10 compagni di James Milner che potresti aver dimenticato
20 anni di calcio visti attraverso gli occhi del centrocampista del Brighton.
"David Seaman oggi compie 60 anni. David Seaman ha giocato contro James Milner in Premier League". Un semplice tweet da parte di Richard Jolly, inviato dell'Independent, è bastato a trascinarci in un wormhole oscuro e misterioso quanto quello visto in Donnie Darko: com'è possibile che Milner abbia attraversato così tante generazioni di calcio britannico, giocando contro il sessantenne Seaman e ora con il diciannovenne Evan Ferguson, senza l'ausilio di qualche strumento che permetta di viaggiare nel tempo?
Senza andare a scomodare tutti gli avversari, nella sua ormai ventennale carriera Milner ha avuto come compagni di squadra calciatori provenienti da quattro generazioni diverse, dal boomer Seaman ai tanti esponenti della Gen Z coi quali ad oggi condivide lo spogliatoio del Brighton. Abbiamo provato a raccogliere alcuni nomi rappresentativi, apparentemente slegati tra loro, ma che uno dietro l'altro ci aiutano a ricostruire e rivivere la meravigliosa carriera del centrocampista inglese.
Olivier Dacourt - Leeds
Siamo nel novembre 2002; un sedicenne James Milner (ebbene sì, Milner ha avuto 16 anni e, come tutti i calciatori con la sindrome di Rooney, non era poi tanto diverso da adesso) si appresta a fare il suo esordio in Premier League con la maglia del Leeds, allenato da Terry Venables. Assieme a lui, oltre agli indimenticabili australiani Viduka e Kewell, c'è Olivier Dacourt.
Abbiamo associato il centrocampista francese ai 6 anni trascorsi in Serie A tra Roma e Inter ma, in realtà, si è affacciato sul palcoscenico europeo proprio grazie al Leeds, che nel 2000 lo aveva prelevato dal Lens per 7,2 milioni di sterline, rendendolo allora l'acquisto più costoso della storia del club (anche se verrà superato già l'anno dopo da Robbie Keane). Milner è il giovane emergente che si affaccia in prima squadra dopo essersi messo in luce nelle giovanili e nella squadra riserve del Leeds, club nel quale ha iniziato a tirare i primi calci al pallone a 10 anni, mentre Dacourt è ormai l'ex perno della mediana di una squadra capace di raggiungere il quarto posto in Premier League e addirittura la semifinale di Champions League nel 2001, e dopo sole 7 presenze finirà in prestito alla Roma nella finestra invernale di mercato.
Alan Shearer - Newcastle
Quando parliamo di Alan Shearer, tendiamo spesso a collocarlo nel tempo più indietro rispetto a quando non abbia effettivamente giocato, forse perché associamo il centravanti inglese a una vecchia concezione di calcio britannico che va pian piano scomparendo, nonostante egli abbia appeso gli scarpini al chiodo solamente nel 2006, meno di vent'anni fa.
Dopo un biennio al Leeds, inframezzato da una brevissima parentesi allo Swindon Town, nel 2004 l'ormai maggiorenne Milner si accasa a Newcastle upon Tyne, senza sapere che i colori dei Magpies saranno i primi a cui si legherà veramente, superando le 100 presenze e conquistando anche una Coppa Intertoto, per ora l'ultimo trofeo dei Magpies. Nel suo primissimo Newcastle, Milner trova vere e proprie istituzioni del calcio internazionale come Craig Bellamy e un declinante Patrick Kluivert, la meteora juventina Jean-Alain Boumsong e, inevitabilmente, Alan Shearer. Mentre James inizia la sua avventura con l'Under 21 inglese, l'ormai 34enne Shearer, pur reduce da una stagione da 28 reti, inizia ad avviarsi verso l'inevitabile declino, segnando appena 7 gol in Premier (anche se nel contempo si laureerà capocannoniere della Coppa Uefa) in 28 gare; al termine della stagione successiva, l'immortale centravanti annuncerà il proprio ritiro dal calcio giocato.
Michael Owen - Newcastle
Ci piace pensare che esista una linea sottile che unisce James Milner ai grandi cannonieri dell'Inghilterra che fu, e che l'ha portato ad avere come compagno, dopo Shearer, anche Michael Owen (che di Milner conserva un ottimo ricordo, e non manca mai di rimarcarlo), in una fase declinante della sua carriera pur avendo appena compiuto 26 anni.
Nel 2005 i due si sfiorano appena, dato che Milner non era tra i preferiti dell'allenatore Souness - "non si può vincere con una squadra di soli James Milner", aveva detto - e nell'ultima giornata di mercato era finito in prestito all'Aston Villa nell'affare che aveva riportato Nolberto Solano a Newcastle. Quando Milner torna, l'anno successivo, Owen sta recuperando dall'infortunio al crociato subito a Germania 2006; nei fatti, i due giocheranno insieme solamente per una stagione, la 2007/08, in cui il Newcastle finisce tredicesimo, Owen segna 11 reti, il suo record post infortunio, e Milner gioca tutte le prime 30 gare di campionato, prima di infortunarsi alla caviglia. Per un brevissimo periodo, nel 2005 Milner incrocia anche una vecchia conoscenza del nostro calcio, l'ex interista Emre Belozoglu, i due scenderanno anche in campo insieme per due volte, prima del trasferimento di Milner a Birmingham.
Milan Baros - Aston Villa
La rosa del primo Aston Villa di Milner, stagione 2005/06, è un vero e proprio cast da kolossal cinematografico: il giusto mix tra attori protagonisti, personaggi di culto, comparse folkloristiche e giovani che diverranno famosi negli anni a venire. Andando a curiosare nella ciurma guidata da Capitan Olof Mellberg, può capitare di imbattersi in un ventenne Gary Cahill, in un Djemba-Djemba selvatico o nell'istituzione Gareth Barry, in mezzo ai quali spicca la maglia numero 10 di Milan Baros.
Il ceco andrà a segno appena 8 volte in campionato, comunque sufficienti per consegnare la salvezza ai Villans. Oltre alle 8 reti, però, Baros in stagione serve un solo assist e, curiosamente, è per l'unico gol stagionale di Milner, segnato, contro il Tottenham, con un gran destro rasoterra da fuori che batte Paul Robinson, ennesimo calciatore che sembra venire da un'epoca remota, e invece ha chiuso la propria carriera solamente nel 2018.
Giuseppe Rossi - Newcastle
Tornato a giocare per la Toon Army, quella che Milner trova a Newcastle Upon Tyne è una squadra che oggi definiremmo "di culto", grazie a una campagna acquisti durante la quale arrivano agli ordini dell'allenatore Roeder calciatori che abbiamo imparato a conoscere da vicino, come l'ex Chelsea Damien Duff, l'ex Inter Obafemi Martins e, a gennaio, la futura meteora milanista Oguchi Onyewu, in prestito dai belgi dello Standard Liegi.
Onyewu non è però l'unico americano a vestirsi di bianconero, o almeno non del tutto, dato che in prestito dal Manchester United arriva anche Giuseppe Rossi, italiano del New Jersey, non ancora diventato Pepito né tantomeno il campione maledetto frenato da una serie impressionante di infortuni. Non ancora ventenne, Rossi fatica a imporsi in mezzo ad attaccanti del calibro di Owen, Martins e Shola Ameobi (non esattamente Messi-Suarez-Neymar, direte voi, ma ai tempi erano nomi importanti), restando a secco nelle 11 partite di campionato disputate e segnando solamente contro il Portsmouth in Coppa di Lega. A metà stagione i Magpies preferiranno puntare sul giovane Andy Carroll, mentre Rossi finirà ancora in prestito, a Parma, ove contribuirà in maniera importante a salvare la squadra di Claudio Ranieri con 9 reti. Nel suo ultimo mese col Newcastle, prima di riaccasarsi a Birmingham sponda Villa, Milner incrocerà un altro carneade del Milan che fu, l'argentino Fabricio Coloccini.
John Carew - Aston Villa
L'Aston Villa lasciato da Milner nel 2006 era una squadra che si barcamenava nella parte medio-bassa della classifica di Premier League, con un occhio (anzi probabilmente due) alla zona retrocessione; appena un paio d'anni dopo, i villans sembrano aver svoltato, sotto la sapiente gestione di Martin O'Neill, che li ha portati stabilmente a ridosso delle big storiche e alla partecipazione in Coppa Uefa. Il livello della rosa è elevato, Ashley Young e Gabby Agbonlahor nelle loro versioni migliori la fanno da padroni, Barry ha raggiunto la piena maturazione, Albrighton si affaccia in prima squadra e serve solo qualcuno da schierare sul lato opposto di Young a dispensare cross per le punte.
L'uomo ideale sembra essere proprio Milner, che nel corso della sua seconda avventura al Villa Park inizia a costruire la sua fama di assistman, offrendone ben 26 in due stagioni. Tra i bersagli preferiti di James c'è la testa di John Carew, il lungagnone norvegese appena intravisto con la Roma, che a Birmingham ha vissuto le stagioni più prolifiche della sua carriera. Casualità o meno, dopo l'addio di Milner, Carew vedrà drasticamente crollare la sua media gol e, dopo due discutibili esperienze con Stoke City e West Ham, deciderà di appendere gli scarpini al chiodo, ma non prima di essersi proposto all'Inter come sostituto dell'infortunato Diego Milito.
Patrick Vieira - Manchester City
Per l'ennesima volta Milner si sposta negli ultimi giorni di mercato, stavolta per raggiungere finalmente la dimensione che gli compete, quella di giocatore da grande club. Nell'agosto 2010, infatti, il Manchester City di Roberto Mancini decide di investire 22 milioni per lui, iniziando a costruire l'ossatura della squadra che, due anni dopo, festeggerà il primo titolo in oltre quarant'anni.
Il Manchester City 2010/11 è però ancora una squadra dalla rosa ampissima, che porta con sé ancora le scorie della gestione precedente: alcuni, come Adebayor e Roque Santa Cruz, saluteranno a gennaio, altri, come Shaun Wright-Phillips e il possente brasiliano Jo resteranno ad assaporare fino alla fine gli ultimi scampoli di gloria prima di accasarsi altrove. Tra le fila dei citizens c'è anche Patrick Vieira, che nell'inverno precedente ha raggiunto il suo ex allenatore, dimenticando i diverbi risalenti al loro passato in nerazzurro; Vieira e Milner, che per la prima volta in carriera viene impiegato con continuità al centro della mediana a due, giocheranno insieme dall'inizio solamente un paio di partite; nella prima, l'ex Aston Villa sarà di fatto il trequartista della squadra, mentre il francese sarà il jolly con cui congelare le partite. A fine stagione, Vieira annuncerà il suo ritiro dal calcio giocato.
David Pizarro - Manchester City
Qui abbiamo dovuto inizialmente scomodare Wikipedia e Transfermarkt, perché di ricordi di David Pizarro in maglia Citizen ne avevamo davvero pochi. L'uomo che siamo stati abituati a veder sprofondare nelle larghe casacche dei club di Serie A, e al massimo in quella della sua nazionale, per ben 7 volte ha indossato i colori del City, andando anche in gol contro il Porto nei sedicesimi di Europa League. Eppure, nonostante le poche partite, Pizarro capita a Manchester nell'anno giusto, visto che riesce a mettere le mani anche sul titolo che Aguero darà al City.
Neanche Milner è proprio un titolare fisso di quel Manchester City: le sue presenze da titolare in Premier sono appena 17 sulle 26 totali, equamente distribuite nei ruoli di mediano a due e di esterno (sia destro che sinistro) del 4-2-3-1 varato da Mancini. Il suo apporto però è molto utile per per equilibrare la presenza di giocatori offensivi come Samir Nasri, David Silva e Adam Johnson. Tra i campioni d'Inghilterra più complessi da ricordare c'è anche Owen Hargreaves, appena trasferitosi dalla sponda red di Manchester, ma i proverbiali infortuni gli consentiranno di scendere in campo in Premier solamente una volta, all'ottava giornata contro l'Aston Villa, di fatto la sua ultima gara nel campionato inglese prima del forzato ritiro dalle scene.
Alexander Manninger - Liverpool
Ci avviciniamo a grandi passi ai nostri giorni, ed è normale che i calciatori che sfuggono alla nostra memoria siano sempre meno; di certo, però, molti di voi si saranno dimenticati del finale di carriera di Alex Manninger; l'ex portiere di Juve e Siena, dopo l'esperienza in Bundesliga con l'Augsburg, si è concesso un'ultima stagione di lusso come terzo portiere del Liverpool di Jurgen Klopp, ancora in versione poco più che embrionale.
L'austriaco giunge ad Anfield nell'estate 2016, giusto un anno dopo Milner, incautamente lasciato andare a fine contratto dal Manchester City: i due non giocheranno mai insieme in gare ufficiali, sostanzialmente perché Manninger non scenderà mai in campo coi Reds, andando in panchina solamente nelle prime 4 partite della stagione prima del recupero del collega Karius, anch'egli appena sbarcato in Premier League. A 30 anni compiuti, Milner ha raggiunto la piena maturità calcistica e da febbraio in avanti, complice l'infortunio di Henderson, indosserà la fascia di capitano del Liverpool; sembra l'apice della sua carriera, ma ai tempi nessuno può ancora immaginare la macchina perfetta che Klopp sta pazientemente costruendo, capace di trionfare sia in patria che in Europa con numeri da record e che vede nel centrocampista nato a Leeds, mai sotto le 35 presenze nelle 8 stagioni trascorse ad Anfield, un ingranaggio fondamentale.
David Beckham - Inghilterra
Chiudiamo con un easter egg facendo un piccolo salto indietro nel tempo. Siamo nel 2009, la nazionale dei tre leoni sta cercando di scrollarsi di dosso le scorie della mancata qualificazione a Euro 2008 e al timone c'è Fabio Capello che, già nel febbraio 2009, convoca l'allora ventitreenne Milner, portandolo in panchina per l'amichevole contro la Spagna senza però farlo esordire. La prima con l'Inghilterra dei grandi è solamente rimandata ad agosto, quando, al minuto 68, prende il posto del compagno di club Ashley Young. Ancora esterno di centrocampo a tutti gli effetti, Milner ha l'occasione di prendere lezioni da un'istituzione del ruolo come David Beckham: i due si troveranno in campo contemporaneamente solamente in due scampoli di partita: per 9 minuti nel 5-1 contro la Croazia del settembre 2009 e per 12 contro la Bielorussia nell'ottobre successivo, nell'ultima presenza dello Spice Boy in nazionale.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.