Declan Rice esulta dopo il gol del 2-1 in Arsenal-Manchester United.
, 25 Settembre 2023
8 minuti

Declan Rice sta dominando la Premier League


All'ex West Ham sono bastate sette partite per conquistare l'Arsenal.

Intorno all’ora di gioco di Arsenal-Manchester City, Stefan Ortega lancia lungo un pallone che viene respinto di testa da Gabriel; su di esso arriva Bernardo Silva, che lo controlla sulla trequarti difensiva e sfrutta lo spazio davanti a sé per condurre. Il portoghese non fa in tempo a superare il cerchio di centrocampo che Declan Rice compare nell’inquadratura con una falcata da quattrocentista e gli rimangia tutti i metri di ritardo che aveva accumulato, passandogli davanti e andandosene con il pallone tra i piedi, mentre alle spalle Bernardo aveva tentato, invano, una scivolata per cercare di riottenerlo.

Quello di Rice è un recupero esteticamente appagante per il modo in cui si realizza, con una superiorità atletica violenta ma al tempo stesso elegante per come sfila il pallone dai piedi di Bernardo senza neanche doversi sprecare la minima forza in qualsiasi urto fisico. Una ormai classica giocata alla Rice, in cui la falcata proietta gli avversari su un tapis roulant immaginario con una velocità di crociera sensibilmente più bassa di quella dell'ex West Ham. Al tempo stesso, è un recupero dal relativo peso specifico: il City, dopo un primo tempo complesso che avrebbe potuto chiudere sotto, aveva già iniziato a riprendere il controllo del gioco, sublimandolo nel gol di Cole Palmer pochi minuti dopo. Il secondo tempo dell’Arsenal era stato poco convincente ma, come avverrà anche nelle partite successive, Rice era sembrato uno dei pochi incapace di uscire mentalmente dalla partita.

Rice ha giocato il Community Shield con la maglia rossa anziché quella azzurra, fattore non trascurabile né a livello tecnico né, men che meno, simbolico. L’Arsenal, pur di non cedere su un altro obiettivo di mercato – prima di lui si era visto sfilare Martínez e Mudryk da United e Chelsea – ha voluto rendere Rice il giocatore inglese più costoso di sempre e questo dice molto delle intenzioni dei Gunners. Per quanto 105 milioni sia una cifra enorme anche per una big six, che ha poteri di spesa elitari anche rispetto all’élite, con Rice l’Arsenal ha voluto – e, in una certa misura, dovuto – mostrare i muscoli anche sul piano economico.

Il mercato interno della Premier ha assunto pieghe sempre più distopiche, con cifre che sembrano crescere senza limite, va detto. Ciononostante, vale comunque la pena notare come, in questo ecosistema, il prezzo investito per Rice non sembra così fuori scala: insieme a Moises Caicedo, il 41 era il miglior mediano sul mercato, il cui status non è mai stato compreso solo perché confinato in una squadra di secondo livello. Anche a costo di ignorare i 24 anni d'età e l'aver sollevato da capitano il primo trofeo europeo del West Ham da quasi cinquant’anni.

Il Manchester City, l'unica squadra capace di schierare un giocatore più forte di lui nel suo ruolo ha cercato in ogni caso di prenderlo: un affronto chiaro, non solo all’Arsenal, che lo ha seguito per mesi, disposto a mettere sul piatto cifre folli, quanto a tutta la Premier. L’offerta da quasi 90 milioni di sterline era sembrato il manifesto di una squadra che, oltre ad aver vinto a ripetizione, voleva arrivare a dominare anche il mercato interno come Juve e Bayern hanno fatto, negli anni scorsi, in Italia e Germania.

Rice è quindi entrato nell’Arsenal come manifesto della ribellione all'egemonia, tecnica ed economica, del Manchester City. Le prime sei partite hanno dimostrato tanto l'ambizione nel volerci riuscire quanto l’intelligenza nel forzare questa mossa. Nella prima partita di Premier League, contro il Nottingham Forest, Arteta ha provato a sperimentare, spostando Thomas Partey nel ruolo di falso terzino. Rice, quindi, ha iniziato in un ruolo estremamente fluido nel rombo con Havertz, Ødegaard e lo stesso Thomas, agendo come vertice alto, basso o sinistro a seconda delle necessità.  

Durante la costruzione dell'Arsenal, Declan Rice si trova come vertice sinistro del rombo dell'Arsenal.

Avendo un mediano del livello di Thomas in rosa, Rice avrebbe potuto occupare un ruolo più avanzato in campo sin dal giorno 1, in base a una convinzione – giustificata dalle uscite in nazionale – che il suo talento non sia solo quello di un formidabile recuperatore di palloni ma, anche e soprattutto, di un giocatore capace di partecipare alla manovra in zone avanzate. Declan Rice, per Arteta, può essere un erede di Granit Xhaka: un giocatore arrivato come regista e poi migrato nel mezzo spazio, usato per offrire sponde e inserimenti in area, potenzialmente in grado di sfiorare la doppia cifra. Il 24enne di Londra, apparentemente un vertice basso fatto e finito, è in realtà pienamente ascrivibile alla strategia di mercato dell’Arsenal, mirata ad aggiungere giocatori duttili in campo; lui, Kai Havertz (centravanti e mezzala) e Jurriën Timber (prima dell’infortunio al crociato, già oscillante tra il centrale e il falso terzino).  

Rice ha quindi giocato le prime due gare ufficiali da nominale mezzala sinistra ma, a differenza di Xhaka, ha alternato la posizione coi compagni nella fascia centrale, scambiandosi di posizione, come detto, con Thomas e Havertz anziché con Zinchenko e Martinelli. Allo stesso tempo, si è trovato a scalare al fianco di Partey, ricreando una coppia in seconda linea simile a quella che il ghanese ha creato con Zinchenko nella scorsa stagione.

La partita di Rice contro il Forest era una naturale prosecuzione di quello che si era visto contro il Manchester City: una partita di personalità da parte di un giocatore capace di adattarsi senza problemi a un contesto più competitivo ed esigente nei suoi confronti. L'ex West Ham è uscito dal campo con 104 palloni toccati, 84 passaggi riusciti su 91, 6 duelli vinti e 3 tiri nello specchio, di cui due trasformatisi in parate formidabili di Matt Turner.

Arteta ha dato già ampiamente prova di voler mantenere una squadra tatticamente flessibile. Contro il Crystal Palace, Rice è stato spostato in modo più deciso nella fascia centrale, portando Havertz sul fianco sinistro e lasciando Thomas alla sua destra. L’idea era rinforzare la catena destra: su quel lato di campo si sarebbe trovata la zona di maggiore impatto del Palace, formata da Mitchell, Schlupp e, soprattutto, Eze.

Purtroppo per l'Arsenal, la possibilità di variare la disposizione dei due mediani è abortita quasi subito: Thomas Partey si è infortunato prima della sfida allo United di inizio settembre, rimanendo fuori per oltre un mese. Pur non avendone una controprova, viene, però, facile credere che Arteta preferisca comunque usare l’ex West Ham nel ruolo di vertice basso, anche solo basandoci sul fatto che è partito titolare in quel ruolo anche nel derby contro il Fulham, in cui Thomas era ancora disponibile.

Come dare torto al basco: nelle prime 5 di Premier, Rice ha mantenuto una media di 77 passaggi tentati col 92% di successo, dato nettamente superiore a quello raccolto da Thomas nella scorsa stagione (60 tentati, 88% di precisione) e che realisticamente rimarrà tale anche quando il campione di gare, come è naturale, inizierà ad allargarsi. Il contributo di Rice si percepisce anche in conduzione: l’inglese riesce a progredire col pallone con maggiore continuità, facendo leva su una struttura fisica slanciata, una falcata leggera e mezzi tecnici migliori rispetto a quelli del ghanese.

Rice sembra avere uno stile più coerente con quello di Arteta anche in non possesso. Ciò non dovrebbe stupire troppo: Rice è un interditore più raffinato di Thomas, meno orientato al duello individuale e più alla lettura dello spazio per accorciare e anticipare gli avversari. Arteta stesso, dopo la partita contro il Palace, ha descritto la prestazione di Rice come “dominante” e, in effetti, ciò che più colpisce delle partite di Rice è il senso di dominio che l'inglese trasmette in campo; non è (più) solo un recuperatore di palloni come pochi in Europa, è (anche) un centrocampista che il pallone vuole averlo e farlo circolare, che vuole dirigere il ritmo della partita e che spesso ci riesce bene. Il suo acquisto ha portato un upgrade facilmente percettibile al centrocampo di Arteta, riuscendo ad alzare il livello anche rispetto a Thomas Partey, nella scorsa stagione tra i migliori in Premier nel ruolo.

Se bisogna individuare uno statement game di Declan Rice di questo inizio di stagione, però, quello è stata la gara contro il Manchester United: accoppiato a Zinchenko per la prima volta, ha sostituito Thomas Partey in tutto e per tutto. Con l’ucraino, Rice si è trovato sin da subito a suo agio, ricostituendo la prima costruzione che aveva caratterizzato l’Arsenal nella scorsa stagione.

L’inserimento di Rice in questo sistema è stato immediato, sia quando ha avuto Zinchenko affiancato in seconda linea che quando si è trovato a giocare come lone six, con Havertz e Ødegaard ad alternarsi nel dargli supporto, ha saputo sempre cosa fare. Il gol nel finale, oggettivamente esistito solo grazie alla deviazione di Evans, ha enfatizzato ulteriormente il valore della partita di Rice, che ha coperto l’intero campo e distillato giocate intelligenti e interventi che varrebbero per sé un posto negli highlights, come la scivolata di tacco con cui ha spezzato la conduzione di Lindelöf nel primo tempo.

L'ex West Ham ha però dato all’Arsenal qualcosa di ulteriore: non solo un apporto tecnico o tattico, ma anche caratteriale. Nonostante i 24 anni appena compiuti, Rice ha portato una leadership e un carisma che non era scontato potesse riproporre in una squadra con le ambizioni dell’Arsenal. Già nella partita contro il Forest, nel tradizionale huddle prima del calcio d’inizio, lo si è visto incitare i suoi compagni prima che Ødegaard prendesse la parola; in campo la sua presenza si è palesata nel modo in cui parla ai compagni, indica i movimenti e le linee di passaggio e si mette in visione in prima persona per ricevere il pallone.

Al West Ham la fascia è stata sul suo braccio appena un anno – quello passato tra il ritiro di Mark Noble e la cessione all’Arsenal – ma la sua leadership era già ampiamente riconosciuta dai compagni. Proprio Noble ha dichiarato alla BBC di sentirsi sollevato dal fatto che è stato proprio Rice a succedergli come capitano. Sempre Noble, dopo la cessione, ha aggiunto di vedere bene Rice come un possibile capitano dell’Arsenal, ipotesi paventata anche da nientemeno che Wayne Rooney. È comunque difficile aspettarsi che Rice diventi veramente il capitano di Arteta – il rinnovo di Ødegaard fino al 2028 sembra esserne la conferma – ma il tecnico basco ha mostrato sempre di apprezzare figure carismatiche nel suo spogliatoio, tanto da scegliere Gabriel Jesus come vice del norvegese già poche settimane dopo il suo acquisto dal City.

Se quindi, al momento dell'annuncio, l’acquisto di Declan Rice poteva sembrare una mossa folle per il pubblico, le sue prime sette partite sono state una prima prova del nove per chi, giustamente, ha sostenuto il contrario.


  • Nasce a Roma nel 1999. Chimico e tifoso di Roma e Arsenal, dal 2015 scrive di calcio inglese e dal 2022 conduce il podcast Britannia. Apprezza i calzettoni bassi e il sinistro di Leo Messi.

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