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Carlos Sainz festeggia la vittoria del GP di Singapore di Formula 1.
, 21 Settembre 2023
6 minuti

Carlos Sainz è salito di livello


La vittoria di Singapore è stata un capolavoro strategico e di coraggio.

A diciotto giri dalla fine del Gran Premio di Singapore, Carlos Sainz vede il traguardo di una gara perfetta, condotta in maniera impeccabile sia dal pilota che dal muretto, ogni possibile sbavatura limata alla perfezione come troppe poche volte negli ultimi anni. Una sorprendente traversata con mare piatto verso la prima vittoria del 2023 si sta per compiere. Improvvisamente un cambio di strategia in casa Mercedes agita le acque, entrambe le frecce nere decidono di sfruttare una Virtual Safety Car per montare un set di gomme medie nuove e provare la rimonta su Sainz. Sia lo spagnolo che Norris, salito al secondo posto dopo il pit-stop di Russell, sono costretti a scivolare il più dolcemente possibile sulle loro gomme dure ormai stracciate e sfibrate dagli oltre trenta giri percorsi sull’asfalto lavico di Singapore.

A quattro giri dalla fine il ritmo imposto da Russell e Hamilton sembra mortificare ogni ipotesi di resistenza. Le due Mercedes hanno sgretolato il vantaggio della coppia di testa girando oltre un secondo e mezzo più veloci, sono sbucate alle spalle di Norris e minacciano come ospiti indesiderati la festa di casa Ferrari. Gli uomini in rosso sono così costretti a posare gli spara-coriandoli, allungare l’elastico da sotto il mento, togliersi il cappellino appuntito dalla testa e incrociare le dita in preghiera, affidandosi al proprio pilota.

È a quel punto che sul lato destro dello schermo si affaccia il quadratino grigio che annuncia l’arrivo in cuffia di un team radio. Si tratta di una comunicazione tra Carlos Sainz e il suo ingegnere di pista Riccardo Adami. Poco prima, nel momento in cui le Mercedes si apprestavano ad agganciare l’alettone posteriore di Norris, lo spagnolo aveva chiesto ad Adami di cambiare il riferimento delle loro interazioni, di non comunicargli più il gap su Russell, ma dare priorità a quello su Norris. Una scelta apparentemente incomprensibile, considerato che l’inglese della McLaren era solo un secondo dietro Sainz e sembrava destinato a essere masticato nel giro di poche curve da entrambe le Mercedes. Appare il quadratino del team radio, dicevamo, e Adami informa lo spagnolo che Norris si trova a soli otto decimi e potrà quindi utilizzare il DRS, l’ala mobile posteriore utilizzata per avvantaggiarsi sui rettilinei e favorire il sorpasso. La situazione si complica, oltre alle Mercedes ora Sainz deve difendersi anche da un possibile attacco di Norris, o almeno così sembra.

Il fine ultimo cui ha sempre teso il DRS, il motivo per cui è stato introdotto in Formula Uno, è quello di favorire i sorpassi e aumentare la dose di spettacolo in un periodo in cui la quasi totale assenza di sorpassi aveva depresso gli spettatori. Carlos Sainz però, nel Gran Premio di Singapore ha ribaltato il paradigma. La risposta che rimbalza al muretto lascia senza parole lo stesso Adami: “Yeah, it’s on purpose”, “Sì, lo sto facendo di proposito”. In tutti i giri che precedono l’arrivo delle Mercedes, Sainz ha analizzato il comportamento della McLaren di Norris, con un taccuino sulle ginocchia e una penna infilata sopra l’orecchio, tra la testa e la gomma piuma del casco, a 280 km/h ha tolto una mano dal volante, con i denti ha sfilato il tappo della penna e annotato pregi e difetti della monoposto arancione.

Dopo un breve dibattito interno al casco ha concluso che, se avesse mantenuto un distacco da Norris di 8/9 decimi al punto di rilevamento del DRS, avrebbe concesso al suo ex-compagno un vantaggio tale da permettergli di lottare con la Mercedes di Russell, senza comunque mettere in pericolo la sua prima posizione.

Una decisione presa in autonomia dallo spagnolo, che ha dimostrato una lucidità e un’abilità strategica del tutto nuove per quello che fino a poche settimane fa era considerato il secondo pilota in casa Ferrari, con voci di trattative con Audi confermate da Sainz Sr. che sembravano portarlo sempre più lontano da Maranello: “È stata una decisione mia, quando l’ho detto a Ricky forse si è stupito, ma era necessario se volevamo vincere. Sapevo quanto distante lo dovevo tenere (Norris), a che distanza dovevo arrivare al detection point: a otto, nove decimi non mi avrebbe passato, ma era sufficiente per dargli il DRS affinché non lo superassero. Se avessero passato lui, avrebbero preso anche me”, ha confessato a fine gara.

Costretto a lottare con Norris senza successo, Russell non ha più trovato spazi e ha ceduto al nervosismo chiudendo in malo modo, finendo tra le barriere all’ultimo giro dopo aver toccato il muro in frenata. Carlos Sainz la vittoria nel Gran Premio di Singapore l’ha cercata e se l’è presa, ed è una vittoria che potrebbe rappresentare un crocevia decisivo per la sua carriera in Formula Uno.

Dopo la sosta estiva infatti il pilota spagnolo della Ferrari ha progressivamente alzato il livello delle prestazioni, finendo per sovvertire il rapporto di forze con il compagno di squadra Charles Leclerc. In questo senso, il peso delle due pole position consecutive tra Monza e Singapore non si può sottovalutare. Fino a poche settimane fa, il monegasco era da tutti considerato il pilota più talentuoso tra i due, sicuramente quello più veloce, quello in grado di grattare sempre qualcosa oltre il limite, di metterci del suo e soprattutto di farlo nel momento decisivo, che si trattasse della gara o del Q3 in qualifica. Sainz, al contrario, ha sempre avuto bisogno di più tempo per trovare la giusta confidenza con la sua monoposto, risultando spesso più lento del compagno e all’apparenza incapace di infiammare i tifosi nelle poche occasioni offerte dalla Ferrari negli ultimi anni.

Negli ultimi Gran Premi però, lo spagnolo ha messo in discussione il dominio del compagno anche sul giro secco e a Singapore ha manifestato, sublimandola, la propria crescita, riuscendo a governare con prontezza una condizione di forte pressione emotiva, in cui anche il più banale degli errori gli avrebbe tolto la vittoria e forse anche il podio. In quei giri in cui accorciava e allungava a piacimento l’elastico tra la sua monoposto e quella di Norris, Sainz è riuscito a elevarsi al di sopra del contesto, lo ha analizzato con lucidità e ne è uscito vincitore. Una lucidità che, prima di domenica, nessuno gli avrebbe riconosciuto. Se domattina si presentasse a un colloquio di lavoro, sarebbe una delle poche persone che potrebbe sinceramente affermare che, sì, lui è in grado di lavorare in condizioni di forte stress.

L’utilizzo del DRS come ostacolo al sorpasso è una soluzione sicuramente favorita dalla struttura di un tracciato cittadino che non esaspera, anzi, ridimensiona il vantaggio provocato dall’apertura dell’ala mobile, ma è comunque un qualcosa che non si era mai visto prima. Un’invenzione che è il frutto di un lavoro meticoloso. Dopo la vittoria, ai microfoni di Sky Sport, Sainz ha confessato di essersi preparato per qualsiasi tipo di imprevisto si sarebbe potuto presentare durante la gara: “Ho dovuto fare ricorso a tutte le tattiche che avevo in mente, perché è successo tutto quello che pensavo avrebbe reso le cose più difficili.” Dalla Safety Car prima del previsto al ventesimo giro, agli oltre quaranta passaggi sulle gomme dure quando le simulazioni indicavano che sarebbe stato molto difficile arrivare fino in fondo in quelle condizioni, Sainz domenica è riuscito a passare sopra a tutto, forte di un piano gara che sembrava un coltellino svizzero per la varietà di strumenti studiati per tirarlo fuori da qualsiasi impiccio si trovasse a dover fronteggiare.

Uno studio così approfondito del piano gara reso possibile anche da un approccio al weekend nettamente più efficace nelle ultime settimane, come ribadito anche dal team principal Frederic Vasseur: “Quello che ha aiutato il team è che da Monza Carlos sta andando meglio già dalle prime prove libere, e questo ci permette di costruire il ritmo durante il weekend.”

Per Vasseur, quella di Singapore è stata la prima vittoria da team principal in Formula 1, ma la felicità e l’euforia dimostrate sul podio dovranno presto lasciare spazio a una riflessione più approfondita sulle gerarchie all’interno del proprio team. Se nella gara di Singapore Leclerc ha accettato di buon grado il ruolo di scudiero di Sainz, conscio del fatto che avrebbe potuto e dovuto stargli davanti in qualifica per guadagnarsi il diritto di lottare per la vittoria, l’impressione è che ora il monegasco si aspetti un trattamento identico anche a parti invertite. Un atteggiamento di questo tipo però sembra sostenibile solo per un periodo di tempo circoscritto, ovvero questa seconda metà di campionato in cui nessuno dei due piloti sarà in lotta per il Mondiale e di volta in volta verrà privilegiato il più veloce, nella speranza di raggiungere ogni volta il miglior risultato di squadra.

Sembra difficile però che entrambi i piloti, in scadenza nel 2024, accettino questo sottile equilibrio per il prosieguo delle rispettive carriere. Che lo si ammettesse pubblicamente o meno, il ruolo di seconda guida idealmente è sempre stato proprietà infelice di Sainz, ma lo spagnolo, a fronte di un’improvvisa maturazione nelle ultime gare, sembra pronto a chiedere di più.


  • Classe ’93. Nato a Padova. Laureato in Filosofia. Una volta riconosciute le dubbie qualità tecniche nel calcio, ha deciso che sarebbe stato meglio mettersi dietro un pc a scrivere. Calcio e motori il primo amore a cui poi si è aggiunto il tennis.

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