Considerazioni sparse post Milan-Verona (1-0)
Massimo risultato con il minimo sforzo per il Milan.
- Terza formazione differente per Pioli nelle ultime tre partite. Questa volta il cambiamento è più radicale, perché l'assenza di Theo Hernandez e Calabria spinge il tecnico rossonero a coprirsi con un trio difensivo formato da Tomori, Kjaer e Thiaw, con Florenzi a sinistra e Musah a destra, a tutta fascia. Un modulo col quale il Milan fatica a costruire palla al piede ed è quasi costretto a dare spazio al Verona per sfruttare gli spazi e giocare molto più in verticale, sfruttando la velocità degli esterni. La rete arrivata molto presto facilita il compito, ma l'impressione è quella di una squadra messa male in campo, che difficilmente rivedremo con questo assetto, se non in caso di assoluta emergenza;
- Ben messo in campo il Verona che, a dispetto del goal subito a freddo a causa di un'incomprensione tra Folurunsho e Hien, ha il merito di non disunirsi e continuare a giocare come se nulla fosse, con la calma di una grande squadra. Buono anche l'impatto di Bonazzoli nella ripresa, quando Baroni lo inserisce al posto di Faraoni per provare a dare una maggiore impronta offensiva alla squadra, affiancandolo a Folorunsho. Discreta anche la partita di quest'ultimo, calciatore di proprietà del Napoli che da qualche anno gira l'Italia alla ricerca di un posto dove mostrare le sue indubbie qualità, autore di una prova di buona personalità in uno stadio dal difficile impatto come San Siro;
- Il terreno pesante dovrebbe rendere faticosa la corsa, ma Rafa Leao non lo sa e all'ottavo minuto lo dimostra lasciandosi dietro tutto il Verona in un'inesorabile discesa verso la porta avversaria, dove alla fine deposita il pallone col mancino. Una rete che propizia un abbraccio liberatorio con l'allenatore, quasi a scusarsi e ringraziarlo per la rinnovata fiducia e fascia di capitano, dopo le bacchettate seguite al match di Champions League. Discorso opposto per Pulisic, che fatica a trovare la posizione in campo e sembra poco a suo agio sul manto scivoloso e Giroud, la cui grande esperienza non può nulla di fronte ad una situazione di evidente stanchezza per il continuo impiego da titolare;
- Oltre alla prestazione del portoghese, da sottolineare anche quella di Florenzi, che quando è assistito dal fisico dimostra di avere tutto per essere una validissima alternativa ai titolari di questo Milan. Bene anche Sportiello, bravo a farsi trovare pronto sul colpo di testa di Folorunsho nel primo tempo, ma anche a guidare la difesa sui calci piazzati. Soffermandosi sui singoli, imbarazzante la prova di Jovic, che in mezz'ora fa capire perché la Fiorentina abbia fatto di tutto per liberarsene: all'apparenza un pochino sovrappeso, il serbo fatica a seguire centralmente le discese dei suoi compagni di reparto sulla fascia e, quando riesce a trovarsi a tu per tu con Montipò, rischia di incespicare sul pallone e lo spara addosso all'avversario;
- Da un partita iniziata nel peggiore dei modi possibili, in ritardo di venticinque minuti e con la tifoseria del Verona ad intonare un coro per interrompere volutamente il minuto di silenzio dedicato a Giovanni Lodetti e Giorgio Napolitano, non ci si poteva aspettare granché nemmeno in campo e così è stato. Da un lato un Verona da "vorrei ma non posso", che gioca bene, ma impatta contro la difesa avversaria schierata per difendere il golletto, dall'altra un Milan che in certi momenti si è faticato capire come fosse messo in campo, capace di rendersi pericoloso nella ripresa soltanto con sporadiche iniziative a squadre lunghissime. Poco comprensibili anche i cambi di Pioli, che alla fine si può godere il massimo risultato con il minimo sforzo e lasciarsi alle spalle il derby, sperando che i tre punti diano rinnovata linfa ai suoi.
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