Considerazioni sparse post Atalanta-Juventus (0-0)
Uno scontro tra filosofie opposte che produce un nulla di fatto.
- Nella prima parte del primo tempo Allegri sistema la Juventus con il blocco basso della scorsa stagione, l’Atalanta prova a scardinare il bunker bianconero cercando le ricezioni di Lookman tra le linee, ma è con un’azione da quinto a quinto tra Ruggeri e Zappacosta che sfiora la rete su doppia conclusione dell’esterno ex Torino. La Juve prova quindi ad alzare il baricentro e recuperare palla nella metà campo avversaria, ma riesce a creare pericoli (relativi) solo grazie ai piazzati e alle iniziative estemporanee di Federico Chiesa, tenendo però nel contempo i padroni di casa lontani dalla sua metà campo e minimizzando dunque i rischi;
- Nella ripresa la differenza di atteggiamento tra le due squadre se possibile si fa ancora più accentuata: la Juve ha come unica arma offensiva i lanci lunghi su Chiesa, mai armato dai compagni prima dei 20 metri e comunque pericoloso da fuori area sull'unica vera incertezza dei centrali atalantini, dall'altra parte la Dea schiaccia a più riprese i bianconeri dentro la loro trequarti, ma soffre l'assenza di un riferimento centrale e la poca precisione al cross (solo 3/19 completati) dei propri laterali, continui nel proporsi ma poco lucidi nel rifinire;
- Il forcing degli uomini di Gasperini si fa intenso con l'ingresso di Muriel: prima il colombiano chiama Szczesny al miracolo su una punizione vicina all'incrocio, poi su un suo tiro deviato male dal portiere polacco arriva Koopmeiners che mette alto da ottima posizione. Sul finale è ancora il centrocampista olandese che, su suggerimento del connazionale Bakker, riceve indisturbato dentro l'area di rigore e mette alto col sinistro graziando Szczesny. Gli ingressi di Yildiz, Miretti e Kostic in casa Juve nemmeno si notano, dato che la Signora continua impassibile ad ammassare maglia bianco-rosazzurre nella propria trequarti sperando di creare qualcosa in ripartenza;
- Lo 0-0 finale sta sicuramente stretto agli uomini di Gasperini, almeno per quanto costruito negli ultimi 20 minuti di gara. Mai realmente in affanno dietro, i bergamaschi hanno cercato con pazienza la chiave per aprire la scatola bianconera, trovandola in Muriel e in Charles De Ketelaere, protagonista di una partita di elevato livello sia dal punto di vista della qualità che da quello della quantità. L'Atalanta può mangiarsi le mani per gli errori in fase conclusiva di Koopmeiners (comunque autore di una buona prova nel complesso), ma anche sorridere per la ritrovata solidità difensiva, anche se al cospetto di un avversario decisamente remissivo;
- Tutto ciò che di nuovo si era visto nella Juventus in questa stagione è stato accantonato nella serata del Gewiss: vuoi per l'assenza di un riferimento centrale (un Kean in condizioni precarie non poteva dare garanzie), vuoi per l'importanza di evitare un altro passo falso che avrebbe abbattuto il morale del gruppo, Allegri imposta una partita quasi totalmente passiva, votata alla ricerca sistematica di Chiesa e della mischia in area su piazzato. Locatelli in fase di non possesso gioca una partita tra il commovente e il tragico, un van Bommel del 2023 senza i muscoli dell'olandese, Chiesa fa quel che può nella sua battaglia solitaria, Danilo va spesso in affanno sull'indiavolato De Ketelaere, per il resto è davvero difficile valutare le prestazioni dei singoli. Un punto guadagnato, visto come si era messa la partita, ma cosa lascia davvero questa gara nelle mani degli uomini di Allegri?
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