina sul calcio femminile curata da Valentina Forlin.
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