Perché il Monza ha scelto Papu Gómez?
Tre ragioni dietro a un acquisto inaspettato.
Raffaele Palladino lo ha definito "il colpo del Condor inaspettato", nonostante l'amministratore delegato del Monza Adriano Galliani sia divenuto celebre anche per questo tipo di operazioni. Quando meno te lo aspetti, lui chiude un affare tanto ovvio quanto inatteso, del tipo che subito dopo l'ufficialità si dice: "Ma perché nessuno ci ha pensato prima?"
Quando il duo Berlusconi-Galliani ha preso il Monza ancora in Serie C, eravamo pronti a sessioni di mercato di soli colpi da Condor: calciatori al tramonto dal passato illustre o profili da rilanciare. In questi anni al Monza sono stati accostati davvero tutti: da Ibrahimovic a Mauro Icardi, passando per Radja Nainggolan e Frank Ribery. Alla fine non se n'è fatto nulla, eppure tutti questi erano considerati plausibili. Credevamo che il Monza fosse così interessante da stimolare i giocatori più gloriosi, spesso ritenuti troppo grandi anche solo per essere approcciati. Forse è proprio questo che piace del Monza, il coraggio di provarci come se fosse una big nonostante storia e blasone da realtà provinciale.
Papu Gómez è un nome che si inserisce nel solco tracciato. Più alla portata certo, ma è pur sempre un campione del mondo che ha disputato i quarti di Champions League meno di 3 anni fa e ha vinto l'ultima edizione dell'Europa League, oltre ad avere un passato da assoluto protagonista in Serie A. È un nome che fa sognare i tifosi e fa vendere magliette, ma non solo. A Monza arriva un calciatore che serve nel momento in cui serve. Non staremmo parlando di Galliani, altrimenti.
Ambiente
Il Monza sta attraversando un periodo strano, in cui i risultati arrivano ma sembrano non esserci, non pesare abbastanza. La squadra di Palladino è reduce da un campionato pazzesco e imprevedibile, terminando addirittura a quattro punti dalla Fiorentina, che partiva con ambizioni ben diverse.
Attualmente il Monza è quindicesimo, con sei punti in sei partite e una sola vittoria contro l'Empoli. Se guardiamo le squadre affrontate, tra cui Inter, Atalanta e Lazio, non lo si può definire un cattivo inizio, eppure la percezione è quella di una squadra che abbia perso qualcosa. Lo ha detto lo stesso Palladino dopo il Bologna: "Dobbiamo alzare tutti un po' il livello".
In situazioni come queste il confronto con il passato diventa dannoso: abbiamo in testa la squadra che batte due volte la Juventus, fa quattro punti con l'Inter, vince in casa contro il Napoli campione d'Italia, e come noi anche i giocatori stessi. Dopo aver raggiunto un traguardo è sempre difficile ripartire da zero. Ricerchi le emozioni che avevi provato, ma quelle ormai non ci sono più.
Tutto l'ambiente Monza aveva bisogno di una scossa, di nuovi stimoli. La squadra, ancora distante dalla propria condizione ideale; i tifosi, per mettere da parte l'impresa dell'anno scorso e trovare nuovo entusiasmo. L'acquisto di Gómez è lo stimolo che serviva, e il fatto che sia arrivato a sei giornate dall'inizio del campionato aiuta a tracciare una linea; potremo distinguere a fine stagione un Monza A.P. e un Monza D.P., uno prima e uno dopo l'arrivo del Papu, sperando che il secondo possa davvero essere un capitolo dai ritmi e dalla trama più avvincente.
Necessità
Palladino si schiera abitualmente con il 3-4-2-1. Le azioni di attacco si sviluppano per la maggior parte sulle corsie esterne, grazie alle combinazioni tra i braccetti di difesa, che all'occorrenza si sganciano, i due esterni a tutta fascia e i rispettivi trequartisti. Quest'ultimi occupano in pratica delle non-posizioni: hanno facoltà di muoversi liberamente sul fronte offensivo, ma anche di accorciare e offrire una traccia più semplice ai due centrocampisti. È il ruolo più delicato dell'intero sistema.
In questa stagione il Monza sembrava aver individuato i due trequartisti titolari in Caprari e Colpani, con il secondo più responsabilizzato e al centro della manovra. Nella partita contro il Lecce però, Gianluca Caprari ha subito una lesione al legamento crociato del ginocchio destro e sarà costretto a rimanere ai box per diversi mesi, lasciando un vuoto difficile da colmare.
Palladino ha finora tamponato proponendo in quel ruolo Dany Mota, un attaccante con doti più da seconda punta che da trequartista. L'interpretazione rispetto a Caprari è completamente diversa: il portoghese viene meno dentro il campo, preferendo attaccare la profondità e occupare l'area di rigore per raccogliere i cross provenienti da destra senza la sufficiente efficienza in finalizzazione che gli si richiederebbe nel caso.
Nonostante Dany Mota e la presenza di giovani interessanti come Carboni e Vignato, Palladino ha ritenuto necessario avere in rosa un giocatore simile a Caprari. In questo modo si riempie il vuoto tecnico e si guadagna un'alternativa, utilizzando Mota come arma a partita in corso o possibile piano B. Il mercato svincolati era un'opportunità immediata e Gómez è esattamente ciò che cercava il Monza. Perché lasciarlo lì?
Calciatore
L'ultimo motivo riguarda il giocatore in sé e per sé. Perché proprio il Papu? Una risposta tanto cinica quanto vera è che Gómez fosse l'unica vera opportunità disponibile. Il mercato tradizionale è ormai chiuso da settimane, e aspettare gennaio, soprattutto dopo un avvio così incerto, sarebbe stato un rischio troppo grande.
Al di là però dell'immediata necessità, Alejandro Gómez è veramente il giocatore giusto per il Monza. Punto 1: sappiamo quanto Gasperini abbia valorizzato il Papu nel suo periodo all'Atalanta e quanto Palladino abbia attinto dai principi del mister di Grugliasco per formulare quelli della sua filosofia calcistica. Punto 2: al Monza è sempre mancata l'imprevedibilità individuale. La squadra gioca un calcio associativo e crea numerose occasioni da gol, ma non può contare su calciatori estrosi dalle soluzioni personali ed estemporanee, esclusi Colpani e l'infortunato Caprari.
Il ruolo più congeniale alle sue caratteristiche è il trequartista di sinistra, ma a 35 anni diventa molto importante preservarlo. Gómez giocherà probabilmente più vicino al centravanti in fase di non possesso, libero da compiti difensivi, mentre in fase di impostazione Palladino potrebbe sfruttare la sua capacità tecnica e di palleggio abbassandolo vicino ai centrocampisti. Nel Monza tornerà a quella funzione di enganche che ha svolto magistralmente all'Atalanta nel 2019/20, un tramite tra il centrocampo e l'attacco, impersonificato da un calciatore offensivo che si abbassa per ricevere il pallone e dare inizio all'azione nella metà campo avversaria. Più semplicemente, Gomez diventerebbe libertà di movimento allo stato puro, radicalizzando il ruolo del trequartista non posizionale del gioco di Palladino.
L'ingresso nell'undici titolare del Papu comporterebbe anche un cambiamento nello stile di gioco di Colpani. Il centrocampista bresciano dovrà sacrificarsi in fase difensiva, ma potrà alzarsi maggiormente quando la sua squadra controlla il pallone, evitando quindi la prima costruzione. Un Colpani più avanzato è un Colpani più pericoloso, anche al costo di toccare meno palloni.
Il resto poi lo fa la persona, prima ancora del calciatore. Il fattore chiave per l'avventura del Papu in Brianza, esclusa la condizione fisica, è la motivazione. Dopo grandi successi di squadra, come le vittorie del Mondiale e dell'Europa League, Gómez vuole tornare ad essere protagonista. Forse anche lui cercava una scossa, un gran finale per una straordinaria carriera. Ora Palladino lo aspetta a braccia aperte, ringraziando il Condor, che anche stavolta ci ha pensato prima di tutti.
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