Alan Shearer del Newcastle colpisce di testa contro il Bayer Leverkusen.
, 19 Settembre 2023
11 minuti

Vi ricordate il Newcastle in Champions League?


Ne ripercorriamo la storia, vent'anni dopo l'ultima volta.

Per i tifosi milanisti il sorteggio di Champions League deve essere stato un incubo senza precedenti. Le mani di Abidal e Joe Cole hanno tirato fuori delle palline dalle urne in un modo talmente beffardo che qualcuno potrebbe anche pensare che, potendo e volendo, non sarebbero riusciti a fare peggio. Un girone amaro, col ritorno triste di Tonali e quello rabbioso di Donnarumma; un girone difficile per il livello delle avversarie, non tanto fuori portata ma scomodo in ogni modo possibile, in cui non ci sono partite più facili o non fondamentali per passare.

Volendo cambiare la prospettiva, anche per il Newcastle questo è un girone da incubo. Eppure, a Newcastle più di qualcuno avrà trovato ancora più motivazioni per godersi un'esperienza in Champions che mancava da una vita. D'altronde, lì nulla viene dato per scontato. A Newcastle si ricordano troppo bene della chiusura delle miniere di carbone, la signora Thatcher, le cessioni di Gascoigne e Waddle, la crisi economica, le retrocessioni e la mediocrità che ne è seguita. E si ricordano troppo bene anche di che grande squadra erano diventati all’inizio del millennio, per sedersi sugli allori e cullarsi nella consapevolezza di poter contare sulla forza economica di un intero stato sovrano. A Newcastle si ricordano troppo bene di come è andata l’ultima volta.

La prima volta

L'esordio del Newcastle nella fase finale della Champions League risale al 1997, come conseguenza dello storico secondo posto raggiunto l'anno precedente con Kenny Dalglish in panchina. Come prevedibile, la squadra che debutta nel girone contro il Barcellona è incredibilmente anni '90 già solo per la coppia d'attacco, formata da Jon Dahl Tomasson e Tino Asprilla, con John Barnes e Keith Gillespie a supporto e Ian Rush accomodato in panchina.

Il grande assente è ovviamente Alan Shearer, fuori per un infortunio al ginocchio e che non giocherà neanche un minuto in questa Champions League. Dall'altra parte, il Barcellona anche emana forti vibes da anni '90: il capitano è Luis Figo e in campo con lui ci sono Luis Enrique, Ivan de la Peña, Rivaldo, Amunike e Sonny Anderson, sostituito nel secondo tempo da un insospettabile Dugarry. Questa partita è il vero grande acuto del Newcastle, che a St. James' Park vince per 3-2 con una tripletta di Asprilla.

Maglie larghe, Pierluigi Collina e un incontenibile Tino Asprilla.

La vittoria contro il Barcellona, che chiuderà da ultimo il girone, non basta però a trovare il passaggio del turno: il Newcastle alla seconda giornata strappa un punto alla Dynamo Kyiv, recuperando i gol di Rebrov e Shevchenko nel finale ma poi incassa tre sconfitte di fila contro PSV e Barcellona, rendendo inutile la vittoria per 2-0 sulla Dynamo nell'ultimo turno. Forse con Shearer in campo sarebbe andata diversamente, fatto sta che tutta la stagione prende una piega mediocre, con un tredicesimo posto e la finale di FA Cup persa contro l'Arsenal di Wenger.

Questa stagione farà da premessa a diversi anni di mediocrità, con gli acquisti di Gary Speed, Nolberto Solano, Louis Saha e Duncan Ferguson che non spostano il Newcastle dalla metà classifica, per giunta portando al licenziamento di Dalglish già nell'agosto del '98. Il suo sostituto, Ruud Gullit, dura un anno esatto ma fa in tempo a portare un giovane Kieron Dyer, che segnerà proprio nella sconfitta con il Sunderland che porterà alle dimissioni dell'olandese. Al posto di Gullit arriva Bobby Robson, che porta in salvo la stagione e, l'anno seguente, si qualifica per l'Intertoto, poi persa in finale contro il Troyes.

La stagione 2001/2002 può essere quindi un’altra stagione di transizione: Bobby Robson ha in mano la squadra più giovane della Premier e il mercato in entrata si limita all’arrivo di prospetti come Craig Bellamy, Laurent Robert e Jermaine Jenas. Ma nella sorpresa generale, dopo un avvio stentato, i Magpies s’impongono come quarta forza del campionato, superando la concorrenza di Leeds e Chelsea e qualificandosi per i preliminari di Champions League. Neanche a dirlo, il trascinatore è un Alan Shearer nel pieno della maturità, che mette a segno 23 gol, ottenendo una seconda possibilità nella coppa più importante d'Europa.

Il ritorno

È il 2002. Nei cinema “Natale sul Nilo” e “Harry Potter e la camera dei segreti” si contendono il record al botteghino, su emule si cominciava a scaricare “By the Way” dei Red Hot Chili Peppers e su Canale 5 Gerry Scotti lancia l’indimenticabile “Passaparola”. La vita era più semplice, la crisi climatica era solo uno spettro agitato per un lontano futuro e il Newcastle giocava, per la seconda volta nella sua storia, in Champions League. Il Newcastle che si presenta a Sarajevo per il preliminare di Champions contro lo Željezničar è una squadra dunque molto diversa da quella del 1998.

Di reduci di questa prima avventura nell’Europa che conta, cinque anni dopo troviamo pochissimi giocatori: Shearer, Hughes e Shay Given. Chi ha avuto la fortuna di giocare ai vari Football o Championship Manager di quegli anni, oltre ad aver avuto una fantastica infanzia, sicuramente avrà allenato almeno una volta questa banda di giocatori mitologici e campioni del campo e dell’animo. Il doppio confronto con i bosniaci viene risolto agevolmente all’andata, con un 5-0 totale che mette in mostra soprattutto le intenzioni di Dyer, che alla prima esperienza europea vuole riscattare le critiche e le perplessità dei primi anni con i bianconeri. E proprio bianconeri saranno gli avversari che gli inglesi incontreranno nel girone di Champions: sulla loro strada si presenta la Juventus di Marcello Lippi, fresca reduce dal 5 maggio e all’epoca sicuramente una delle migliori squadre del mondo.

Oltre agli italiani, il Newcastle è sorteggiato nuovamente con i campioni d’Ucraina della Dinamo Kiev e i campioni in carica della Coppa Uefa del Feyenoord, guidati da Pierre van Hooijdonk e con un giovane Robin van Persie in rampa di lancio. Il girone è tosto e le avversarie agguerrite, ma il Newcastle non è da meno. All'esordio contro gli ucraini, Robson dispone il Newcastle con un 4-4-2 in cui il primo obiettivo è far segnare il più possibile Shearer. In porta, Shay Given è incredibilmente responsabilizzato, visto che davanti a sé ha un reparto di qualità non comparabili né alle sue né, tantomeno, a quelle dei suoi attaccanti.

In difesa, infatti, il blocco centrale è costituito dal solito Hughes e da uno tra Dabizas e O'Brien, con Andy Griffin e il francese Olivier Bernard sugli esterni. Robson si è però preparato bene alla competizione, avendo in panchina tanti giocatori duttili e capaci di passare agevolmente a una difesa a tre e di scambiarsi tra di loro. La difesa, quindi, non aveva, evidentemente, come primo compito quello di sostenere l’azione.

Ciononostante, lo scarso atletismo dei suoi difensori e la tendenza della squadra a prendersi rischi in possesso ha reso il Newcastle una squadra sempre molto vulnerabile, tanto che, a fine stagione, i Magpies avranno a fine stagione la nona difesa più battuta della premier e concluderà la campagna europea con 18 gol subiti in 12 partite. Anche per questo motivo, a gennaio arriva da un Leeds indebitato fino al collo un 23enne Jonathan Woodgate, la cui partenza dallo Yorkshire porterà anche alle dimissioni di Terry Venables.

Il centrocampo di Robson è effettivamente bello come pochi: la figura di riferimento è senza dubbio Dyer, che, in quel momento, è un giocatore eccezionale, capace di unire una copertura straordinaria del campo, una grande qualità nella distribuzione del pallone e anche una sorprendente duttilità tattica. Gli infortuni e un carattere non proprio ottimale gli hanno impedito di raggiungere il suo massimo potenziale ma in questo momento è sicuramente un giocatore chiave.

Vicino a lui c'è spesso Gary Speed, un prototipo del perfetto centrocampista britannico degli anni ’90: una figura carismatica e un incursore di altissimo livello che l'età (aveva ampiamente superato i 30 anni) aveva spinto verso il centro del campo, dove era diventato un leader della squadra. A dividersi i minuti con lui c'era invece Jermaine Jenas, il wonderkid di quel Newcastle. Un giocatore dal fisico minuto ma con doti atletiche eccellenti; un ottimo esempio di box-to-box britannico, insomma, capace anche di segnare un discreto numero di gol.

La mediana è il regno del dinamismo, ma ad agire le fasce troviamo due distillati di classe e tecnica. Sulla destra il primo peruviano della storia della Premier League, Nolberto Solano, un cult hero di quegli anni per la sua capacità di inondare di cross l'area. Sulla sinistra, invece, agisce il francese Laurent Robert, arrivato un anno prima dal PSG. Robert è il grande assistman della squadra; un freak atletico ma anche un giocatore con una capacità di calcio impressionante, soprattutto da fermo, e in grado di segnare questo gol di tacco in rovesciata. Assieme, in quella stagione, Solano e Robert realizzeranno 13 gol e 20 assist, molti dei quali indirizzati verso il terminale offensivo di questa squadra. Infine, dalla panchina, un contributo decisivo è dato dal portoghese Hugo Viana, uno dei creativi a cui Robson ricorre per aprire le difese nelle partite più scorbutiche.

Avere il miglior marcatore della storia della Premier League come centravanti è un utile vantaggio per questo Newcastle. Anche a 31 anni, Alan Shearer è un intoccabile: in questa stagione gioca 48 partite, segnando 25 gol, tra cui 7 in Champions League. A fargli da spalla c'è invece molta più competizione: le opzioni, in genere, sono quelle di Lomana LuaLua, Shola Ameobi e, soprattutto, Craig Bellamy.

Quella di Bellamy è forse la storia più assurda di questo Newcastle: a inizio stagione, infatti, il gallese aveva saltato alcune partite per recuperare da un'operazione al ginocchio. Al suo rientro, contro la Dynamo Kyiv, però si fa subito squalificare con la prova tv per una testata a Ghioane nel finale. Riuscirà a tornare per poi perdere nuovamente diversi mesi a causa di una ricaduta al ginocchio, chiudendo la sua stagione europea con il rosso più veloce della storia della Champions League, ottenuto dopo appena 5 minuti di gioco contro l'Inter per una lite con Materazzi. Ciononostante, Bellamy realizza 9 gol e 10 assist, rivelandosi come la spalla ideale per Shearer.

Fin qui va tutto bene. Il Newcastle è giovane, forte, bello da vedere, pieno di giocatori iconici e in rampa di lancio. Eppure, nelle prime tre giornate del girone, i Magpies perdono sempre, non riuscendo a segnare neanche un gol: 2-0 in Ucraina, 0-1 contro il Feyenoord e 2-0 in casa della Juventus. La doppietta di un Del Piero in forma europea lascia una sensazione d’impotenza e passività alla squadra inglese, che si trova ormai con un piede e mezzo fuori dalla Champions. A peggiorare la situazione è il fatto che alla quarta giornata, quella che potrebbe sancire la definitiva eliminazione, il Newcastle deve affrontare di nuovoi campioni d'Italia, con Bellamy infortunato e uno Shearer ancora a secco che sembra confermare il cattivo feeling con la competizione.

Una vittoria contro la Juventus diventa quindi fondamentale per non avere la virtuale certezza dell'eliminazione. Nella partita del St. James' Park, strapieno per l'occasione, però, si realizza il sogno: su una punizione vicino la bandierina, Robert batte corto per Griffin poco fuori l'area. L'esterno dei Magpies conduce il pallone attraverso una passiva difesa della Juve e, arrivando sul fondo, mette in mezzo qualcosa di a metà tra un tiro incrociato e un cross rasoterra che però inganna Buffon, il quale si butta ma, col braccio, devia il pallone in porta.

È 1-0 per il Newcastle e lo rimarrà fino alla fine dell’incontro, a nulla servendo l’incredibile sforzo offensivo della Juve. L’incredibile vittoria contro una delle squadre più forti del mondo - nonché futura finalista - lascia in vita ancora per una giornata gli inglesi, anche grazie alla sconfitta del Feyenoord in Ucraina.

Una settimana dopo, il Newcastle deve ospitare la Dynamo, ancora una volta con l'obiettivo di vincere per tenere tutto in piedi. Lo sviluppo della partita non è però dei migliori, come verrà poi sancito dal vantaggio degli ucraini a inizio secondo tempo. Incredibilmente, però, il Newcastle si sveglia quasi subito: dopo dieci minuti Solano mette in mezzo un pallone da calcio d'angolo su cui Gary Speed si tuffa di testa in modo quasi artistico, dando una forza sovrumana al pallone e piegando le mani di Reva. Al Newcastle servono altri 10 minuti per rimettere tutto in ordine: lo fa proprio Shearer, trasformando un rigore dopo essere stato trattenuto in area da Gusin. L'esultanza del capitano è energica ma non rabbiosa, con la consapevolezza di uno che sapeva che questo momento non poteva che arrivare, prima o poi.

Alla fine della quinta giornata la classifica del Girone E recita: Juventus 10, Dinamo 7, Newcastle 6, Feyenoord 5. Se fino a qualche settimana prima l'obiettivo era non uscire senza vergogna, alla vigilia dell'ultima giornata, gli inglesi partono per l’Olanda ben sapendo che la qualificazione è a portata di mano. L’idea che la Dinamo possa battere la Juve è fuori discussione, e tutto si riduce alla sfida tra loro e il Feyenoord. Nella sfida del De Kuip tutti i riflettori sono ovviamente su Shearer ma a prendersi le luci è Craig Bellamy, da poco tornato a disposizione. Il gallese segna l'1-0 nel recupero del primo tempo e Hugo Viana mette il secondo subito dopo l'intervallo. Quando la qualificazione sembra ormai cosa fatta, però, gli olandesi pareggiano i conti in 5 minuti, portando il risultato sul 2-2.

Bellamy torna però in scena nel modo folle che ha contraddistinto tutta la sua carriera: su un lancio lungo dalla difesa, Shearer spizza un pallone che finisce sui piedi di Dyer. Il numero 8 entra in area e apre il piatto destro per piazzare sul palo opposto, trovando però la mano di Lodewijks, che regala una parata straordinaria quanto inutile. Sulla respinta, purtroppo per lui troppo corta, arriva infatti Bellamy, che calcia forte da posizione defilata, facendo sbattere la palla sul corpo del portiere e poi in porta. Il Newcastle, col novantesimo appena passato, è sul 3-2 e qualificato al secondo girone.

Se già possiamo dire che il sorteggio del primo turno non era stato propriamente accomodante, quello del secondo forse è anche peggiore. Il Newcastle si ritrova nuovamente davanti il Barcellona di van Gaal, nuovamente un'italiana, l'Inter di Cuper, e, infine, il Bayer Leverkusen, finalista uscente.

Il girone si apre, letteralmente, con il già citato rosso a Craig Bellamy in una partita, contro l'Inter, che il Newcastle perde per 4-1 con tre gol già nel primo tempo. Poco meglio va nella seconda giornata, in cui si deve arrendere al Barcellona per 3-1. A peggiorare le cose è la duplice assenza di Shearer e Bellamy, che costringe Robson ad affrontare l'ultima partita d'andata con un attacco d’emergenza composto da Ameobi e LuaLua. Incredibilmente, però, proprio le due punte di riserva metteranno in scena una partita straordinaria, guidate dalla classe di Robert, e firmano il 3-1 con cui il Newcastle rientra in corsa per il passaggio del turno.

Al ritorno, la scena se la riprende il rientrante Alan Shearer. Dopo cinque minuti, il capitano gira intorno a Placente ed è il primo ad arrivare, in tuffo, su un cross di Robert. Prima del decimo minuto Griffin sfiora il 2-0 e appena dopo sarà ancora Shearer a farlo, spingendo in porta un tremendo controllo di Cris su cross rasoterra di Ameobi. Al ventesimo, però, Given stende França lanciato da solo in area, regalando il rigore che potrebbe riaprire la partita. Proprio Given riuscirà comunque a farsi perdonare, parando - e bloccando - il tiro di Neville. Non avrà la stessa fortuna Butt un quarto d'ora dopo, quando Shearer si presenterà sul dischetto per una trattenuta di Kleine su Dyer. Il Newcastle ripete il successo di Leverkusen e vince 3-1, con un inutile gol di Babic nel secondo tempo.

Questa, a oggi, rimane l'ultima vittoria del Newcastle in Champions. Nel 2-2 di San Siro della penultima giornata arriveranno anche gli ultimi due gol, ancora di Shearer, prima che il Barcellona spazzi via le ultime speranze dei Magpies, con un 2-0 a St. James' Park che ne sancirà l'eliminazione.

Vent'anni dopo

In campionato quel Newcastle fa anche meglio di prima, chiudendo al terzo posto dopo un’ottima stagione e bissando la qualificazione ai preliminari dell’anno precedente. L'impresa in Champions League, però, non si ripeterà nell'edizione seguente, dato che i Magpies usciranno nel play-off contro il Partizan Belgrado, dando comunque via a una grande campagna di Coppa UEFA, conclusa solo in semifinale contro l'Olympique Marsiglia di Drogba. Dall'addio di Robson, però, la storia del Newcastle prenderà la piega più triste possibile, con il declino di Shearer, e le cessioni di protagonisti come Bellamy, Speed, Viana e Griffin come simbolo di un lento declino, insospettabile solo due anni prima, che culminerà nella retrocessione in Championship alla fine del 2008/09.

ll Newcastle che si ripresenta a San Siro, dopo oltre vent'anni dall'ultima volta, è una squadra nuova in tutto e per tutto. Se quello del 2003 era una squadra iconica per la sua aderenza all'idea di una Premier League anni '90, con le maglie larghe e i gol di Shearer; quello di oggi è una squadra ricca come il suo campionato, inondata dai petroldollari sauditi e che gioca un calcio fatto di intensità estrema, imposto da un allenatore giovane ed esaltante come Eddie Howe.

Oggi non c'è più il Newcastle di culto di Shearer ma quello ultra-intenso di Bruno Guimaraes e Joelinton che pressano come indemoniati; una squadra forse anche più forte, con ambizioni più grandi di quella di Robson ma con un'anima profondamente diversa. Sicuramente, un ricordo più forte, che nei tifosi più adulti dei Magpies tornerà sicuramente a galla vedendo Leao e Mbappé correre sul suo campo.


Autore

  • Classe '99, pugliese come il panzerotto, studia a Bologna e soffre per l'Inter. Ama farneticare di calcio, cinema e musica. Ha sul comodino la foto con Barbero e l'autografo di Mcdonald Mariga.

Ti potrebbe interessare

Dallo stesso autore

Associati

Banner campagna associazioni sportellate.

Newsletter

sportellate intervista
Campagna Associazioni a Sportellate.it
Sportellate.it è ufficialmente un’associazione culturale.

Con l’obiettivo di promuovere un’idea sana e costruttiva di sport.
Associati ora!
pencilcrossmenu