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, 24 Settembre 2023

Considerazioni sparse post Bologna-Napoli 0-0


Il Napoli rimane attaccato al palo, tradito dal proprio bomber Victor Osimhen.

- Il Napoli fa qualche passo in avanti rispetto alla prova abulica di Braga, iniziando la partita con un buon piglio e creando le occasioni migliori, nonostante un Bologna che fa tutto e anche qualcosa in più per sporcare la manovra dei partenopei. In particolare nel primo tempo l'occasione migliore capita sui piedi di Osimhen, che colpisce il palo su suggerimento di Raspadori, in un tentato remake del gol decisivo all'Olimpico dell'anno scorso;

- I passi in avanti principali si vedono però in fase difensiva, dove l'inedita coppia Ostigard-Natan regge botta. Va però detto che il Bologna fa davvero poco per creare difficoltà: gli emiliani rinunciano, in parte almeno, al loro gioco arioso che caratterizza la squadra di Thiago Motta, chiedendo tanto sacrificio anche agli esterni offensivi, con Ndoye che spesso si trova a raddoppiare su Kvaratskhelia. I felsinei chiudono, non a caso, a zero tiri verso la porta di Meret;

- Nel secondo tempo il Napoli perde quella lucidità e velocità fatta vedere nel primo tempo: una squadra che fa fatica a portare tanti uomini a ridosso dell'area di rigore in fase offensiva, addossando il tutto sulle spalle di pochi uomini chiamati troppo spesso a pescare il più classico coniglio dal cilindro. Una squadra che fa fatica, insomma, a stare sul pezzo per tutti i 90 minuti;

- Per la verità il coniglio Zielinski (costantemente il migliore dei suoi da inizio stagione) e Kvaratskhelia lo pescherebbero pure, creando un'azione pericolosa che prelude al rigore concesso per gli azzurri, ma stavolta è Osimhen a sbagliare malamente dagli 11 metri, per il secondo errore dal dischetto degli azzurri su tre rigori concessi in Serie A. Anche i ricchi piangono, si dice, quindi anche i campioni finiscono dietro la lavagna;

- Uno 0-0 che è più utile al Bologna, che continua il suo percorso con un punto prestigioso contro i campioni d'Italia, che al Napoli che vede sempre più lontana la vetta: è soprattutto un momento delicato per il Napoli, che sembra aver smarrito la brillantezza e la gioia di giocare dello scorso anno, con i nervi che cominciano ad essere molto tesi. Il lavoro per Garcia, più che diminuire, aumenta: sta a lui fare da paciere e mantenere le redini della squadra.

  • Nato per puro caso a Caserta nel novembre 1992, si sente napoletano verace e convinto tifoso azzurro. Studia Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II", inizialmente per trovare una "cura" alla "malattia" che lo affligge sin da bambino: il calcio. Non trovandola però, se ne fa una ragione e opta per una "terapia conservativa", decidendo di iniziare a scrivere di calcio e raccontarne le numerose storie. Crede fortemente nel divino, specie se ha il codino.

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